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Quando Angela Pohel viveva sulla...Luna - parte 1


di sexitraumer
27.04.2021    |    904    |    0 9.6
"L’ufficio era bianco, giallo, e grigio con qualche laminato di metallo, e la luce attentamente dosata, e non accecante; il dosaggio dell’emissione..."
Nei tre anni del duro addestramento sulla Luna telefonava al figlio un’ora ogni due settimane (tempo terrestre) con la videochiamata a mezzo busto. Evitò accuratamente la costosa olo-chiamata in 3d, sia per non doversi spogliare nuda, e toccarsi, per il depravatino figlio, sia per ragioni di costo. Certo, teoricamente e per regolamento, le olo call 3d, se richieste preventivamente, e in genere autorizzate dall’amministrazione militare, restavano privatissime; ma lei era ospite, allieva, e aspirante cosmonauta, dell’Esercito Terralunare; un’organizzazione tutt’altro che perfetta, cui era capitato come amministrazione e uomini, non sempre di poter evitare, intervenendo in tempo, alcuni suicidi da depressione da spazio; alcuni di quei suicidi ne avevano dato dei segni, e degli indizi di quello che avrebbero fatto, esaminando le loro conversazioni video e olo con gli amici, la ex moglie…e quant’altro…a cose fatte! Helmut, un tantino faccia tosta durante una normale videochiamata, le chiese se poteva mandargli immagini di buona qualità della sua nudità di donna, del suo sesso, e dei suoi pertugi, che aveva potuto violare; probabilmente Helmut amava farsi male, dato che sua madre aveva anticipato l’arruolamento nell’apprendistato di astronauta esterno, per liberarsi di quella morbosa relazione col figlio…ed il figlio gliel’aveva chiesto “in codice” durante una breve videochiamata che entrambi speravano non fosse di quelle intercettate…
“…sai mutty, un po’ mi vergogno a dirlo: ho fatto una cosa che normalmente non si fa…”
“…cosa Helmut?”
“Sai, l’altro giorno sono passato da casa nostra a pulire in attesa che arrivassero i turisti, e non ho detto che ero entrato a casa…insomma in cucina c’era Eddy, il tuo ex fidanzato qui, che si lamentava in videochiamata con il fratello, che avrebbe voluto delle tue immagini…intime, ecco!”
“Ah! Intime!”
“Sì, credo si riferisse a quelle in cui sei nuda…lui diceva al fratello che se potesse averle, sarebbe felice, anche se non riesce a perdonarti che te ne sei andata così, senza avvertirlo. Era piuttosto alterato, e io con lui non mi sono fatto vivo. Ho sgattaiolato fuori, sono sceso, e sono tornato al citofono, come se fossi arrivato in quel momento…”
La madre Angela aveva capito, e fece intendere al figlio che sarebbe stata al gioco…
“…ma…dimmi…avete litigato?”
“No, Mutty, come sono entrato in casa con lui che mi ha aperto, senza sapere che sapevo…insomma è tornato a parlare al fratello con un tono più normale…”
“…e poi?”
“…e poi niente Mutty! Sai, non spetta a me dirlo, ma magari se gliele mandi, è meno probabile che soffra troppo; sai Mutty, si riferiva a quelle in cui saresti nuda e…insomma Eddy è molto scontento che te ne sei andata così…secondo me se gliele mandassi… potresti prendere tempo… sai, intanto che si adatta a non vederti per sette anni. Ovvio che si troverà un’altra. Vuoi che glielo faccio dire dall’avvocato Karta?”
“Ho capito Helmut, basta, ho capito…dì a Eddy che vedrò cosa posso fare…lascia perdere Karta! Tu non possiedi duecento crediti per pagarti il suo intervento privato; Per Eddy… vedremo! Tu, stai studiando?”
“Sì, Mutty. Tra un mese ho l’esame di fine triennio…”
Ovviamente non c’era nessun Eddy, ma Angela aveva capito lo stesso. Vivere sulla Luna, e dedicarsi al solo addestramento però nascondeva un’insidia: la depressione da paesaggio grigio. I primi giorni dentro la cupola erano una bella novità, ed in genere chiunque si ritrovava “assorbito” dalla tecnologia che consentiva ad un insediamento di tremila persone di vivere su un satellite arido, il cui paesaggio era arido al quadrato. Dopo quattro settimane uno si chiede: chi me l’ha fatto fare? Didattica, addestramento, e disciplina militare, un po’ distraggono, e un po’ - molto un po’! – deprimono inevitabilmente: e se si vuol fare una passeggiata fuori dalla cupola… è altrettanto complesso. E onde non danneggiare la tuta, non si può certo mettersi a saltare come bambini; non prima almeno di aver preso confidenza con un g pari a un sesto di quello terrestre. Gli esterni paganti come lei avevano diritto ad un proprio alloggio presso le strutture militari: una stanza con servizi di cucinino e bagno; per meglio dire, due rettangoli due metri per tre: uno stanza soggiorno, letto e cucinino; tavolo estraibile e una sedia; l’altra il bagno doccia. I colori ambiente erano 4 gradazioni di grigio, nero opaco e bianco. Raramente si trovavano pareti azzurre per non indurre la nostalgia del mare, e del cielo terrestri. Il desktop del computer era integrato in una parete di propria scelta. Comunicazioni interne via computer e videotelefono. Le esterne andavano tutte autorizzate preventivamente. La non tanto anomala richiesta del figlio, considerata la situazione, le diede modo di provare il sottile piacere della trasgressione: spogliarsi nuda, e riprendersi in autoscatto con un cube cam hd da pochi crediti in dotazione al computer dell’alloggio per l’uso della sola didattica. Invece Angela, cui adesso mancavano le molestie sessuali del figlio, e le sue prese improvvise per ottenere sesso duro, si spogliò nuda, e felice, scattandosi tante foto, senza contarle. Un vibratore con sé per i momenti di solitudine l’aveva sempre avuto, e all’arrivo nessuno aveva trovato niente da ridire; si penetrò la vagina in pose sconce, come seduta con le gambe larghe, con le ginocchia al petto, con la posizione della rana; se lo introdusse pure nel retto fotografandosi in posizione animalesca; e se lo leccò avendo cura di mostrare la sua lingua…il figlio non avrebbe più potuto scoparla per otto-nove anni almeno, e forse quelle immagini avrebbero potuto fargli più male che bene. Con quelle immagini, al massimo, avrebbe potuto masturbarsi, e sperare in una rimpatriatina personalissima quando fosse tornata…più vecchia! Di fare altro sesso con suo figlio Helmut, dato che la frittata ormai era stata fatta, quando decise di tollerarlo, e di non respingerlo, forse non lo escludeva nemmeno lei; ma certo prima Helmut avrebbe dovuto dimostrarle di esser capace di trovarsi una donna, e di renderla nonna con del sesso sano, e non geneticamente pernicioso…sapendo che la posta virtuale avrebbe potuto essere sorvegliata, tentennò due giorni se spedirla o no al dominio di suo figlio “affinché le girasse a Eddy”, il suo falso fidanzato…dopo essere stata edotta che mandare pacchi materiali richiedeva parecchi crediti, e l’ispezione minuziosa preventiva, come avrebbe giustificato delle olo-frame protette da password? Tanto valeva l’invio informatico in chiaro con censura, e ispezione rapida. Tanto i militari disponevano di computer quantisitici più veloci di quelli per il pubblico, e una password veniva comunque indovinata in poco tempo. L’invio di olo frame personali, giustificato nell’ambito dei normali rapporti umani, era sostanzialmente gratuito, e – le venne spiegato – onde prevenire suicidi da depressione, erano tollerati anche video-comportamenti esibizionistici, e lascivi sessualmente, purché diretti al coniuge, al sentimentalmente legato, o comunque ad un partner rintracciabile dalle autorità. Ponderata la cosa un paio di giorni aspettò fuori a lungo, entrando solo quando vide che l’impiegata era rimasta da sola. Un atteggiamento questo, che era stato notato dall’addetta: una bella, e giovane donnina impiegata-addetta delle poste lunari militari. L’ufficio era bianco, giallo, e grigio con qualche laminato di metallo, e la luce attentamente dosata, e non accecante; il dosaggio dell’emissione spettrale calibrata rendeva gradevole vedere le divise militari dell’Esercito Terralunare di colore carta di zucchero-grigio-bianco con righe rosse alle maniche, e pantaloni per soldati e sottufficiali; righe rosse e oro per gli ufficiali. Spalline, mostrine, gradi, e le immancabili greche al petto completavano il look dell’arruolato. Niente gonna per le donne: pantaloni aderenti, e stivaletti corti per tutti. Gli esterni come Angela potevano, se volevano, indossare gli stessi abiti degli arruolati, col grado di caporale, cui erano aggiunte le mostrine con una F, il cui significato era “frequentante”; alla fine dei due anni di tempratura tra Luna e spazio, si ricevevano i galloni di sottotenente, e si faceva una crociera di un anno in microgravità in navi da dieci persone con equipaggio esattamente di 5 donne e 5 uomini: una prova di convivenza in promiscuità, con dei problemi non mortali già definiti segretamente alla partenza da una commissione, da superare e risolvere, secondo come e quando si manifestavano, secondo un’occulta regia del comando terralunare. Se tutto fosse andato bene durante essa, al termine, senza tornare sulla Terra, si veniva imbarcati direttamente in un vascello astro minerario di fascia esterna, per un viaggio di sei anni circa, Luna-Saturno e ritorno sulla Terra.
Non appena Angela entrò nel locale adibito alle comunicazioni con la Terra si presentò allo sportello identificandosi:
“Salve, sono il maggiore Angela Pohel, aspirante cosmonauta esterno del primo corso…e vorrei inviare immagini in chiaro, ma non so se sono di quelle ammesse dal regolamento della base.”
La donna fine e carina, con degli occhi castano-neri, la fissò per un istante, poi le disse:
“Ha problemi con delle foto personali, ginecologiche, vero?”
“Ehm, no; cioè sì…come faceva a saperlo?”
“Lei è nuova qui, e sarebbe potuta entrare prima, ma c’era gente, e ha aspettato fuori…e s’è guardata intorno prima di entrare…non ci voleva molto a dedurlo: sono immagini proibite ai minorenni, vero?!”
“Ecco…dovrei inviare sulla Terra alcune mie immagini sensibili; se si potesse spedirle direttamente…”
“Direttamente, e…dove?”
“…uhmmm…a casa mia…c’è il mio ex convivente, ancora. Finché non se ne fa una ragione…”
“Ex convivente?”
“Si chiama Eddy, era il mio fidanzato prima che venissi qui, sulla Luna. Di fatto l’ho lasciato all’improvviso. Avevo voglia di cambiare ambiente, oltre che fidanzato!”
“Ah! Bel fegataccio a venire qui, maggiore!”
“…Eddy Wassermann…questo è l’indirizzo…”
La ragazza lo lesse, per poi chiarire:
“Se ha problemi con la sua postazione computer nella sua stanza posso spedirlo io. Ma il controllo di censura viene fatto lo stesso…”
“…ce…censur…a?”
“Sì; ma è sommario. Il nostro server trattiene copia per un certo periodo di tempo; poi le distruggiamo, se non sono d’interesse militare.”
Ovviamente Eddy non esisteva, e Wassermann era il cognome dell’ex marito presso cui suo figlio Helmut viveva. Tuttavia il suo ex marito Aribert aveva come secondo nome Emil, che poteva essere abbreviato in E puntato, e fatto passare per Eddy. Seguiva numero e dominio d’invio, che in teoria avrebbero dovuto essere univoci. Anche Angela benché superiore di grado, non era sulla Terra per farlo valere, e in ogni caso le rispettive amministrazioni erano diverse. Comunque chiese all’addetta…
“Posso chiederle chi è lei, signorina?”
“Sono il maresciallo di terza classe Minnea; Laurenze Minnea. Per motivi di sicurezza dovrò guardarle, aspirante Pohel; lo sa, sì?!”
“Se proprio deve…fosse stata un uomo non so se gliele…affidavo…”
“…oh, certo. Ma che io sappia l’ufficio censura può avere alla consolle sia donne, che uomini…allora devo esaminarle?”
“Fa…faccia pure…presto però!”
Angela, fissandola negli occhi in cerca di solidarietà umana, le porse l’olocube con le immagini da trasmettere. Laurenze però era piuttosto metodica, e per niente veloce nel maneggiare l’olocube, cui pulì i contatti ottici col sistema universale dell’alito e della stoffa morbida, prima di metterlo nella fossetta di contatto per il download…intanto commentava con naturalezza, per stemperare la tensione di Angela.
“In teoria non si dovrebbero prendere foto, ma c’è tolleranza. Dove le ha scattate?”
“Nella doccia. Sono nuda signorina. Per il mio fidanzato.”
“…non è l’unica che lo fa. Gliel’assicuro. Fidanzato, sì. Me l’ha già detto…vuole aggiungere una password di sicurezza? ...sa casomai in casa c’è anche qualcun altro…”
“C’è mio figlio, ma è una persona discreta, ed educata signorina!”
“Ok, va bene…così può vederle anche lui però…come una busta aperta maggiore! Però! Ci ha messo a caricarle! ...sessantadue! Vediamo, va…”
L’impiegata prese visione delle foto intime, ben sessantadue, esaminandole per scorrimento orizzontale molto sommariamente, e senza ingrandire, essendo il desktop già grosso di suo in formato A4…
“Uhmmm, roba tosta a quanto pare…in stanza…bagno…sì…uhmmm…doccia…quello che mette dentro…vediamo…uhmmm…un normale vibratore…bene niente armi…sta bene!”
“…”
Angela, lievemente tesa per l’imbarazzo attese il responso della censura sommaria…
“Ok, vabbè…un altro po’ di pazienza, casomai nascondano file fantasma…”
“…”
“Niente! Ok!”
…quindi dopo la scansione anti spionaggio negativa, ne fece un pacchetto di trasmissione ipercompresso da un milleduecentocinquantesimo di secondo, che avrebbe viaggiato, una volta lasciato il paraboloide piatto, per un secondo e mezzo fino al satellite, che l’avrebbe inviato direttamente sulla Terra al destinatario. Rientrava tra le foto inviabili senza che la censura militare avesse a che ridire circa la moralità. Immagini di Angela nuda, e delle sue grazie, e dei suoi pertugi intimi…più e più d’un paio effettivamente erano imbarazzanti dato che s’era penetrata prima la vagina, e poi l’ano con un comune vibratore. C’erano immagini da cui il suo generoso sesso colava. Come molto seducenti erano quelle animalesche, e quelle in cui mostrava la lingua sul suo vibratore…
L’addetta alle trasmissioni private disse:
“Trasmesse! …Aspirante Pohel, per onestà devo dirle che da oggi il commissariato militare potrebbe fare le pulci al suo curriculum. E in ogni caso, per qualche tempo tratterremo come amministrazione le copie di questo pacchetto appena inviato…ma gliel’ho già detto questo…mentre per Eddy…il destinatario…uhmmm…”
“Che intende dire signorina?”
“Spero che questo Eddy Wassermann sia una brava persona…vede quando ci si aggrega all’esercito terralunare, ci si lascia dietro tutto; soprattutto i fidanzati, trovati magari nel ciberspazio… forse partiranno indagini, e se scopriranno qualcosa di negativo sul suo ormai ex fidanzato, lei verrebbe rimpatriata in una settimana. Spero che abbia scelto bene il suo partner. Ormai le foto sono in memoria sottoforma di copie, e non posso cancellarle. Se anche riuscissi a farlo, rimarrebbe traccia del mio operato.”
“Era il mio fidanzato sulla Terra, signorina…”
“…se l’ha dichiarato nel modulario quando è arrivata qui, si accontenteranno di una verifica rapida, pro forma. Se l’ha trovato sui siti, indagheranno più a fondo…comunque quelle foto, anche se audaci, rientrano tra quelle …ehm…tollerate per così dire…perché riguardavano solo il suo corpo. Se ci fosse stato, viceversa, un festino non avrei potuto inviarle su richiesta. Sia più prudente maggiore, in futuro sia più prudente! Glielo dico casomai dovesse trovare un partner qui…il che non è insolito. La Luna fa uno strano effetto, parti sposato e torni che ti vuoi separare…ma sono scherzi che fa la durezza ambientale. Mette a dura prova, sa.”
“Oh, certo…senz’altro! Ma io sposata, e separata lo sono stata già. Non corro di questi pericoli!”
“Un’altra cosa: un anno fa mi hanno chiesto d’inviare qualcosa di troppo duro: un ufficiale, che non posso nominarle per privacy, per fare uno scherzo, che grado a parte, definirei del cazzo, a sua moglie sulla Terra, ha mandato delle foto in cui si era impiccato strangolandosi con un nodo scorsoio a timer per autoerotismo…è stato identificato ed espulso, e ora vive dalla moglie con l’assistenza pubblica…una vita grama insomma…le consiglio di non scattarsi mai dei selfie in cui si penetra - che so? - con la canna di un phaser, o con oggetti dell’armamentario militare…gli ufficiali censori qui hanno una fantasia molto ristretta…un vibratore è un vibratore…un’arma è un’arma! E si dimentichi le pratiche estreme! Se dovesse capitarle di fare BDSM non potrà andare oltre manette e frustino, rigorosamente senza piombi, per ambo i sessi…maggiore! Tanto è abbastanza estremo l’ambiente.”
Nello spiegarle come stavano le cose all’addetta era capitato di fissare un istantino di troppo, col giusto angolo, il profilo del seno di Angela, che sembrò indifferente alla cosa…mentre quel sottufficiale delle trasmissioni era una donnina di ventisei anni, molto graziosa, la cui divisa militare sembrava rendere le sue forme piacevoli a vedersi. Era mora e magra a differenza di Angela, ed aveva un bel viso caucasico. I suoi capelli, raccolti in servizio, erano di un castano luminoso. Il suo sorriso da pin up. L’addetta chiese la firma autografa sullo schermo touch trasparente dove annotavano le trasmissioni. Angela firmò, e fece per andarsene, ma Laurenze, che l’aveva accompagnata alla porta, dopo aver visto che non c’era nessuno, la trattenne un attimino, facendole un sorrisino con l’occhietto, e chiedendole col braccio di rimanere ancora un istante, seguendola dietro l’area d’attesa…
“Qui la cam dell’ufficio ha un angolo cieco maggiore…ehm, se posso permettermi aspirante Pohel, ecco spero che mi perdonerà se ho guardato quelle immagini…le ho viste, le ho dovute vedere per regolamento…ecco vorrei dirle…maggiore… che…”
“…che? ...”
“…ecco, io sono rimasta attratta da quelle foto per il suo ex fidanzato Eddy… che però, di fatto, è lontano! Io insomma …non trovo le parole…”
“Per cosa non le trova?”
“…veramente lei…ecco, lei come corpo, mi è piaciuta!”
“Ah…!”
“Ecco, io volevo dirle che sono perfettamente bisessuale, e se dovesse sentirsi sola, se volesse trascorrere momenti…insomma diversi, intensi, e personalissimi…se lei volesse provare con…con me …io me la cavo bene con la lingua, e con la mano…dentro la tasca…non so se mi spiego…ecco spero di non averla imbarazzata; lei è così bella maggiore Pohel…e mi sono permessa …naturalmente accetterò anche un suo rifiuto!”
Ad Angela parve che gli occhi nerissimi del maresciallo Minnea si fossero illuminati mentre le guardava il suo viso biondo dagli occhi seducenti, e dolcemente gelidi. Angela forse aveva intuito, ma aspettava delle conferme…
“…prego…?!? Cioè lei sarebbe attratta da …da…me?”
“Mi perdoni maggiore! Non avrei dovuto! Ma di donne belle qui ne capitano poche! Ecco! ...”
Laurenze Minnea prese le tra le mani le guance della bionda Angela Pohel, e la baciò sulle labbra una decina di secondi, facendole sentire il suo profumo delicato, e l’igiene orale di cui andava fiera; praticamente un viso sorridente da modella. Angela, che dietro il suo aspetto algido, aveva sempre convissuto con l’istinto della lussuriosa, in quel frangente non se l’aspettava, ma aveva gradito schiudendo le labbra; stava quasi per essere sedotta la prima volta in vita sua da una donna, quando la giovane sottufficiale si staccò, e prese a baciarla sul collo usando la propria lingua con maestria…ad Angela scappò un sospiro per come era stata amata così brevemente…forse inconsciamente anche lei era rimasta attratta dalla giovanissima sottufficiale, e non era riuscita né a prevenire l’avance, né a sottrarsi; con la lingua ci sapeva fare quella ragazza…
“Ohhh…AHN…ma…”
Laurenze si spiegò a quel punto:
“…maggiore, la mia bocca, cioè la mia dentatura il dentista l’ha confermata tripla A, se volesse gradire di più… anche sotto l’ombelico mi troverà interessante, e sono sana, e se a lei dovessero piacere di più gli uomini, conosco dei maschi per dei giochini a tre in locali molto molto discreti, e pochissimo frequentati.”
“Laurenze, passi il bacio, ma…per un attimo m’era sembrato che lei …mi stesse toccando…sotto!”
“Per un attimo avrei voluto farlo…ma qui in ufficio meglio di no. Un bacio è normalmente tollerato, delle avances hard, no. Ma di tensione nascosta ce n’è tantissima, sa…”
Passò il mezzo minuto – faceva fede l’orologio digitale alla parete – più lungo e imbarazzante, per …entrambe le donne! Poi Angela prese la parola per dire:
“Hoh, se l’avesse fatto sarei dovuta andare a cambiarmi…il suo…il suo bacio…mi…mi ha…acceso, proprio qui sotto!”
“Se volesse seguirmi alla toilette, maggiore, le spengo il fuoco in due minuti…”
“Sono confusa, lei non è la prima donna che ci prova con me! …vo…vogliamo andare? Ma la avverto…io…no…non la lecco…ecco! Proprio no.”
“Mi segua maggiore Pohel! Chiudo un attimino l’ufficio!”
Rapidamente Laurenze accompagnò Angela nella toilette interna dell’ufficio; qui la mise contro il muro, e la baciò in bocca con molta foga, cambiando di tanto in tanto l’aderenza alle labbra, e sfarfallando la propria lingua, invitando Angela a fare altrettanto. Il maggiore Pohel aveva ceduto prima ancora che la bella ragazza delle trasmissioni la lingua gliela introducesse in bocca. Spartirono le loro lingue tre minuti, desiderandosi reciprocamente; poi dopo tre ulteriori baci alternati a tre sorrisi, Laurenze slacciò il vincolo del pantalone regolamentare di Angela, lo abbassò fino alle ginocchia, e scoprì le mutande, e le cosce ben tornite della donna. Calatele le mutande dapprima a metà fica, dopo averne contemplato il pelo gliele abbassò del tutto, e s’inginocchiò iniziando a baciarla sul ventre, introducendo la lingua nell’ombelico, e provocando al basso ventre contrazioni e rilasci ad ogni sfioro di labbra, e di lingua; poi essendo trascorso il primo minuto si dedicò alla grossa vulva rosea ormai eccitata della neo amica. Leccate rapide e leggere in prossimità del clitoride; sembravano non finire mai, come l’imbarazzo del maggiore Pohel, di solito talmente innamorata del cazzo, da accettare pure quello del proprio figlio, fino a ingoiare la cappella e la correlativa scarica di sborra…Laurenze, dopo aver sentito la vulva bagnarsi, si alzò in piedi, e introdusse due dita, medio e indice della mano abile nella grande fica di Angela, e governò la penetrazione con leggerezza e maestria avendo cura di sfiorarle il clitoride con il pollice. Contemporaneamente leccò il collo della donna fissa spalle al muro, e attese che venisse, senza mai smettere di masturbarla garbatamente e velocemente.
“HAHNNNN…ahnnnnn…OHHHHH…ahnnnnn…ahnnnnn!”
Angela Pohel venne, e venne felice, quasi piangendo. Disse all’amica:
“AHNNNNN…ohhhhh…ecco mi…sono…ahnnn bagnata…io non sono capace di leccarla Laurenze…ahnnn…ahnnnn…però …hahnnnnn…gra…grazie! ...ohhhhh! ...ahnnnn…ahnnnn!”
“Il suo seno, maggiore, uhmmm a occhio, è il triplo del mio!”
“…ahnnn…e allora?”
“Allora questo!”
Laurenze aprì la fusciacca dell’ufficiale, le alzò la maglietta di soggiorno lunare, e le scoprì i grossi seni che succhiò famelicamente subito, ritenendo di non avere il tempo di baciarli, nonostante fossero molto caldi, e si gonfiassero stupendamente col respiro imbarazzato di Angela; mentre succhiava il capezzolo sinistro, si mise a stringere il seno a pompetta, più volte, fino a quando al maggiore Pohel non scappò uno schizzo di latte materno; uno solo, direttamente in bocca di Laurenze, la quale disse:
“Ohhhh…per me basta! Spero di non averle fatto male, ma il suo latte è buonissimo!”
Le stampò diversi baci sul seno superiore…Angela ancora eccitata pensò di chiederle:
“…hahhhnnnn…vorrei venire ancora…potrebbe farmi un favore, Laurenze?”
“Tutto per lei maggiore!”
E la baciò in bocca di nuovo, per poi chiederle:
“E allora?”
Angela le diede le istruzioni:
“Ora mi chino; lei si mette dietro a me; m’infili due dita nell’ano, e spadroneggi un po’ mentre io mi tocco davanti…voglio venire di nuovo…”
“Yuhlmmmmm, dai…”
Angela si chinò in avanti, e inarcò il suo culone affinché Laurenze le potesse introdurre due dita nell’ano, indice e medio e massaggiarle l’inguine col pollice, intanto che Angela, poggiatasi al lavabo per non cadere, si massaggiava la vulva…Laurenze le leccò l’ano per poi baciarglielo, leccarglielo di nuovo, leccarle l’inguine, introducendole la lingua dentro lo sfintere, imbarazzando Angela…
“HOHHHHHHHHHHH …basta…metti le dita Helmut, sennò sento che le gambe mi cedono…”
“Un attimo…muhmmm…ecco…mhmmm…così…sì…dovrebbe cedere…là!”
“HOOOOOH! ...bene Laurenze, ohhhhhh…adesso spadroneggi un po’ il mio retto…”
Laurenze le fece il massaggio rettale che cercava, e dopo solo quattro sfiori alla propria vulva Angela venne…
“AHNNNN…AHNNNN…AHNNNNNN…AHNNNNNNN…AHNNNNNNNNNNN!”
Laurenze con l’altra mano fece una carezza al sesso zuppo di Angela pescando da dietro le cosce, e assaggiando la venuta ormai raffreddata di Angela...la quale, mentre la ragazza gustava i suoi fluidi morbosamente emessi un minutino prima, le disse mentre si rivestiva:
“…anch’io ero attratta da lei…ma non sono ancora lesbica Laurenze!”
“Oh non ha importanza…mi so adattare…anche al termine di una relazione…stia tranquilla! A proposito, poco fa ha nominato Helmut…non era Eddy?”
Angela con un’alzatina di spalle, fece cenno a Laurenze di avvicinarsi, e le sussurrò qualcosa che nessuno avrebbe dovuto sentire…
“…le foto…quelle di prima…erano per mio figlio Helmut…ecco! L’ho detto!”
“…?...”
“Helmut, è mio figlio, e ci ho scopato duro, prima di partire…prima di venire qui!”
“E suo marito?”
“Siamo separati da cinque anni e più, e Helmut era stato assegnato a me; la casa era piccola, e la promiscuità, e la noia hanno fatto il resto!”
“Ah! ...e…”
“…e? ...dov’è ora?”
“L’ho mandato a stare col padre dal quale ero separata legalmente, perché ormai aveva preso l’abitudine di scoparmi duro! Per tre giorni l’ho lasciato fare, come mi vedeva mi prendeva, e soprattutto voleva dormire con me!”
“E quanti anni ha?”
“Non me lo chieda!”
Laurenze però non demordeva:
“Quanti anni ha? Ho fatto io l’invio!”
“Dodici!”
“Ma lei è uscita pazza, maggiore…si rende conto?!...Con quelle foto finiamo in galera tutte e due! Se avessi saputo… cazzo!”
“No, no…diciamo che Eddy è il secondo nome del papà…per la verità il secondo nome del papà è Emil. Ma con la E puntata nessuno ci farà caso…sa, io avevo un altro problema: nello spazio volevo viaggiare da tempo, era il mio sogno segreto…sulla Terra sono pilota di spazioplano suborbitale da trasporto… e ora starò lontana da lui nove anni; se fosse rimasto con me, non so cosa sarebbe potuto succedere, capisce?”
“Sono stata attratta da lei Angela! Non appena è entrata qui ho sentito un brividino dentro! Però…”
“Però cosa? L’ho turbata così tanto?”
“Sono sorpresa! Senta, lei non lo sa, ma io sono nata qui, e la Terra non l’ho ancora vista, se non nei documentari 3d; non so come sia lì giù da voi, ma qui l’incesto non è visto con favore!”
“Da noi non è reato, è abbastanza diffuso, ma non è la norma… ma si devono contenerne le conseguenze! Avevo un’amica che si concedeva al figlio…noi come conoscenze, io e altri, lo sapevamo ma facevamo finta che non ci riguardasse…”
“…allora beh, neanch’io di questo Helmut non so nulla! Davanti ad altri sarò gelida e professionale, senza molestarla…mai…stia tranquilla!”
“Spero di non averla spaventata con questa mia rivelazione!”
“Un po’… comunque se le dovesse andare di rivedermi il mio alloggio è l’M-346… se lei vorrà vedermi di nuovo, per deliziare i nostri sensi e scambiare qualche fluido… passeremo al tu la prossima volta, spero…”
“Da ora Laurenze!”
Interdetta, almeno un poco, Laurenze rimase; comunque affettuosamente baciò sul collo la sua disponibile neo amica; poi la ringraziò:
“Grazie maggiore! Cioè Angela! Fai pure con comodo. Io devo tornare a lavoro adesso…”
“…ecco io…non…non so adesso…ma…insomma non so! Non lecco le vulve, ecco!”
“Senza fretta aspirante Pohel ! Prendi questo bigliettino da visita; sulla Terra si usava così dicono: ci sono scritti i miei turni; l’ho comprati per posta elettronica dall’Italia, uno dei paesi più belli della Terra, dicono...la fabbrica cartiera si trova a Firenze…”
“…davvero?!”
“Sì; per farmeli spedire qui mi sono costati una settimana di paga! Erano disposti a trasmettere il software per stamparli qui, ma secondo me non è la stessa cosa…ho preferito farli fare sulla Terra, e farmeli spedire fisicamente!”
Angela prese il biglietto per educazione, e sorrise a Laurenze…quindi la salutò baciandola sulle guance, e se ne andò a cenare, quindi a dormire, dato che l’indomani mattina sarebbe iniziato l’addestramento teorico. Il bigliettino se lo lesse con calma riflettendo sul proprio letto su quel bacio rubato dell’addetta alle trasmissioni. Ma farà con tutte così? – le capitò di pensarci mentre guardava il bigliettino stampato inciso su cartoncino di pregio:
Laurenze Minnea, sottuficiale addetta alle trasmissioni, da lunedì a giovedì ore 9,00-ore 17,30; completamente libera dalle 21. Venerdì ore 13,00-ore 20,00. Poi proseguiva vergato a mano: due sabati al mese, secondo e quarto, il notturno: ore 18,00-ore 7,00…
…solo che sull’insediamento lunare in un certo senso era sempre notte, e forse l’incidenza dei raggi cosmici, il sapore dell’acqua della falda lunare, le radiazioni wireless, il cielo oscuro, il grigiore desolante del paesaggio lunare facevano venire, di tanto in tanto, strane idee…come scopare lesbicando all’improvviso nella toilette di servizio di un ufficio militare…non v’era che dire: la Luna un esempio di quanto rendeva strani gliel’aveva appena dato. Cosa credono di dire i terrestri, quando dicono frasi tipo oggi Tizio o Caia ha la Luna storta o di traverso…sulla Luna, di traverso rischiavi di trovartici tu, di persona…Angela seguiva le lezioni, e si applicava regolarmente nello studio; in fondo non era niente di diverso da quello che faceva sulla Terra per qualificarsi su un qualunque nuovo aeromobile. Prese confidenza con le insidie della Luna quali una polvere finissima, il regolite che traspirava rapidamente dalla tuta all’intimo, alla pelle, e dalla pelle agli organi interni dove intossicava l’organismo. Ovviamente dentro la cupola era stata debellata, ma ogni volta che si usciva all’esterno in tuta e rover se ne incassava parecchia. Il rimedio era una piccola abluzione in una vasca non calda per non dilatare i pori della pelle, piena di un liquido colorato di rosa, elettroliticamente predisposto per assorbirne il più possibile legandosi ad esso; l’unico difetto di quel liquido era che il corpo era come se puzzasse di bucato bagnato; odore poi asportato con una doccia di risciacquo in un cilindro. Il sistema non era perfetto, perché non sempre il regolite interagiva col liquido che avrebbe dovuto asportarlo, legandolo a sé, e togliendolo dalla pelle; qualche sfumatura grigio-sporco restava sempre e doveva o poteva essere tolta mediante latte detergente da cosmesi. Dopo due settimane di attività esterna, Angela riprese gli studi teorici, e quando ne ebbe abbastanza di studiare, e cenare frugalmente per non intorpidirsi il giorno dopo, decise nelle ore libere di andare a trovare Laurenze presso il suo alloggio: l’M-346. Tecnicamente distava dal suo appartamento 650 metri, duecento dei quali si dovevano percorrere a piedi. Erano le 20,20 ora locale e il seggio mobile l’aveva lasciata presso il comprensorio degli alloggi M; il 346 si accorse che era al secondo piano sopra la superficie secondo il sistema di videocitofoni. Suonò componendo il numero 346, e attese:
“…”
“…chi è?”
“Angela, Angela Pohel. Cerco Laurenze Minnea…”
“Sono io. Sali, al piano due!”
Angela prese l’ascensore, e salì al piano secondo. Uscita dall’ascensore, si ritrovò su di un corridoietto di una dozzina di metri, da percorrere fino in fondo, dov’era ubicato l’alloggio 346. Dall’uscio aperto faceva capolino una testa femminile che conosceva: la sorridente Laurenze in maglietta e, s’accorse Angela, nient’altro che due belle gambette nude.
“Vieni, entra…”
Come Angela entrò, Laurenze la baciò sul collo…poi esordì:
“…sai, credevo che non ti saresti più fatta vedere! Sei splendida oggi!”
“Grazie. Tieni Laurenze, ho portato qualcosa da bere per stasera, tra noi due…”
“Ohhhh, non dovevi Angela, ti sei disturbata troppo, davvero…cos’è?”
“Champagne terrestre. Lo spaccio militare non ce l’ha, e così sono passata un minutino nella zona commerciale…tieni, mettilo in frigorifero! Un’oretta dovrebbe bastare…”
“Lo faccio subito. Dammelo!”
Laurenze andò nell’altra stanza a mettere la bottiglia in frigorifero, poi tornò; la maglietta attillata consentì ad Angela di apprezzare le belle forme della sua amica, piccole, flessuose, ed armoniose; un bel figurino femminile.
“Allora amica mia, dimmi…cosa t’ha portato qui da me?”
“Non so, avevo voglia di rivederti. Ho fatto sesso con un collega, una settimana addietro, era anche attraente, e nonostante fosse ben dotato…sai, mentre mi chiavava e lo baciavo felice, non smettevo un istante di pensare a te!”
“…a me? ...”
“A te, e alla tua abilità…”
“Ah…!”
Laurenze non s’aspettava un’affermazione così diretta, e sincera. Certo non dopo che Angela non s’era fatta vedere per due settimane, neanche all’ufficio postale. Passarono i due secondi più lunghi della vita di entrambe, probabilmente. Poi Laurenze riprese a parlare:
“Intanto che lo champagne rinfresca, che ne diresti di scambiare due parole, Angela?!”
“Oh certo; è per questo che sono qui... come ti stavo dicendo, ecco, nonostante ho potuto congiungermi con un buon cazzo, un cazzo vero - di un uomo! - più venivo scopata, più desideravo sentire di nuovo i tuoi tocchi, e la tua lingua sul mio corpo, amica mia! Siamo amiche, no?!”
“Sì, Angela! Siamo amiche!”
“Ecco, io a quest’uomo gli ho concesso pure un rapporto anale …avevo una voglia matta di sentirmi letteralmente aperta da qualcuno, e mentre mi …sbatteva avevo nostalgia di mio figlio Helmut! ... sai quando mi chiese di sbattermi in modo canino, a quattro zampe sul letto, riflessi entrambi, io avanti e lui dietro a me dallo specchio del comò, mi limitavo a fingermi imbarazzata mentre spingeva il suo piccolo pistolino duro dentro il mio retto, ma dentro di me mi sentivo percorsa da brividini intimi, di quelli che ti fanno pensare di essere attraversata nel midollo, dal retto al cervello, da una correntina ronzante, come quando pensi ad un’alta frequenza, m’intendi Laurenze? Tu lavori nelle trasmissioni e sai cosa volevo dire …era una metafora, naturalmente, e …”
“…e, Angela?”
Al maggiore Pohel prese una strana balbuzie; dentro quella divisa c’era una pura e semplice donna, che in quel momento davanti a Laurenze, appariva esser fragile e imperfetta; non certo la donna solida che credeva la sua defunta vecchia amica Anita Hansen, morta suicida poco prima che lei partisse per il Brasile, dopo la morte per abuso di farmaci sovraeccitanti di suo figlio Hendrjik, col quale aveva sviluppato una vera e propria relazione domestica, che sarebbe potuto durare indefinitamente…
“…mi …mi …so-sor…pre…nde… di-dirtelo! Ecco io la prima volta che mi hai preso la vagina …ho…ho …sentito gli stessi brividini che mi prendevano a esser sodomizzata da mio figlio Helmut …solo che con lui mi reprimevo per …per …per no…no… non esaltarlo troppo! Ma farmi sbattere come una puttana in un vicolo malfamato mi piaceva. Lui m’inculava, e io sognavo di essere violentata da una gang per strada …ci stavo prendendo gusto a farmi inculare da mio figlio! No! Non era una cosa normale! Nemmeno in una società come la nostra, dove l’incesto episodico è una delle esperienze che le famiglie fanno, non di tanto in tanto come di dice nei testi scolastici di educazione civile, ma spesso, coi figli quasi adulti, anzi non sempre adulti, per superare la noia domestica! In città più che nelle campagne!”
“Sai, certe volte esser nata sulla Luna la considero una fortuna! Qui è tutto filtrato, e aromatizzato artificialmente… mentre sulla Terra sembra si possano provare emozioni vere, buone o cattive che siano… un po’ v’invidio! Però non sono mai riuscita a lasciare la Luna, che in fondo è sempre stata casa mia.”
“Mai scesa sulla Terra?”
“Mai finora! Voglio metter da parte un po’ di soldi prima di venire, ad ogni modo! Dimmi, te come sta andando l’addestramento?”
“Bene! Ma ogni uscita all’esterno mi costa mezz’ora di latte detergente, per togliermi il regolite; me lo sono trovato persino nella passera …e mi sembra lo stesso di respirarmelo, anche dopo le abluzioni obbligatorie…ho messo un buon deodorante, quel liquido assorbi-polvere non lascia addosso un buon odore!”
“Sì, ho sentito queste cose Angela! Immagino che tu sia qui per chiedermi dell’altro sesso, vero?!”
“Sì, da fare con calma! Se non avevo capito male sei un’esperta di fist-fucking … mi dicesti che con la mano in tasca te la cavavi bene …per lo meno io ricordo così.”
“Sì, lo so fare. Vorresti provarlo?”
“Hoh! Certo …”
“Guarderesti assieme a me un olo-porn privato? Sai, privatissimo! Girato qui sulla Luna.”
“Mi stai dicendo che non ne potrei parlare con nessuno?”
“Sì, più o meno, sì. Meglio che non si risappia …da nessuna parte!”
“Va bene.”
“Sai sulla Terra gli olo-porn della Luna li fanno con la realtà virtuale; quello che possiedo io è stato girato autenticamente sul suolo lunare; se lo si sapesse poi ci sarebbe una seccante notorietà di due o tre mesi almeno; solo che sulla Terra un posto dove scappare si troverebbe immagino, qui no!”
“Se vuoi mostrarmelo, sono pronta.”
“Preferiresti la modalità home-theatre, o basta il monitor?”
“…non saprei, fa tu!”
“…facciamo la home, allora! In fondo è un olo 3d!”
Laurenze sgomberò metà della stanza per liberare poco meno di cinque metri cubi di aria, che avrebbero ospitato la proiezione 3d, prelevata da un olo cube che avrebbe riversato le sue informazioni su di una coppia di proiettori piazzati ad arte uno in alto su una mensola, l’altro in basso in prossimità della cornice del pavimento. Laurenze diede gli speciali occhiali per la visione 3d alla sua amica Angela, ed un paio li indossò lei. Poi sistemandosi sul divano lasciò libera la poltrona per Angela, che aveva una visuale migliore. Prese un piccolo telecomando e accese l’apparato. Poi depostolo diede le istruzioni coi gesti delle dita della mano destra. La luce intorno a loro si attenuò parecchio e cinque metri cubi d’aria che riproducevano le persone in scala sette a dieci linearmente, s’illuminarono, presentando un lettone a due piazze, nel quale una delle donnine in lingerie seducente era Laurenze, di un’età apparente intorno ai sedici anni. Laurenze nel filmato 3d, distesa sul letto aveva uno dei seni scoperto, e sotto una maglietta di finissima seta rosa, sembrava non indossare alcun tipo di slip, in evidenza le sue belle gambette e coscette; nel campo, dal nulla ecco apparire un ragazzo pressappoco della stessa età, biondo, glabro e nudo. Come si piazzò accanto a lei sul letto iniziarono a baciarsi e a toccarsi; una voce femminile fuori campo dava ai ragazzi le istruzioni su come iniziare; Laurenze in compagnia di Angela iniziò a commentare la situazione descritta nel filmato…
“Quello che vedi, il biondino, ha quattordici anni; io quindici. Quella sera – mi dissero - dovevo sverginarlo; ero stata contattata per questo! In cambio avrei avuto una spintarella in caso di arruolamento nell’esercito terralunare; ora iniziamo ad amoreggiare, lo bacio un po’, gli porgo prima il seno, che lui mi ha baciato meticolosamente; viceversa me l’ha succhiato abbastanza poco; sul mio seno ha trascorso almeno sei-sette minuti, poi gli ho favorito il ventre, e la fica. Me l’ha leccata con la lingua leggera leggera; io avrei voluto che vi restasse attaccato almeno quanto lo era stato al seno, ma ha finito di leccarmela troppo presto; fortuna che mi si era già aperta, vedi? Ecco, guarda! …finalmente tira fuori il cazzo!”
“…vedo, vedo…ma che fa? Non te lo mette dentro?”
“No, come puoi sentire la voce fuori campo ci dice di fare un sessantanove per assaporare contemporaneamente i nostri sessi; mi ha chiesto di stare di sotto a me, e la voce fuori campo ci dà il via… è la stessa persona che ha realizzato quest’olo-porn 3d casalingo…lui mi lecca muovendo la testa, più che la lingua, e anch’io mi do il mio daffare succhiandolo e lappandolo come potevo; ora mi sfilo il body e sono completamente nuda anch’io…ecco ora gli chiedo di voltarsi e di entrare, in me …ero già vogliosa, e bagnata bene. La sua cappella avrebbe conosciuto il paradiso, quello vero! Mi stacco dal 69 e allargo le cosce pronta ad accoglierlo in me … non vuole decidersi ad entrare, fino a che la voce fuori campo dice: -“…aspetta mio piccolo Thor, che vengo anch’io!” …senti, no?!”
“Sì, ma chi era questa voce? Femminile sembra…”
“Sua madre, che lui chiamava Cora. Guarda cosa fa …si siede sulle caviglie poco sopra a me, allargando le sue cosce …io avevo la visuale sul suo culo …guarda cosa fa lui prima di penetrarmi… vedi, guarda …lecca la vulva della madre con il pelo corto nero, e la lecca a lungo; a metà della leccata, ha raggiunto la durezza, e si è preoccupato di penetrarmi, finalmente…fosse stato più alto avrebbe avuto difficoltà a penetrarmi mentre leccava la pataccona materna; devo dire però che ce l’aveva duro. Io solo parzialmente eccitata dai suoi affondi, vedendo innanzi a me il culone della madre, mi sono trovata qualcosa da fare. Mentre lui le leccava la vulva muovendosi col cazzo piantato nella mia fica, io con la mia lingua stimolavo l’ano e l’inguine di sua madre che, come vedi Angela, perde qualche rigagnolino dalla sua fica leccata dal figlio…a quel punto mi misi a carezzare sistematicamente l’inguine alla signora, e senza preavviso ho introdotto all’improvviso la mia lingua attraverso il suo ano …alla signora scappa un sospirone, seguito da un respiro imbarazzato, un noooohhh che però era un sì, e il signorino sentito il rantolone della madre, mi sborra tutta la fica, poi lo toglie; la madre a quel punto si toglie anche lei …e mi chiede di sistemarmi con la fica sborrata dal figlio sopra la sua testa; guarda Angela, la sborra mi cade dalla mia fichetta glabra, guarda dove finisce! Apre la bocca e se la beve tutta quanta…vedi?!...”
“Vedo, vedo…proprio una gran porca la signora! Ed era la mamma di lui?”
“Sì, di trentanove anni…guarda adesso…la signora aveva lasciato la olo cam sul treppiede, e azionato un minidrone che ci riprendeva d sopra. Ronzava fastidiosamente, ma ha permesso le belle immagini che vedi…ora guarda, dopo aver ingoiato la sborra del figlio, caduta dalla mia fica, la signora mi sistema a quattro zampe, e mi fa un bel lavoretto al mio buchino dietro con la sua lingua e le sue dita; una piccola preparazione di un paio di minuti, manco…il ragazzo, ah, a proposito si chiama Oliver; ecco che Oliver, vedendo la madre umettare di saliva il mio ano, aprendolo, e poi lasciandolo libero di richiudersi, e poi aprendolo di nuovo, ci introdusse la lingua, e il cazzo del suo Oliver tornò dritto…lui si scappella, e senza tante cerimonie mi trafigge entrando col cazzo tutto in una volta! Quando riesce è una bella sensazione!”
“Sì, ne so qualcosa! Infatti è bello quando l’invasione è completa!”
“La sodomia di Oliver è durata dodici minuti: i primi, quelli che stai vedendo adesso Angela, lei mi teneva le natiche alla giusta larghezza; poi si è piazzata sotto di me leccandomi la fica di nuovo eccitata dalla superba lingua della mamma di Oliver…e io mi sono chinata a leccare la sua, mentre il figlio spadroneggiava nel mio retto, vedi Angela, quando lui ha sborrato, io ho leccato, forse non troppo delicatamente, il clitoride della signora Cora, cui scappò un urlo di piacere misto a dolore; poi ci siamo accasciati tutti e tre …ora, scusa mando avanti …ecco…ora Cora chiede al figlio la penetrazione anale, e io mi piazzo sotto la signora già a quattro zampe; le natiche e il buchetto alla madre gliele prepara il figlio; da quello che ho capito rivedendo il filmato lui era metodico nella preparazione alla madre della sodomia; io non potevo vederlo perché come vedi sto leccando la pataccona alla mammina inculata…ecco ora la infila …guarda che smorfie! Quello che sta provando la signora è un piacere suo intimo, interno, molto, molto sottile…”
Angela ripensò a quanto le piacesse essere sbattuta al culo dal figlio Helmut davanti alla specchiera ai lati del lettone…
“Se guardi bene Angela, quello la mamma se la inculava già da un po’! A me la signora chiese solo di sverginargli il figlio, e accettai dato che era carino! Come vedi però di sesso hard quel ragazzo ne sapeva già un bel po’… altro che verginello! Vedi come la incula dritto sulla schiena, dietro a lei?! In realtà quei due si sapevano divertire da anni e anni … tié, guarda come le tiene i fianchi! Ora lo toglie, si china, a umettarle di nuovo il buco del culo con la lingua, glielo viola, vedi?! La introduce facendola guizzare bene, poi la toglie all’improvviso, e la infila di nuovo! E a me, sotto la signora delle lussurie, m’è toccato bere lo squirting…ero così eccitata anch’io che le leccai la fica al meglio che potevo, e mi accorsi che di sapore mi piaceva moltissimo, dato che era stata usata da relativamente poco tempo…guarda apro la bocca, e la madame mi dona un paio di schizzacci appiccicosi …qui ormai abbiamo finito, e sorridiamo alla olo cam…”
“Avevi i denti storti, vedo… non come adesso!”
“La signora Cora, della quale divenni amante privatissima, nel senso che non sempre Oliver partecipava, per i sei mesi che è stata qui, mi ha pagato l’ortodonzia, e le cure estetiche della bocca … e mi ha fatto prendere nell’esercito! Quella che ti ho mostrato è la copia; l’originale ce l’ha lei; non li affida nemmeno al figlio, che ormai sarà sposato, e di Laurenze Minnea non si ricorderà neppure…”
“…uhmmm…lei è una donna bella e fine, si vede; ha una faccia conosciuta…però non mi ricordo dove l’ho vista!”
“Su qualche notiziario terrestre, probabilmente! Forse anni fa. Da un po’ non ne sento parlare nei notiziari. Si trattava di Cora Sanpavlov, baronessa von Pthesser; qui sulla Luna è stata governatrice pro tempore per sei mesi, circa quindici anni fa. Il figlio Oliver ha sempre studiato dai religiosi: asilo fino al liceo dal collegio gesuita di Bremsburg, in centro Europa; l’università in un ministaterello di cui ho sempre saputo poco: pare si chiami il Vaticano…e ospita il capo di tutti i cristiani, il papa…pensa che quando si è insediata qui, tra i suoi primi atti ci fu quello di limitare la pornografia 3d, e il monitoraggio legale degli oggetti di sollazzo sessuale introdotti dalle reclute, e da qualche ufficiale, nelle caserme dell’esercito terralunare, temendo servissero per dei rituali d’iniziazione umilianti contro le reclute; nelle sue interviste si era sempre espressa contro la diffusa tollerabilità sociale dell’incesto, ed è sempre stata contro il commercio nel ciberspazio del sesso plurifamiliare, quello in cui i figli sono grandi, e fanno un’unica ammucchiata con i genitori, per intenderci … nel segreto della camera da letto come vedi, era tutt’altro!”
“E il marito?”
“Il barone von Pthesser ha sempre avuto un harem privato tutto suo, dal primo giorno di matrimonio; compare accanto alla moglie in pubblico; ma vive per conto suo sostanzialmente…quando la moglie s’insediò qui, rifiutò di seguirla per ragioni di salute; viceversa il figlio ci visse sei mesi di lussuria… con la madre, con me, con tutte e due, e con altre prima di andare dai gesuiti…donne che gli procurava il capo delle guardie del corpo della madre: delle belle trentenni e quarantenni, un paio anche ufficiali dell’esercito terralunare. La madre stessa scopava anche lei col capo delle sue guardie, uno stangone nero del cui cazzo, mi aveva detto delle belle cose…ma con cui non ho mai potuto far sesso!”
“Insomma, hai avuto un colpo di fortuna, e l’hai colto!”
“Si può dire così…”
“Senti Laurenze…”
Angela si spogliò rapidamente togliendosi in meno di trenta secondi fusciacca, maglietta, e pantaloni, restando solo in reggiseno e slip; poi precisò a Laurenze:
“Vieni qui accanto a me …il film lo rimandi dall’inizio…non commentare stavolta! …se devi dire qualcosa, di porco spero, la dici a me, e sul mio corpo; l’olo 3d lo ascoltiamo con i dialoghi originali, toccandoci reciprocamente…conduci tu il gioco amica mia! Ti do il mio corpo …non so se te la lecco, onestamente …”
“Vado a prendere lo champagne e i bicchieri… si sarà raffreddato abbastanza…”
Prima di andare a prendere lo champagne Laurenze si era tolta la t shirt più o meno aderente; non avendo mai messo gli slip, che a casa non amava portare, era completamente nuda. Si sciolse anche i capelli per lasciarli liberi di fluire, ed essere più seducente; in meno di un minuto tornò con la bottiglia dalla sua amica …tonda, e vogliosa di sensi proibiti…
…stappato lo champagne, e riempiti i rispettivi bicchieri, le due donne sorseggiarono un po’ di quello champagne, poi Laurenze ne versò un po’ sul seno di Angela, per poi raccoglierlo con la lingua mentre le scendeva aderendo alle sue rotondità, giù per il corpo…un paio di minuti erano occorsi per leccare via i primi rigagnoli, poi Laurenze bagnò di proposito la generosa vulva di Angela, con tutta la parte rimasta nel bicchiere; naturalmente per leccarla, bagnata della bevanda, nelle carni e nel pelo…
“…mhmmm…hohhhhh…ahnnnn…Laurenze…mi stai facendo diventare…ahnnn…le…lesbicahhhh…con la lingua come te la cavi bene…hohoh…ahnnn…ahnnn!”
“…pensa solo a godere, amica mia…sluuuuuurp…slaaaap…fluft…sleeeeeeeepf!”
“…la …hnnnn…ahnnnn…la…lecchi…la lecchi bene! ...ahnnnn…ahnnnn!”
Laurenze passò la lingua su tutte le carni sensibili di Angela, per poi leccarne infine, l’ano…l’eccitazione di Angela andò parecchio al di fuori del suo solito autocontrollo nel godere…i era talmente eccitata da spingere Laurenze sul divano e allargatele le cosce, dopo averle preso le gambe, tirò fuori la sua lingua, esitando però qualche istante mentre Laurenze sorridendole aspettava di ricevere la lingua della donna sulla sua vulva già aperta; poi dopo un minuto di contemplazione del suo piccolo sesso Angela abbassò la testa tra le coscette di Laurenze, e a occhi pressoché chiusi; dapprima penetrò la fica con la lingua sporgente, che mosse goffamente dentro il sesso di Laurenze, già caldo e abbastanza bagnaticcio. Dopo un minuto di goffe movenze estrasse la lingua dal pertugio, e prese finalmente a leccarla più in alto, vicino il clitoride della giovane sottufficiale. Era la prima volta che leccava una fica, e le lappate inesperte di lei fecero crescere l’eccitazione anche a Laurenze, la quale le propose…
“…ahnnnn …facci…faccia…hnnn…amo un sessantanove, Angela!”
L’offerta venne prontamente accettata, e Angela essendo più grossa si mise di sotto. In un minuto di aggiustamenti delle cosce le loro bocche si erano collegate alle loro vulve, e le loro lingue assaporavano la propria saliva, mista agli umori emessi dalle loro rispettive vagine ormai gonfie. A Laurenze capitò di venire sul viso di Angela quando strofinò i propri capezzoli inturgiditi sulla superficie del ventre caldo di Angela, che venne bagnata dalla fica di Laurenze…ora la donnina si diede da fare di carezze leggerissime, e di salivosa lingua per vezzeggiare il grosso sesso femminile di Angela, aperto e dilatato dalle dita esperte della giovane donnina. Dopo che anche Angela poté avere il suo orgasmo grazie alla delicatezza di Laurenze in prossimità del suo clitoride, le due donne cambiarono posizione, si abbracciarono e si baciarono in bocca, cercando al tempo stesso di sfregarsi l’una contro l’altra le proprie vulve ormai bagnate. Poi prese dalla stanchezza si baciarono in bocca ancora una volta, e quindi dormirono abbracciate, e nude…dopo un’oretta si erano svegliate entrambe, e Laurenze stava guardando tutta nuda, toccandosi di tanto in tanto secondo le scene, il file porno auto prodotto tra lei, Cora, il di lei figlio …erano scene di qualche annetto addietro…Angela era andata in bagno a darsi una ripulita e urinare; quando tornò la signorina Minnea aveva aperto una valigetta di mezzo metro circa al cui interno c’era una parure di stimolatori rettali, e un paio di dildos, di quelli con la temperatura autoregolante. La snella padrona di casa aveva preso un dildo e se lo era messo dentro la fica, per poi piazzarsi in posizione canina, offrendo ad Angela il proprio culo…in attesa di violazione; il video era nuovamente al punto in cui il giovane Oliver leccava il sesso della madre Cora…Laurenze disse ad Angela…
“…comincio a sentire la temperatura del dildo… si sta scaldando bene…ohnnn…ahmmm…ohhh…guarda come gliela lecca! …ecco, fra poco squirta…guarda Angela, e quando squirta infilami nel culo quello più grosso …non preoccuparti! Non mi farà male…”
Angela prese uno degli stimolatori rettali a cuspide arrotondata, e impugnandolo come a pugnalare, attese il momento per violare l’ano della giovane sottufficiale, la quale teneva le cosce abbastanza larghe da non dover scostare le natiche. Tuttavia Angela con la mano libera dallo stimolatore, le scostava la natica destra per valutare come si allargava l’ano roseo di Laurenze: fissandolo le era capitato di provare tenerezza per quel buchino striato e si mise a leccarlo, insalivandolo…
“…uhmmm…ahn…ohhhhh …mhmmm …sì, così Angela, così…”
Intanto dal video 3d davanti a loro la fica della signora Cora preparata e masturbata dal lussurioso figlio di lei, che a guardarlo era proprio il ritratto della madre emise l’atteso squirting, e Angela calò il penetratore anale la cui punta arrotondata e smussata colpì il centro dell’ano, che attraversò in un istante, o poco più…Laurenze sentì l’intrusione del mini-fallo artificiale, corto, ma della larghezza giusta…
“AHAHNNNNNNN! …huhmmm …muovilo Angela, ora che viene quella donna…Cora …verrò anch’io…”
Il dildo autoregolante alla temperatura, era di quelli provvisti di giroscopi interni digitali e piccolissimi, gli stessi che si potevano trovare in un mini drone commerciale, si mise in moto da solo descrivendo moti conici dentro la vagina interna della Minnea…il moto avanti e indietro dello stimolatore rettale, stimolava e contrastava gli angoli di movenza del vibratore e così la vagina della giovane donnina poteva espellere gli stessi liquami che avrebbe emesso con il cazzo in chiavata di un uomo…ora il video 3d mostrava (la terza volta ai loro occhi) Cora inculata dal figlio Oliver e Angela tolse il dildo dalla vagina di Laurenze, che ormai era venuta; poi tolse lo stimolatore rettale corto, quindi infilò nel culo della giovane amante il dildo auto movente che le aveva fatto godere la fica…Angela decise d’infilarle nel culo quel dildo solo per due terzi della lunghezza, per timore che il retto con il contrasto delle movenze interne finisse per prenderlo tutto, poi quando il retto violato di Laurenze avviò con uno spasmino il motorino interno del vibratore, Angela andò di fianco a Laurenze, e le prese i seni, stringendoglieli tutti …alternando le strette ai seni con quelle ai capezzoli …dopo otto minuti il dildo non si muoveva più, restando piantato nel colon retto, inerte. E anche Laurenze, ormai aveva goduto, e ora voleva solo riposarsi…
“…ahnnn…Angela…huhmmmhhh…ohhhh…basta così…ohhhh …puoi toglierlo! Tanto s’è scaricata la batteria …mhmmmh…dai, Angela, toglilo …”
“Aspetta, non muoverti, ci penso io!”
Angela si spostò dietro a Laurenze e, afferrata la sporgenza del vibratore a forma di cazzo maschile, lo estrasse dal colon retto. Ovviamente l’oggetto portò con sé merda, e sangue. Il colon retto di Laurenze conservò la forma del dildo che aveva ospitato per un buon minutino, poi dopo un bacio di Angela all’ano allargato di lei, riprese a richiudersi …la donnina disse:
“…mi ha fatto una bella revisione quel fallo!”
“Costa molto?”
“Non saprei! Fu un regalo di addio di Cora …ha venti programmi di movenza …ovviamente il meglio lo dà nella vagina interna! …senti Angela, vado a darmi una ripulita, poi mi dedicherò ai tuoi buchini …aspettami! Non andar via!”
Angela, completamente nuda, una volta terminato il video 3d, si guardò intorno nel piccolo appartamento in godimento a Laurenze…avendo sete prese la bottiglia di champagne e se ne versò un po’ nel bicchiere sorseggiandolo in attesa che tornasse la sua amica dalla toilette…

…qualche minuto dopo Laurenze, messa a nuovo da una doccetta, senza chiedere niente ad Angela iniziò a fare un po’ d’ordine e a far sparire l’olo memory col video con Cora. Angela chiese:
“…abbiamo finito che stai mettendo in ordine? Vuoi che vada via?”
“Chi ha detto che abbiamo finito, amica mia?! Sto soltanto mettendo via qualcosa che non deve finire in mano ad estranei, neppure quando sono amici… ne stiamo aspettando uno, sai…”
“…uno?”
“Un maschio, con il cazzo e i coglioni da svuotargli amica mia …lo so che non sei lesbica …fondamentalmente sei etero! E poi prima, dopo il sessantanove, quando ci eravamo addormentate dopo esserci baciate, hai parlato nel sonno, e volevi Helmut…”
“Per forza! Si tratta di mio figlio…”
“…certo, me l’hai detto, certo! E giustamente ti manca! Non avresti dovuto venire sulla Luna! Ma non ti giudico, tranquilla!”
“…non potevamo continuare ad amarci more uxorio. Ora sta col padre, e se vuole donne, lui di troiette ne conosce almeno quante ne spinge …rendo l’idea?!”
“Sì, certo … ehi, perché non dai una pettinata alla bernarda?! …tieni!”
Laurenze le diede una spazzola, e Angela diede un’ordinata ai peli pubici biondi, alcuni dei quali caddero al suolo. Prontamente Laurenze, con un aspiratore wireless da briciole aspirò quei peli biondi sotto i piedi della tonda Angela…d’improvviso si sentì il campanello interno …Laurenze descrisse una diagonale immaginaria nel volume d’aria della loro stanza, e la porta d’ingresso si aprì: il maschio chiamato da Laurenze entrò…


- Continua -

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