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Gay & Bisex

Andrea e Pietro - 2


di corsaro200
30.10.2024    |    43    |    0 8.0
"Questi invece si fece sentire dandogli con il collo del piede un colpo lì dove in ogni essere umano si trova il buco del cullo..."
A sette anni Pietro e cinque e mezzo Andrea iniziarono a frequentare il catechismo per prepararsi alla Prima Comunione. Toccarsi da soli o l’uno all’altro la consideravano una cosa molto piacevole. Ma a catechismo sentirono dire che toccarsi era proibito, era peccato e non doveva essere fatto. Questo li deluse e li rese guardinghi. Da dove venisse la proibizione non lo capirono. Erano stati definiti atti impuri. Non dovevano quindi farsi scoprire. Bisognava trovare il modo di avere dei momenti e degli spazzi dove essere sicuri di stare da soli e non essere visti.

Nelle casa ci sono dei posti che hanno un’appartenenza, la camera di mamma e papà, la stanza dei ragazzi. Fu partendo da questo principio che un giorno, mentre stavano nella loro camera a giocare, entrò la mamma e Andrea le disse.
- Mamma, questa è la nostra stanza e tu non ci devi entrare.
- Come, come?
- È la nostra stanza, sì o no.
- Bene, allora farete anche le pulizie e la terrete in ordine.
Per un po’ non rispose. L’osservazione della mamma era giusta.
- Non ci devi entrare quando noi stiamo dentro e ci impegniamo a tenerla in ordine. Vero Pietro?
- Il disordinato sei tu.
- E tu sgridami, la stanza è pure tua. E mamma così non entra.
- Ma cosa avete da nascondere voi due.
- Ma che c’entra. È perché è la nostra stanza.

L’accordo fu mantenuto e questo servì a farli diventare ragazzi ordinati e responsabili, portati ad esempio. La loro madre non doveva chiamarli al mattino per farli alzare e non ebbe più modo di accorgersi che dormivano nello stesso letto, anche ora che non c’era più la paura di Andrea a giustificarlo. C’era il desiderio di toccarsi in continuazione, durante il giorno cercavano di evitarlo, lo facevano solo con gli occhi, ma di notte, sicuri di non essere guardati si saziavano l’uno dell’altro.

Gli altri non esistevano, uno era per l’altro il fratello, l’amico, l’innamorato. Tenere a bada i compagni di scuola era facile, non si facevano e non si accettavano inviti. Ma c’era qualcuno che non si arrendeva alla loro indifferenza come Francesco, il figlio di amici dei loro genitori. Faceva come Pietro la scuola media, frequentava casa loro e risultava più difficile tenerlo alla larga e in più la loro mamma interveniva in favore del ragazzo.
- Ma voi due perché siete così scostanti con Francesco, è così attento e premuroso con voi
- Infatti mamma è appiccicoso come una femminuccia.
- Ma Andrea che dici. E poi cosa avete contro le femmine.
- Mamma è meglio che se ne stanno alla larga.
- E tu Pietro non dici niente.
- Mamma, Andrea ha ragione.

Ci voleva tanta diplomazia e una strategia nell’età dell’adolescenza, per tenere a bada tutti i Francesco del mondo che volevano entrare nel loro rapporto. Ma per quieto vivere occorreva fare delle aperture e decisero di provare con il protetto dei loro genitori invitandolo a fare un picnic. Le mamme contente di questo avvicinamento prepararono le cibarie e i tre ragazzi inforcate le bici si diressero al parco. Il posto da raggiungere era noto a Pietro e Andrea, vi erano già andati con i genitori e una volta anche da soli. Arrivati sul posto legarono insieme le bici e distesero un grosso telo, ma prima di tirar fuori le vettovaglie, Andrea rivolgendosi al fratello disse.
- Pietro, la devo fare.
- Anche io, e tu Francesco.
- A me non scappa.
Al che i due fratelli insieme cantilenando dissero.
- Chi non piscia in compagnia è un ladro o una spia.
E Francesco tutto rosso farfugliò.
- E dove la facciamo?
- Vuoi il cesso di casa? Ma tu la fai seduto come le femmine?
- Che dici Andrea. È perché ci possono vedere.
- Ma non abbiamo incontrato nessuno. E poi tutti pisciamo.
I due fratelli così si affiancarono, lentamente abbassarono le lampo e tirarono fuori l’uccello.
Francesco non sapeva cosa fare. Guardare quei due con il pisello di fuori lo imbarazzava ma ne era anche attirato. Avrebbe voluto vedere senza essere visto ma non poteva tirarsi indietro così si affiancò anche lui, abbassò la sua lampo e lo tirò fuori. Non ci sarebbe potuto essere stato d’animo peggiore di quello per fargli accartocciare il pisello da sembrare quello di un neonato. I getti di quei due gli sembrarono due lance da pompieri. Come se avessero in mano spade d’acqua fecero la scherma e, ridendo e scherzando, lanciavano occhiate maliziose a Francesco che bagnò giusto l’erba tra i suoi piedi divaricati. Dopo questa esibizione di virilità si sistemarono sul telo e mangiarono di gusto.
Sbadatamente o con intenzionalità i due ragazzi dopo aver finito di pisciare avevano rimesso il cazzo dentro ma non avevano tirato su la lampo, così seduti a gambe larghe sul telo le gabbie aperte lasciavano intravederne il contenuto e Francesco non riusciva a distoglierne lo sguardo, si era eccitato e vergognandosene non voleva assolutamente che i suoi compagni di merenda se ne accorgessero.
Dopo aver mangiato, a inizio digestione, il momento era propizio per un’azione apertamente provocatoria e Pietro avvicinatosi al fratello gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Subito dopo Andrea alzatosi in piedi disse.
- Non voglio fare il terzo porcellino sazio che si mette a ronfare come siete sul punto di fare voi due, vado a fare una corsetta.
Non ci fu risposta e appena Andrea si fu allontanato, con una manovra disinvolta di avvicinamento, Pietro si spostò fino a toccare Francesco che stava su un fianco. Si posizionò a pancia all’aria con le gambe divaricate, slacciò la cintura dei pantaloni, sganciò il bottone e infilata la mano dentro le mutande iniziò a smanettarsi il cazzo. Tutto questo lo fece ad occhi chiusi simulando disinteresse per chi gli stava vicino, come se stesse da solo. Quando il suo cazzo gli diventò grosso e duro, con la mano alzò la stoffa delle mutande e se lo guardò. Fu quello il momento che scelse per girare la testa di lato e guardare nella direzione di Francesco che neanche se ne accorse perché aveva gli occhi puntati più in basso, su quello che stava accadendo tra le brache di Pietro. Dovette infatti dargli un colpetto con il piede per farsi guardare in faccia e nello stesso momento indurì i muscoli del cazzo che si alzò dalla pancia e restò dritto a mezz’aria. Ripetette quella manovra più di una volta, poi vedendo sulla faccia di Francesco il desiderio gli fece con la testa un gesto di invito e immediatamente il ragazzo allungò la mano, la ficcò tra le mutande di Pietro, gli afferrò il cazzo e gli fece con la sua mano quello che Pietro si faceva prima con la sua.
- Francè, abbassami le mutande, così il cazzo è più libero e avvicinati che non morde.
- Ma Andrea?
- Non preoccuparti, per il momento non torna.
Lasciata la posizione sdraiata Francesco si sedette vicini al bacino di Pietro e con entrambe le mani prese ad abbassare pantaloni e mutande, Pietro lo facilitò anche alzando il bacino.
Il cazzo di Pietro era ora completamente a nudo, un ciuffetto di peli soffici, soffici appena spuntati lo contornavano. Il prepuzio si abbassava completamente a mostrare la cappella rosa.
- Prendilo bene. Non lo stringere troppo. Vai fino in fondo. Ma tu te le fai le pippe? Francesco mettici un po’ di saliva che scivola meglio.
Francesco avvicinò la mano alla bocca per sputarci sopra, come faceva quando si tirava le seghe ma Pietro intervenne.
- Francè non in mano, fallo con la bocca.
E Francesco per piacere o per comando abbassò la testa e glielo prese in bocca.
Fu in quel momento che Pietro vide, lì vicino, dentro un cespuglio, la faccia di suo fratello che gli faceva l’occhietto.
Andrea stette per un po’ a godersi la scena, il cazzo gli era venuto duro come mai, poi con passi silenziosi uscì dal cespuglio e toltosi le brache si avvicinò. Il suo cazzo sembrava l’asta dritta di una bandiera. Francesco, che da seduto era passato alla posizione inginocchiata con la bocca sul cazzo di Pietro e le chiappe alzate, non si era minimamente accorto della presenza di Andrea. Questi invece si fece sentire dandogli con il collo del piede un colpo lì dove in ogni essere umano si trova il buco del cullo. La reazione fu immediata il ragazzo serrò le chiappe e restando in ginocchio si raddrizzò trovandosi un altro cazzo all’altezza della bocca. In simultanea Andrea lo afferrò per il ciuffo di capelli che aveva sopra la fronte e glielo affondò in gola.

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