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Galeotta la doccia - 2


di corsaro200
22.10.2024    |    35    |    0 8.0
"Sono forse di punto in bianco diventato frocio? O era latente dentro di me? Sono uno scapolo cinquantenne, ho avuto fin ora contatti solo col pelo femminile..."
Galeotta la doccia – il seguito
Riepilogo
Franco e Andrea, padre e figlio si sono sfidati in una partita a tennis nel club di Vittorio, l’idolo di Andrea, amico di Franco dall’infanzia.
Durante la doccia del dopo partita Andrea viene sconvolto dalla vista di suo padre nudo e si eccita. Il giovane come suo solito sta facendo la doccia con le mutande e quando suo padre gliele vede addosso reagisce e cerca di levargliele dicendo “ti ho fatto con tutte le cose apposto, che hai da nascondere”.
Nel parapiglia scivolano sul pavimento, i due finiscono in un testa coda e si ritrovano uno sotto e l’altro sopra. Andrea per un po’ resiste ma poi rinuncia a lottare contro sé stesso e si lascia togliere le mutande. La messa in mostra della sua erezione ne provoca un’altra, e padre e figlio si lanciano in un proibito sessantanove.
A tutto questo c’è un testimone.
Vittorio, che era andato via, ha fatto ritorno al club, non visto filma quello che sta accadendo e decide di partecipare. Con la collaborazione di chi sta sotto penetra il culo di chi sta sopra.


Il seguito
Quando sessualmente appagati il trio si scioglie si sente solo lo scroscio dell’acqua delle docce che lava i corpi. L’uno non guarda l’altro. L’atmosfera non è rilassata, nessuno canta sotto la doccia. Il primo a rivestirsi e ad andar via in fretta e furia, senza salutare, è Franco, facendo anche saltare l’invito a cena con il figlio. Subito dopo lo segue Andrea che, senza aprire bocca, si gira a guardare Vittorio che gli ricambia lo sguardo.

Franco
Che cazzo ho fatto, cosa mi è successo. Ho fatto un pompino a mio figlio e ho preso nel culo il cazzo del mio migliore amico. Ho sporcato con il sesso i sentimenti, quelli più forti della mia vita. Sono un porco, sì un porco.
Però, non per discolparmi, ma non ho fatto tutto da solo.
Mio figlio lo ha preso in bocca a me e io a lui. Avevo, è vero, il culo nudo e stavamo facendo quello che stavamo facendo, ma è Vittorio che mi ci ha messo il cazzo dentro, con la collaborazione di Andrea che glielo ha lubrificato con la bocca per facilitare e non rendermi dolorosa la penetrazione.
È possibile che i due se la intendessero da prima?
I sentimenti che provo io per loro, dovrebbero provarli anche loro per me, allora siamo tre porci?
Non ho il coraggio di affrontare mio figlio e anche con Vittorio sarei molto imbarazzato. Cosa potrei dire ad Andrea:
“Scusami figlio mio, volevo solo toglierti le mutande per rassicurarti che non hai niente da nascondere, ti ho fatto bene e ne ho avuto la prova. E trovandomi il tuo cazzo, bello grosso e dritto a cinque centimetri dalla bocca, per la sorpresa quella si è aperta e tu “schiaffete” e ce lo hai messo dentro. Vedendo il tuo bel arnese, mi sono eccitato, ti sei trovato il mio davanti alla bocca e “haumme” lo hai divorato”.
Quello che non mi spiego è perché mi sono eccitato vedendo il cazzo di mio figlio. Mi piace la fica e mi piace averne più di una a disposizione, è per questo mio vizio che la storia con mia moglie è finita e Andrea è andato a stare con lei.
Può darsi che abbia esagerato con la fica e, come succede con i cibi più prelibati di cui si è abusato, mi è venuta a noia e l’alternativa alla fica si sa è il cazzo.
Vuoi vedere che non è un cazzo qualsiasi che mi ha fatto sballare, ma quello di mio figlio?
L’ho sentito come fosse il mio e prendermelo in bocca è stato come riuscire in quei tentativi che facevo da adolescente quando facevo di tutto per soddisfare le voglie del mio cazzo. Oltre che adoperare le mani per segarlo, gli offrivo anche le mie aperture. Mi si può considerare cretino e vizioso, ma provavo a prendermelo in bocca, piegandomi su me stesso fino a spezzarmi la schiena e a mettermelo nel culo girandomi all’indietro il cazzo in erezione, tirandolo fin quasi a strapparmelo, concludendo in entrambi i casi con la perdita dell’erezione.
Col cazzo di Andrea poco fa è stato come se ci fossi riuscito.
Non sapendo che fare voglio evitare di incontrare nessuno dei due, almeno per il momento, ora mando un sms. Se tra i due c’era già qualcosa, si parleranno e saranno loro a prendere l’iniziativa, se invece anche la loro è stata una scoperta, si vedrà.

Vittorio
Se non ci fosse una testimonianza, fatta di foto e di video, direi di aver sognato. Ho visto padre e figlio farsi un pompino e io che faccio? Decido di partecipare e penetro il culo, in bella vista perché è capitato di trovarsi sopra, di Franco il mio miglior amico. Suo figlio Andrea, che sta facendo un sessantanove con suo padre, molla quel cazzo e lubrifica il mio per facilitare l’inculata.
Sono forse di punto in bianco diventato frocio? O era latente dentro di me?
Sono uno scapolo cinquantenne, ho avuto fin ora contatti solo col pelo femminile. Confesso che mi sono spesso compiaciuto nell’esibire la mia esuberante mascolinità davanti ai frequentatori della mia palestra, mi sono accorto delle occhiate furtive che in tanti mi rivolgono, anche di Andrea a cui sono affezionato come fosse mio figlio. Sbagliando l’ho ricambiato con gesti affettuosi, rischiando di essere frainteso e ora me ne rendo conto.
Confesso a me stesso che con Franco negli anni della pubertà, quando gli ormoni andavano a mille, un contatto fisico anche casuale fu anche confuso col desiderio sessuale. Quello che è venuto fuori adesso è stato forse il coronamento di un desiderio nascosto nel profondo? E ora dove porterà?
Franco ha mandato un sms: Vado ai Tre Pini e lì non c’è campo.
È bravo lui, così si tira fuori e aspetta.

Andrea
Mi sono forse cresciute le ali? Mi sembra di volare. Quello che si è realizzato supera il più assurdo e inverosimile dei miei desideri, eppure è la realtà: ho fatto un pompino a mio padre, lui l’ha fatto a me, l’ho preso in bocca al mio idolo per lubrificarglielo e facilitargli l’inculata a mio padre.
È vero ho desiderato avere un rapporto intimo con ciascuno dei due, senza arrivare a immaginarmi qualcosa in tre. Ho fatto io da catalizzatore tra loro due? O c’era tra loro qualcosa che risale ad anni addietro?
Io sto volando, mi sento leggero, leggero, quei due invece sicuramente stanno sentendo il peso di quello che è successo, specialmente mio padre. È andato a nascondersi ai Tre Pini, il suo rifugio, dove si ritira tutte le volte che deve fare chiarezza. E me lo ha scritto: Andrea figlio mio, vado ai Tre Pini, non servirà a molto, prima o poi dovrò tornare a una realtà che non so come sarà, so solo che niente sarà come prima.
Vittorio però c’è, devo vederlo subito, a lui non consentirò di mettere le distanze, di evitare un confronto diretto, lo affronterò subito, non al club dove potrebbe farsi scudo con i suoi impegni e le persone che gli stanno intorno, vado a casa sua, adesso.


Sono le sei del mattino e suona il citofono, Vittorio lo ha sentito ma è incredulo data l’ora e lascia passare un po’ di tempo. Il suono si ripete insistente, più lungo del precedente e va a rispondere.
- Chi è?
- Vittorio apri.
- Andrea?
- Si, sono io.
Quei pochi minuti che necessitano al giovane per arrivare davanti alla sua porta, non producono pensieri in Vittorio, ma lo predispongono alla cosa più semplice, più naturale da fare e quando Andrea gli si presenta nel vano d’ingresso, lo attira a sé e lo abbraccia. Lo porta nella camera dove il letto, da cui è appena uscito, è ancora caldo, vi si siede e inizia a spogliarlo. Il giovane vorrebbe parlare ma lui, con un “sssccc” lo invita al silenzio. Gli denuda il torace, gli slaccia i pantaloni che cadono a terra. Incuneato tra le gambe di Vittorio, Andrea ne sente le labbra che esplorano il suo torace, si soffermano a succhiare un capezzolo e poi l’altro che si ergono turgidi. Andrea lascia fare, poi per togliersi le scarpe e liberarsi dai pantaloni si piega in avanti, la sua testa tocca il ventre di Vittorio e dallo spacco dei pantaloni del pigiama prorompente esce fuori l’uccello. Ora è Andrea che prende l’iniziativa, si inginocchia e fa sparire nella sua bocca quell’arnese di cui già in un’altra circostanza ha sentito odore, sapore e consistenza. Ma Vittorio vuole più intimità, più sentimento, più partecipazione, solleva il giovane, se lo tira addosso e rotolano sul letto. Il suo intento è di prendere il posto di Franco in quella visione, lì alle docce, che lo ha folgorato facendogli avere desideri mai avvertiti, e così con decisione ruota su sé stesso e mette la testa tra le gambe di Andrea, nel preciso momento in cui anche l’altro fa la stessa cosa.
Che bella posizione il sessantanove una pratica che non fa differenze, il sei se lo giri diventa nove e viceversa, si prende e si dà, alla pari. Tra i due però non c’è solo voglia di sesso, si cambia ancora, e dove prima c’era il cazzo mettono la lingua. Le bocche affamate vogliono divorarsi a vicenda, è un altro bisogno a dare vigore al desiderio.
- Vittorio ti amo.
Ti amo da quando ho cominciato a capire cosa vuol dire amare.
- Io Andrea penso a te da quando eri appena nato. Ho invidiato tuo padre le volte che ti ho visto abbracciarlo, chiamarlo papà. C’è stata tra me e lui un’eterna competizione in tutto, anche nel conquistare una stessa donna e ti faccio una rivelazione, abbiamo rivaleggiato anche nella conquista di tua madre. Sei figlio suo, ma avresti potuto essere anche mio se non fossi stato tanto determinato nel rifuggire dal matrimonio.
Devo ora competere anche in questo?
Che faccia il padre e basta.
- Vittorio sei geloso di lui?
- Andrea sono geloso se tu mi porti ad esserlo.
- Ma è con lui che hai fatto sesso, te lo devo ricordare io che lo hai inculato?
- Con la tua complicità però, mi hai preso il cazzo in bocca, lo hai insalivato per farlo entrare più facilmente.
- Vittorio è vero, sono stato più che complice e ho partecipato ma non capivo più niente, ho l’attenuante dell’età. Tu sei un ultraquarantenne e per certe cose mi conosci meglio di mio padre, non dirmi che non ti eri accorto di quanto io fossi attratto dagli uomini maturi e da te in modo particolare.
Se ti desidero perché in te vedo mio padre, io non lo so. Potrebbe essere vero anche l’inverso, che ho visto te in mio padre. Il fatto è che voi due mi avete messo in mezzo. È successo così per caso? O mi ci avete portato?
- Ma Andrea cosa dici!
- Te lo spiego meglio. Tu ti sei accorto che mi piacciono gli uomini maturi e che mi piaci tu. Siccome tra te e mio padre non ci sono misteri ne limiti, gli manifesti la tua intenzione di approfittarne e di farmi il culo e lui ti dice che sei un porco. A scusante gli rispondi che se non lo farò con te lo farò con qualcun altro e la cosa non ti aggrada, vuoi essere tu il primo. Al che lui ti risponde che se c’è qualcuno a cui spetta essere il primo è lui. Così sotto la doccia mi provoca, io per un po’ resisto, dopo di che cedo e ci perdiamo in preamboli. Intanto arrivi tu e le cose vanno come sono andate, che nel culo lo prende lui e potrebbe anche non essere la prima volta. Mi è sfuggito qualcosa?
- Sono senza parole, se io non fossi uno dei tre protagonisti di questa storia, guardando ai fatti, direi che la tua analisi è più che verosimile. Ma le cose non stanno così. Faccio invece fatica a credere che quello a cui ho assistito è successo lì per la prima volta, è più credibile che voi due ve la intendevate già e che farlo lì sotto la doccia sia stato un diversivo, per rendere più stimolante l’incesto.
- Anche quello che dici tu Vittorio è coerente con i fatti, gli stessi a cui mio padre potrebbe dare una diversa interpretazione e credere invece che già da prima ci fosse un’intesa tra me e te.
- Che dire Andrea, sarai pure giovane ma in questa faccenda ci vedi più chiaro di me e di Franco, dato che ha preferito scappare.
Sei tu che ora puoi sbloccare la situazione e darle un seguito che vada bene per tutti.
- Vittorio andiamo subito ai Tre Pini.
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