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Andrea e Pietro - 3


di corsaro200
01.11.2024    |    37    |    0 8.0
"E smettila con i se, voglio farlo e dobbiamo riuscirci..."
Cap. 3 – Andrea e Pietro
Dopo il pompino di quel giorno sul prato, Francesco fu reclutato per dare piacere e cominciò una frequentazione molto intensa, i ragazzi iniziarono a vedersi per loro conto, anche senza i genitori. Il duo diventò un terzetto e per tutto il tempo che passavano insieme la bocca di Francesco era sempre tappata da uno dei due cazzi e fu lui che ricevette le prime gocce di sperma che uscirono dal pisello di Pietro quando il suo possessore aveva circa tredici anni. E la cosa si svolse più o meno così.
- Pietro mi hai pisciato in bocca?
- Francè sei proprio un ignorante, a cazzo duro il piscio non esce.
- Ma ti è uscito del liquido.
- Apri la bocca e fammi vedere
Sulla lingua del pompinaro c’era un liquido lattiginoso, Pietro gli ficcò due dita in bocca per constatarne la consistenza e sentì che era vischiosa.
- Waw mocciosi, ho sborrato, sono un uomo. Francè ingoialo che ti metto incinto.
Gli incontri a scopo sessuale avvenivano nelle loro stanze o, imbracando le biciclette, nei luoghi all’aria aperta come era accaduto la prima volta. Ma li eccitava molto l’idea di farlo in posti dove c’era anche un po’ di rischio di essere visti. Quale posto più adatto di un cinema? Decisero di andare allo spettacolo delle sedici. Entrati nella sala a luci accese videro che gli spettatori erano pochi, si sedettero a caso con l’intento poi di spostarsi in posti più appartati e lo fecero quando le luci si spensero.
I due fratelli si sedettero vicini e Francesco stava facendo la stessa cosa.
- No, tu non ti siedi, abbassati e mettiti tra le nostre gambe, sai cosa devi fare.
Il ragazzo ubbidì all’ordine che gli aveva dato Andrea che tra i due fratelli era quello più esigente e prepotente, lo era a volte anche con Pietro che gli permetteva tutto. L’eccitazione era alle stelle. Anche se c’erano poche persone, tutti maschi, qualcuno si sarebbe potuto accorgere delle loro manovre. Anche se per dare meno nell’occhio Andrea non avevo permesso a Francesco di sedersi. Se qualcuno avesse guardato nella loro direzione avrebbe visto due ragazzi, vederne prima tre e poi due qualcuno particolarmente malizioso si sarebbe potuto incuriosire.
Francesco si era acquattato tra le gambe di Andrea e, non potendo vedere niente, chiese.
- Andrea sta guardando qualcuno?
- Tu di che ti impicci, pensa al tuo mestiere di succhia cazzi, slacciami i pantaloni e succhia.
- Voi due smettetela di fare a cane e gatto
- Ma è lui. Io sono qui sotto, non vedo niente e chiedevo. (Nel mentre sta parlando ha slacciato i pantaloni di Andrea e tirato giù la lampo)
Pietro, questo porco di tuo fratello è senza mutande.
- Neanche io me le sono messe. Lo abbiamo fatto per te, così stai più comodo. E smettila pure tu di parlare e spicciati che sto aspettando.
- Ma voi ditemi quello che succede, ho la bocca occupata ma con le orecchie ci sento.
- Scusi signore, vuole farsi fare un pompino? C’è qui un nostro conoscente bravissimo.
- Ma che dici Andrea, se quello ti sente.
- Non è quello che vorresti? Ci sono una decina di maschi sai quanto sborro.
La risposta arguta di Francesco non si fa attendere.
- Non vi conviene mettervi a gareggiare, potrebbero essere più esperti e cazzuti di voi.


Andrea lo si è visto è un tipo fantasioso, non si accontenta mai, se una ne fa, cento ne pensa, così fece a Pietro questa domanda.
- Senti Pietro, perché dobbiamo farci spompinare a turno da Francesco?
- Andrea, che domanda è? Francesco come tutti ha una sola bocca o ce lo metti tu o ce lo metto io.
- Vero fratello, ma lui come tutti noi ha anche il culo e possiamo metterglielo uno in bocca e uno in culo.
- Ma se non gli entra neanche un dito.
- E come fai a dirlo.
- Ho provato, si è chiuso come se proprio non ci fosse il buco.
- E noi lo immobilizziamo, glielo lubrifichiamo ben, bene, sono sicuro che entra.
- E se quello si ribella e si mette a urlare?
- Gli tappiamo la bocca, ma vedrai che non farà tante storie. E smettila con i se, voglio farlo e dobbiamo riuscirci.
- Ma prima di mettere in atto la violenza perché non glielo chiedi?
- E se dice di no? Hai appena detto che si è rifiutato.
- Ho detto che ha stretto il culo come se non avesse il buco. Si può sempre cercare un altro modo per convincerlo
- E quale.
- Negargli la nostra amicizia fino a che non se lo fa fare e farci vedere in compagnia di Riccardo.
- Ma è brutto, fa schifo, ha il culo calato, i denti storti.
- Fratè, ma è per finta, per far preoccupare Francesco, vedrai che cede.
Ed avvenne che Andrea chiese a Francesco di voler metterglielo nel culo e ottenne un netto rifiuto.
- No Andrea non se ne parla proprio, sono strettissimo, ce l’hai grosso mi faresti uscire il sangue.
- Francesco mica il culo è come la fica, non hai la verginità da perdere e se gli stronzi escono, possono entrare anche i cazzi.
- No, dico di no. Ti deve bastare la bocca.
- E sempre quella, sempre quella. Mi toccherà chiederlo a quel frocetto di Riccardo che ci corteggia. Addiooo
Quando Francesco raccontò a Pietro della richiesta di Andrea e del suo rifiuto, speranzoso di trovare aiuto, ottenne invece questa risposta.
- Vorrai mica tenerti il culo vergine per sempre?
Bastò vedere Riccardo insieme ai due fratelli per fargli prendere una decisione. Così si procurò una crema a base di vasellina, si sedette in bagno sulla tazza senza la tavoletta per avere più spazio di manovra, si versò una buona quantità di crema sull’indice e il medio della mano destra e la spalmò intorno al buco del culo che, come per un riflesso incondizionato per la posizione che aveva assunto, si era allentato come se dovesse far uscire qualcosa. Invece qualcosa cominciò ad entrare, la prima falange del suo dito indice, senza incontrare alcuna difficoltà. Ripetendo la cosa più volte, dietro la prima entrarono le altre falangi e, aggiungendo ancora crema, nello sfintere trovò posto il secondo dito, fino ad arrivare a quattro.
“Dove sono entrate quattro dita, entrerà pure il cazzo”. Con questa convinzione chiamò al telefono Andrea e gli disse.
- Accetto. Ma il culo è mio e si fa a modo mio.
- Ehi, ehi Francesco, calmati, non ce l’hai solo tu.
- Almeno la prima volta.

Siamo a casa di Francesco, nella sua camera ci sono alcuni cuscini per terra e i tre, non più tanto ragazzi, sono nudi.
- Tu me lo hai chiesto e tu Andrea sarai il primo. Sdraiati sui cuscini, metti le mani sotto la testa e prometti di non toglierle.
- Ma che vuoi fare.
- Prometti e poi stai zitto. Faccio tutto io. Pietro non farlo muovere.
- Vuoi che lo lego?
- Sì legalo, lui deve stare fermo, faccio da solo.
- Che palle, dai sbrigatevi, legatemi. Ma poi te lo prendi nel culo?
- Sì
Pietro lega i polsi del fratello e si mette comodo semi sdraiato sul letto di Francesco a fare da spettatore, e si palpeggia il cazzo.
- Pietro, vuoi fare la cronaca di quello che facciamo?
- Zoccoletta vuoi sentirti protagonista. Dai muoviti, datti da fare che io do inizio alla cronaca sportiva.

- Signore e signori, meglio togliere le signore che non sono interessate.
Signori, siamo sul punto di assistere alla rottura del culo di Francesco, rimasto vergine per troppi anni. La penetrazione avverrà per mano o meglio per mezzo del cazzo dello stallone Andrea che modestamente ha preso dal fratello, che sarei io. Per volontà di chi deve perdere la verginità e col mio intervento, allo stallone, disteso tutto nudo sul pavimento su comodi cuscini, ho legato le mani sotto la testa, lo strumento rompa culo è a riposo.
Ecco che Francesco, che sa come risvegliarlo, tira fuori la lingua appuntita e gli stuzzica la punta del cazzo insistendo sul buchino, sta provando a simulare quello che tra poco il manganello dello stallone farà col suo buco del culo. Ora le labbra si aprono e, accogliendo la cappella, scivolano lungo l’asta che ancora ha bisogno di essere sostenuto dalla mano. Solo per poco e subito il cazzo è duro e sta bello dritto. La bocca di Francesco è esperta, conosce molto bene l’oggetto e con risucchi e affondi ben assestati, ha portato il cazzo di Andrea alla massima potenza ed è pronto a trapanargli il culo già abbondantemente incremato. Altra crema viene spremuta sulla cappella del cazzo dell’inculatore.
Ecco signori, che la scena cambia.
Dalla posizione in ginocchio tra le gambe, Francesco ora è in piedi e fa un mezzo giro col corpo, spostando i piedi all’esterno delle gambe di Andrea non più aperte ma unite.
È voltato di schiena allo stallone e inizia a piegare le gambe come se, stando su una turca a gambe divaricate, si apprestasse ad espellere.
Ma non deve espellere, deve per la prima volta introitare un cazzo di buona misura.
Si sono toccati. Sì. Culo e cazzo si sono toccati.
Si vedono i guizzi del cazzo. Andrea non può toccarselo, ha le mani legate, allora contrae i muscoli per indurirlo e conferirgli la perfetta perpendicolarità.
Che rullino i tamburi e suonino le trombe. Centimetro dopo centimetro il culo di Francesco si abbassa e il cazzo di Andrea vi scivola dentro.
Gli spettatori, che poi siamo solo due lo stallone Andrea e il sottoscritto suo fratello, assistono a bocca aperta alla totale sparizione di uno dentro l’altro.
La meraviglia è tanta, ci aspettavamo degli intoppi, delle soste, un avanzare per subito dopo retrocedere. Invece ….
- Cazzo Francè e facevi tante storie, vedi che il tuo culo era predisposto.
- Andrè dici così perché non sai che mi sono allenato con le dita.
- Troia, allora fai perno sul mio cazzo così ti giri e mi sleghi.
- Sì mi giro ma non ti slego devi aspettare ancora.
- E tu Pietro lasci parlare questa troia, ficcagli il cazzo in bocca che dopo ci alterniamo.
Andrea aveva visto giusto, perché fare il turno quando il conto è pari? Due cazzi per due buchi, una bocca e un culo.



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