Lui & Lei
Mariuccia, e la dinastia di puttane

14.04.2025 |
10 |
0
"Una puttana oltre ad allargare le gambe sa anche trattare in affari e sapendo che il direttore aveva bisogno di liquido per chiudere il suo nuovo acquisto, ho..."
Mi chiamo Mariuccia, ho 67 anni e per 50 ho fatto la prostituta. Ho sempre abitato e svolto la mia attività a Pavia, ma ora sono alla stazione e sto aspettando il treno che mi porterà a Rapallo, dove ho comprato una casa e inizierò una nuova vita, ma soprattutto cercherò di crearmi un nuovo profilo personale; non che mi vergogno del mio passato, ma spero vivamente che in Liguria potrò godermi la pensione e nessuno mai mi riconoscerà… terminando così di essere nota solo come “Mariuccia la puttana.” Come ho detto non mi vergogno di aver professato la più antica professione del mondo, era puttana mia nonna Carolina, regina della casa di tolleranza “L’oasi del piacere”; è stata puttana mia madre Evelina… e sono stata di conseguenza puttana pure io. L’altoparlante ha annunciato che il treno per Genova ha avuto dei problemi tecnici e partirà con 70’ di ritardo, ingannerò il tempo raccontandovi di come sono diventata “Mariuccia la puttana.” Da bambina ho avuto un’infanzia piuttosto lieta, l’unico problema che mi assillava era quello di non avere un padre come le mie compagne di scuola, ma ogni volta che chiedevo a mia madre notizie in merito lei era sempre molto vaga e sapeva solo dirmi “Quando sarai più grande capirai”; col passare degli anni però non mi ha mai dato chiarimenti, anzi ho avuto la certezza che forse nemmeno lei sapeva chi era mio padre. Con la nonna, nonostante dormissimo insieme, avevo un rapporto amorfo fatto solo di educata sopportazione da entrambe le parti, a volte mentre guardavamo la televisione mia madre bussava e le diceva “Guarda che vogliono anche te”, lei si dava una pettinata, una spruzzata di profumo e usciva dal salottino chiudendo la porta a chiave. Quel fatto mi incuriosiva, una sera mi sono appoggiata alla porta e ho origliato; ho sentito la voce di un uomo dire “Certo che scopare il binomio madre e figlia ha sempre un fascino tutto particolare…complimenti!!!” L'indomani ho chiesto a mia madre che lavoro faceva arrossendo mi ha risposto "Faccio la sarta" le ho fatto notare che non l’avevo mai vista né con una forbice, né con un pezzo di stoffa; lei si è salvata dicendomi “Lavoro in una sartoria del centro." Il giorno dopo in casa c'erano una rivista di moda e un campionario di tessuti. Mia nonna è improvvisamente mancata in casa, meno male che io stavo facendo gli esami di terza media e non ero presente; mia madre allora ha cominciato a farmi capire che non era una sarta…cosa che non mi ha stupita più di tanto perché a quindici anni avevo cominciato a farmi una idea sulla sua vera professione. Da quel giorno ha cominciato a farmi dei sermoni sul fatto che fare la prostituta era un lavoro come tutti gli altri e che se fatto bene poteva garantire un ottimo reddito senza fiaccarsi le ossa in fabbrica come la maggior parte delle donne di nostra conoscenza; io tacevo, il mio sogno era quello di diventare maestra e mi sono iscritta all’istituto magistrale. Purtroppo a scuola pur studiando non ero una cima, per cui mamma ha ripreso a martellarmi spingendomi a seguire le sue orme…ha insistito talmente tanto che alla fine ho ceduto. Ho perso la verginità a diciassette anni, nel letto di mia madre, sotto la sua supervisione, con un ricco industriale calzaturiero di Vigevano; deve aver preso una bella somma perché il giorno dopo mi ha cambiato il televisore prendendomene uno a colori, assoluto lusso per quei tempi. La cosa non mi ha traumatizzata, anche se la mia prima volta me la sarei immaginata diversa, però il guadagno facile e gli incoraggiamenti di mia madre mi hanno fatto abbandonare gli studi e diventare una prostituta a tutti gli effetti. Naturalmente mamma Evelina era la mia manager, combinava i miei appuntamenti, stabiliva i prezzi delle mie prestazioni e decideva con chi dovevo andare a letto. Per me usare la figa come strumento di lavoro non costava nulla, lo facevo meccanicamente seguendo il suo consiglio di non mescolare mai il piacere con le prestazioni di lavoro. Col tempo mi ero assuefatta a quella situazione e avevo cominciato a pretendere però la mia parte senza lasciare amministrare tutto a Evelina e cominciai a capire che dal punto di vista economico una maestra elementare non avrebbe mai potuto guadagnare così tanto. L’unico momento di cui mi sono vergognata è stato quando mia madre ha sostituito me alla nonna nel rapporto a tre, invertendo naturalmente i ruoli; leccarle la figa, limonarla e farci scopare alternativamente a fianco una con l’altra mi hanno nauseata, ma quando ho visto di quanto era stato maggiorato il nostro cachet non ho fatto obiezioni e non ho mai rifiutato la redditizia prestazione del binomio mamma e figlia. Avevo 23 anni quando un cliente si innamorò di mia madre, era un direttore di banca distinto ed educato, una persona che mi era simpatica; peccato che quando ha proposto inaspettatamente a mia madre di sposarlo ha posto la tassativa condizione che io non potevo far parte della loro futura famiglia. Mia madre ha finto di chiedere il mio parere, ma in realtà aveva già fatto la sua scelta, quando le ho detto che poteva fare quello che voleva ha sorriso e mi ha baciata fingendo commozione senza nemmeno dirmi grazie. Come lei è partita per Milano ho subito cambiato casa, mi sono spostata di soli 500 metri, ma in una abitazione molto più dignitosa e confortevole. Avevo una finestra che dava su una via del centro storico, mi sedevo lì a guardare la televisione, ma con un occhio vigile sulla strada; i miei clienti erano stati avvisati, il segnale era accendere un accendino fingendo di accendersi una sigaretta, io capivo, mi alzavo, facevo scattare l’apertura automatica sulla strada e aprivo la porta di casa. Mi stavo rivelando molto brava e apprezzata, la mia tariffa che all’inizio era di trentamila Lire, di anno in anno cresceva costantemente e negli anni ottanta era salita a 100.000 Lire, alla faccia della crisi e dell’inflazione. L’altoparlante ha annunciato altri 30’ di ritardo, mi piace parlare con voi, ora vi voglio raccontare di alcuni miei clienti. Avevo ormai trentacinque anni e finalmente ero diventata una prostituta rispettata; continuavo a non dare spazio ai sentimenti, ma la voglia di fare l’amore vero a tratti mi perseguitava; così che con Cirillo provai un qualcosa che con nessun’altro avevo mai provato. Aveva più o meno la mia stessa età, quando è entrato per la prima volta in casa mia, ho capito che era la sua prima esperienza con una puttana, era teso, impacciato e parlava quasi balbettando, mi ha chiesto timidamente, quasi vergognandosi - Volevo sapere quanto è la sua tariffa - 70.000 lire. - Va bene, mi chiamo Cirillo, non rida però del mio nome, devo confessarle che sono ancora vergine. - Non ci sono problemi ho già sverginato altri ragazzi… -Volevo chiederle anche un grosso favore…le do 100.000 Lire ma lei dovrebbe fingere di essere mia madre. Di richieste strane me ne capitavano tutte le sere, ma di quel genere era la prima volta. Sono andata a letto, lui si è spogliato molto lentamente, era un bel ragazzo, aveva un bel fisico ed era anche piuttosto dotato, ma non aveva nessun segno di erezione; mi sono spogliata per eccitarlo, rimasta nuda però mi ha detto di coprirmi con la coperta, come l’ho fatto mi ha chiesto con una vocina dolce - Mamma senti che temporale che c’è, lo sai che ho sempre avuto paura dei tuoni, posso dormire con te? L’ho assecondato “Si vieni qui con me…” si è steso al mio fianco - Senti che tuoni, così non li ho mai sentiti, posso raggomitolarmi contro te? - Si… Mi ha abbracciato con il braccio destro sotto il seno poi si è messo di fianco e si è avvicinato fino a trovare il contatto con il mio corpo, mi ha stretta ma con molta dolcezza, come il suo uccello è entrato a contatto con la mia coscia ha cominciato a pulsare - Quanto mi piace stare qui vicino al tuo corpo…provo un senso di beatitudine - Si lo sento che ti piace… Ho allungato il braccio e gli ho preso il cazzo in mano, era duro come il marmo…ho tolto la coperta, ho preso un preservativo e gliel’ho infilato, ora che si era indurito il suo uccello era ancor più impressionante, ho allargato le cosce e l’ho fatto inginocchiare davanti a me, mi sono indirizzata il suo uccello alla passera e ho cominciato prima a fregarglielo sui miei peli poi a spingerglielo dentro di me; ha cominciato a tremare… - Non avere paura vedrai che ti piacerà…piano…così…lo senti che sei già dentro di me…bravo! -Oh mamma è vero, è bellissimo…ha cominciato a spingere, io ero stata molto dolce, lui invece come è entrato è partito alla carica, all’inizio mi faceva male ma quell’uccello così vigoroso mi ha fatta bagnare ed è poi scivolato senza più ostacolo; Cirillo era una furia scatenata, non avevo mai trovato un toro così infuriato, sentire quel palo turgido trivellarmi la figa mi piaceva, mi stavo eccitando ma mi venivano in mente gli ammonimenti di mia madre e seppur a fatica mandavo indietro i miei istinti di piacere…non era facile, ma osservavo il lampadario e mi dicevo “Resisti che con questo ritmo scatenato fra un po’ viene.” La mia previsione era però sbagliata e Cirillo con sempre maggior foga continuava a scoparmi…pensavo a cose spiacevoli per cacciare la mia eccitazione, alla macchina che da giorni mi faceva tribolare, alla mia viltà per aver abbandonato la scuola, a mia madre che mi aveva mollata come un oggetto indesiderato. Riuscivo così ad estraniarmi e cacciare dal mio corpo le mie voglie…nel frattempo Cirillo cominciava ad ansimare, ma non di piacere, di fatica… tenere quel ritmo era umanamente difficilissimo; era sudato marcio, la faccia tesa e tirata, cominciava a non più sostenere quel ritmo infernale e pian piano tendeva a rallentare in modo graduale fino a che si è completamente bloccato. -Mamma non sono capace…non sono capace… Si è tolto da sopra di me ed è sceso dal letto, era una maschera di sudore e di delusione -Mi spiace signora Mariuccia…è solo colpa mia… le chiedo scusa… Il suo cazzo era ancora in piena erezione, mi faceva pena… - Non devi chiedere nessuna scusa, vieni, stenditi e rilassati che te lo meno e ti faccio venire… - No! Va bene così… Ha cominciato a rivestirsi incurante dei miei inviti a farlo tornare a letto, ha posato sul tavolo una banconota da 100.000 Lire ed è uscito senza salutare… Pensavo sicuramente di non vederlo più e invece, la vigilia di Natale che era solitamente una serata inutile perchè nessuno cercava una puttana nella notte santa, Cirillo è arrivato inaspettatamente sotto casa mia a tarda ora. Si è spogliato in silenzio quasi come se fosse già rassegnato prima di cominciare, poi dopo le solite finte dei suoi timori sul temporale si è strofinato su di me e ha cominciato a penetrarmi; si stava delineando il suo ennesimo insuccesso quando le campane hanno cominciato a battere a festa per la messa di mezzanotte, ho guardato fisso il suo volto teso che cominciava a sudare tingendosi di tristezza, stava già cominciando a rallentare quando ho deciso che dovevo fargli un regalo di Natale, gli ho messo le mani sui fianchi e l’ho aiutato a riprendere a spingere - Dai Cirillo…pompa la mamma che ha tanta voglia di te…scopami…fammi sentire quel tuo fantastico uccello, dai… sei proprio bravo…pompami… Mi ha guardata sorpreso, incredulo, improvvisamente ha ripreso energia e ha ricominciato a cavalcarmi con vigore…ho lasciato che il piacere invadesse il mio corpo, anch’io mi meritavo un regalo di Natale - Mi fai impazzire di piacere…non fermarti…non fermarti che sto per venire…eccomi…eccomi… Ora non avevo bisogno di recitare, di fingere, era la Mariuccia donna che parlava, non la Mariuccia puttana - Pompami…pompami…non mollare…godo…godooo…sto per venire…vengoooooooooo - Vengo anch’io mamma…si…si… finalmente ci sonoooooooooooooooooooooooooooo Ho sentito il suo cazzo contrarsi per sette o otto volte e a ogni contrazione provavo un piacere intenso che non avevo mai provato…a 35 anni avevo avuto il mio primo vero orgasmo… Cirillo alla fine era il ritratto della felicità, e continuava a ripetermi all’infinito “Grazie!” Ci siamo stesi nel letto, mi ha abbracciata come quando cominciava il suo gioco e mi ha sussurrato - E’ stato bellissimo mamma!!! Ero contenta per lui, ma ora usciva la curiosità femminile, l’ho attirato ancora più vicino e gli ho chiesto - Vivi con tua mamma? - Si…viviamo insieme, mio padre è mancato che ero piccolo - Da quando la desideri?
- Da sempre… - Glielo hai mai confidato - Non ho il coraggio di farlo…ho troppa vergogna…non è una cosa semplice - Lo so, lo so, ma tu ti stai rovinando la vita…sei giovane…non so se ti sto consigliando bene…ma io mi butterei…e so che anche se ti rifiutasse non sarebbe poi più un assillo per te come lo è ora. - Ci penserò…sei l’unica che forse sa capirmi. Se ne è andato da casa mia per la prima volta felice…e forse io ero ancora più felice di lui, ha lasciato senza dirmi nulla sul tavolo 200.000 Lire. Quindici giorni dopo è tornato, abbiamo scopato con successo come la volta precedente, sono venuta di nuovo; con Cirillo mi lasciavo andare, godevo con estremo piacere, non so se lui se ne era accorto, penso di sì, dopo aver scopato senza chiedere il permesso si è sdraiato al mio fianco e mi ha confidato - Lo sai che sono stato a un passo dal raccontare tutto a mia madre…non me la sono poi sentita ma ci sono andato molto vicino…ti prometto che prima o poi riuscirò a confessargli tutto… Si è rivestito e stava per mettere mano al portafoglio… l’ho ammonito severamente - Stasera non paghi, l’ultima volta ti sei sbagliato, hai lasciato due banconote… Ha sorriso e se ne è andato abbracciandomi, non l’aveva mai fatto… Come al solito con precisione perfetta è tornato due settimane dopo, aveva in mano una scatola di cioccolatini e dei fiori… - Come mai? A cosa devo questo pensiero - Al fatto che ce l’ho fatta…ho confessato tutto…ho trovato il coraggio che mi era sempre mancato, e tutto grazie a te - E lei cosa ha detto? - Abbiamo scopato, e lo abbiamo fatto anche nei giorni seguenti… - L’ho abbracciato con affetto, lui si è fatto serio e mi ha mormorato titubante - Voglio dirti però che non verrò più da te, spero che mi capirai…chiedo il tuo perdono per questo - Certo che ti capisco, non devi chiedere nessun perdono, sei un bravo ragazzo, sii sereno e soprattutto siate felici entrambi. Se ne è andato felice come non mai, lasciando sul tavolo i fiori con un biglietto, l’ho letto, c’erano poche parole “ A te che mi hai dato la forza di essere me stesso, non ti dimenticherò mai…tuo Cirillo” C'era anche una banconota da 100.000 Lire. Dopo parecchi anni li ho incontrati al supermercato, io ho finto di non vederli, lui forse non se ne è accorto ma non ne sono certa, era al fianco di sua madre ormai vecchietta, ma io l’ho riconosciuta immediatamente, era stata la mia insegnante di lettere all’istituto magistrale, sembravano due sposini. La seconda storia che vi voglio raccontare è successa sette anni dopo l’esperienza con Cirillo, era una sera di inizio novembre molto fredda, quando un uomo piccoletto si è fermato sotto la finestra e ha cominciato a puntarmi dalla strada, gli ho sorriso ma lui rimaneva immobile col naso all’insù, non tirava fuori nessun accendino e non faceva nessun segno, avrei voluto propormi ma temevo di cadere in un equivoco. A togliermi dal dubbio è stato l’arrivo di un mio abituale cliente, che ha acceso l’accendino e si è infilato nella mia porta come è scattata la serratura. Ho fatto la mia marchetta, quando il cliente se ne è andato sono tornata alla finestra… l’omino era ancora in un angolo tutto raggomitolato in un cappotto; gli ho sorriso di nuovo, lui mi ha risposto accendendo un fiammifero…ho riso e l’ho aperto. Come è entrato in casa si è scusato dicendo che non sapeva del segnale convenuto e che il mio nome glielo aveva dato un suo amico che era stato da me; lo guardavo interessata, mi sembrava di averlo già visto ma non rammentavo quando. Rimaneva immobile, intimidito, senza togliersi il cappotto, capendo il mio dubbio mi ha sorriso - Io lavoro nella banca dove lei ha il conto…sono il responsabile dell’ufficio di borsa e azioni, ma a volte sostituisco il cassiere quando è indisposto, qualche volta ci siamo parlati, ora si ricorda di me? - Ora che mi ha detto questo sì…ma senza il suo aiuto non ci sarei mai arrivata…però si tolga il cappotto, non penso che così intabarrato possa fare quello per cui è venuto. La mia battuta invece di stemperare la sua tensione lo ha maggiormente innervosito ed è arrossito - Ha ragione signora, ma io è la prima volta che… vado da…una put…mi scusi…donna come lei… - C’è sempre una prima volta, si rilassi… - Lei è molto gentile… mi chiamo Giancarlo e le chiedo ancora scusa per prima… - Vedo che andiamo meglio…ti senti pronto? Siamo andati in camera da letto, si spogliava al rallentatore, rimasto in mutande si è bloccato, io allora mi sono tolta la vestaglia, sotto ero nuda, nel vedere la mia bernardona ha strabuzzato gli occhi, mi sono sdraiata e l’ho invitato a salire sul letto, si è tolto le mutande e lì ho dovuto trattenere una risata, il cazzo di Giancarlo era una appendice di pochi centimetri ridicola…nella mia carriera avevo visto un vastissimo repertorio di cazzi, ma questo era certamente il più microscopico di tutti…ho cercato di nascondere la mia sorpresa e come si è steso al mio fianco gliel’ho accarezzato, le sue pulsazioni erano ridicole, volevo prenderglielo in mano ma solo due dita bastavano e avanzavano; gli ho infilato il preservativo, senza srotolarlo era già colmo, ero imbarazzata, non sapevo cosa dire - Vuoi fare qualcosa di particolare? - Vorrei solo chiederti un favore, che tu fingessi di chiamarti Elvira… A quella richiesta m’è tornato immediatamente in mente Cirillo che voleva farmi recitare il ruolo di mamma, ahi… c’eravamo di nuovo! - Va bene Giancarlo, sarò la tua Elvira. Mi è salito sopra e ha cercato di infilarmi il suo spillo, non capivo cosa stese facendo, nonostante lui simulasse la pompata non sentivo nulla al di fuori di un prurito genitale, mi chiedevo se me l’aveva infilato, non capivo nulla, ero inebetita, quando improvvisamente l’ho sentito gemere - Si!!! Ci sono!!! Elvira mi hai sentito? Ti è piaciuto? Ero basita e ho sussurrato un “Si”, non sapevo se scherzava o se faceva sul serio... purtroppo faceva sul serio perché si è staccato da me e restando in ginocchio mi ha fissata tutto soddisfatto; gli ho sfilato il preservativo che mi è scivolato in mano come fosse sapone, ho guardato all’interno…era come nuovo, una goccina sola in fondo al serbatoio che non capivo se era il suo sperma o il liquido lubrificante - Dimmi qualcosa, come è stato…? Sii però sincera. Non sapevo che dire, ho cercaro di essee diplomatica “Son contenta che sei venuto.” - No Mariuccia, non sei sincera…ti avevo detto di essere Elvira…ed Elvira dopo le mie super sveltine mi insultava e mi puniva… castighi che meritavo. -E che punizioni dovrei darti? Sculacciarmi, mettermi delle mollette ai seni, strizzarmi violentemente le palle, insultarmi - Giancarlo io non faccio queste cose, mi spiace…Non sono sadica, il sadomaso non rientra nel mio io… - Ma no…che sadomaso... voglio solo punizioni soft… uno che scopa come me non è un vero uomo e merita dei castighi. Ti prego strizzami almeno i seni con energia, saprò essere generoso. Mi sono lasciata tentare, non per la promessa della sua generosità ma perché mi faceva un po’ pena; aveva dei capezzoli molto sviluppati, glieli ho stretti con i pollici e indici, lievemente, ma lui ha cominciato a incitarmi “Più forte…più forte… fammi male!!!” Ho aumentato la pressione delle mie dita e allora ha cominciato a gradire “ Si… così… Castiga questo uomo inutile!” Improvvisamente ha avuto un’altra erezione, il suo cazzo era come prima una minuscola appendice ma la nuova erezione era molto più intensa della precedente e il suo pistolino tremava per le forti pulsazioni. Si è preso il cazzetto in mano e ha cominciato a menarselo con due dita - Elvira ti amo…Ti amo…Solo tu sai eccitarmi così… Questa volta è venuto con uno schizzo sempre lieve ma più intenso. Quando si è ripreso mi ha accarezzato una guancia dicendomi “Sei stata bravissima!” Si è rivestito - Quanto ti devo? - La mia marchetta è di 80.000 lire. Ha preso dal portafoglio tre banconote da 50.000 e li ha posati sotto un centrino. - Se vuoi posso venire ogni lunedì: e ti dirò man mano cosa fare. - Va bene! Il lunedì seguente Giancarlo è arrivato puntuale e munito di accendino…come è entrato in casa mi ha dato una parrucca rossa da indossare, come mi sono spogliata non ha degnato la mia figa del minimo sguardo, guardava solo il mio viso e i miei capelli rossi ed è bastato quello per farglielo rizzare. La scopata è stata simile a quella della settimana precedente: due colpetti veloci e uno spruzzino insignificante del suo pistolino, era deluso - Elvira sono proprio un amante indecente…strizzami le palle fino a farmi male, castigami!!! E’ successa la stessa cosa dei capezzoli… sono partita con dolcezza ma lui ha cominciato a gemere di piacere solo quando glieli strizzavo con tutta la mia forza, non riuscivo capacitarmi di come potesse resistere a quella tortura, eppure anche questa volta è tornato in erezione e ha spruzzato in modo più energico; mi ha dato di più…200.000 lire, segno che la mia interpretazione di Elvira stava avendo successo. Il lunedì seguente ha portato un piccolo scudiscio con cui ho dovuto percuotergli l’uccello molle dopo la sua venuta…ormai era chiaro…Giancarlo era un masochista di prima categoria. La mia curiosità femminile era troppa e gli ho chiesto chi fosse Elvira, confidarsi con me gli dava molto sollievo. - Era mia moglie, l’amavo tanto, vent’anni di matrimonio…all’inizio con solo del sesso insignificante, poi è venuto a galla quel suo comportamento piuttosto violento, sfogava la sua rabbia di donna insoddisfatta sottoponendomi a quelle specie di torture, io all’inizio ero timoroso ma dopo un po’ ho trovato invece motivo di piacere. - Da quanto ti ha lasciato? - Due anni. - Con chi si è messa, la senti ancora? - Mariuccia non hai capito nulla, non mi ha lasciato per un altro, è morta per una brutta malattia. Il nostro rapporto era strano ma per noi molto appagante; nel punirmi io godevo alla grande ma anche lei si eccitava, mentre mi torturava si masturbava e aveva finalmente degli appaganti orgasmi. Per due mesi ogni lunedì c'era il nostro incontro, le torture diventavano sempre più pesanti, gli avevo premesso che certe cose non le facevo, ora invece mi piegavo ad ogni sua richiesta, da una parte provavo pure un certo piacere, dall’altro però temevo che quel gioco col tempo degenerasse troppo e mi spaventavo. Fortunatamente un lunedì si è presentato mogio mogio e mi ha fatto un inaspettato discorso -Mariuccia è l’ultima volta che ci vediamo, ho trovato una nuova compagna, è una vera padrona, dice che non ha mai avuto uno schiavo che la appaga come il sottoscritto, a fine mese andremo a convivere. Se mi rendi lo scudiscio e la parrucca mi fai una grossa cortesia. Prima di andarsene mi ha abbracciata e mi ha dato un biglietto che ho letto come se ne è andato - Questo è un grosso regalo che ti faccio, infrango le regole di privacy della banca, investi un bel capitale su queste azioni, hanno un rialzo garantito, dopo due mesi però vendile, fallo solo tu e massima segretezza, potrei perdere il posto. L’ho ascoltato, la previsione di Giancarlo si è avverata, peccato… avrei potuto investire molto di più…
Dopo sei mesi l’ho incontrato in posta con la sua nuova Elvira, una donna mascolina dal passo simile a quello di un generale dell’esercito, l’ho velatamente ringraziato, lui mi ha sorriso, aveva un occhio nero e un labbro gonfio, ma un’aria molto felice. La terza e ultima storia è solo di qualche mese fa, il personaggio principale è un maturo moraccione, probabilmente tinto, più o meno della mia età. Mi è piombato in casa a tarda ora quando stavo ormai per chiudere le persiane della finestra, è salito su di corsa e si è presentato tendendomi la mano “Mi chiamo Stanislavo…ho voglia di divertirmi un po’ con te” - E’ tardi stavo per andare a letto - Non te lo impedisco…solo che in quel letto mi ci infilo anch’io…tranquilla ti pago bene Mi sono spogliata e a ogni capo che mi toglievo lui annuiva con interesse, quando sono rimasta nuda ha spalancato gli occhi - Si…si… amo il pelo… speravo non fossi rasata… sta diventando ormai una moda ormai, ma le donne non capiscono che un bel nido peloso attizza l’uomo molto di più di una cicatrice spelacchiata… Si è spogliato anche lui a tempo di record e ci siamo stesi sul letto - Hai qualche desiderio particolare? - Annusarti….sentire il tuo odore… e così dicendo mi ha alzato un braccio e ha cominciato ad annusarmi le ascelle, doveva aver bevuto perché sapeva di alcool, ha alzato lo sguardo insoddisfatto e mi ha detto in tono deluso - Cazzo…ma profumi…io invece amo gli odori di donna… nonostante la sua delusione ha ricominciato ad annusarmi e poi a leccarmi le ascelle, nonostante come asseriva lui io non odorassi come voleva il suo cazzo è andato in piena erezione, era molto dotato, mi ha annusato anche le tette poi mi ha detto “Girati!” l’ho subito bloccato -Niente culo…solo figa…
- Non ti voglio inculare…voglio solo leccartelo… Mi sono girata alla pecorina e lui mi ha subito infilato la lingua nel buco del culo…era un buon linguista, un vero porco, ha arrotolato la lingua e mi ha scopato dolcemente con la lingua, mi eccitava, mi stava mettendo voglia… ”Anche il buco del culo ti profuma…” Mi ha puntato l’uccello e ha cercato di infilarmelo in figa, mi sono opposta - Metti il preservativo - Non mi piace il gommino, non sento niente, non è scopare quello...stai tranquilla sono donatore di sangue, sono super controllato, sono sano... non ti vengo dentro, dai, non faccio questione di prezzo… In quasi cinquant’anni di marchette non avevo mai scopato a cazzo nudo, gli ho creduto e ho fatto per la prima volta un’eccezione…ciò perchè quel maiale mi eccitava e volevo scopare e godere. Non era solo un buon linguista, sapeva anche usare il suo dotato uccello, da buon porco quale era ha capito che volevo godere e mi ha accontentata, mi ha fatta venire due volte, poi mi ha dato l’ultima carica togliendolo all’ultimo momento e sborrandomi sulla schiena, un’ondata di sperma caldo, altra prima esperienza per la Mariuccia puttana. Con la mano mi ha spalmato la sua crema sulla schiena, mi stupivo di come stavo concedendogli tutti quei privilegi, mentre mi spalmava il frutto del suo piacere mi diceva - Ti piace sentire il calore della mia sborra vero? Mi avevano detto che eri brava…ma non ti pensavo così bella e così calda. Tornerò sicuramente da te ma voglio che prima di ricevermi tu sudi tanto e voglio che non ti lavi il culo, stravedo per l’odore. - Non tutti hanno quei tuoi gusti particolari anzi, quasi nessuno…amo la pulizia e non posso puzzare con gli altri miei clienti!!! - Quanti clienti ti fai in una sera… - In genere quattro o cinque… - Quanto prendi per marchetta - 150 euro!!! - 5 x150 = 750 euro…io te ne do 1.000 ma quel giorno sudi e non ti lavi, quella sera sarai solo mia… ti va bene martedì? - Ok… Va bene. Si è rivestito e se ne è andato dandomi 300 euro “Te l’avevo detto che sarei stato generoso, a martedì.” Il martedì seguente ho fatto le pulizie a gran ritmo, quando ho finito ero una maschera di sudore; come è entrato ho chiuso le persiane e siamo andati a letto, si è tuffato sul mio corpo, mi ha sniffata tutta “Lo sapevo…odore divino…odore di donna vera” mi ha leccato a lungo le ascelle e poi sotto i seni, il suo cazzo si è gonfiato a dismisura, sembrava di ferro, si è inginocchiato e mi ha tirata su mettendosi i miei polpacci sulle spalle, sembravo quelle bestie appese in macelleria, ha abbassato la faccia e ha cominciato a leccarmi il culo…mi piaceva, sentivo che ero bagnata, volevo essere scopata, quando ha smesso di leccarmi il culo ha alzato la faccia: era rosso paonazzo, ma con una faccia estasiata, mi ha tirata su di nuovo e me lo ha infilato stando in ginocchio - Mariuccia sei fantastica…ne ho scopate tante di puttane…ma tu sei la regina…la maggior parte fingono…e la cosa mi ha sempre fatto incazzare…tu invece brutta maiala godi… dillo che ti piace farti scopare così!?! Non potevo mentire “Si…si…fammi godere…” Mi ha fatta godere sul serio, si è lasciato andare al suo piacere solo quando ha capito che ero appagata, con un urlo l’ha tolto dal mio nido e ha cominciato a innaffiarmi dappertutto: seni, collo, faccia, nel vedere quelle bordate di sperma mi veniva in mente la goccina di Giancarlo e mi sentivo ora una troia ma realizzata. Il maiale mi ha poi abbassato leggermente le gambe per portarsi i miei piedi in faccia e ha cominciato a leccarmeli, prima le piante, poi i polpastrelli, infine gli interstizi delle dita…cinquant’anni che facevo marchette nei modi tradizionali, e quel porco mi stava facendo invece provare brividi di piacere mai provati; l’odore e il sapore dei miei piedi lo hanno immediatamente ringalluzzito, da sotto vedevo il suo uccello che aveva ricominciato a pulsare con energia, mi ha girata alla pecorina e mi ha presa come la settimana precedente. Mi ha fatta venire per altre due volte, poi ha accelerato, ormai lo conoscevo stava per godere - Mariuccia ti prego fammi venire dentro di te…lo desidero troppo…sarebbe un finale perfetto… ero strafatta di orgasmi, incapace di oppormi, lo volevo sentire venire dentro di me, incredibilmente gli ho dato il via...“Si! Riempimi!!!” Da quel giorno il martedì era diventato il giorno di Stanislavo, era sesso e nient’altro ma a me andava bene così: scopate interminabili, orgasmi a raffica e oltre al piacere una entrata di 1.000 euro a settimana.
Un giorno il direttore della mia banca mi aveva convocata, non sapevo il motivo, come sono entrata mi ha accolta con tutti i salamelecchi riservati ai grandi clienti, lo trovavo strano, ma ho ben presto capito - Signorina Mariuccia tempo fa mi aveva parlato del suo amore per la Liguria e della ipotesi di andare un giorno a viverci, se le piace Rapallo ho un affare da proporle: io ho un alloggio che con l’arrivo del mio secondo figliolo è diventato piccolo, vorrei acquistarne uno nuovo, più grande e avevo pensato a lei per proporle il mio; viene vederlo e se le piace potremo trattare: risparmiare la mediazione di una agenzia immobiliare sarebbe molto interessante per entrambi…so che lei ha la liquidità per poterselo permettere e mi creda è un alloggio con i fiocchi specie per una persona sola. Dopo aver fatto un sondaggio sui prezzi che circolavano in quella zona sono andata a vederlo. Mi sono innamorata di quella casa: vicina alle spiagge, splendida vista mare, posto auto incluso; richiesta 320.000 Euro comprensiva dei mobili di ottimo livello… solo la cucina da cambiare. Una puttana oltre ad allargare le gambe sa anche trattare in affari e sapendo che il direttore aveva bisogno di liquido per chiudere il suo nuovo acquisto, ho tirato la corda al massimo e ho chiuso a 275.000. In pochi giorni abbiamo fatto compromesso e atto notarile, nel giro di un mese avevo una casa mia al mare. Mancava solo la cucina, ho preso appuntamento da un mobiliere locale perché c’erano da sistemare dei pensili su misura e abbiamo fissato per il martedì. Tornata a Pavia ho telefonato a Stanislavo - Volevo avvertirti che martedì prossimo non possiamo vederci, ho un impegno. - Bambolina ti stai già stancando di me? Volevo mantenere la mia folle spesa segreta, ma nel sentire il mio amico deluso ho voluto tranquillizzarlo e gli ho parlato del mio acquisto e del mio appuntamento con il mobiliere, lui sembrava più rilassato - E’ una vita che non passo qualche giorno al mare, se non ti sono di peso potrei accompagnarti, tu mi offri la tua splendida passera e io prenoto a spese mie un ottimo albergo. L’idea non era male, siamo partiti il martedì mattina di buon’ora e alle 10 ero nel mobilificio, tra le varie cucine viste me ne piacevano due, una da 10.000 e una da 15.000 euro, naturalmente ero innamorata della più cara ma l’acquisto della casa mi aveva prosciugato il conto e tentennavo, ho chiesto consiglio a Stan - Mariuccia sei innamorata della più cara, con la cifra che hai speso non vale speculare 5.000 euro, col tempo te ne pentiresti; ho accettato il suo consiglio. Siamo poi andati in spiaggia per un pomeriggio di mare, la sera invece siamo andati nell’hotel per la cena, Stanislavo aveva prenotato all’Hotel Bristol, il migliore della cittadina. Dopo la cena toccava a me ricambiare - A questo punto in cambio di questa splendida serata dovrei offrirti la mia splendida passera, avevi detto così… - Ci puoi scommettere, andiamo su. Stanislavo in in quelle cose era un vero signore, spesso avrei voluto chiedergli che attività aveva, visto che economicamente non aveva il minimo problema, ma tra noi c’era un rispetto totale della nostra privacy, i nostri interessi comuni erano solo sul sesso, e a proposito di sesso la voglia era tanta in entrambi, dopo dieci minuti eravamo a letto completamente nudi. Lui come al solito è partito a leccarmi ed annusarmi tutta, dopo la spiaggia non aveva voluto che mi lavassi, il suo tragitto era il solito: ascelle, seni, ombelico, sniffata alla figa odorosa e leccata certosina al culo; e arrivato lì è andato avanti per un buon quarto d’ora, quando ha sollevato il viso era stravolto dal piacere - Mariuccia ti prego…fattelo infilare dietro stanotte… lo desidero troppo - Lo sai che quello è un discorso chiuso…te l’ho sempre detto. - Ti supplico, hai un culo perfetto, il più bello che abbia mai visto, dai per una sola volta… che problema c’è…! - Il problema è che il mio culo è vergine, ho resistito per 66 anni…e me lo devo far rompere adesso? - Sei la prima prostituta che conosco col culo intatto, la cosa mi attizza ancora di più, dai sparami una cifra… - Ti prego non insistere, non rovinare questa bella serata, diciamo che il mio culo non ha prezzo…
- Nemmeno se io ti offrissi 15.000 euro, l'equivalente di quella cucina che hai appena comprato con poca convinzione? A quel punto il mio istinto di puttana ha preso il sopravvento, 15.000 euro per il mio culo… va bene che è inviolato ma ho pure 66 anni, ma chi è questo qua, un emiro del Kuwait? Mi sono limitata a dirgli “Scherzi?” Lui ha tirato fuori il libretto degli assegni e serio come non mai ha detto - Mettiti sul letto a pecora e ti firmo subito l’assegno… Due minuti dopo ero a quattro zampe come l’ultima delle puttane, Stan si è spogliato al volo, solo nel vedermi in quella sconcia posizione il suo cazzo era già in piena erezione, si è inginocchiato dietro di me e ha cominciato a insalivarmi il buco; la sua preparazione è stata meticolosa, era un vero porco e quando ha cominciato a infilarmelo io ero completamente rilassata. Certo, la sua penetrazione non era un gioco ma man mano che il suo uccello entrava il dolore diminuiva e il piacere cominciava a prendere il sopravento, così che con la mano ho cominciato a palparmi la figa per evitare di pensare al fatto che stava per rompermi il culo; il ditalino dava i suoi effetti, ero caduta in una specie di dormiveglia e la figa si stava infradiciando, mi sono risvegliata da quello stato di catalessi quando il cazzone del mio amico mi ha sfondata. I primi suoi affondi sono stati dolorosi, ma man mano che procedeva il mio culo si adattava a quella prorompente intrusione e cominciava addirittura a trarre del piacere, pensavo a quando cinquant’anni prima mi avevano sverginata in presenza di mia madre, ebbene quella esperienza era stata molto più traumatica. - Mariuccia che culo fantastico che hai, hai un buco morbido come una spugna, mi sento onorato di essere stato il primo ad assaporare questi piaceri…il didietro mi è sempre piaciuto ma è il primo che svergino… Io ormai ero in preda al piacere - Si…si…piace anche a me, spingi piano ma non fermarti… - Brutta puttana, ti piace eh…facevi la schizzinosa ma adesso sei lì che sbavi e ti sei pure fatta pagare molto profumatamente, sei una troia, fammi capire quando hai l’orgasmo che sono al limite anch’io e vedo l’ora di riempirti. Non mi ci è voluto molto e ho potuto così assaporare quella miscellanea di piaceri: la figa che pisciava umori, il culo che si contraeva sotto le pulsazioni di Stanislavo che veniva e le sferzate di sborra che mi riempivano in quantità industriale…era stato certamente il più grande orgasmo della mia vita. Alla fine mi ha dato l’assegno, l’ho controllato… cazzo erano proprio 15.000 €!!! Abbiamo dormito fino alle 11, abbiamo fatto un rigenerante bagno in mare e poi abbiamo pranzato: mentre facevamo i bagagli Stan mi ha detto -Ti va di farlo ancora? Il tuo culo mi ha stregato… - Caro il mio maiale, il culo mi brucia, e non poco; dammi il tempo di riprendermi, aspetta martedì prossimo. Purtroppo non c’è stato più nessun martedì, di lui ho perso improvvisamente ogni traccia, ho cercato più volte di rintracciarlo sul suo cellulare ma era sempre staccato e rispondeva una segreteria straniera. Il venerdì ha telefonato la mia banca dicendomi che l’assegno di 15.000 euro che avevo versato non poteva essere accreditato sul mio conto; ho chiesto maggiori delucidazioni, l’impiegata mi ha detto sorpresa - Signorina ma lei non legge i giornali? C’è mezza Pavia che sta piangendo per colpa di quel lestofante, altro che un assegno da 15.000 Euro… Sono corsa in edicola a comprare "La Provincia Pavese", in prima pagina c’era un articolo a caratteri cubitali “ Decine di cittadini truffati da un consulente finanziario truffaldino” e sotto la fotografia di Stanislavo. L'importo sottratto era stimato in circa 2.000.000 di euro, da ultime notizie Stanislavo sembrava fuggito in Sudamerica. Mi si è gelato il sangue, da una parte ero incazzata per l'assegno respinto dall’altra però ero serena perché se Stanislavo mi avesse proposto di fare uno dei suoi investimenti ad alto tasso d’interesse, sicuramente mi avrebbe scucito una bella cifra. Mi restava il dubbio se mi aveva condonato la truffa per amore o se il suo piano su di me era premeditato da tempo ed era fallito solo perché con l’acquisto della casa al mare ero rimasta senza grossi capitali. Di una cosa sola ero certa, che gli avevo dato però il culo vergine gratis. L’altoparlante conferma finalmente la partenza del treno per Genova: Liguria arrivo!!! Sono a Rapallo sto pranzando in un ristorante sul lungomare, insalatina di mare e spada alla griglia, ora sto pensando se prendere il caffè, quando all'improvviso arriva un giovane molto elegante con una bottiglia di champagne e due coppe - Signora scusi la mia invadenza ma sono qui da solo per lavoro e oggi è il mio compleanno, non mi va di brindare da solo faccia un cin cin con me. Rimango stupita ma è stato gentile e accetto: lo champagne è ottimo, fresco, va giù che è un piacere; alla fine della coppa mi guarda con uno sguardo alla Rodolfo Valentino e attacca alla grande -Qui fa caldo che ne direbbe di andarla a finire nella mia camera, alloggio al Bristol; è qui vicino. Nel solo sentir nominare quell'Hotel mi si accappona la pelle, lo guardo con severità - Non pensa di essere poco rispettoso verso una signora che non conosce per niente fare simili proposte. Potrei essere sua madre! - Ha ragione, ma lei assomiglia maledettamente alla mia insegnante di matematica, per la quale avevo preso la mia prima cotta da liceale, ho sempre avuto un debole per le donne mature e lei signora cara è per me una regina, in questo momento per avere la sua compagnia sarei disposto a tutto. Sono venuta in Liguria per fare il funerale a "Mariuccia la puttana" e dopo una settimana sono già tentennante alla prima proposta, accidenti al mio DNA da puttana...sono della stessa pasta di mia nonna e di mia madre.
Rifletto a lungo, il ragazzo mi studia, mi osserva divertito... quella sua aria di superiorità mi da fastidio, lo fisso decisa e parto in quarta - Disposto a tutto?...beh sono 2.000 se mi vuoi!!! A quella mia proposta risponde con un sobbalzo... non so se per la sorpresa che ho accettato il suo invito o per la consistenza della mia proposta. Allunga la mano e si presenta - Mi chiamo Alex...va bene...ci sto!!! Rispondo alla sua stretta - Io sono Mariuccia!!! Pago il conto e ci avviamo vero il suo hotel...cammina con una eleganza innata, potrebbe essere un modello, sono curiosa - Dimmi Alex che lavoro fai, per essere qui da solo? - Sono un consulente finanziario... a quella frase un brivido gelido percorre tutto il mio corpo, lo prendo sottobraccio e gli sussurro " Mi sono scordata di dirti una cosa "Pagamento tassativamente in contanti!!!"
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Mariuccia, e la dinastia di puttane:
