Gay & Bisex
Andrea e Pietro - 10
di corsaro200
10.12.2024 |
37 |
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"Entro con la punta della lingua tra la cappella e il prepuzio, ti cerco il buchino da cui ti esce il piscio e anche lo sborro e provo a entrarci..."
Cap. 10
I cinque ragazzi escono dal club cantando e, chi è capace di farlo, fischiettando per ritornare alle loro stanze.
Si prospetta un seguito, le palle, pur con una serata così movimentata, sono ancora piene. Teo e Pietro non vedono l’ora di restare da soli, così salutano e vanno nella loro stanza. I tre porcellini non hanno voglia di separarsi, devono decidere dove continuare il festino e Andrea propone.
- Andiamo da me, magari Thomas torna e, se non lo fa, domani potrà godere a fare la mamma, pulendo e mettendo in ordine.
Teo, dopo quello che ha visto, non vede l’ora di dare libero sfogo alle sue voglie, è pronto a fare tutto e, nel chiuso della loro stanza, strappa a Pietro i vestiti di dosso per poter toccare quel corpo maschio di cui è invaghito. Pietro lo lascia fare e fa la sua parte tenendo la bocca incollata alla sua. Spogliandolo Teo lo indirizza verso il letto, dove Pietro si lascia cadere, tirandoselo addosso. Sono di nuovo nudi e uno e sotto e l’altro sopra abbracciati e si baciano. Anche i cazzi, belli duri, si toccano, si strofinano, si stanno baciando anche loro, ma uno non può ricevere l’altro, non sono complementari, sono fatti per la stessa cosa. Però le alternative non mancano e Teo mette in azione la prima, la bocca, deciso a usare dopo, per la prima volta, anche l’altra, il culo.
La foga è tanta, l’esperienza è poca per cui Pietro lo deve richiamare, più di una volta.
- Teo, the tives.
Poi, piano, piano, qualcosa cambia anche per lui. Ha sempre ricevuto, ora sente il bisogno di dare, perché l’amore sta nascendo per entrambi, così fa un capo e coda e dice.
- Teo, fai come me.
E glielo prende in bocca.
Anche per lui è una cosa nuova, ma ne ha ricevuti tanti di pompini, anche se sempre dalla stessa persona, che sa come si fa.
La bocca piena di Pietro non gli permette di descrivere quello che sta facendo, lo faccio io per lui.
“Teo se con le labbra te lo scappello, fallo anche tu a me. Entro con la punta della lingua tra la cappella e il prepuzio, ti cerco il buchino da cui ti esce il piscio e anche lo sborro e provo a entrarci. Me lo faccio arrivare in gola, rischiando quasi il rigurgito, con le lacrime agli occhi, tu fai lo stesso, è come farsi il pompino con la propria bocca.
Ma Teo vuole di più, la sua voglia è cresciuta, non si può fermare, fa una rotazione e dove aveva la bocca ora ha il culo, è pronto e deciso a farcelo entrare e ci prova. Ma ha il cazzo rigido, i muscoli contratti, compreso lo sfintere, non è per niente rilassato e non riesce a farlo entrare. Pietro che vuole evitare i traumi ci mette la sua esperienza e interviene.
- Be quiet Teo, lascia fare a me, rimettiti come prima.
E Teo lo fa, la sua bocca è sopra al cazzo di Pietro e riprende a succhiarlo. Anche il cazzo di Teo è davanti alla bocca di Pietro ma non è quello che gli interessa. Così si sfila un po' dallo stare sotto al ragazzo, fa passare le sue braccia al di là delle gambe di Teo e alza la testa. Ora davanti alla bocca non c’è il cazzo ma il forellino stretto, sta ammirando tutte le piegoline del buco del culo di Teo, con qualche pelo soffice, e non lo disturba neanche l’odore forte di un culo non lavato di fresco, ed è così vicino che cacciando dalla bocca la lingua a punta, questa lo tocca.
Immediata la reazione, gli occhi di Pietro vedono allentarsi il muscolo anale le piegoline distendersi, la porta iniziare ad aprirsi, mentre un altro muscolo, non più stimolato, comincia ad afflosciarsi. Anche il corpo, come la mente, si sta preparando al cambio di ruolo.
Un culo giovane e intatto, senza alcun segno di prolassi emorroidali, è uno spettacolo. Chiedo agli amanti della fica a fare un confronto serio è spassionato tra culo e fica, le porte del piacere.
I gemiti di Teo e la constatazione che la lingua, trovando più spazio, mostra i suoi limiti, diventando troppo corta per andare più oltre, convincono Pietro che è il momento di fare il cambio. Invita Teo a cambiare posizione, aggiunge alla saliva una buona quantità di crema anestetica e lubrificante ora che anche lui è più che pronto a fare da palo. Ha scelto la posizione della candela, per consentire a Teo ogni spazio di manovra.
Guardandosi negli occhi pieni di amore l’uno si dà l’altro. Con tutta la voglia e la preparazione che c’è stata, Teo riesce a farselo entrare in un colpo solo, arrivando a far toccare le natiche col bacino e, piegandosi in avanti, bacia sulla bocca Pietro con amore e gratitudine.
Per un po' Pietro ancora lascia fare a Teo, poi passa all’azione e, senza far uscire il cazzo dal culo, afferra Teo ai fianchi, lo ribalta schiena sul letto, le gambe sulle sue spalle, e in ginocchio inizia a stantuffarlo, concedendogli anche lo spazio per masturbarsi. Continua fino a che all’unisono rantoli di piacere si sprigionano dalle gole e sborro dai cazzi, quello di Pietro nelle viscere di Teo e di questi sulla sua pancia.
I tre porcellini invece sono nella stanza di Andrea e tutto si sta svolgendo come fosse già avvenuto. Pedro, che è poi la traduzione in spagnolo di Pietro, ne sta prendendo il posto, e Francesco continua a svolgere il suo ruolo di pompinaro, di piglia in culo e in bocca. La diversità però c’è e riguarda Andrea, per lui Pedro non è Pietro, anche se insieme stanno facendo con Francesco le stesse cose.
Escludendo i primi anni di vita, quando insieme hanno scoperto il sesso, Andrea non vede Pietro con interesse sessuale, non gli guarda il culo, il cazzo, e la bocca con desiderio, è suo fratello. Pedro invece no, ora che Francesco è in ginocchio ai loro piedi e spompina ora l’uno, ora l’atro, o tutti e due assieme, lui gli guarda la bocca, sente il desiderio di baciarlo. Pedro gli sta toccando il culo, lui si fa fare e gli fa la stessa cosa. Se il cazzo di Pedro è libero, perché in bocca a Francesco c’è il suo, lui glielo tocca, sta quasi desiderando che Francesco non ci sia perché vuole essere toccato anche lui. E si controlla, non vuole farsi vedere da Francesco, mentre fa le stesse cose che fa lui a loro due.
Sta scoprendo un ruolo nuovo che non è quello passivo di Francesco e nello stesso tempo sente che non può e non desidera avere con Pedro il ruolo di attivo che ha sempre avuto con Francesco. Lui vuole toccare ed essere toccato, baciare e essere baciato, un ruolo alla pari nel dare e ricevere, ha scoperto la versatilità. Vorrebbe metterla in pratica ora, ma in questo momento la presenza di Francesco, il piglia tutto, lo sta impedendo, così si sottrae al gioco.
Pedro che la sa lunga, è più navigato, ha avuto più esperienze, la sua versatilità già la vive, ha capito e la cosa gli piace, lo eccita molto e prende l’iniziativa.
- Dopo una serata del genere ci vuole una svolta sensazionale e io l’ho trovata. Tu Francesco resti a dormire qui con Thomas, io e Andrea ce ne andiamo nell’altra stanza, come d’altra parte era capitato, il trasferimento si farà dopo.
- Ma cosa hai in mente?
- Francesco ancora non lo so, il copione non è scritto, lo è invece se le cose restano così. Ci potrà giusto capitare qualche altra serata come questa e poi la settimana a Londra finisce.
Mescoliamo invece le carte e vediamo che succede. Quello che stavamo facendo ora lo possiamo fare in ogni momento, quello che ancora non sappiamo che possa capitare, dobbiamo farlo accadere per saperlo.
È un po' contorto il concetto ma quello che Andrea capisce è che sta andando, da solo, in stanza con Pedro.
E Francesco invece?
E noi?
Se si ha la possibilità, è meglio ricercare una cosa nuova che rifarne una già fatta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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