Gay & Bisex
Andrea e Pietro - 6
di corsaro200
14.11.2024 |
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"Anni di pompini fatti ai due fratelli hanno fatto di Francesco un abile pompinaro, conoscitore di tutte le tecniche e ne dà una dimostrazione..."
Andrea e Pietro – cap. 6Riassunto dei capitoli precedenti. I due fratelli Andrea e Pietro con il jolly Francesco sono andati a Londra per migliorare la conoscenza dell’inglese. Hanno conosciuto uno spagnolo, un greco e un professore con cui condividono le camere. Per migliorare le affinità stanno avvenendo dei cambi di coinquilini.
Nell’intervallo di pranzo del giorno dopo, sono programmati i due trasferimenti. Al mattino prima dell’inizio delle lezioni Francesco ha svuotato l’armadio, tolte le cose dal bagno e dallo scrittoio, fatto il letto. Prima di uscire, ad eccezione dei due bagagli, di lui nella stanza non c’è traccia del suo breve, brevissimo soggiorno.
Andrea invece non ha fatto niente e, tornato in camera dopo pranzo, ha aperto la valigia, vi sta rimettendo dentro gli indumenti quando Francesco arriva con il suo bagaglio.
- Ma Andrea stamattina non hai fatto niente, abbiamo un’ora prima che ricominciano le lezioni.
- Anziché star lì a lamentarti, dammi una mano, io prendo le cose dall’armadio e tu le sistemi nella valigia, ben in ordine.
- Non ci penso proprio io ce le metto così come me le dai, tra cinque minuti devi uscire che devo sistemare le mie cose.
- Se la metti così non faccio niente. Tutto questo lo sto facendo per te, chi sa cosa mi posso aspettare da quella palla di un teacher, tu invece con Paco te la spasserai. Lui cerca buchi da riempire e tu ne hai due che grazie a me e Pietro sono belli e pronti.
Quando Andrea arriva nella nuova stanza, Thomas è seduto allo scrittoio, lascia cadere per terra valigia e zaino e sbuffando come una locomotiva a vapore, esclama.
- Voglio mia madre! Dove sta mia madre!
- What?
- My mother, a casa sistema tutto lei.
- Tranquillo Andry se vuoi faccio io, sono libero nel pomeriggio.
- Grazie Thomas, allora ho il tempo di fare una doccia.
E comincia a spogliarsi, sparpagliando tutto intorno gli indumenti che si togli di dosso, e nudo entra in bagno.
- Sorry Thomas, soap e towel, please.
Un secondo dopo il professore è già dentro al bagno con le cose che Andrea ha chieste, per fare prima Thomas ha preso le sue.
Trova il giovane davanti alla tazza col pisello in mano pronto per pisciare. Gli occhi cambiano colore e espressione, non ha la lingua fuori dalla bocca a leccarsi le labbra ma, dalla sua espressione è questo che Andrea si sta immaginando e, con gesti di riferimento a quello che si appresta a fare, dice.
- Gradisci?
La gola di Thomas si è chiusa, non riesce a dire il monosillabo, è la testa che va su e giù. Mezzo giro, ruotando di punta e di tacco, e il piffero di Andrea non punta più alla tazza ma alla bocca spalancata di Thomas che, sfilatosi la vestaglia, gli si è acquattato ai piedi, ha abbracciato le gambe del giovane e alzato la testa.
Il getto coglie il bersaglio, in ricordo dei giochi di scherma che faceva da bambino con Pietro. Erano capaci di fare disegni sul terreno e ora sta disegnando sulla faccia di Thomas, andando dalla bocca, agli occhi, ai capelli. Le ultime gocce non fanno alcun tragitto perché il cazzo è nella bocca di Thomas e si sta ingrossando. Tutta quella porcaggine, qualche volta pensata ma mai fatta, scatena libidine e sadismo in Andrea che tiene ferma con le mani la testa di Thomas e gli sbatte il cazzo in gola. Da una giusta posizione si sarebbe potuto vedere, a ogni stantuffata, il rigonfiamento del gargarozzo.
Arrivato il momento ripete più volte “troia, troia, troia” e gli sborra in gola, Andrea ignora se il significato della parola è noto al professore di inglese.
Fattosi la doccia e rivestitosi, prima di uscire, Andrea si affaccia nel bagno e, a Thomas che per tutto il tempo è rimasto sul pavimento in mezzo al piscio che non è solo quello di Andrea ma anche il suo, dice
- Professore? Mi raccomando, pulisci e metti in ordine. Fai la mamma.
Paco dopo pranzo, sapendo di questo cambio di coinquilino, non è tornato subito nella stanza, il nuovo arrivato ha messo a posto le sue cose senza che qualcuno stesse lì a seguirlo nei suoi movimenti. Quando lo spagnolo vi torna poco dopo, aprendo la porta, sente lo scroscio dell’acqua della doccia.
Quale posto migliore per avere il primo incontro ravvicinato, senza barriere?
Il rumore dell’acqua della doccia ha coperto gli eventuali rumori che possa aver fatto nello spogliarsi, così Francesco si è accorto di lui solo quando ne ha sentito il ventre poggiarsi contro il suo culo e le braccia strette alla vita. Quel contatto carnale fa prendere vigore al cazzo di Paco e quando prende Francesco per le spalle e lo gira faccia a faccia con lui, il suo pene è già in tiro. Basta la pressione che viene esercitata sulle spalle e Francesco ubbidisce al comando di inginocchiarsi e glielo prende in bocca. Anni di pompini fatti ai due fratelli hanno fatto di Francesco un abile pompinaro, conoscitore di tutte le tecniche e ne dà una dimostrazione.
Una volta che il cazzo di Paco gli è entrato in bocca, non lo fa uscire per nessuna ragione. Anche se Paco gli tiene la testa ferma contro il muro della doccia e il cazzo dentro all’esofago, non soffoca, ha imparato a respirare con la gola piena. A dimostrazione di ciò, fa anche il contrario, spinge Paco contro il muro e ve lo tiene premuto contro con la bocca, in cui ha fatto sparire il cazzo, e va avanti così fino alla sborrata liberatoria.
Quando si stanno rivestendo per andare ai corsi, Paco dice a Francesco.
- Nella tua gola non ci sono intoppi.
- E sì, Paco. La mia gola è passante col culo. Quando Andrea e Pietro me lo mettono uno nel culo e l’altro in bocca, i cazzi si toccano, si danno i bacetti.
Con una risata di quelle a crepapelle escono dalla stanza affiancati, con una mano Paco gli stringe il culo e dice.
- Francè dopo tocca a questo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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