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Galeotta la doccia - 3


di corsaro200
26.10.2024    |    32    |    0 8.0
"Franco sa che ci vuole un’abbondante lubrificazione, con lui ha provveduto suo figlio facendosi immergere a più riprese il cazzo di Vittorio nella bocca, ..."
Galeotta la doccia – la conclusione
Riassunto dei capitoli precedenti.
Facendo la doccia dopo una partita a tennis Andrea si eccita vedendo Franco, suo padre, nudo. Il giovane ha indosso le mutande e nel tentativo riuscito del padre di togliergliele i due finiscono per terra in un testa coda. Il cazzo in erezione di Andrea fa eccitare Franco e padre e figlio si lanciano in un proibito sessantanove.
A tutto questo c’è un testimone.
Vittorio, amico d’infanzia di Franco e gestore del club, vede tutto, decide di partecipare e con la collaborazione di chi sta sotto penetra il culo di chi sta sopra.
Finita la festa ognuno fa mea culpa cercando di capire e giustificare l’accaduto e Franco, per sottrarsi alle responsabilità, si rifugia ai “tre pini”, una casa in campagna. Andrea, sicuro di sé e della sua omosessualità, va da Vittorio, fanno un sesso appassionato e amorevole e decidono di andare ai “Tre Pini” ad affrontare Franco.

Andrea
Prima di prendere la direzione dei Tre Pini, volendo entrare senza svegliare mio padre, andiamo a prendere le chiavi e, alla pasticceria sotto casa mia, cornetti e bomboloni per la colazione. Poche le parole che scambiamo durante il viaggio, però al posto di queste con toccamenti decisi alla sua coscia destra arrivo al pacco per accertarmi della consistenza, lui mi accarezza la nuca, le spalle e il petto, come a rassicurarmi. L’ora mattutina e le fregole che abbiamo in corpo ci fanno volare e in meno di un’ora imbocchiamo il vialetto e dico.
- Cerchiamo di non far rumore, lo sorprendiamo nel sonno.
Così gli ultimi metri li facciamo con il motore al minimo e apriamo le portiere dell’auto senza sbatterle nel richiuderle. Una volta in casa ci spogliamo di tutto e, io da un lato e Vittorio dall’altro, ci infiliamo nel letto dove mio padre dorme tranquillamente.
- Ma che succc …
Riesce appena a dire che Vittorio con la bocca incollata alla sua lo zittisce.

Quello che è successo nelle ultime poche ore è veramente sorprendente. Da tempo, consapevole della mia omosessualità, desideravo un rapporto amoroso e sessuale con Vittorio, non posso dire se lo stesso desiderio lo avevo con mio padre perché il rapporto filiale, spesso anche conflittuale, copriva e confondeva l’attrazione che evidentemente ho per lui.
Non mi è chiara la diversità, se ce ne è qualcuna, tra quello che provo per Vittorio e per mio padre, per di più non so ora come comportarmi in un rapporto a tre.
Ma quello che non riesco a spiegarmi è il loro comportamento. Per me vedere nudo mio padre ed eccitarmi è stato normale, non è altrettanto normale che mio padre vedendo nudo me abbia avuto la mia stessa reazione. Figurarsi poi se è normale che Vittorio vedendoci si butta in mezzo e penetra il primo culo che gli si presenta. Sono io che ho fatto venir fuori questi desideri o erano già insiti in loro, in una loro natura nascosta?

Quando mio padre apre gli occhi non si stacca da quel bacio e, cingendomi con un braccio, mi tira in mezzo. È subito chiaro da come si compenetrano l’uno nell’altro che in pochi istanti stanno recuperando gli anni perduti nelle sfide e competizioni che la vita metteva loro davanti, ora tutti questi ostacoli sono crollati, c’è invece un collante, un ponte tra loro e sono io.
Comprendo che lì al piano di sopra, dove c’è fame e sete di baci, sguardi amorosi ed effusioni, non c’è posto per me così scivolo in basso, dove le armi sono sguainate e aspettano che qualcuno se ne prenda cura.
Sono felice di poterlo fare e sollecitandoli ad assumere la giusta posizione riesco a farmi entrare in bocca tutti e due i cazzi.
Pensate papà e zio Vittorio, come lo chiamavo da piccolo, si stanno slinguando e baciando mentre io ho in bocca i loro cazzi al massimo dell’erezione. Lo avete fatto? Ve lo hanno fatto? Ci vuole solo un po’ di sincronia nei movimenti, la cosa più semplice è che i cazzi stanno fermi e la bocca bella larga va su e giù. L’altra possibilità è che chi ci mette la bocca sta fermo e un cazzo vi entra e uno ne esce. Sto pensando al godimento che si deve provare nel fare la stessa cosa con il culo e l’eccitazione è così forte che sborro e me ne vado in bagno.

Franco e Vittorio
- Vittorio cosa ci è successo.
- Franco, non lo so e non lo voglio sapere, forse avremmo potuto capirlo negli anni della pubertà quando ti abbracciavo da dietro, ti facevo sentire il cazzo duro nel solco delle natiche, ti chiamavo “Franca amore mio” e ti mettevo le mani sul pacco dove non trovavo la passera ma una pronta erezione. Qualche istante per assaporare e gustare il tutto per poi divincolarsi e buttarla in lotta, ma la presa tra i nostri due corpi era un abbraccio più che una stretta per decretare la vittoria o la sconfitta.
- O anche per invertire le posizioni, io dietro di te e chiamarti Vittoria. Sai che spesso in quell’abbraccio sborravo?
- Anche tu? Provavo un tale piace ma anche imbarazzo e vergogna.
- È stato stando stretto a te o facendomi le seghe pensandoti che ho avuto le mie prime sborrate.

A tredici quattordici anni era sufficiente un abbraccio, ora si ritrovano a cinquanta anni e hanno quasi prosciugato la saliva con i baci, mentre giù in basso Andrea si è occupato delle loro armi, ne ha goduto e le ha lasciate ancora cariche.
Il trio diventato coppia si lancia in un appassionato capo e coda, in attesa che in uno dei due si manifesti un desidero più forte. E come da ragazzi, prima a te e poi a me, Vittorio decide di prenderlo, dato che alcune ore prima è stato lui a metterlo.
(Mi ricordo di quanto io decisi di prenderlo la prima volta, ero giovane, non così avanti negli anni come Vittorio e Franco. Non posso neanche dire che avevo trovato il partner giusto, era solo uno ben fatto che manifestò apertamente la volontà di possedermi. Non recitai neanche la commedia, per giunta vera, che era la prima volta. Mi posizionai in ginocchio al bordo del letto e attesi quel breve tempo che servì al mio sverginatore di prepararsi.) Questo inciso è dell’autore alla sua prima volta.
Quella stessa posizione la prende ora Vittorio. Tutti i sensori localizzati nella zona anale strettamente collegati col cervello sono in allerta e in attesa. Franco sa che ci vuole un’abbondante lubrificazione, con lui ha provveduto suo figlio facendosi immergere a più riprese il cazzo di Vittorio nella bocca, come una penna nel calamaio. Franco usa una tecnica spiccia, la sputazzata con la bocca vicino, vicino al culo e due dita che vi entrano e ne escono. Sentendo già solo le dita lo sfintere di Vittorio si serra per istinto.
- Vittò non stringere, rilassati, se no, col cazzo che ci entra, non è mica fatto di ferro.
- Ricordati che con te ho fatto piano, un poco alla volta.
- Si ma io ho collaborato, non stringere, fa come se dovessi cacare, allarga il culo e spingi in fuori.
- Sì, ma tu lubrificami meglio, fai entrare la saliva più dentro.
- E sì, adesso ci metto la lingua.
- Sì, sì, mettici prima la lingua. Così posso dire, senza metafora o essere smentito che sei il mio lecca culo.
Scoppia una sonora risata e la sente anche Andrea che in cucina sta preparando la colazione.
La scena che si presenta al giovane, con suo padre che lecca il culo di Vittorio e si smanetta il cazzo per mantenerlo duro, è una visione di paradiso. Quando di lì a poco cambia, perché Franco toglie la lingua e con un colpo secco ci infila il cazzo, si sente un urlo.
La bocca aperta, anche se per emettere il grido di dolore, è un invito per Andrea, che si è avvicinato alla coppia anche per aiutare suo padre a tener fermo l’inculato.
Vittorio si trova, quasi in uno stesso momento, le due porte di ingresso e di uscita del suo corpo tappate da due cazzi e quando riesce a parlare, inveisce.
- Sei uno stronzo Franco, mi hai rotto il culo.
- E pensi che il mio sia sano solo perché hai usato più tatto? Siamo due rotti in culo. Vedi che è già passato? Vedi come ora scivola bene?
- Papà togliti, esci, voglio entrare io.
- Ma prego accomodatevi, padre e figlio, due stronzi, due adorabili stronzi.
- Tranquillo Vittorio, non fare la vittima nè l’approfittatore, se vuoi si cambia.

PS: Le possibili combinazioni tra tre culi, tre cazzi e tre bocche che si scambiano, sono tante, furono provate tutte e se qualcuna fu saltata non è poi importante.
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