Gay & Bisex
Il battesimo di Alessandro - 2
di corsaro200
14.08.2024 |
339 |
2
"Ti ho chiesto di farmi una sega, mi hai sodisfatto e ti ho pagato bene..."
Il battesimo di Alessandro - 2
Alex, guidato e portato per mano da Andrea, sta scoprendo il sesso e ha tante curiosità, la più ovvia è vedere un altro cazzo, magari toccarlo anche.
Nei loro incontri Andrea non ha mai neanche tirato giù la lampo e non si sono parlati. Una domanda Alessandro la sta facendo ora che è al telefono per fissare il prossimo appuntamento.
- Andrea secondo te, questi maschi che vanno a cinema e si sparpagliano per la sala, sufficientemente distanziati da potersi considerare isolati, ci vanno per vedere il film?
- Sicuramente non tutti, io per esempio, ci sono venuto tante volte nutrendo la speranza di incontrare un giovane che non sapesse niente di sesso per essere io il primo ad iniziarlo, come è successo con te. So che c’è chi ci viene per farsi una sega eccitandosi al pensiero di fare un atto osceno in un luogo pubblico. Per farsela si isola ma poi spera sempre che qualcuno lo vede e gli dà una mano
- Ah, ah, ah. Andrea ho capito il doppio senso.
- Purtroppo per me, è proprio così. La tua mente non è più vergine come all’inizio, pensi ad altro, non a quello che fai con me e questo mi sta portando a prendere la decisione di non vederci più. Dovrò cercare un altro giovane come eri tu quando abbiamo iniziato.
- E io con chi ti sostituisco? Troverò chi vorrà giocare con me e mi farà il regalino per le mie prestazioni?
- Per quello che hai fatto con me non lo so. Ma hai ancora tante esperienze nuove da fare e c’è sicuramente chi ti pagherà come ho fatto io per essere il primo con cui le farai, sempre che ti piacerà farle con i maschi e non con le femmine.
- Vuoi essere più chiaro?
- No, Alex, non devo suggerirti niente. Conosco chi potrebbe essere interessato, ma cerca un giovane vergine nel corpo e nei pensieri come sei stato con me. Tu che desideri hai da esaudire?
- Vorrei vedere un cazzo, non ho visto neanche il tuo.
- Allora posso aiutarti. Domani vai a cinema allo stesso orario e siediti al solito posto.
- E poi?
- Intanto vai e vedi. Ti suggerisco di non concederti subito, sappi farti desiderare e alza la posta, hai tante primizie da offrire che a me non interessano, vendile a caro prezzo e “in bocca al lupo”. Non chiamarmi più a questo numero, non ti risponderò, addio.
“Sono a cinema, sto spostando la tenda, entro nella sala. Tutto come le tante altre volte, il solito numero di spettatori, la novità è solo mia che aspetto di incontrare uno che non so come è fatto e cosa vorrà da me. Mentre mi dirigo al mio posto qualcuno mi si è affiancato come fossimo entrati insieme. Mi siedo, si siede anche lui alla mia destra e, con un bisbiglio appena udibile da me che ho l’orecchio a circa trenta centimetri dalla bocca che emette i suoni, mi sta dicendo.”
- Mi manda Andrea, tu sei Alex?
- Sì, e tu?
- Vittorio e i miei gusti sono diversi da quelli di Andrea. Lui è passivo e gli piace toccare. Io sono attivo e mi piace essere toccato.
- Quello che ho fatto con Andrea mi piaceva e ricevevo anche il regalo. Quello che dovrei fare a te sicuramente non l’ho mai fatto, non so se mi piacerà ma, se mi dai prima il regalo, facciamo una prova.
- Ci sto, prendi e metti via i venti euro, li tenevo pronti.
- A farmi fare da Andrea senza fargli niente mi andavano bene venti euro. Ora che devo essere io a fare mi devi dare di più.
- Per ora accettane venti, quando avremo finito, se sei stato all’altezza e mi avrai sodisfatto, ti darò di più. Ora fai scivolare il braccio dal lato mio e infila la mano nelle mie brache che sono già aperte. Andrea mi ha detto che volevi vedere e magari toccare un altro cazzo.
- Tu mi stai proponendo l’inverso, prima tocco e poi vedo.
- Il regalo te l’ho dato, ora sono io che decido cosa dovrai fare, nella sala c’è buio, comincia a toccare. Se sarai bravo riuscirai a vederlo anche al buio.
“Infilo la mano nelle sue braghe, non ci sono le mutande, o se ci sono, sono tanto larghe che non intralciano. La sensazione è di mettere la mano in un fitto nido di peli, morbidi al tatto e in mezzo c’è un uccellino, con la testa implume che appena sente il tocco dei miei polpastrelli, comincia a muoversi, a distendersi e alza la testa che esce fuori dai pantaloni, così che inizio anche a vederlo.”
- Che ti dicevo. Cominci a vederlo?
- Sì.
- E se lo avvolgi bene con tutta la mano, continuerà a crescere, ma non avere fretta, prenditela comoda. Bagnati un dito con la saliva e toccami la punta del cazzo, così il prepuzio scorre meglio. Lo avrai fatto anche a te quando ti fai una sega, o no.
- Fin ora ho fatto ben poco.
- Ok. Ora fai come se il mio cazzo fosse il tuo, menalo bene, fai scorrere la mano, ancora non è al massimo. In questo momento che la luce dello schermo è aumentata puoi vederlo bene, ho una buona misura, così mi dicono.
- Se lo confronto col mio, devo darti ragione, ma il tuo ha smesso di crescere, il mio no. Se mi sego anche io, ti dà fastidio?
- Fastidio no, ma non farlo, ti distrarrebbe, penseresti anche al tuo piacere; invece, devi concentrarti sul mio cazzo e mi devi far godere, l’extra ai venti euro te li devi meritare.
Riprendi e non stringerlo troppo, né poco, il cazzo deve scivolare dentro la mano, l’escursione deve essere la massima, la mano deve essere avvolgente e il ritmo costante. Ci vorrebbe un lubrificante che faccia scivolare meglio il cazzo.
- Mi sputo in mano o, dal momento che il cazzo è tuo, mi ci sputi tu.
- E dai, questo fa crescere il compenso finale. Però devo proteggere i pantaloni da sbrodolature e schizzi. Sistema bene questi fazzolettini, portati la mano davanti alla bocca e fai saliva. Ora riprendi con il ritmo di prima. Vedi come scivola meglio.
Ah, ah, ah che goduria, ci sai fare. Metti altra saliva, prendi pure la mia e continua. Ah, ah, ah, ah. Accelera un po', accelera che sono quasi pronto, quando dico “sto venendo”, ferma la mano e chiudila sulla punta del cazzo, per non far schizzare lo sborro.
Ah, ah, ah, sto venendo.
Ah, ah, che sborrata. C’è stata un’intesa perfetta. Il supplemento, te lo meriti.
Ora vai in bagno a lavarti.
E ad Alex che, alzatosi dal sedile, gli passa davanti, Vittorio infila qualcosa nella tasca dei bermuda e gli palpeggia a due mani il culo.
- Io, intanto, mi sistemo i pantaloni cercando di non sporcarli e mi porto tutto a casa per rivivere la bella esperienza che ho avuto.
Dopo essersi lavato, Alex prima di rientrare in sala, mette la mano in tasca, apre il biglietto, vi trova altri venti euro e un numero di telefono, tutto come la prima volta con Andrea. Ma rientrando in sala c’è la sorpresa. Nella fila dove ha lasciato Vittorio, non c’è nessuno.
Il giovane, che non si aspetta una cosa del genere, non riesce a immaginare un perché e, senza pensarci troppo, ritorna in bagno, dove può parlare senza disturbare chi sta guardando il film, e compone il numero.
- Pronto.
- Perché sei andato via?
- Potrei risponderti che non ti devo alcuna spiegazione. Ti ho chiesto di farmi una sega, mi hai sodisfatto e ti ho pagato bene.
- Ma proprio per questo, andandotene, hai fatto una cosa incomprensibile, poi però mi hai dato anche il tuo numero di telefono, altra cosa incomprensibile, perché volevi che restassimo in contatto. Andandotene non lo vuoi più. Mi fai capire?
‘Caro il mio Alessandro, neanche io ti ho capito.
- Cosa c’è da capire nel mio comportamento. Ho fatto quello che mi hai chiesto di farti “una sega”, che hai apprezzato, mi hai anche ben compensato.
- È qui che sta la questione che vorrei tu mi chiarissi. Ti è piaciuto farmi la sega, come ti sarà piaciuto farti fare seghe e pompini da Andrea, o lo hai fatto perché ti abbiamo pagato. Voglio essere più esplicito, ti piacciono gli uomini maturi o i soldi che loro ti danno.
- Ah. È per questo che sei andato via?
- Sì. Vedi, Andrea e io vogliamo essere i primi e per questo siamo disposti anche a fare regali. Ma non vogliamo che chi viene con noi lo fa per i soldi, come fanno i marchettari nei cinema a luci rosse, ma lo fanno perché gli piace.
- Comprendo la tua preoccupazione, noi non ci siamo incontrati per caso, ti è mancato l’impatto iniziale. È stato Andrea che ci ha combinato l’incontro. È con lui che ho avuto il battesimo, è con lui che è scattata la scintilla, è lui che ha captato qualche segnale che io inconsciamente mandavo a quelli che entravano in contatto con me.
Quando Andrea mi si è seduto vicino, mi sono chiesto cosa volesse da me, ho pure pensato di cambiare posto, ma non l’ho fatto perché senza esserne consapevole ero attratto. Sono anche stato fortunato perché l’approccio con Andrea non è stato invasivo, facendomi fare l’attivo, mi ha gratificato col suo ruolo di passivo e quando l’ho lasciato fare non pensavo che fatta quella cosa mi avrebbe dato dei soldi. Ricevere un compenso mi ha spinto a rivederlo per tante volte e mi invoglierà a rincontrate te. Sono stato chiaro e convincente?
Che lo fui, lo prova il fatto che, qualche giorno dopo ci ritrovammo a cinema seduti vicini. Quando allungai la mano per infilarla dentro la patta aperta dei suoi pantaloni, ero già eccitato. Sentire quel groviglio di peli solleticarmi il palmo della mano mi diede l’energia per osare e, senza chiedergli di farmi una sega, come avevo fatto la prima volta, misi all’aria il mio pisello e tenendo lo stesso ritmo con entrambe le mani, segavo lui e segavo me.
Quando Vittorio si girò a guardarmi, prima in faccia e poi giù tra le gambe, non disse niente. E io, considerando la cosa come un buon segno, aprii la mano destra che stringeva il suo cazzo, la poggiai sul suo polso sinistro e mossi il mio braccio con l’intenzione di portare il suo dalla mia parte.
Subito chiaro mi arrivò il suo bisbiglio.
- Se tu fai la sega a me e io la faccio a te, dopo non c’è motivo di darti un compenso.
- E chi lo cerca.
Al mio cazzo la sua mano ci arrivò da sola e lo strinse.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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