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Una coppia d'incestuosi (per tacer della mamma), 4a e ultima parte


di sexitraumer
16.06.2019    |    23.853    |    5 8.5
"Mamma fece cenno a Francesca di allontanarsi, e di continuare con le riprese..."
Andammo in bagno e osservai mamma mentre si faceva una doccia, poi prese del bagno schiuma e mi disse di lavarle la schiena ed il culo. Lo feci e intanto mi facevo un’idea dei meloni che avrei dovuto scostare per evidenziare il buchetto. Mamma nonostante la sua età era proprio figa, anche se la cellulite non poteva essere nascosta. Prese una stoffetta morbidissima e la avvolse intorno al terminale d’una peretta, e la insaponò. Il mio incarico era ficcarglielo dentro, oltre l’ano, e lavarla movendolo un paio o forse tre quattro volte. Mise il culo verso di me, poggiandosi ai bordi della vasca, con le minne che le cascavano inerti, e mi ordinò:
“Aprimi le natiche e guarda come s’allarga…”
Lo feci un paio di volte e mi resi conto delle dimensioni dell’apertura anale, poi mi fece cenno d’introdurre la peretta col terminale di tessuto anti strappo insaponato debitamente. Mi diede delle istruzioni più dettagliate.
“Ficcalo piano, piano…allarga una delle natiche, vedi tu…e ficca!”
Presi in mano la peretta e mi preparai a penetrarla secondo le sue istruzioni. Allargatole l’ano le introdussi il terminale…mamma forse sentì del dolore…”
“HOH !...uhmmm…ahi…”
“Male? Lo tolgo?”
“No, fallo avanzare…così…ahnnn…ohhh…ancora un po’ dai…”
“Così ?”
“Sì…ahn !...e ora ruotalo più volte…dai!”
“Così?”
Decisi per il senso anti orario e diedi circa tre giri. Mamma disse:
“AHNNN…bene…ahnnn…fai un altro paio di giri…e…estrai !”
Diedi un altro paio di giri e quindi estrassi la peretta col tessuto ancora avvolto ormai sporco. Mamma disse:
“…sciacqualo e insaponalo di nuovo!”
Eseguii alla lettera, quindi mentre mi preparavo a rimetterle dentro il terminale della peretta, mamma mi prevenne…
“Ficcacelo col dito e poi tira fuori!”
Lo feci di nuovo provocandole altro godimento, poi alla fine mamma aprì lei stessa il suo buchetto e ci fece entrare l’acqua del rubinetto. Io stesso riempii la peretta per sciacquarla meglio per quei cinque o sei centimetri che avevamo “pulito”…finito il pretrattamento anale, mi lavò lei stessa il pisello, di persona…e quindi raggiungemmo il salone dove ci aspettava seduta mia sorella Francesca. Mamma le diede lo smartphone spiegandole i comandi video, quindi mi fece indossare il mephistino chiedendomi:
“Che ne diresti d’iniziare con un sessantanove? ...tu sei pronta Francesca? Ricorda, anche se ti eccitassi, magari ti tocchi, ma tu di persona non devi prendere parte alla scopata! Devi solo riprenderci, e tuo fratello deve mettercela tutta per incularmi per bene!”
“Beh, mamma io sono pronta!”
“Massimo?!”
“Sì?”
“Sessantanove, e …insomma pecorina classica, va bene?!”
“Hai voglia!”
“Dovremo fare anche delle scene in cui usi la lingua per sodomizzarmi…tre o quattro! Ripeteremo più volte anche la scena della violazione anale con la cappella…quando ti dirò cavalca Massimo, vai avanti indietro alla velocità che vuoi! Mi devi venire dentro! Ma aspetta che sia io a dirtelo!”
Toccò a me distendermi supino, mamma si sedette accanto a me ed iniziò con una normale sega, guardando il mio pisello. Francesca ci stava riprendendo con la funzione video; sapeva soltanto lei cosa stava riprendendo; io cercavo di concentrarmi guardando le minne di mia madre, che a malapena riuscivo a toccare, pizzicando di tanto in tanto il suo capezzolo; tutto sommato era un gesto pigro, che durò quel paio di minuti necessari a che mia sorella Francesca ci facesse diverse inquadrature di quel che stava riprendendo, poi all’improvviso mi sentii solleticato sul mio basso ventre dai capelli di mamma, la quale un istante dopo aveva già preso in bocca la mia cappella, debitamente passata alla sua lingua piuttosto attiva. Mamma fece cenno a Francesca di fare qualche inquadratura di primo piano avvicinandosi col cell. La scena dell’improvvisa presa in bocca venne ripetuta tre volte: il solletico dei capelli continuavo a sentirlo, il piacere della cappella nella sua bocca calda, che veniva colpita con la lingua, e bagnata di saliva aveva un po’ perso il piacere della sorpresa nel passare dalla sega al pompino. Mamma fece cenno a Francesca di allontanarsi, e di continuare con le riprese. Si sistemò con precisione sopra di me, bocca-fregna, bocca-cazzo a seconda se ci avessero guardato prima lei e poi me o viceversa. Senza distogliere la bocca dal mio cazzo, che cominciava anche a subire il naturale su e giù lungo l’asta, fece cenno a Francesca di spostarsi verso di me, verso dietro, affinché potesse riprendere la mia leccata di fica che feci tirando fuori la mia lingua il più possibile sulla superficie delle pieghe di pelle della sua pataccona già gonfia in procinto di ulteriore eccitazione. L’odore mi stava piacendo, e il sapore salatino sulla mia lingua cominciava a rendermi goloso. Mia sorella mi metteva un po’ a disagio ridendo per quella leccata di patacca che cercavo di fare più spettacolarmente possibile; il piacere del 69 ci prese ad entrambi: nell’istante in cui sentivo ingrossarsi il cazzo anche la sua fica di donna adulta stuzzicò la mia lingua e il mio palato con un paio di bavette che mi fecero aumentare il ritmo di respirazione una volta assaporate…ordinai a Francesca:
“Riprendici…ahnnnn…uhmmmff..hnn…uhmmmf da dietro…riprendi il colo…pciù, pciù! Uhmmm che bella pataccona che c’hai màa!”
Francesca cercò di farci il primo piano che avevo richiesto. Per stare più comodo chiesi a mia sorella:
“Sistemami sotto la testa il cuscino delle sedie; voglio stare comodo…ahnn, sluuuurp…slaaaaap…fluuuurff…slaaaaap!”
Francesca afferrò un cuscino dalla sedia più vicina (distogliendo l’inquadratura verso il soffitto) per far stare più comoda la mia nuca, e la mia testa. La qual cosa mi consentì di leccare la fica di mamma con più efficienza e linguate più ampie e lunghe; da maschio porco, ad ogni modo, leccavo anche inguine e talvolta anche l’ano. Il cazzo però dopo una crescita iniziale, sembrava non volerne sapere d’indurirsi; anche mamma aveva appena ordinato a Francesca di riprendere le sue prodezze di lingua sulla mia cappella, per un paio di minuti, per poi farle segno che doveva inquadrare la mia lingua che colpiva l’ano, mentre io, incappucciato le aprivo le natiche con le mani…Il cazzo però mi stava avendo ancora un’erezione fiacca, anche se non s’ammosciava…mamma disse:
“Ahnnnn…basta, basta col 69…”
“Stenditi tu con le gambe per aria…una chiavata di fica…magari risolve!”
“Come vuoi! Scostati!”
Ruotai verso destra e finii con la schiena per metà sul pavimento freddo; mamma prese il mio posto supina allargando le cosce; istintivamente mi chinai di nuovo per leccarle la fica già gonfia e bagnata…sentii il mio cazzo intostarsi, e dopo un ulteriore lecco, lo presi in mano e lo accompagnai dentro la fregna materna, iniziando una bella chiavata che Francesca stava riprendendo facendo il gesto del pollice in alto con un sorriso malizioso mentre riprendeva la scena…intanto mamma, da grandissima zoccola con me il proprio figlio, disse tra un rantolo e l’altro…
“Ricordati che devi venirmi nel culo!…il video sarà…ahnnn..ohhhh…pro…proooohhh..posto come…ahn! …come…figlio fotte nel culo mamma sua…ahnnn…ahnnnn…”
“Certo mamma, certo! Ohhh ! Te lo metto al culo…ancora un po’ nella topa…è calda…!”
La topa di mamma era calda e bagnata e il mio cazzo non proprio grande ci si stava trovando benino…no! Benissimo ! Ma così duro sfondarle il culo come una lancia no…proprio no! Preoccupata mamma mi disse:
“Dai …ahn !...la fregna te la sei fatta!…AHNNN!...Ohhhh, dopo il video se vuoi me lo metti dentro di nuovo, e ti ci lascio anche dormire…ahhhhnnn…toglilo dai! Devi entrarmi nel culo! Devi incularla la tua mamma, sai Massimo…”
“E sia !”
Tolsi il cazzo e le diedi il tempo di cambiare posizione: mamma si mise alla pecorina; mia sorella Francesca di lato a noi due ci riprendeva…io aprii le natiche a mamma e le leccai e baciai più volte l’ano affinché Francesca ne traesse delle riprese a mezzo intorno a noi…gli dissi:
“Mò la sodomizzo con la lingua, stai pronta!”
Aprii di nuovo le chiappe a mamma, e con la lingua dura passai oltre l’apertura del suo buco di culo…mi concentrai sul mio compito due o tre volte. Il sapore era più grasso, e l’odore anche se non è notoriamente buono, purché il gesto sia moralmente proibito, mi fece trovare la cosa superabile. Feci guizzare la lingua sul suo buchetto del culo varie volte…l’ultima delle quali mia sorella Francesca ebbe cura di riprendere il volto in godimento di mamma, dalla parte opposta alle mie incursioni linguali…poi mamma disse:
“Devi mettermelo nel culo, Massimo…abbiamo aspettato anche troppo!”
“Allora Francesca, vieni di lato dietro a me e riprendi: glielo sto per mettere dentro…”
Presi in mano il mio cazzo eccitato ma non duro, visto il mancato contatto con la bella fica bagnata di quella bella porca di mamma, e scappellatolo, mi apprestai a violarle il buchetto del culo. Il mio era il cazzo di un adolescente, non quello di un porno attore! Per cui non era detto che mamma l’avrebbe realmente “sentito” …il problema era che non riusciva più a indurirsi, nonostante un certo allungamento…mamma disse:
“Fai con calma! E tu Francesca sempre pronta a puntare sul buchetto del culo che lo accoglie…allora Massimo, sono pronta!”
La cappella bene o male riuscì a superare il buchetto, ma io non riuscivo ad avanzare se non di un paio di centimetri. Lo tirai fuori di nuovo, per un nuovo tentativo…ma…niente! Non sapevo che pesci pigliare: avevo in mano il panaro di mamma e non riuscivo a schiappettarla…
“Màaa, qui…mi sa…che…”
“Ma va! Concentrati ! Vedrai che l’erezione torna!...”
Quando feci un altro tentativo a vuoto mia sorella ebbe un’illuminazione…
“Mamma!”
“Che c’è France ?”
“Il cappuccio me lo metto io! Tu riprendi a lui ! Tieni ! Mò vedi come si drizza…”
“Che vuoi fare ?!”
“Drizzarglielo…così t’incula! Prendo io il cappuccio Massi…! Dammelo, dai!”
Inebetito glielo diedi e subito lo indossò; poi diede il telefonino a mamma…la quale disse:
“Ho capito! No ! Il cappuccio lo deve tenere Massimo! Tu prendi uno dei tovaglioli di stoffa! Stanno sul tavolo!”
“…”
“Massimo, rimetti il cappuccio!”
Eseguii, e intanto mia sorella si era sistemata sopra la testa un tovagliolo di stoffa a quadri bianchi e rossi che copriva completamente il suo viso. Poi, toltasi le mutandine, mi offrì la sua fichetta quasi glabra, con poco pelo, affinché la leccassi…intanto mamma riprendeva la mia “soccorritrice dell’erezione”…in effetti il sapore della fichetta (in rapporto a quella di mia madre) di mia sorella, lievemente differente, e più stuzzicante di quello della pataccona di mamma, che avevo leccato per un quarto d’ora manco, mi aveva fatto tornare l’erezione: magicamente il mio cazzo si era risvegliato, allungato, e indurito! Gliela leccai velocemente con una certa fame…poi mi presi in mano il cazzo… e mamma, restituito il cellulare a France, riassunse la posizione della pecorina. Con una mano le scostai la natica sinistra, che mi ero accorto era quella che faceva aprire l’ano meglio, poi vi ficcai il cazzo; ficcavo ed estraevo più volte, proprio per assicurarmi che potessi farlo senza impedimenti. Francesca ci fece i primi piani quattro o cinque volte…poi mamma disse (finalmente!):
“Dai Massimo ! Ficcacelo tutto e muoviti ! Quello che devi fare lo sai già!”
“Cavalcarti ! …che altro !”
“Eccolo France ! Guarda un po’…”
Diedi un colpo più veloce e il mio cazzo di figlio adolescente scomparve dentro il retto di mamma, fino alle pallette, che le sbattevano sull’inguine…ci diedi dentro avanti ed indietro un altro buon quarto d’ora di rantoli (falsi quelli di mamma; come faceva a sentirlo?!) e miei…il problema era che non era stretto come quello di Francesca che oggi me l’aveva concesso per la seconda volta…cercai di pensare alla prima volta…un paio d’anni più o meno, prima dell’episodio dello spinello e del cunnilinctus fraudolento…due anni prima, dato che Francesca era riuscita ad appropriarsi di un tascabile della pornografia, portato o perduto maldestramente in classe sua, da un suo compagno segaiolo. Essendo qualcosa di proibito se lo lesse, e se lo guardò al bagno tutto quanto chissà quando, o per meglio dire chissà per quanto…

…insomma qualche giorno dopo, mamma ci aveva lasciato soli una mezzoretta finché tornava dal medico curante per una ricetta che le prese più tempo dei dieci minuti che aveva preventivato…stava di fatto che Francesca, non potei stabilirlo né allora né dopo, poco seria o per niente seria, in cucina, con le tende spesse tirate, s’appoggiò alla lavatrice mettendosi a leggere quel pornino che non era dei miei…senza neanche guardarmi s’era sollevata la gonna per provocarmi, e vidi che i soliti slippini non li aveva proprio messi…le toccai il culo massaggiandoglielo, e dimostrò di averlo tollerato, le passai il medio sopra il buchetto e respirò:

“AHN ! Piano col dito! Fa piano! OH ! Abbiamo tempo! Anche se non tanto…ohhh cattivone…il dito dentro…ohn…ahnnnn…”
…incuriosito della sua strana disponibilità non mi feci troppe domande, per cui portai la mia bocca a baciarle prima le chiappette…e poi anche l’ano, dove istintivamente cercai d’usare la lingua per violarglielo…mi accorsi che non mi era proibito neppure quel gesto…
“AHNN…sì…mi fai tremare con…ahnnn…quella linguaaaa…ahnnn!”
…allora mi sfoderai il pisello, me lo lasciai ingrossare ed intostare…e con la fortuna del principiante riuscii a entrarle nel culo al primo tentativo, successivo al mio scappellamento d’esaltazione.
“AHN !”
“Ohhh che bel culo stretto sorella…!”
“Sbrigati…devi darti da fare…potrebbe essere già per strada!”
Il mio cazzo adolescenziale ci entrò per metà, e cominciai a muovermi per ottenere l’eiaculazione…non voleva che la baciassi, anche se si era tirata fuori la lingua per l’eccitazione…mentre la trattenevo per i fianchi, si lasciò mordere sul collo, e leccare abbondante…e intanto le sparavo i miei colpetti di lancia verso quel suo culetto praticamente vergine…ahem non più a quel punto…la inculai lentamente, ma lei razionalizzando la situazione mi disse:
“Fa presto, ahn ! Dovrebbe tornare fra 10 minuti! Ohhhhh…che duro!...ohhhhh…ahi!...uhmmmmf… fortuna che alle scale riconosco i suoi movimenti…!”
“Hhhnnn…ahnnn…ahnnn…ahnnnn!”
Iniziai ad accelerare, ma le pallette non le sentivo ancora caricare, anche se il buchetto di mia sorella era piacevolmente stretto per una cappella dura come la mia…i nostri rantoli erano soffocati per non farci sgamare dai vicini…ed in effetti, secondo l’orologio a parete in cucina, i dieci minuti di mamma erano passati, volati, tra batticuore, stupefazione, ed un amplesso che sembrava non sganciabile…mia sorella aveva capito…per cui disse dolcemente sottovoce…
“Aspetta lo so io cosa ci vuole per te!”
Si voltò verso di me, e mi offrì lingua e saliva, ma la posizione era scomodissima, da torcicollo…avvicinai la mia lingua, e la bagnai della sua saliva; ce ne scambiammo un po’, e un istante dopo trottai tanto più veloce, che le venni dentro il culo in un minuto, ma stando all’orologio ne erano già passati quattro…mentre mi svuotavo dentro il suo retto, nonostante fossimo in città al terzo piano, l’acustica era ottimale, e calcolammo entrambi che mentre stavo dando il quarto sparo di sborra l’ascensore era appena partito da sopra verso il pianterreno…al sesto-settimo sparo il rumore cessò, mamma vi stava salendo in quel momento, ottavo sparo, ormai solo acquetta…l’ascensore era partito…mia sorella disse:
“Staccati scemo! Fra dieci secondi manco aprirà la porta, su imbecille, toglilo!”
Mi staccai. Non feci in tempo a vedere il suo buchino di dietro colare della mia sborra, perché la sua gonna vi ricadde sopra. Lei corse in bagno a lavarsi, dimenticando il porno. Mentre mamma apriva la porta con le chiavi, lo feci scivolare dietro la lavatrice; poi mi ricomposi alla meglio anche se ero parecchio sudato per la tensione…per il sudore dovevo inventare qualcosa… anche perché erano i primi di marzo di una primavera fiacca e freddina; andai in balcone, e annaffiando le piante feci finta di farmi sfuggire l’innaffiatoio affinché mi bagnasse…mentre bestemmiavo per essermi bagnato mamma disse:
“Sei sudato, che hai fatto?”
“Ho trasportato il pieno d’acqua…era pesante!”
“Vabbé ma l’acqua alle piante l’avevo già data io…”
“Uh ! Non lo sapevo…”
“Ma se si vede al piattino para acqua…che vuoi allagare di sotto?! Smettila, dai!”
“No…è che….”
“Rientra!”
Rientrai a casa; mamma non aveva creduto neppure per un istante all’incidente d’innaffio delle piante…beh in effetti avevo innaffiato qualcos’altro…ma certo non potevo dirlo…
“Dov’è Francesca?”
“In bagno credo…da un po’…forse sta anche leggendo qualcosa…o s’è cagata addosso…”
“…non è che l’avrai spiata dal buco della serratura, e ti sei fatto una sudata per la tensione di farti una sega guardandola nuda, vero?!”
“No, no! Ti giuro di no!”
Tuttavia per terra c’era una macchia, biancastra, densa e…sospetta. Chiaramente era il mio sperma: doveva essere cascato a terra mentre toglievo il cazzo dal culetto di mia sorella. Mamma disse:
“Mi sa che te la sei fatta qui!”
Divenni rosso in volto, come se avesse indovinato; a quel punto come avrei potuto giustificarmi?! Un istante dopo tornai di colorito più normale, dato che mamma disse in tono amichevole:
“Dietro la porta avevi paura che ti sgamasse, dì la verità!”
Ero stato pietrificato dal terrore che avesse coperto la sodomia con mia sorella; per cui non mi riusciva dissimulare l’imbarazzo; presi un fazzoletto di carta, e pulii il pavimento in corrispondenza della macchia “sputtanatrice” …mamma nel suo elegante tailleur, che aveva indossato per andare dal medico, sentenziò:
“Non ti spingere troppo oltre Massimo! Senti, sono una madre realista! Spiare dal bagno per farsi una sega è avvenuto pure a casa mia! Quello che hai fatto tu è possibile che avvenga…un po’ dappertutto…però…non provare a penetrarla! Ci siamo capiti ?!”
Mamma finalmente se ne andò a cambiarsi in camera da letto, perché c’era da preparare la cena. Ora capisco, tempo dopo quel fortunato amplesso con mia sorella momentaneamente imputtanita dal servizio porno che aveva letto, quello strano invito della signora Dora, casomai volessi scaricare qualche istinto naturale senza molestare mia sorella. Dora era una borghesissima casalinga, laureata in scienze informatiche, dirigeva una piccola o grande - non l’ho mai saputo - azienda da praticamente da casa; ed era troia lussuriosa come seconda vita. La sua regola d’oro era solo una botta e via…e io, ingenuotto, mi ero limitato ad un abbondante e succosa leccata della sua fica, sperando in altri inviti!…mentre questi ricordi mi stavano lasciando, anche se avevano sostenuto la mia erezione nel retto non tanto strettino di mamma, un piacere di calore in un infissabile lasso di tempo era partito dalle mie pallette violacee per lo sforzo, fino alla punta della cappella pronta a sparare dentro l’intestino di mia madre il mio sperma…istintivamente urlai ad alta voce:
“DORA !”
Il colpo partì: il mio inguine mi trasmise la sensazione dei miei spari…e mia sorella, ridendo disinvolta in t-shirt e pelo all’aria (e mutandine per terra) avvicinò lo smartphone di mamma per riprendere il suo ano riempito della mia sborra di famiglia…dopo aver atteso una decina di colpi senza più spari, tolsi il cazzo, e osservai il culo di mia mamma fatto da me, e riempito di bianca sborra che doveva riprendere la sua forma; niente di più facile visto che non era stato mai grosso tipo porn-graded il mio cazzo…il pisello si era rimpicciolito; credendomi spiritoso dissi a Francesca:
“…France…me lo pigli in bocca?”
“Figurati! Co’ tutta la cacca che avrai spostato in un quarto d’ora! Sei matto! Ti piace Dora, eh…manco ti saluta!”
Mamma si voltò e inginocchiatasi davanti a me, me lo prese in bocca tutto sporco che era di sborra, di cacca, e forse anche di sangue…dopo un veloce mulinello lingua e saliva, disse:
“Questo Dora non te lo farebbe mai!”
E iniziò a pulirmi il cazzo…Francesca riprese la tenera scena, poi disse:
“Mò lo salvo…ecco!”
Quando la scopata fu finita sedevamo tutti e tre, pressoché nudi, sul tappeto davanti al focolare. Ormai era sera e si stava bene. Il rilascio reciproco dei freni inibitori ci aveva reso più ciarlieri: per lo meno a me e mamma…io iniziai una conversazione:
“Màa…”
“Che c’è?”
“Ti ricordi quella volta che mi hai sorpreso in balcone che facevo finta di essermi bagnato per innaffiare le piante ?...”
“Sì…e allora?”
“C’avevi quasi preso in pieno! Poi un istante dopo mi resi conto che in realtà non avevi capito!”
“Capito cosa? T’eri fatta una sega osservando Francesca che si lavava le intimità al bagno! E non avevi pulito bene…cos’è che non avevo capito?! Quella notte stessa trovai un pornino dietro la lavatrice…chiaramente l’avevi usato tu dopo aver guardato tua sorella dal buco della serratura…lo usammo anche io e vostro padre…poi la mattina dopo era già nell’immondizia…”
“No màa ! Non hai capito proprio!”
“Cosa ?”
Tacqui…e mia sorella Francesca intervenne:
“Mamma, lo avevo provocato io! Quel pornino l’avevo portato a casa io rubandolo ad un compagno segaiolo che avrebbe dovuto leggerlo a fine lezione col suo amico del cuore…e poi ho pensato di portarmelo a casa e leggermelo io stessa con calma…mi aveva eccitata, così quando tu sei andata dal dottore per la ricetta, io sono andata a mettermi a leggerlo in cucina con il ventre contro la lavatrice; le mutandine me l’ero tolte già in camera mia…mio fratello mi ha visto e rapidamente esplorata sotto la gonna…insomma gli ho dato il permesso io stessa di mettermelo nel culo! Ero curiosa di sapere cosa si provava…la prima sborra non me l’ha sparata oggi, ma due anni fa circa…”
“Quindi vi eravate fatti una scopatina, per giunta anale, e completa !?!”
“Nella fica no. Credo non ce ne sia stato il tempo…quando con l’ascensore eri a metà palazzo l’ho convinto a uscirmi dal culo…così sono corsa in bagno!”
“AH !”
“Ah che ?”
“Niente ! Niente !...l’hai portato il computer Massimo?”
“Sì, ma qui non abbiamo internet…”
“Non ha importanza! Ce l’hai gli slot per la mini sd?”
“Sì…”
“E allora prendi il computer e scarichiamo il video…così ce lo riguardiamo tutti assieme…”
Andai tutto nudo a prendere il computer, poi mamma estrasse la sd dallo smartphone e me la diede…cercai il file video senza trovarlo…ne conoscevo la ragione:
“Mi sa che l’hai salvato sul cellulare…dammelo!”
Mamma me lo diede e rimontata la sd cercai il file video e lo ri salvai sulla sd; poi la estrassi di nuovo per scaricarlo sul portatile…e finalmente potemmo vedere il file girato da Francesca. Tuttavia il mio antivirus mi ha avvertito che in quel file salvato sulla sd potesse esserci uno…spyware…un po’ di lavorio dell’antivirus, quindi rimosso…il mio computer era sano…e ora anche la sd…
Riguardammo il video, e siccome mi sentivo piuttosto porco presi a toccare mia sorella nella sua patatina, che avendo trent’anni meno di quella di mamma si bagnava facile tra le mie dita…mentre smaneggiavo carni e pelo di mia sorella che a tratti rantolava, chiesi a mamma…
“Avevi uno spyware nel telefonino, e da quello s’è trasferito alla sd…”
“AHNN! Smanetti bene, porco !”
“C’era un virus per spiare…probabilmente ce l’hai ancora nel cellulare…a proposito…è nuovo?”
“Tre settimane! Me l’ha regalato vostro padre per il nostro anniversario…”
E io sicuro di me mentre smanettavo la vulvetta bagnata di Francesca facevo il fighetto tecnologico…
“Sai mamma lo spyware non serve solo a spiare le coordinate bancarie…una volta preso da la tua posizione dovunque vai…e manda al malintenzionato una copia di tutto quello che si fa con il cellulare…quelli più sofisticati attivano la video camera senza che tu l’abbia comandato…lo può fare il malintenzionato…da remoto…”
“Sì ? Veramente ?”
“Certo màa, l’ho visto anch’io alla tv cosa si può fare inserendo un virus nella posta elettronica…ahnnn…uhmmmm…ti piace, eh ?! Ohnnnn…ohnnn…insomma màa t’arriva una mail, magari per partecipare ad un concorso…ahnnn…ohhhh…tu ci clicchi e il virus ti guarda…ahnnnn…i cazzi…i cazzi…tuoi sul cell…mail…sms…foto…video…download da cell…ahnnnnn!”
“Giura !”
“Ahnnn…uhmmm…dai Massimo…finisci…! Poi me la vado a lavare….sì mamma…è così che ti spiano, sai…huhmmmf…ahnnnnn!”
Mi abbassai a leccare la fica in venuta di mia sorella…e mentre mi godevo le sue inevitabili emissioni liquide sentii uno scoppio…
“SPACKKKKK ! …spat !...spittttt ! Frussshhhhh! Spit !”
…ma che cazzo ! …istintivamente mi abbassai con la testa sulla fica di mia sorella per proteggergliela, la fica…poi dopo altri due scoppiettii minori, e l’inevitabile puzza di plastica che bruciava, alzai il mio volto, e vidi mamma imbarazzata e soddisfatta per il gesto che aveva appena fatto: gettare il suo nuovo smartphone tra le fiamme del focolare…ed era esploso: cell e batteria…
“Due giorni dopo mi arrivò per sms e pagina azzurra la possibilità di vincere ad un concorso un i Phone o qualcosa del genere…ho partecipato cliccando appunto sulla pagina azzurra proposta…quindi se me l’ha regalato vostro padre è probabile che il virus l’abbia fatto mettere proprio lui…”
“…va bene…ma bastava resettarlo con la funzione apposita, dal menù impostazioni, si clicca su ripristina e torna nuovo di fabbrica, mica avevi bisogno di bruciarlo!”
“Massimo! Se ho ben capito quello spyware può aver mandato una copia del file video dopo o mentre veniva girato ?”
“Sì, non è molto difficile…certo erano 410 MB …magari, non ha fatto nemmeno in tempo!”
“E può trasformare il cell in una cimice Massimo?”
“Sì, anche…”
“Magari era solo un innocuo concorso pubblicitario…però lo spyware c’era, questo sì ?!”
Annuii rassegnato…
“Dai Massimo, è stato meglio così! Mò, la prossima volta che facciamo sesso casalingo…insomma l’incesto li spegniamo e li seppelliamo sotto una montagna di vestiti!”
Francesca, una volta colte tutte le implicazioni, non aveva torto; e mamma dato che aveva imparato a risparmiare poteva sempre comprarsene uno identico; tanto papà non gliel’aveva regalato costoso, forse un 150 euro…un minimo di decenza come valore, insomma…chiesi a mamma di potermi tenere la mini sd, e la nascosi in un posto noto… a me solo!…se mamma voleva spedirlo per upload ad un sito di sua conoscenza l’avremmo fatto assieme da complici in un altro momento…il giorno dopo mamma ci svegliò presto e ci proibì di fare sesso perché per una certa ora ci aspettavano a valle, presso una piscina comunale: mamma usando il nostro smartphone aveva prenotato due lezioni di nuoto da due ore ciascuna per noi tre tutti: con l’attività fisica in acqua ci saremmo liberati delle tracce degli oppiacei respirati da noi tutti la sera dell’incesto a tre…io smarrito perché il nuoto m’ha sempre scassato la minchia, ho cercato di protestare…
“…Cazzo màa ! Volevo dormire stamattina…mò cos’è stò nuoto?”
“Macché dormire…è indispensabile! Più liquidi espelliamo dal nostro corpo, meglio è…su! Che i bagagli li ho già fatti io…nuotate due ore con l’istruttore, e due ore di nuoto libero! Anch’io sapete…a proposito che misura porti con gli slip?
“La quarta!”
“No, sei cresciuto dall’anno scorso…per te ci vuole una quinta…hai gusti per il costume da bagno?”
“Piglia il colore che vuoi…ma…”
“…ma cosa? Che è tardi e ci stanno aspettando: siamo nel turno delle 13,30-15,30. E poi 16-18, quindi torniamo in città!”
“…voglio svuotarmi le palle ancora una volta…!”
Arrabbiato cominciai a toccarla dappertutto, mia madre…zinne, fica, cosce, e culo… che s’era messa una normale tuta grigia da footing con cappuccio, di cotone grosso…Francesca disciplinatamente si stava vestendo dopo essersi lavata…mamma s’appoggiò sul tavolo della cucina di pancia…specificando…
“Poi fili in auto però! Francesca mi ha già aiutato con i bagagli! ...e abbiamo già fatto colazione! Tu la farai strada facendo…dato che ho pulito la cucina!”
“Sì, sì…dai che ho voglia di fotterti!”
…si calò rapidamente i pantaloni aderenti, trattenuti fino ad un momento fa dall’elastico interno, lasciando a me il piacevole onere di calarle le mutandine pulite, e scoprirle culo e pelo…mi chinai e leccai lubricamente, e di fretta, dappertutto: natiche, inguine, buchetto del culo, fica e cosce dietro, baciando forsennatamente i suoi meloni cellulitici …l’erezione mi tornò con mia madre sottomessa sul tavolo, non appena sentii sulla lingua le bavette delle sue intimità…anche se forse era più la mia saliva di affamato di fica…mi sfoderai il cazzo, e glielo misi a colpo sicuro, nella fica da dietro; come entrai mamma rantolò subito…che impostora !
“AHN !”
Come se il mio cazzo fosse grosso come quello dei porno attori dei suoi tempi…!
La chiavai velocemente, come un forsennato…ci vollero venti minuti buoni nei quali l’avevo sentita tiepida, ma non bagnata…
“Non ti bagni ?”
“Non mi hai dato il tempo di prepararmi…alla mia età non si bagna subito…ahnnnn…non pensare a me…huhnn…ohhhh…sbattimi le palle contro le chiappe …insomma…soddisfati !”
“Ahnnnn…ohhhhh…mammahhhhhh…ahnnnnn…ieri eri più porcaaaahhhhh!...!”
“ieri avevo voglia di trasgredire…di fare …ahnn…ahhh….ahnnn…di fare qualcosaaaaaaah…hhnn…di proibitissimo…ohhhh! Ahnnnn! Ahnnn ! Fotti dai ! Fotti ! Corri…corri…così”
“Ahnnnn…ora la…la…sentooooohhhh…si bagna…si bagna…ahnnnn!”
“Fotti, porco! Fotti tua madre eh, maiale! Ahnnnn…ahnnnn! Veloce, così…così…ahhnnn…ahnnnn…ahnnn…”
Mandavo dei colpi sussultori, veloci…non ci vedevo nemmeno bene…era buon segno: stava montando anche il mio d’orgasmo…ad ogni colpo il centro della mia cappella colpiva una parete calda della sua fica piena d’esperienza…ad un certo momento un liquamino interno, emesso chissà da dove lì dentro quel paradisiaco infernetto bagnato di sensi, colpì il centro della mia cappella, che venne stimolato a sbattere il colpo successivo più forte…più rapido…più forte…e dopo un istantino di cecità totale il proiettile incandescente transitò dal centro della mia cappella per riversarsi sparato dentro quella fica ospitale di mia madre…avrei voluto stringerle pure i seni, ma se l’avessi fatto avevo paura che il cazzo si togliesse durante il momento culmine… con quali delusioni si può immaginare!…durante le sparatine d’orgasmo, affannando, avevo continuato a stringerle i fianchi per i quali l’avevo afferrata per sbatterla…e non m’ero reso conto che le avevo anche fatto un po’ di male con le unghie a contatto con la pelle stretta all’inverosimile…a malincuore uscii dalla sua fica che in verità avevo illegittimamente onorato…e crollai sul tavolo…avevo cercato di farlo sul suo corpo, ma si era scostata…il tempo che mi era tornata la vista, e si era dileguata, per prevenire altre richieste di sesso…andai in bagno a lavarmi, e vidi che la mia trasgressiva madre amante non era nemmeno lì…quando uscii dal bagno mi aspettava già in macchina, nel cortile esterno con Francesca dietro…andai in giardino e chiusi la bombola; tornai a casa e staccai l’interruttore generale; le finestre le avevano già chiuse loro…mamma mi fece cenno di chiudere a chiave la porta d’ingresso; quindi salii in macchina, davanti, e lasciammo il nostro cottage di montagna…mentre scendevamo lentamente verso valle, dove ci aspettavano quattro ore di piscina per espellere liquidi dal nostro corpo, vidi mamma fermarsi per dare la precedenza ad uno scooter delle poste italiane: il conducente aveva un viso familiare, anche se indubbiamente invecchiato; quando passò davanti a noi incrociò lo sguardo con nostra madre solo un istante, ma avevo visto anch’io…è probabile che sia lui che io ci chiedessimo dove dovevamo esserci già visti, un deja vù parallelo…mamma fece presto a disfarsi del pensiero, mentre io avevo intuito perfettamente chi fosse…guardai nel retrovisore e vidi che quel postino si era voltato almeno una volta prima che i nostri veicoli finissero reciprocamente fuori vista…se contavo gli anni passati nel frattempo avevo capito chi era quell’uomo…forse l’avrete capito anche voi…

…eh sì, eh!...

Quello era il postino del servizio porno di mamma, che vidi per la prima volta a dodici anni su quel porno in mansarda: Giovanni!

Allora era esistito, cazzo!...
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