Gay & Bisex
Andrea e Pietro - 8
di corsaro200
26.11.2024 |
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"Trova nella scatola un guinzaglio e lo mette al collo della sua vittima, che si è tolta la canottiera, a cui tiene più che alla sua pelle..."
Cap. 8 – Andrea e PietroVedere Pietro allontanarsi insieme a Francesco e a Teo non lascia indifferente Andrea. Lui e il fratello hanno sempre condiviso tutto, in questa esperienza londinese, per una decisione presa insieme, le cose stanno cambiando. Vorrebbe avere il dono dell’ubiquità e poter vedere, se non partecipare, quello che stanno andando a fare Pietro e Francesco insieme al greco che viene a trovarsi al posto suo.
Anche lui, quando si muoverà, andrà a fare qualcosa a cui Pietro non parteciperà, ma si sa, vogliamo le libertà senza poi volerle concedere anche agli altri.
Quando entra in stanza Thomas indossa una canottiera ampia, svasata, le spalline larghe, più lunga di un normale indumento di quel tipo e gli copre il culo nudo. È in piedi davanti al suo armadio aperto e sta cercando qualcosa dentro una grossa scatola. Andrea gli va dietro e gli artiglia una chiappa.
- What are you doing?
Ciò dicendo butta l’occhio nella scatola, vi allunga l’altra mano e ne tira fuori un oggetto di pelle nera. Incuriosito molla la presa sulla natica, armeggia con l’oggetto, lo gira, lo rigira e vede che ha la forma di una testa. C’è infatti una grossa apertura per far uscire il collo, un’apertura più piccola nella posizione della bocca e due fori un po' più sopra in corrispondenza delle narici.
Come primo impulso gli viene il gesto di infilarselo, ma subito cambia idea, c’è un’altra testa a disposizione e lo infila sul quella di Thomas. Come è ovvio che sia, azionata una cerniera posizionata dietro la nuca, l’oggetto, probabilmente fatto su misura, calza alla perfezione. Quello che si vede è una palla nera, con un buco che lascia l’accesso alla bocca, e mette in risalto il collo di chi lo indossa, tanto sottile da poter essere stretto quasi con una mano sola.
Premendo le mani sulle spalle del professore, lo fa inginocchiare, gli ordina di slacciargli i pantaloni, liberargli l’uccello e prenderglielo in bocca. Nel far questo lui continua a guardare nella scatola, vi trova una frusta fatta con tante strisce sottili di pelle con all’estremità un nodo, la impugna, gli scope il culo tirando su la canottiera e gli assesta alcuni colpi, diciamo di prova.
È troppo eccitante. La flagellazione è celebrale, sicuramente per chi la infligge e, per non sminuire o confondere le sensazioni coinvolgendo contemporaneamente corpo e cervello, interrompe il contatto cazzo-bocca e si libera dei pantaloni.
Guardando bene l’impugnatura della frusta, nella mente del giovane, tra meraviglia e stupore, in risposta a un pensiero che si può esprimere in un “ma guarda un po”, scaturisce l’idea.
Trova nella scatola un guinzaglio e lo mette al collo della sua vittima, che si è tolta la canottiera, a cui tiene più che alla sua pelle. Porta una sedia al centro della stanza e vi si siede a gambe larghe per mettere ben in mostra cazzo e palle, in attesa della reazione, che può vedere solo lui, perché col cappuccio in testa Thomas non ha occhi.
- Dog, come here!
E tira il guinzaglio stretto al collo di Thomas che a quattro zampe va nella direzione in cui si sente tirato. Tirando ancora, la testa di Thomas, con l’unica cosa disponibile, la bocca, viene a trovarsi tra le sue gambe. La frusta che stringe in mano è a doppio uso, decide di usarlo nel modo meno consueto, la impugna dall’altro lato e avvicina la testa del suo manico alla bocca della vittima, fino a toccarla. Immediatamente questa si spalanca, come la bocca di un uccellino pronto a ricevere il cibo da un suo genitore, e gliela infila dentro.
Il manico, lungo quasi trenta centimetri, ha un diametro di sei e l’estremità arrotondata a forma di una testa di cazzo circonciso. Il passaggio nella bocca è per una buona lubrificazione salivale, la destinazione vera è il culo ed è lì che infila tutto il manico. L’animale che si vede, testa nera, a palla, senza orecchie, corpo rosa con quattro zampe e la coda di strisce di pelle marrone lunga e ricca, merita una foto da pubblicare poi sui social.
Peccato che, per riprendere a usare la frusta nel suo utilizzo più consone, la flagellazione, deve sfilare il manico dal culo e avere un’animale senza coda.
Prima di farlo decide di dare un’altra occhiata nella scatola e trova una cinghia di cuoio larga cinque centimetri e lunga più di un metro. Un’arma micidiale.
Nel comportamento sadomaso c’è chi fa violenza e chi la violenza la vuole, il godimento è di entrambi. È quindi scontato che chi vuole la violenza si aspetti che chi impugni lo strumento di tortura cominci a usarla sulla schiena e sul culo di Thomas, già pronto a dire ahi e arcuare la schiena sotto i colpi. Se li aspetta inferti con passione da Andrea che partendo dal basso e ruotando il braccio verso l’alto imprima più forza e velocità nel colpirlo. Invece no, Andrea gli fa sentire sulla pelle tutte le strisce di cui è fatta la frusta come fosse una mano che accarezza e continua fino a che, preso dall’impazienza di essere colpito, lo vede fremere.
Niente di più deludente, per uno che si aspetta e desidera una percossa, ricevere invece una carezza. È proprio in questo che c’è l’apoteosi del sadismo, fare l’esatto contrario di quello che l’altro si aspetta. Ma non finisce così perché, raggiunto lo scopo, le cose poi vanno per l’esatto verso e, sotto i colpi di frusta, schiena e natiche di Thomas si coprono di striature rosse, quasi sanguinolenti.
Sazia la mente e stanco il braccio, dà soddisfazione al cazzo che fin ora se ne è stato moscio, a riposare sulle palle, e finisce nella bocca di Thomas. Immaginare cosa, in piena autonomia, riesce a fare una bocca esperta per dare godimento al cazzo. La tecnica di non fare subito quello che uno si aspetta, tenere sulla corda, leccare anziché succhiare è sempre buona per far crescere il desiderio e la libidine. La leccata è per un cazzo moscio, per farlo venire duro, ma quando il cazzo è già duro allora bisogna succhiare, ingoiare, magari anche mordere. Attenzione però, quello che un pompinaro non deve mai fare è far sbattere il cazzo sui denti, è in quei casi che può sentirsi dire “quei denti te li strappo se non stai più attento”. Se te lo tiene tutto in gola e te lo senti stringere alla base in mezzo ai denti, può anche piacerti, se invece sta esagerando un bel pugno sulla mascella farà mollare la presa. Per concludere poi da sadico la prestazione Andrea blocca l’autonomia di Thomas, gli tiene ferma la testa con entrambe le mani e stantuffandogli la gola, emettendo ripetuti rantoli di piacere, sborra.
Nella calma post coito Andrea chiede:
- Thomas, domani sera dove ci porti? Cosa ci prepari?
- Vi porto in un club dove è stato riservato per noi un privè col miglior cibo che si può trovare in un club inglese e la massima libertà. Nessuno ci disturberà, le vivande ci arrivano attraverso un apposito sistema, senza che il personale entri. Si possono poi avere altri servizi a seconda delle preferenze di chi ha riservato.
- E quali sono?
- Ne hai avuto un assaggio con me e, prospettandosi una partecipazione di gruppo, si spera in una prestazione più spinta e durevole.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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