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Confessioni di una mente perversa. -3a parte


di sexitraumer
10.08.2018    |    8.566    |    0 4.5
"Antongiulio ! Devi fermarti… ed uscireeeeehhh…huh ! …ahn ! Non posso farti venire dentro…ahn ! Tu capisci, vero Antongiulio ?!..."
Pensai: “Lo capisce da solo quello che deve fare o devo ordinarglielo?”
Gli sorridevo; che altro gli serviva per buttarsi con la bocca sul mio sesso ? E che diamine ! Allargando un pochino le mie cosce provocai una dilatazione della mia vulva. Il gesto lo convinse a chinarsi su di essa. Sentivo il suo respiro caldo che aumentava d’intensità, e che mi carezzava la pelle del mio sesso; in particolare le sue narici sul mio clitoride, della lievissima aria calda. Mi stavo già eccitando, pizzicando di tanto in tanto i miei capezzoli coperti dalla seta un po’ a caso, mentre mio figlio Antongiulio esitava ancora, ma senza indietreggiare la testa. I secondi trascorrevano lunghi, ma non volli interrompere quell’incantesimo così trasgressivo a casa nostra, mentre avrebbe dovuto essere sullo scuolabus già da una decina di minuti. Accennò un paio di bacetti, e quanto a tenerezza non furono male! Aveva capito che doveva baciarmela in alto. Poi finalmente dopo una decina di toccate con le labbra su tutta la mia vulva, ho sentito una sensazione di una calda umidità! Era la sua lingua che stava facendo la scansione a sensi e saliva della mia vulva. Bagnata dalla saliva di mio figlio…ci pensai più di un momento, e sentii che una zinna, la sinistra mi si stava irrigidendo. Il capezzolo si era alzato sull’attenti trattenuto dalla seta ancora sotto il body…calore…e poi:
“BZZZZZZZZZZZ !”…
…all’improvviso il suono del citofono: quasi sicuramente era Alberto, il suo amico dirimpettaio che lo stava chiamando, dato che solitamente prendevano lo scuolabus insieme. Ovvio che anche il bravo conducente lo stesse aspettando.
“BZZZZZZZZZZZZ !...BZZZZZZZZZZZ !...
… Antongiulio, con una certa intelligenza ignorò senza mai distogliere il volto dalla mia fica quei forse quattro o cinque colpi di citofono da dieci secondi l’uno in tre minuti circa, seguiti da due urli di chiama da sotto casa verso la finestra…
“…ANTONGIULIOOOOOOOOHHHHH !”
“…Antongiuliooooooohhhhhhh !”
…puntualmente ignorati da entrambi, finché non li sentimmo più…
“…vrrrr….hummmm….vrrrrr !”
…ed infatti arrivò alle nostre orecchie il rumore caratteristico del pulmino che si allontanava. Mentre quei rumori avevano disturbato la mia eccitazione non me ne ero accorta, ma mio figlio Antongiulio respirava ampio e veloce mentre mi leccava la fica, che nel frattempo si era bagnata anche da sola, e abbondantemente, mentre lui, come impazzito coglieva famelico ogni mio fluido intimo ormai mescolato con i suoi tiepidi sputini di scolaretto…si era leccata tutta la mia vulva come uno scanner si mangiava le porzioni del foglio, ed ormai era bagnato pure il suo volto. Lo sentivo affannare un po’, ma continuava impazzito a leccarmela. Pensai di dirgli:
“Me la devi leccare sopra, vicino questo fiorellino, lo vedi ?! Fai piano, tienila leggera quella lingua e lecca…ahnnn…AHNNNN…ohhhhhh…ahnnnn ! Sì ! Sì ! Sì !...Ohhhhh !...uhhhh…aahn !”
“Slurp, slurp…fliù…fliù !...sluuurp !...Uhmmm…Buona ! Sì ! …ohhhh…che bella la ficaaaah !”
“Ahnnn ! Dai ! …Ohhhhhh ! Ti è tornata la parolaaaaahhh ! Uhnnn !...Antongiulietto mio…porcellino miooohhhh ! Uh ! Come la lecchi bene ! …ahn ! Ancora un paio di minuti…auhnnn !...poi…ahn..basta, dai ! Sarà il caso che ce lo metti ! Hoooohhhh ! Non devi aspettare troppo che la drizzata ti passa…lecca ancora un po’…ahn ! … ma poi ce lo devi mettere…mettere…ahn ! Ahn !”
“Uhmmm, sluuuuurp ! Cosa ? Sluuuurp !”
“Il cazzo Antongiulio, il cazzo ! Mettilo adesso che è bagnata, vedrai che sensazioni! Sono una donna, sai! Sono una donna e voglio venire di cazzo, non di linguaahhhhhhh! Uhmm, basta porco ! Bastaaaaahhhhhhh !”
Mio figlio mi disse infoiato:
“Non ti muovere !”
Si era staccato finalmente ! Tanto che sentivo aria più fresca intorno alla mia vulva rosea, gonfia, e vogliosa, tanto vogliosa…allontanò il suo volto bagnato del nostro sudore, e quasi sporcato dagli umori superficiali della mia fica, si alzò rimanendo di lato, e continuando a contemplare la mia fica aperta e debolmente pelosa, dato ch’erano ricresciuti dall’ultima depilazione; e la cosa non sembrava dispiacergli mica ! Io il suo cazzo me lo sarei messo dentro anche in corridoio senza quel preliminare. Desideravo un cazzo di carne, non quello inanimato del dildo ! Un bel cazzo proibito: quello di mio figlio Antongiulio, che in pochi secondi si calò pantaloni e mutande fino alle caviglie; aiutandosi goffo e veloce con le ginocchia, si ripiazzò davanti a me, che lo aspettavo a gambe larghe con il suo pisello dritto e duro, anche se non grosso data la sua età, a formare un cazzo da chiavata. Fece per metterlo dentro, ma lo fermai:
“Devi scappellarlo prima, Antongiulio !”
Lui eccitato si scappellò velocemente, così tanto che avrebbe potuto pure procurarsi del dolore. Io, garbatamente lo rassicurai:
“Calma ! Lascialo ricoprirsi, e rifai… Scappellalo piano…”
Antongiulio si riscappellò il pisello come gli avevo suggerito, e intanto lo accompagnavo a voce…”
“Così ! Dai…bravo ! Dentro lo spacco…dai…lasciati cadere dentro…”
Il suo cazzo mostrava la sua cappelletta rossa; avrei voluti prenderglielo in bocca, ma non c’era tempo. Se indugiava ancora gli si sarebbe ammosciato perché libido e arrapamento, voglia ed indurimento erano parabole piuttosto strette in termini di tempo; ed io come insegnante supplente di matematica e fisica me ne intendevo! Gli feci cenno di avanzare, o meglio di entrare in me…
“Su ! Entra dentro ! Vedrai che differenza !”
Antongiulio poggiò la cappelletta sul mio spacco d’ingresso ormai abbastanza dilatato, e si lasciò cadere dentro di me ! Riuscii a sentire anche le sue pallette…e naturalmente gli diedi il benvenuto che piaceva ad ogni maschio o maschietto: un bel rantolo femminile:
“AHN !”
Il suo respiro aumentò cercando di affondarlo fino in fondo, ove la mia caldissima vagina che per la sua cappella era un infernetto caldo, cedevole, e bagnato gli stava trasmettendo sensazioni ben più intense di quelle percepibili sulla punta della propria lingua…gli misi una mano, la sinistra sulla sua natica destra come a possederlo, e gli ordinai di muoversi…
“Resta dentro ! Ahnnn…ahnnnn…hai visto quant’è bella la congiunzione dei …ahn…ohhh…se..e..ssi ! Dei…ahn…ahnnn, dei sessi diversi…! Ahnn ! Muoviti tesorino mio ! Mi farai godere…ne sono sicuraaaaaahhhhhhhh…ahnnnn !...ancora ! Datti da fare !...uh !”
“…veramente lo senti ? …ahn ! Com’è bello qui dentro !...ohhhhh !”
“Lo sento Antongiulio, lo sento…sono eccitata…! Ahn ! Una femmina eccitata il cazzo…ahn !... lo sente sempre…non importa quanto è grosso…ahnn ! Un cazzo chiavatore si sente sempre…ahn !”
Grosso non era, ed avendo a mia volta già messo al mondo il mio Antongiulio, la mia vagina tanto stretta da SENTIRE il suo cazzetto dritto non era. Ma sentivo per qualche istante la sua cappella battere sulla parete di carne della mia vagina interna…
“Che bellaaaaahhhhhh ! Ce l’hai sempre così…ahnn ! Oho ! Hoh ! Uhmmm…eccolo…eccolo !”
“Dai ! Sì ! Dai !...Sì ! Uhm ! HUMH ! Ahn !...dai…colpisci ! …che me lo fai sentire bel maschietto !”
“Cazzo, però ! Proprio bagna…ah…ta…ahnnn…ohhhh…e se te la lecco…quando è bagnata...ahhh, uhmmm, bellaaaah ! Cazzo sìiiii ! Uhmmff…ohhh…ahnn !”
“Non si lecca ! Ahn ! …ohhhh…Anton…giuliohhh! Non si lecca…uhhmmm…è troppo sporca,oohhh, dai…la devi chiavare…muoviti ! Ohhh ! Uhmmffff…dai, scopala bene ! Ahnn !”
“Che bella…ahhhh…de…dentrohh…è…è…mera…meraviglia…la figa ! Sì, la figa !”
“…ahnn…è la prima volta che chiavi…Antongiulio ?...ahn ! Hoh !”
“Uhmmmfff…ahn…sì ! …ohhhhh…prima voltahhhhh…sì !...ahn !”
“Uh ! Che fai ?! Non fermarti !...avanti e indietro ! Dentro e fuori…insomma sempre dentrohhh…non fermarti, dai ! …Su ! Respira e riprendi ! Muoviti…ahn ! Impegnati ! Su !”
Invece non si stava impegnando; viceversa aveva sciaguratamente rallentato per togliermi l’asola dal body, e succhiarmi il mio seno ormai duro; non l’avevo mai avuto così duro e così caldo; io stessa mi esaltavo: mio figlio che mi chiavava; anche la mia fica era un piccolo uragano di sensi che mi aveva provocato l’erezione dei capezzoli, ai quali la sua bocca cercò di arrivarvi, ma così sarebbe uscito dalla mia fica, per via della statura, per cui gli dissi respirando:
“Ahnn ! Guardalo, e tieni il cazzo dentro ! Lo succhi dopo se …ohhhh…se…vuoi lo succhi dopoooohhh …ohnnn ! Se lo succhi adesso ti stacchi…ahnn ! Dai lo succhi dopo…ahnn ! …ohhhh…dopo…”
“Ma io lo voglio adesso…ah ! Ahn !”
“Chiavami adesso Antongiulio ! Che se esci ora forse non si ridrizza…dai che ce l’hai dritto e duro ! Resta dentroooohhhhh…ohhhhh !...”
“Se la fica è questa io resterò con te per sempreeeehhhh….”
“….è calda Antongiulio ! Calda e bagnata…approfitta…ahhnnn ! Così dai !...ahnn! …Non ce l’avrò così per sempre, figlio mio…ahnnnn ! Divertiti ora ! Huh ! …Ahn ! …Ahn !”
“Ma ora è bellissima e buonissima…me la dovevi dare prima…ahn ! Ahnn ! Ohhh…figa ! Sì ! Figa..”
“Chiava Antongiulio, chiava…che mi stai…ahnn…causando un terremoto dentro…mica male il tuo cazzo ! Continua a chiavare, dai…”
“Sì ! Sì !...Sì !”
Io a fare una cosa contro la legge degli uomini, della religione, e della natura mi stavo divertendo molto di più di lui stesso; lo volevo vedere adesso quel cialtrone anonimo che chiamava gay mio figlio. Un bravo sparasborra lo sarebbe diventato tra qualche minuto, suo malgrado molto prima. Ero felice di trasgredire, ma non ero esattamente stupida. Tra non molto gli avrei dovuto interrompere l’idillio…
Non potendo arrivare a succhiarmi il capezzolo durante gli affondi mio figlio mi stava leccando il ventre immediatamente sotto le tette, e ciò gli stava facendo aumentare la sua velocità di chiavata. Ero proprio contenta ! Contenta di aver trasgredito, e di averlo tentato, e sedotto ! E più di ogni altra cosa di essermi concessa alla sua morbosa curiosità…di corsa a leccarmi la fica, non appena la poté fissare da vicino: un vero maschietto !
Ma nonostante quelle piacevoli ed intense sensazioni pure per me (e perché era la prima volta) non potevo farlo venire dentro !
Guai a finire incinta del proprio figlio; gli sfiorai a carezza anche le pallette indurite, e per l’esperienza tattile che avevo non avrebbe tardato a spararmelo dentro. Dovevo interrompere, e offrigli un altro buchetto…era meglio così…certo l’effetto fica lo avrebbe sparato in paradiso, ma se fossi stata certa della puntualità del ciclo lo avrei lasciato trottare fino alla sparatina finale…provai a spiegargli fra un rantolo ed un altro…senza fargli mancare i miei respiri…
“Ahnnn ! …Ohhhh !...Antongiulio ! Devi fermarti… ed uscireeeeehhh…huh ! …ahn ! Non posso farti venire dentro…ahn ! Tu capisci, vero Antongiulio ?!...ahn !...esci un attimo e aspettami di lato…su, tesorino mio, dai ! Fai contenta la tua mammina porca !...ahn !...ahn ! Ancora un paio di colpi…affondalo bene…ahnn! …così !...Dai porta pazienza…ahnn !... ma devi uscire…non me la puoi sborrare…”
Tirò due colpi ancora, ben a fondo !
“AHN ! …AHN !...Uhmmm…basta, dai …”
Rassegnato uscì dalla mia fica stendendosi di lato a me col cazzo dritto, e bagnato stretto in mano. Mi leccò la fica bagnata e sporchetta due tre secondi, poi lo spinsi di lato dato che ero bagnatissima un po’ di tutto…mica ero pulita dopo tutta quella serie di coiti…e comunque mi misi alla pecorina, e gli dissi tranquilla…
“Mettimelo nel culo, e spingi quanto ti pare! Sborrami tutta… dentro il culo, dai Antongiulio ! Ti va d’infiocinarmi ?...il mio buchino come vedi aspetta solo te…”
“Io…io…”
“Su che entra subito…se non è grossissimo è meglio…mettilo dentro l’ano ! Vedrai che lo trovi bello stretto…coraggio, dai !”
Si alzò sul letto dietro le mie natiche per trovare la posizione migliore, poi poggiata la cappella sul mio buchetto striato, esitando lo spinse dentro…sentii entrare la cappella…ma tremava troppo il letto per cui fui costretta a dirgli:
“Toglilo! E mettiti in piedi fuori dal letto; dobbiamo cambiare posizione, sennò i vicini ci sentono per via del letto che balla troppo…”
“Sì ! Va…va bene…huh !”
“Bravo hai cercato l’affondo, ma adesso fuori un attimo, che ce lo rimetti subito dopo…su !”
Lo tolse, e si mise in piedi sul lato di fianco. Io mi misi di nuovo in posizione animalesca allargando anche un po’ le cosce. Lui ci abbassò la testa per leccarmi la fica, l’inguine una decina di secondi, e poi pure il buchetto del culo. Riuscii a sentire la sua saliva, e la sua lingua nel mio ano; poteva essere pericoloso, e nel frattempo poteva perdere l’erezione se avesse soddisfatto cerebralmente le sue morbose curiosità…ma sentirmi leccato il buchetto del culo mi rese ancora più porca, e vogliosa di penetrazione lì…proprio lì…pensavo, magari gli faccio pure l’urletto, ma poi i vicini…
“AHN…Ohhhhh…Antongiulio grazie ! Ma la lingua lì solo sotto la doccia da puliti…non adesso…sbrigati ad incularmi…su ! Ce lo devi infilare come hai fatto prima…e fammi sentire le tue pallette che sbattono contro il mio inguine…basta linguahhhhhhh ! …Mettici il cazzo porca puttana !...ohhhh…infilaci il cazzo, e sarò io la tua puttanaaaaahhh ! Su ! …”
Ancora mi leccava dietro come fosse un cane ! Poi finalmente all’improvviso smise; sentii il suo cazzo appoggiarsi sul mio ano, un piccolo fastidio che m’indicava che era di nuovo dentro, ma ancora non ce l’aveva infilato tutto…
Dovevo incoraggiarlo:
“…AHN ! …Sì ! Puoi fare meglio !...Esci e rientra, come lo sento adesso non avanzerebbe…su !”
“Sempre uscire ! Che palle hoh !”
“Dai, allargami il buchetto…o vuoi che lo allargo io ?”
“Allargalo tu ! Sono pronto…ce l’ho !”
Scostai solo una delle natiche e il mio muscoletto striato cambiò forma. Antongiulio vi poggiò la cappella di sponda, cioè un po’ di lato, e riuscì ad entrare per intero con la cappella. Ora era entrato…lo incoraggiai…
“AHN ! Dai una bella spinta adesso…forza ! ”
Antongiulio diede il suo colpetto di reni, e tutto il suo cazzo venne avvolto nel mio colon retto…
“Prendimi le chiappe, e dacci dentro ! Ahn ! …così…spingi così…ahn ! Ahn !”
Ora ero più tranquilla…era liberissimo di sborrarmi i visceri in qualunque momento…per aiutarlo a raggiungere il suo orgasmo respiravo con veemenza, e fingevo di godere di ogni affondino. Certo a me con un bel cazzone dentro il retto sarebbe piaciuto anche urlare, ma con mio figlio non potevo. Le pallette gliele sentivo sbattere, a colpetti rapidi sul mio inguine: buon segno; si stava dando da fare; un minuto circa, e mi avrebbe riempita del suo sperma senza che finissi incinta.
“Ahn ! Ahn ! …Ohhhh ! Ahnnn! …Hummmhh…ahnn !”
“Sì ! HUH…devo fare…ahnn!...così ?!...ahnnn…non…ahnn! …non è caldo come…la…ahnnn! …la …fi…ahn ! …ficaahhhh…ahnn ! Mi sa che vengohhhhh…ahnnn ! Stretto…sì…è strettohhhh…ahn !”
“Dai, sì ! Vieni, uhmmmm ! …rendimi una vera puttana Antongiulioooohhh !...uhmmm…ahi ! Dai ! Ahn ! …Ahn !... Ahn !”
“Ti ho fatto male ?”
“Ma che male e male …! Scopami nel culo, Antongiulio…chiamami puttana…senza urlare però…ahnn ! …dimmi le parolacce…uhm ! …ohhhh…”
Dovevo cercare di evitare gli ahi o si sarebbe fermato…
“Puttana ! Mamma puttana che sei !...ah ! ah ! …sei una mamma zoccola…ahn !...ahn !”
“Sì, così Antongiulio ! Così…parolacce…parolacce…insultami…ahn…ma non urla…re…che ci sentono di sopra !... e sbatti con quelle palle…sbattimele contro…che aspetto che mi vieni dentro !...”
“Mamma porca…ahnn !...mamma puttana…t’inculo ! Ti…apro…ti…t…i…”
“Dai, piccolo mio…voglio il tuo sparo….ahn ! Uh ! Ahnnn !”
“…”
Ci vollero un paio di minuti di sbatti pallette inguinale e all’improvviso percepii una sensazione di umidità, poi uno sparetto liquido che mi solleticava le pareti delle mie budella; mio figlio stava venendo dentro il mio culo, ancora strettino…ed elastico…ora che ci ripenso il letto tremava lo stesso, e forse i vicini avrebbero potuto intuire qualcosa, ma in fondo…finché non erano in casa chi se ne fotteva ! C’era stato il lancio del fiotto: un primo massivo e veloce, ma chiaramente ce n’erano stati altri dato che fremeva con la presa, e mi sbatteva sussurrando…
“Sì ! Sì !...eccola la sborra… mamma…eccola…!”
“AHN ! …ohhhh…sono la tua puttana ! Sborra, dai sborrraahhhh ! …Ahn ! Innaffiami ! …spara lo schizzo, dai ! Ahn ! Ahn !”
Mezzo minuto dei suoi piccoli colpi con salda presa delle sue manine sui miei fianchi, e mio figlio Antongiulio mi sborrò il culo. Doveva averne avuta molta di sborra, ma la venuta nel culo è meno sensibile. La fica ovviamente gliene avrebbe fatta cacciare abbastanza di più. Mi dispiaceva averlo deluso ad un paio di minuti dal climax, ma una gravidanza da incesto mai e poi mai l’avrei portata avanti. Per una strana ragione il mio Antongiulio era venuto silenziosamente, parlando solo dopo il primo o secondo sparo: si muoveva, si muoveva, e dava dei colpi di reni con il suo cazzetto ancora dentro…
“Se ti è piaciuto non ce lo lasciare troppo…se non butta più non forzare…”
In fondo in fondo ai maschietti piace un po’ d’insegnamento…
“Ma perché non mi hai smosso quando hai sborrato ? Uhmmmhhh…ancora drittino, eh ?!”
“Non me ne sono accorto…ahhnnn…ad un certo punto è uscita e basta…ahnnn !”
“Guarda che è meglio non rischiare…esci ! Che se rimani incastrato all’ospedale si fanno risatissime…e poi ci denunciano…”
Continuava a scuotermi, ma solo per sentire un altro po’ le tiepide pareti del mio retto sborrato. Il suo cazzetto non buttava più perché non c’era niente che potesse buttare…e c’era il pericolo che rimanessimo incastrati, con ovvie conseguenze se non fosse riuscito ad uscire…
“Mhmmm…sì, mò esco !”
“Lo so che ti ho guastato il finale ! Ma non ti avrei mai permesso d’ingravidarmi !...ti è piaciuto il mio culo ? Bello stretto, no ?! Ohhhhh, meno male ! Sei uscito Antongiulio ! Non preoccuparti; d’ora in poi potrai incularmi quando vuoi…mai quando ci sono ospiti ! ”
“…preferivo la fica ! …perché non mi hai lasciato venire nella fica !?…era così bagnata e calda…”
“E se finivo incinta ?...su tesorino, dammelo un po’ che sarà sporco…vediamo…”
Voltatami verso di lui gli presi in mano il cazzetto sporco, e dopo avervi sputato sopra un bel po’ gli regalai un piccolo pompino per ripulirlo…gli succhiai via lo sperma rimasto, e dopo un’altra insalivata della cappella di un certo colore marroncino cercai di lavarlo con la mano; a quel punto pensai di leccargli pure le pallette…
“Uhmmm dammele qua ! Sentila un po’ la mia lingua…slaaaaapppp, slaaaaaap !”
Dopo averci passato due linguate piene di saliva a quelle pallette sudate, ne succhiai una per istinto, ma la mollai subito…
“Ahhhh ! AHI !”
…ma mi sembrò d’indurgli del dolore, dato che era nella fase regressiva…gli tolsi le scarpe che non s’era tolte lui salendo sul letto, e gli dissi:
“Vai in bagno e fatti il bidet ! Io ti raggiungo tra poco; mi faccio una doccia, così se vuoi mi guardi, e fra un’oretta ne facciamo un’altra se vuoi…magari stavolta mi succhi prima le zinne…come volevi fare prima…e non lamentarti ! Ti è andata bene: due buchi frementi la prima volta…”
“No, mi è piaciuto ! Ma se lo racconto non mi crederanno…”
“Perché scemozzo, a chi vorresti raccontarlo ? Non agli amichetti, spero ! Neppure a quello del cuore ! Scordatelo !”
“Perché ?”
“Perché anche lui ha un amico fidato, che ha un altro amico fidato…vuoi sapere quante persone lo sapranno in quarantotto ore ?”
“…”
Secondo la statistica di Murphy, di cui da insegnante di matematica ero a conoscenza, gli precisai per intimidirlo…
“Mediamente due alla quarta: ossia sedici; ognuno dei quali ha un amico fidato e arriviamo in progressione esponenziale a milleventiquattro in quattro giorni, più o meno mezza settimana…per carità Antongiulio ! Tieni la bocca chiusa su oggi ! Con tutti ! Capito ?!”
“Resterà un nostro segreto, allora !”
“Deve restarlo ! Eh già ! Ma rifletti: un segreto è un segreto solo se lo sa una persona sola…e qui siamo già in due !”
“Si va in carcere per incesto mamma ?”
“Tu no. Io sì…se dall’informazione deriva pubblico scandalo…allo Stato non gliene frega niente di cosa accade in camera da letto, a patto che nessuno lo sappia, o lo scopra !”
“Io vado in bagno…”
“Vai, e non chiudere che mo’ vengo pure io…”
Fissai il soffitto nuda a gambe larghe per una decina di minuti per lasciargli un po’ d’intimità con sé stesso, poi scesa dal letto completamente nuda, lo raggiunsi. Si stava sciacquando seduto sul bidet. Mi dava le spalle, per cui ne approfittai per urinare. Intanto il mio Antongiulio di questa nuova confidenza ne approfittò per chiedermi:
“Tra quanto tempo mi si drizza di nuovo ?”
“Non so, varia da maschio a maschio…ma sei giovanissimo…tra un’oretta forse…ma con calma…vedrai che torna dritto. Beh ti piace vedermi nuda ?”
“Sì !”
“Mi trovi figa ?”
“Sì !”
“Dì un po’ ! Non te l’aspettavi, eh ?!”
“No, non me l’aspettavo ! Mi stavate educando, te e i nonni…pure il dottore scolastico…senti…”
“Cosa ?”
“Non si può organizzare con qualche tua amica ?”
“Non sono giovani come me Antongiulio. Comunque se porti pazienza e mi fai mettere da parte i soldi posso trovare una puttana, una più anziana di me, così ti fai un’idea su come diventa la fica col tempo…ti piacerebbe ?”
“Sì, ma adesso a me piace la tua quando si bagna…”
“Antongiulio ! Sono giovane ! Tra quindici anni tu ce l’avrai bello grosso e io più rigida…si bagnerà di meno…meno calda…”
Entrai in vasca per la doccia, afferrai la manopola affinché l’acqua cominciasse a bagnarmi bene, poi il mio Antongiulio, a suo agio completamente nudo, prese la mia spugna personale, e cominciò ad insaponarmi ventre, ombelico, e fica insistendo con la mano lungo lo spacco; era di nuovo in arrapamento. Sciacquò via un po’ di schiuma, poi passò la lingua lungo lo spacco della mie fica; arrivato in alto prese a baciarla di nuovo. Respirai ampio, e presi a carezzarlo sui suoi capelli…
“AHN ! …Ohhhhhhhh…fermati monellaccio, fermati …ahn ! La devo ahn …lavare prima…poi la lecchi…”
La sua lingua si muoveva leggera e veloce…c’era solo un po’ d’acqua e poco bagnoschiuma; strano che la mia fica non gli puzzasse…evidentemente ha un buon sapore, ed in questo sono stata fortunata, anche se quel bastardo del mio ex ha preferito quella di una rumena zoccola di suo…dopo un buon minutino smise di leccare dopo avermi eccitata e mi disse:
“Voltati !”
“Ahnn ! Perché Antongiulio ?!”
“Ti voglio lavare dietro, voglio farlo io…”
“Maialino…tieni !”
Gli presentai tutto il mio culo ancora abbastanza sodo, e non cascante. Mi scostò subito le natiche per godere la vista dell’ano, poi vi si mise a strofinare premendo per spremere dalla spugna tutto il bagnoschiuma…strofinava continuamente: avevo intuito cosa voleva fare…infatti dopo mezzo minuto di strofinio, sciacquato l’ano con un po’ d’acqua, cominciò a leccarmelo pesante, dato che non era delicato come la clitoride. Cercava di violarmelo con la lingua, ma era pulito solo di fuori, mica dentro; come faceva per introdurre la lingua mi scostavo di lato; lui ci riprovava ed io mi scostavo di nuovo; così due tre volte, poi dovetti dirgli irritata:
“No ! La lingua dentro no ! Se ti piace il culo lecca le natiche, e basta ! Su !”
Dovette pensare che fosse meglio che niente, per cui soddisfatta sentii la sua lingua sulle mie chiappe assaporate a strisciate verticali. Lo lasciai continuare 5 minuti; minuti mentali, ben inteso ! Quindi forse solo uno e mezzo, due…poi gli dissi di entrare in vasca; prima mi sedetti io, poi feci sedere lui su di me, quindi c’insaponammo strusciandoci l’un l’altra…gli presi in mano il pisello…alla mia mano calda, femminile reagiva ma non intostava…naturale era nel periodo refrattario, ma l’acqua calda che sciacquava i nostri corpi lo avrebbe presto rigenerato. Approfittai per fare un po’ di conversazione:
“Hai visto ? Non hai più bisogno di quella drogata di Alba !”
“Mamma, è normale quello che abbiamo fatto ?”
“Dal tuo punto di vista sì; dal mio no. In realtà avrei dovuto lasciare che mi spiassi, ma niente sesso tra di noi…poi però mi son detta: sono ancora bella, il culo non mi casca, perché non renderlo felice ? Sei stato felice, vero ?!”
“La fica è bella, soprattutto dentro; ma non posso proprio sborrartela ?”
“Con adeguata preparazione, cioè un giorno prima del ciclo, o con la pillola sì…”
“E perché non la prendi la pillola ?”
“Perché fa ingrassare come effetto collaterale; diventerei cicciona, e non ti piacerei più…”
Antongiulio, che fino a quel momento aveva tenuto la guancia sulla mia tetta, si voltò di fianco e comiciò a succhiarmi il capezzolo sinistro; trovata una posizione più comoda nello spazio ristretto della vasca, appoggiato a me cominciò a succhiare, e a spremere, ma i suoi movimenti erano goffi. Gli dissi:
“Aspetta, ci asciughiamo, andiamo sul letto e lì ti stendi comodo su di me, così il lavoro alle zinne me lo fai meglio…”
Furono i tre minuti più lunghi della sua vita, ma come fummo asciutti, raggiungemmo il lettone e lui puntuale, dopo essersi steso su di me si scelse il bersaglio “vergine”: la mia tetta destra; subito le sue labbra catturarono il mio capezzolo, ed in due secondi mi sentivo che lo succhiava talmente forte che se fosse stato adulto mi avrebbe fatto anche male. Sentivo l’alito del suo naso sulla pelle del seno che aveva cominciato ad ingrossarsi ed indurirsi…provai a dirgli, nonostante fosse un salto nel vuoto, a rischio dolore se non sapeva farlo:
“Se me lo mordicchi con le sole labbra…ahnn…uhmmmhhh…si mette sugli attenti…mordicchialo, mollalo, e dopo mordicchialo di nuovo finché non ti dico succhia…ahnnn !”
Mio figlio eseguì alla perfezione: lo mordicchiava tirando, poi lo abbandonava per riprenderlo di nuovo, ed intanto per istinto senza che glielo dicessi, mi dava un’abbondante insalivata sul seno ormai duro: mi sentivo la fica bagnata di nuovo per come aveva saputo eseguire il corteggiamento adeguato del capezzolo destro. La sua testa e la sua bocca erano impazzite: alternava i morsetti anche con l’altro capezzolo, succhiando all’improvviso come un’idrovora; sentivo anche un po’ di dolore, ma mi esaltava. Sentivo il calore uscirmi dal petto e lo sentiva pure lui che ci passava la guancia dopo la sua lingua. Le poppe me le leccò entrambe, sopra e sotto, e restavano rigide per lui…io mi sentivo un certo tremolìo in fica. Gli dissi:
“AHNNNNN ! Metti una mano nella vulva, e vedi quanto è calda e gonfia ! ahnnn ! Le lecchi bene le zinne…bravo ! Pciù, pciù !”
Lo baciai più volte anche sulle labbra, cosa per lui nuova, ed infatti la natura si mise in moto: sentivo il suo pisello diventare un cazzo appoggiato sulla mia pancia…duro.
“Se vuoi le tette baciale, ma forse è meglio che nella fica ci entri adesso…”
Lo baciai in bocca di nuovo ,ed il cazzo ormai era benché piccolo veramente duro…
“Entra nella fica, sennò passa…”
Antongiulio indietreggiò quanto bastava poi sapendo ormai come si faceva m’infiocinò la fica la seconda volta…
“La senti ? Calda e zuppa, come una minestra l’inverno…ti piace ahhhh ! ahnnnn ! Chiavala, dai ! Ormai…ahnnnn…sai come si fa…piccolo ometto…ahnn ! Hui che colpo ! Di nuovo, dai ! AHHHNNN !”
Mi sbatteva velocemente col bacino…poi per eccitarmi ancora di più gli dissi:
“Ahnnn ! Ahnnn ! Dai, ficca la lingua nell’ombelico ! Mi piace la lingua dentro l’ombelico…”
Eseguì come un soldatino:
“…se vuoi mordimi il ventre, ahhnnnn, se ti dovesse piacere farlo …ahn !”
Il suo morso sulla mia pelle mi eccitò ancora di più ed infatti gli bagnai il cazzo di brutto…
“AHNNNNNNNN ! SI !...ahnnn ….ahnnnn !”
Antongiulio aveva aumentato la velocità; sembrava deciso a sborrarmela stavolta…lo lasciai fare, due o tre minuti…poi gli dissi una mezza bugia:
“La mia fica ha goduto Antongiulio…bravo… ahnnn !”
“Sì ! Sì !...ahnn ! …ahnnn !”
“Antongiulio, ti prego esci…ti faccio venire in bocca…esci ti prego…ahnn !”
“Ahnnn ! Ahnnn ! Ancora un paio di colpi !....”
“E va bene ! Dai…”
Diede quattro o cinque colpi più lentamente avendo cura di mandarli a fondo, poi uscì col cazzo a mezz’aria, bagnato della mia sorcaccia in godimento; gli feci cenno di avvicinarsi, e gli dissi di ficcarmelo in bocca; come lo fece senza pensarci chiusi la mia bocca sul suo pisello. Con dei colpetti alle sue chiappette gli feci cenno di muoversi, avanti ed indietro; la mia bocca sostituiva la mia fica…lui doveva solo muoverlo, duro com’era tra le mie labbra. Cercavo di respirare col naso il più possibile ed intanto muovevo freneticamente la lingua sulla sua cappella. Eccitato com’è – pensavo – tra un minuto viene. La mia lingua faceva mulinello…ma ad un certo momento dovevo respirare meglio; lo sputai fuori, e richiamata un po’ di saliva, riaprii la bocca affinché vi rientrasse. Stavolta mentre facevo mulinello sulla sua piccola cappella amara, - ma che buona ! – avevo afferrato con la mia mano l’asta per aiutare il movimento. Finalmente mi fermai, feci prendere al suo cazzo un po’ di aria fredda fuori dalla mia bocca, quindi iniziai io stessa a spipparmelo in bocca, e dopo due passaggi della mia lingua al centro del suo glande, mio figlio Antogiulio cacciò un urlaccio che potevano averlo sentito tutti…
“AHHHHRRRRGGGGG…HUNNNH ! AHN !”
Era il primo schizzo: caldo, cremoso, abbondante…poi il suo cazzetto mi mandò gli altri. Avevo bisogno di respirare, ma resistetti: gli avevo promesso che mi sarebbe venuto in bocca, e facendo appello a tutti i miei polmoni ed al naso aspettai che buttasse tutto. La sua cappella avrebbe trovato la mia ospitale ed accogliente, calda bocca, ottimo sostituto della mia fica. Succhiai due volte per svuotarglielo, poi dovetti sputarlo…respirai meglio, tossendo, ma me lo ingoiai tutto…esaltata gli leccai le palle sudate, ma non buttava più. Apprezzò senza urlare; quando ebbi finito di leccare si accasciò col viso sul mio seno e cadde in un sonno profondo. Dormì un paio d’ore. Svegliatosi andò a pisciare, e a lavarsi sommariamente il cazzo: aveva già preso un vizio da uomo: lavarselo al lavabo; poi asciutto era mi aveva raggiunto in cucina, dove stavo preparando il pranzo in vestaglia; mi chiese:
“Ti poggeresti contro il tavolo ?”
Chiesi perché…
“Perché ?”
“Voglio mettertelo nel culo, posso ?”
“Poi basta ! Telefoni al tuo amico, gli dici che sei stato male, e ti fai dare i compiti, chiaro ?”
“…”
“Chiaro ?”
“Sì, va bene…adesso me lo dai ?”
“Aspetta, porco ! Che tiro la tenda…sennò ci vedono…”
Mi tirai verso di me il lembo della vestaglia per scoprirgli il culo, ma non poteva raggiungerlo, non avendo la statura giusta…per cui dissi:
“Vieni con me !”
Raggiungemmo il corridoio, e m’inginocchiai sul pavimento; lui mi scoprì adeguatamente le natiche, me le aprì, mi baciò l’ano leccandolo un po’, senza introdurvi la lingua come gli avevo detto due ore prima, poi induritosi il suo cazzo dopo un minuto di strusci, me lo poggiò sopra l’ano. Gli dissi:
“Inculami, ma poi per oggi basta…e soprattutto fa piano con la voce, che sono rientrati tutti per il pranzo qua a fianco…mi dispiace, ma gli urletti non te li posso fare…hoh !...Uhmmmhhh, se vogliamo respirare assieme dobbiamo fare piano, molto piano…AHI ! …Uh sei bravo ad entrare adesso; sei bravo!...AHN…HUI !... sei già dentro…beh che aspetti ? !...fottimi ! Visto come mi tratti, che aspetti ?”
Mi era entrato nel culo al primo tentativo dall’appoggio della cappella…
“Perché…huh…hmmm…co..coh…come ti …ahnn…trattoooohh ?...ahn! ”
“Da puttana Antongiulio ! Proprio da puttana…uhmmhhh…dai muovilo stò mattarellino…ohhh…muovilo che mi piace…ahn !...Ahn…e non mi fai neppure male…dai…che la tua porca mamma gode pure per te…hoh !”
Cominciava a muoversi bene col cazzetto ben piantato nel mio colon retto. Mi sa che tra la mia fica e il mio culo gli piaceva proprio il secondo…in quei momenti pensavo, uno di questi giorni devo comprare la pillola del giorno dopo e lasciarlo venire nella fica…il mio retto godeva delle sue smosse ed io sentivo con piacere le sue pallette sbattermi l’inguine…cercavo di respirare assieme a lui per dargli un buon incoraggiamento a sborrarmi dietro…
“Ahhnn, ahn ! Ahnn! Ahnnnn! Ahnnnn!”
“Ahn ! Huh !...bel culo che hai mammahhhhh…ahn!”
“Hoh ! Sì ! Ohhhhh…ahnn ! Ahnnn !”
“…ahnnnn…mammahhhh…ahn ”
“Che c’è ?! Ahnn ! Ahnn ! Dai…dimmi… e …vieni…su…ahnnn! Vieni dentro di me…ahnnn!”
“Voglio prenderti le zinneeeehhhh…ahnnn ! …Ahnnn !”
“…ohhhh…ahnn ! Mò ce l’hai ben piantato…mi piace…ahnnn !”
“…prendile e stringile ! Basta che non lo fai uscire…che mi sta piacendo…ahnnn ! Ohhhhh !”
Mio figlio, col suo cazzo ben ficcato, mollò le chiappe e provò a raggiungere i miei seni. Uno riuscì a prenderlo, il destro, e a stringerlo chiudendo il capezzolo fra le falangi delle sue dita. Maledizione ! Mi scappò un urletto acuto: quello i vicini potevano averlo sentito…incoraggiai mio figlio, il mio inculatore infoiato di mania di possesso…
“L’hai stretto bene Antongiulio ! Riprova anche con l’altrohhhhhh…ohhhh ! E mi raccomando ! Non uscire…il tuo cazzo dietro lo adoro…”
Il cazzo fortunatamente era rimasto dentro, ma le pallette non le sentivo sbattere più, dato che era più proteso in avanti…continuai ad incoraggiarlo…
“Stringile tutte e due…magari dopo se ho latte te lo faccio assaggiare dopo…ahnnn ! Ahnnn ! Ahnnn !...mi viene ancora…sai…su Antongiulio, sono la tua vaccona…tutta culo e latte…su…tesorino mio, dai !”
Antongiulio riprovò a stringerle entrambe e stavolta ci riuscì: mi fece anche un po’ male al capezzolo sinistro, ma non me ne importava. Mentre mi domandavo se chiedergli o no di smettere con quelle strette di falangi a forbice sui miei capezzoli già induriti, mio figlio venne di nuovo dentro i miei visceri: il suo cazzo mi sparò dentro un bel proiettile liquido…gli sarebbe rimasto duro pochi secondi ancora, per cui gli dissi:
“Ohhhhh…sei venuto tesorino mio…spingilo più dentro ! Un ultimo sforzo, ahhh…ahn! Come sono sporca…che bello…ahn…HUH !”
Antongiulio eseguì il mio ultimo ordine e tutto il suo cazzo scomparve nelle mie profondità. I suoi orgasmi erano stranamente silenziosi, anche se gli avevo intimato di fare piano, dato che i vicini erano in casa…
“Accidenti ! Vengo sempre subito…cazzo !”
“Se vieni subito è perché ti piaccio e non vedi l’ora di sborrarmi tutta…se esci adesso mi lasci voltare, ti piazzi sopra a me e mi succhi il seno quanto vuoi…il sesso con te il latte me l’ha fatto venire…me lo sento dentro…dai…esci…”
“Sì, mamma…esco…”
Mi voltai, mi abbassai le asole del body che avevo reindossato, e gli presentai le mie zinne ed i miei capezzoli belli dritti. Si abbassò su di me e senza perdere tempo a baciarmi le tette (e non mi sarebbe dispiaciuto) prese quasi al volo il mio capezzolo di sinistra e succhiò affamatissimo un paio di minuti, poi replicò con l’altro commentando sudatissimo…
“L’ho sentito…è com’è buono…”
Detto questo si portò stancamente la mano alla fronte per togliersi il sudore e …svenne dato che il sesso duro con me gli aveva fatto mancare le forze…aveva all’attivo di calorie la sola colazione prima di andare a scuola…ed un paio d’orette di sonno…io intanto verso l’imbrunire avevo lasciato il liceo perché mi ero ricordata che avevo un appuntamento un po’ strano in verità, ma adesso che ricordavo l’appuntamento ancora un altro blocco: il perché della sua stranezza, e soprattutto non ricordavo il momento in cui avevo smesso di raccontare il mio incesto a Fede; ma con Fede come mi ero lasciata ? Perché non ricordavo? Mah!… Mi venne in mente che invece De Altis mi aveva convocata, ma certo non oggi, in presidenza…sì proprio nel suo ufficio per una ragione ben precisa, una contestazione o magari un vero e proprio rimprovero ufficiale o …ufficioso soltanto? Beh in breve alcuni studenti mi avevano vista mentre gettavo una cicca sul pavimento del corridoio, e riferito la cosa ai miei colleghi; probabilmente i miei colleghi l’hanno riferita al preside, che poi aveva convocato me. Alla fine in presidenza ci ero andata; feci capolino sulla porta e il signor preside De Altis mi fece cenno di venire avanti. Avanzai fermandomi ad un metro dal suo tavolo di lavoro.
“Mi voleva vedere signor preside?”
Era importante: De Altis aveva un tono serioso…
“Signorina, vorrei dirle che le cose qui da qualche tempo non stanno andando affatto bene, per via di certi suoi atteggiamenti, che sono costretto a definire sconcertanti!”
“Quali, prego!”
“Le cicche che getta in corridoio. Ritiene di dare il buon esempio?”
“Lo fanno anche altri, se è per questo.”
“Ne hanno raccolte tre, di queste sue cicche, mozziconi di sigarette rollate, e le hanno portate al medico scolastico…”
“E che c’entra il dottore? Cura le persone, mica vende o compra cicche usate…”
“Contenga il suo sarcasmo professoressa, …non so ancora per quanto…”
Cambiai tono; infatti ero stata strafottente…
“Va bene che ha detto il dottore?”
“Non si è voluto pronunciare, ma quello che c’era dentro insieme al tabacco incombusto ci ha fatto pensare all’hashish.”
“Lo dice il dottore, questo?”
“Il dottore rifiuta di dire cosa sembrino quelle caccolette nere insieme al tabacco perché non è un tossicologo; a modo suo è un legittimista, che non si prende nemmeno a prestito, ruoli non suoi, e non vuole avallare quello che sta per accaderle, professoressa, anche se non so ancora per quanto…temo che dovremo allontanarla dal nostro istituto visti i suoi atteggiamenti strafottenti verso i regolamenti d’igiene pubblica del nostro liceo. Un paio di sue colleghe si sono lamentate che passa troppo tempo in bagno a fumare e a…”
“…a…”
“…ecco, insomma, chiaramente non sono affari miei che sono maschio, comunque ecco, a masturbarsi rumorosamente! Alcuni studenti dicono anche che lei se la faccia con uno di loro…è vero questo?”
“…uhmmm!”
“Comprenderà spero che nel deprecabile caso che lei abbia una relazione sessuale con uno studente di qui, si porrebbe in incompatibilità ambientale…”
“Ammettiamo che ce l’ho…anzi, ce l’ho! Però si tratta di un maggiorenne, e non è delle classi dove faccio la supplenza…”
Il tono di De Altis rimase ostile tutto il tempo, ma si era un po’ calmato. Quello stava aspettando una mia offerta. O forse ero io che ci speravo?...
“Vorrei non averla udita. C’è un prezzo da pagare per queste cose, lo sa? Comunque devo dirle una cosa della massima importanza…”
“Se c’è un prezzo, parliamo di prezzo allora. Il suo qual è?”
“Il mio cosa…?”
“Prezzo! Tutti noi abbiamo un prezzo, il suo qual è?”
“Non so di cosa parla, sinceramente.”
“Davvero…!?!”
Andai decisa verso la porta, e di mia iniziativa la chiusi dall’interno. Adesso in quella stanza eravamo io e lui, da soli.
Mi sganciai rapidamente la gonna, e mi sfilai le mutandine davanti a lui, esterrefatto, seduto al tavolo. Gli dissi, decisa e strafottente:
“Se mi manda via, questa viene via con me! Sicuro di poterne fare a meno?”
“Che intende fare signorina?”
Avanzai decisa verso di lui, mettendomi poi di fronte a lui con dietro il tavolo, sul quale ebbi cura di posare il culo; poi seduta allargai le cosce affinché potesse notare, e bene, lo spacco di carne della mia fica, quindi aspettai che i vapori della mia vulva arrivassero alle sue nari. Pensai di aiutare con più decisione la cosa avvicinando io stessa la sua testa, con un improvvisa presa. Se era maschio avrebbe saputo cosa fare alla mia vulva di trentenne, dai tratti talora ninfomaniacali. Il prezzo del signor preside era la fica, comoda, e larga, facile da leccare…alla sua età sapeva come far funzionare la lingua sopra una fica! Leccava piano, e la cosa non mi dispiaceva neanche tanto; tutto il mio sesso bagnato da un uomo con quasi il doppio dei miei anni! Andò avanti una decina di minuti di un leccafica continuo…poi eccitato mi disse:
“Si volti, per favore!”
Spinsi la sua sedia girevole un po’ indietro, e scesa dal tavolo, mi voltai poggiando il ventre sul bordo del tavolo, ed il mio culo per il suo viso. Prese a leccarmi le natiche con rasposi passaggi di lingua sulla pelle, con metodo…si passò tutto il mio culo con la lingua, per poi scoprire le sue vere intenzioni: baciarmi l’ano e leccarmelo come un animale…me lo stava anche penetrando con la lingua…hai capito il signor preside! Un appassionato di buchetto del culo! Ne sentivo di slinguatine per penetrarmelo l’ano…intanto doveva aver raggiunto l’erezione perché adesso stava poggiando un bozzo di carne dura contro il mio culo. Premeva con la cappella dura, e la spostava su e giù per l’incavo delle natiche…ovvio che mi voleva sodomizzare, lì contro il tavolo…
“Uhmmm … ora le prendo le minne!”
“Ahnnn, uhmmm…prima deve incularmi, poi se le prende!”
“Davvero lo vuole nel culo, signorina…?”
“Faccia come crede. Io odio aspettare! Il mio corpo è suo adesso…se deve sodomizzarmi deve farlo ora che è duro…”
“Ha ragione signorina…ecco prenda!”
Sentii manovrare sulla pelle il suo piccolo bastone di carne dura, degli struscii sulla superficie dell’ano, poi trovato il giusto angolo d’entrata arrivò una spinta, parziale, e dolorosa. Quel vecchietto mi aveva infiocinata: mica male per uno che stava per andare in pensione:
“UH ! AHI ! Fa male ! …ohhhh…ahnnn…ohhhh…si muove, sì?!”
Avrebbe trovato un retto ancora elastico e reattivo alle sue spinte; devo confessare che mi piacevano più quelle di mio figlio Antongiulio, forse perché non mi slargava l’intestino più di tanto…Il vecchio De Altis continuava con le sue spinte e controspinte, poi si fermò proprio quando stavo cominciando a prenderci gusto, e mi ricordò infoiato:
“Le minne signorina, le minne…”
“Mi regga…ci riesce?”
“Sì ! E intanto glielo caccio dentro ancora un po’, così non scappa più…”
Avanzò col suo cazzo quasi tutto dentro le mie cavità rettali e mi alzai quanto bastava per sbottonarmi la camicetta; lui mollò la presa sui miei fianchi per sganciarmi l’asola di chiusura del reggiseno; un istante dopo avevo le tette libere, che lui subito prese e strinse ben bene mentre il suo cazzo restava strozzato nei miei intestini. La presa dei seni gli fece rallentare gli affondi, che qualche istante prima erano più fluidi, poi mentre mi stringeva i capezzoli già turgidi per il sesso duro tra noi due mi tornò a montare l’eccitazione e mi iniziò la fase pre orgasmo…
“AHN, AHN, AHN…hummmhhh…hummhhh…Oh ! Oh ! Oh ! Dai, così ! Mi fotta per bene signor preside ! Sì…adoro quando mi riempiono il culo…forza ! Dai ! Dai ! Dai…sì ! Sì ! Sì !”
“Lo sente signorina, vero?...Mi dica che lo sente…me lo dicaaaahhhh !”
“Ohnnn…ahnnnnn….ahnnnn…lo…lo…lo sento, sì! Porca puttana ! Lo sento…ce l’ha messo tutto…le sento pure le palle ! Dai ! Ci dia dentro ! Mi sbatta le palle…ahnnn…voglio sentire le palleeeehhh ! Dai !”
“Sì ! Eccole, le palle, eccole…”
“Spat, spat…spat, spat…”
“Sì…le sento…sì…ihhhhh….uhhhhh, ahn ! Ahn ! Ahn ! Mi sbatta signor preside, mi sbatta !”
“Certo che la sbatto, troia! Certo che la sbattooooohhhh !”
“Ahnnn, ahhhnn ! Ahnnnn ! Ahnnnn ! Ahi ! Ahnnn! Uhmhhh…ahnnn! Uhi ! Ahnnn!”
Le parole giuste, ogni tanto fanno presa, aumentando così tanto il livello di libido, che il maschio inculatore sentendosi esaltato viene…
“Ohhhhhh ! Ohhhhh ! Ohhhh !”
“Tutto! Lo voglio tutto ! Non mi mandi le gocce fuori…tutto nel culo lo voglio !”
Il signor preside mi sborrò il culo, e mi rimase attaccato sei o sette minuti dopo l’ultimo schizzo nei miei visceri; mentre me lo toglieva mi precisò:
“Non…non abbiamo ancora finito, sa…”
“Vuole un pompino, forse?”
“No, devo leccarle la fica…e…”
“Ho goduto signor preside, anche se mi lecca la fica, io ho goduto…”
“Voglio godere io…di nuovo, ed in un certo modo…sieda sul tavolo, tanto lo pulirò io dopo, e apra le cosce, voglio la vulva ben in vista!”
Mi risedetti sul tavolo e aprii le mie gambe davanti a lui che si precipitò a leccarmi la vulva con la stessa foga canina con cui aveva leccato il mio ano; ogni tanto si fermava per solleticarmi il meato, sia con la lingua che con le dita; ogni ventina di leccate mi risolleticava per stimolarmi l’uscita dell’urina…intanto si era tolta la giacca doppio petto e allentato la cravatta per poi togliersi anche quella dopo un’altra serie di leccate a ogni centimetro di pelle della mia patacca gonfia; un’altra pausa per togliersi la camicia, quindi mi sussurrò il rumorino labbiale della pisciata; avevo capito dovevo pisciargli la faccia, la testa…hai capito che depravato il De Altis! Beh se era quello che voleva…
“Pishhhhh….pishhhhh…pish….pishhhhhhh…”
E giù un’altra serie di leccate al meato…e alla base di esso…
“Su, da brava ! Aspetto…su la faccia qui ! Andiamoooo !”
Dovette leccarmela ancora un po’ e quindi finalmente gli schizzai il viso…
Dal mio meato era partita una scarica di urina diritta e veloce che lo colpì al naso e agli occhi; più o meno su tutto il volto…
“Ahhhh ! Sìiiiii…così ! Così !...ahnnn!”
Finìi di pisciargli il volto, e devo dire che la cosa mi stava facendo anche un po’ schifo, ma…contento lui…
Quando finii l’urina continuò a lavarsi la faccia sulla mia fica bagnata e libera…
Era tutto finito: eravamo scarichi di tensione entrambi. Il preside prese la parola:
“Nel mio bagno privato non posso farla entrare…qui mi è avanzata dell’acqua minerale; se si deve pulire sommariamente faccia pure, poi mando qualcuno a pulire…”
“Sarebbe meglio che pulisca lei di persona, o penseranno che lei si piscia sotto…”
“Mi darebbe una mano? Così facciamo prima…”
“Le ho appena dato il buco del culo, e la fica! Sono la sua puttana se vuole, ma non la sua serva!”
“Va bene, va bene, non avrei dovuto chiederglielo! Lo so! Solo che adesso ho dimenticato cosa dovevo dirle…quando lei mi ha proposto questo piacevole intermezzo…”
“Che importanza vuole che abbia? Tanto continuo con le supplenze…no?!”
Mentre stava asciugando a terra con i fazzoletti di carta e le bottiglie di acqua gassata sgobbando come un proletario tutto sudato riprese memoria…
“Quel suo amante, di cui non mi ricordo il nome tra virgolette…i carabinieri mi hanno detto che porta piccoli pacchi a delle persone degne di essere indagate…finché lo fa fuori dalla scuola non è competenza mia signorina, ma se ne porta uno solo - e badi bene! - uno solo in questa scuola sarò io stesso a denunciarlo, e quanto a lei per ragioni di opportunità dovrò sia pure a malincuore allontanarla! Glielo dica lei che è diciamo piuttosto intima con questo tipo!”
“A malinculo signor preside! A malinculo, non a malincuore…comunque glielo dirò!”
“Signorina, professoressa insomma, lei è fuori di testa da un bel po’ di tempo almeno!”
Il tempo! Già, da quanto tempo allora?! Ad un tratto mi sono ricordata che la scopata con De Altis non l’avevo fatta di recente, ma appena conosciuto Federico, il mio Fede…Qualcuno aveva insinuato o ci aveva visto assieme intimi; sta di fatto che il preside De Altis valutò di allontanarmi già pochi giorni dopo l’inizio della mia relazione con Fede…solo che dandogli i miei buchini quando ancora non sentivo il vincolo di fedeltà con Fede mi aveva consentito di mantenere il posto, sia pure precario. Il badge non mi venne tolto in quell’occasione…ma allora quando mi aveva convocata De Altis? Non riuscivo più a ricordarlo…in preda ad un dilemma da risolvere tornai dentro il padiglione con l’ufficio del preside; avrei fatto capolino sulla porta simulando la caduta di un oggetto. Quando entrai trovai la Santi che usciva: la salutai e mi guardò con compassione e tristezza, senza rispondere al mio saluto. La superai, però mi voltai e non c’era più! Di nuovo la sensazione di vuoto come quando ero convinta che dietro la porta ci fossero Marta ed Enrica…comunque raggiunsi l’ufficio del preside, dato che sapevo dov’era…come mi avvicinai alla porta trovai chiuso. A fianco di essa più o meno ad altezza d’uomo era stato affisso un cartello protetto da una bacheca di vetro con un messaggio a dir poco sorprendente! Eccome...lo lessi:
“S’informano i signori docenti che il preside Edgardo Maria De Altis da venerdì 23 del mese corrente è in pensione per raggiunti limiti d’età, e pertanto gli affari più urgenti dell’istituto sono di diritto affidati al vice-preside professor Giovanni Trea, fino alla nomina del nuovo preside.”
Ma allora, cazzo d’uno stracazzaccio infame ! Il culo a chi l’avevo dato? L’urolagnia sul viso chi cazzo m’aveva obbligata a praticarla? Ero confusa e dovevo riordinare le idee…la mia giornata era iniziata con la scopata con il mio amante studente, poi sono andata alla riunione, e adesso eccomi tornare una sodomia concessa al vecchio preside per non farmi buttare fuori, visto che dovevo mantenere un figlio con il suo cane…non sapevo più dare una collocazione spazio temporale agli eventi che più mi avevano riguardata. Il problema non era tanto il dove, quanto il quando…forse una passeggiata al fresco del lungo viale dov’era ubicato il liceo avrebbe potuto schiarirmi le idee…camminai verso l’ingresso facendo segno al bidello che dovevo uscire, ma la porta non si apriva mica. Passai il badge nella fenditura ricevente pronta a rileggere il messaggio di fuori turno assegnato ed invece la scritta a luce lampeggiante diceva:
“Premere la maniglia verso il basso, e attendere l’apertura completa del cancelletto.”
Premetti, ma il cancelletto non scorreva. Provai a togliere il badge e a premere di nuovo, ma neanche stavolta il cancelletto scorrevole di metallo si aprì…che situazione! Mi toccava aspettare che qualcuno entrasse o uscisse con la propria auto per sgattaiolare via. Non so quanto veramente mi toccò attendere, ma una ragazza di terza o quarta liceo, sì mi sembrò proprio Valeria senza fare caso a me passò il badge poi, invece di uscire si diresse verso la guardiola del bidello di sorveglianza. Incuriosita provai a seguirla; al limite avrei chiesto al bidello di poter uscire e basta, poi cosa avessero da dirsi un bidello ed una studentessa in fondo mica erano cazzi miei, no?! Un rumore di citofono:
“Sì ?...”
“Sono Valeria! Mi apre signor Barella?”
“Prego, vieni, ma non affacciarti troppo, a quest’ora potrebbero vederti…le cam hanno 30 secondi di riavvio…svelta!”




- continua -

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