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Lui & Lei

Quando Angela Pohel viveva sulla Luna , parte 2


di sexitraumer
27.05.2021    |    736    |    0 9.2
"Di fiche non giovani Go s’intendeva, dato che la notte dormiva comunque con la sessantenne vedova dell’amico e complice di suo padre…e eccitare quella di..."
…con sua grande sorpresa Angela lo guardò e vide un maschio, per meglio dire un maschietto di età apparente di tredici-sedici anni. Era castano chiaro, alto un metro e settanta, caucasico, ma non tanto bianco; lievemente mulatto, magro, un pochino più grande di Helmut; il ragazzo aveva gli occhi lievemente a mandorla, e i capelli lunghi non oltre il collo che portava liberi di fluttuare tinti di biondo rame, sfumati due cm blu cobalto alle estremità. Tuttavia non tingeva le sopracciglia, essendo di base un castano comune. Muscoli ancora pochi, ma non aveva ancora l’età della palestra. E certo la ridotta gravità lunare non aiutava. Non appena la porta d’ingresso si richiuse, il ragazzo esordì:
“Beh, salve a tutte, belle signorine! Io mi chiamo Go! Piacere!”
Angela gli strinse la mano; e si accorse che la sua muscolatura era diversa da quella di un corrispondente ragazzo terrestre…non era atrofico, ma le ossa erano diverse in chi era nato dove la gravità era un sesto di quella terrestre…
“…piacere signorino! Io mi chiamo Angela!”
“Laurenze mi ha chiesto di farmi vivo qui …che c’era la figa dei miei olo porn: bionda, germanica europea; però ero convinto che lei fosse più snella …invece è abbastanza tonda…”
Go allungò le mani su Angela palpeggiandole la natica, e poi il seno sinistro…
“…e lei signorino, si chiama Go! …un nome giapponese, come i suoi occhi vedo!”
“No, no…mi chiamo Go perché l’ostetrica di mia madre, quando venni alla luce nell’ospedale militare di qui, disse a mia madre: - dai, un bel go! …tipo, facciamolo uscire…su Stacey…un bel go! Quindi venni al mondo e mi battezzarono Go …sì lo so! Il nome è anche giapponese…ma io mi chiamo Go come imperativo di andare…”
Angela indagò:
“Non sapevo che fossero ammessi bambini in zona militare, Laurenze!”
“Eh, no …infatti lui non abita in zona militare …”
“Guardi Angela, io abito presso la missione laica…mio papà è contrabbandiere, e attualmente è nel penitenziario lunare: ha ancora quattro anni da scontare, poi finalmente verremo espulsi verso la Terra…intanto io vivo presso la missione…mi ospita una signora un po’ più grande di voi …anche lei impegnata con chi è in difficoltà…”
“…con sua madre signorino?”
“No, vivo con Gesien, la moglie dell’amico di mio papà, a cui mi avevano affidato, visto che mamma era morta durante il rientro sulla Terra per cedimento dello scudo termico dello spazioplano di linea…”
“Gesien?”
“Sì, Gesien: è una granny di sessantadue anni, rimasta vedova dell’amico di papà …io la faccio contenta col cazzo la sera, e lei mi cucina, e mi fa abitare con lei …Laurenze! Ci sarebbe un po’ di quello …cos’è champagne? Un po’ per me? ...”
“Prego Go; qui non siamo fuori…”
Le due donne servirono l’ultimo bicchiere rimasto all’ospite, il quale mentre sorseggiava raccontava loro la sua storia personale, da Laurenze già conosciuta…
“…ma i suoi genitori signorino, hanno potuto formare famiglia qui? Dicono che è proibito ospitare familiari…”
“Sa, Angela, quindici anni fa mamma Stacey era nata qui; una delle prime residenti lunari; lavorava nella polizia militare di qui; era un sergente: un giorno fermò un contrabbandiere trovato in possesso di farmaci non autorizzati; dopo l’arresto e il sequestro della merce, mamma andò presso l’abitazione di mio papà Aleander agli arresti domiciliari, e con la scusa di perquisire l’appartamento, lo perquisì sotto … i pantaloni; mi disse che durante il controllo di polizia i loro sguardi s’erano incrociati un istante: dicono di chiamarlo sulla Terra il classico colpo di folgore…”
“…di fulmine, non di folgore!”
“…ma non sono la stessa cosa?”
“Sì, ma dicono colpo di fulmine!”
“…vabbé, e trovato quello che cercava …concepirono me! Papà pagò la forte contravvenzione, e ottenne di restare; mamma si dimise dalla PM per correttezza, partorì, e dopo avermi cresciuto trovò un lavoro di magazziniera presso il lunaporto …quando andò sulla Terra a preparare il nostro ritorno, accadde la disgrazia, e io restai qui con papà, che purtroppo aveva preso a contrabbandare munizioni per armi, e s’è beccato dieci anni di prigione lunare, commutabile in quindici sulla Terra, più il pagamento del viaggio! Nel frattempo mi do da fare come posso …tanto quello che volete voi donne l’ho imparato con Gesien …beh?! …allora! …è qui che volete seme maschile?!”
Laurenze disse:
“Sì. La mia amica Angela non ne prende da mesi…”
“Perché, mancano gli uomini qui?!”
“…ehm, no. Mi manca mio figlio…un adolescente, della tua età, o un po’ meno…”
“Ah, davvero?! E io gli somiglio, eh?! Insomma volevate proprio me?”
Angela disse con naturalezza…
“Sulla Terra ho lasciato mio figlio Helmut di tredici anni; l’ho mandato dal padre visto che voglio diventare astronauta di lungo corso …scopavamo duro tutti i giorni, e l’abbiamo fatto per un due-tre settimane …e ora vorrei non …essere mai venuta qui!”
Il ragazzo, nonostante lo sguardo comprensivo verso Angela nuda, disse:
“Angela, se vuole fare sesso duro non c’è problema! …mettete qui ottanta crediti!”
Go depose il bicchiere ormai vuoto, e mise sul tavolo il suo portafogli elettronico, precisando alle due donne:
“Angela o Laurenze non ha importanza chi caccia i dindini! Però voglio prima i soldi! Poi, finito con Angela, resto a dormire qui! E tu, mia cara, domattina, prima di andare a lavoro mi fai riempire il tuo culetto di sborra, va bene?! …ottanta più una chiavata al tuo culetto, anzi! Sentiamolo un po’ …avvicina il tuo culetto Laurenze!”
La giovane sottufficiale, abbastanza nuda, soprattutto sotto la vita, avvicinò il culo a Go, affinché chinatosi col volto, le potesse scostare una natica con garbo, e scoperto l’ano roseo e depilato, ci diede un lungo bacio linguale che fece mugolare Laurenze d’imbarazzo…
“...AHNNNNN…hmmmmhhh…ohhhh…piano! Ohhhhh !”
Go staccò il volto dall’ano della giovane padrona di casa, nonostante gli odori pesanti naturali con un’espressione felice…
“…hmmm… slaaaaap… slurp! ...ahnnn…adoro il tuo buchetto del culo Laurenze! Ah dimenticavo: domani dai questi cinque diamanti grezzi alla persona che ti chiederà come spedire sulla Terra due cofanetti di fumetti del ventunesimo secolo, intesi?! Ti farà esaminare i fumetti, ti chiederà di usare i guanti di cotone perché la loro carta non ha avuto il trattamento conservativo, e tu ce li fai scivolare dentro quando glieli restituisci …”
Il ragazzo eccitato dal bacio linguale all’ano di Laurenze, con un inizio di bozzo sui pantaloni, aveva tirato fuori dalla tasca cinque diamantini tondi, ancora da tagliare. Il più grosso aveva un ingombro di mezzo centimetro cubico. Laurenze li prese in custodia dicendogli:
“Dammeli, va! Andata, ma non prenderlo per vizio! Domani andrò in ufficio con la tua sborra, e i tuoi sassolini; ok fumetti, ventunesimo secolo, guanti…oh scusa se ti rovino il programma per domattina: dopo una notte di sonno nel mio retto cosa speri di non trovare?”
“AH! Beh prima la fai …poi ti farò io! SLUUUUUPP!”
“AHNN…basta Go! Un po’ di …mhmmhmm…contegno...ohhhh!”
Dopo essere riuscita a staccarsi dalla lingua esploratrice di Go andò in bagno a riporre i sassolini di diamante grezzi.
Intanto Angela iniziò una conversazione con Go sul tema diamanti dicendo:
“Un amico del mio Helmut aveva dato a mio figlio tre diamanti artificiali per corrompere una mia collega, un capitano con la stessa corporatura di Laurenze, che nelle intenzioni sue avrebbe dovuto dargliela…”
“…e gliel’ha data?”
“Fossero stati autentici, non artificiali…mi ha detto riservatamente di sì, ma mi ha anche detto di non dirlo a mio figlio, casomai si potesse dare alle rapine…e lei signorino invece ha dei diamanti…veri?!”
“Sono grezzi Angela, li devono ancora tagliare! E la cosa più bella è che sono delle miniere di qui! Rarissimi …ma nessuno ha mai voluto bucare la Luna per cercare diamanti! Probabilmente ce ne saranno altri …anche qui sotto! …”
Nel frattempo era tornata Laurenze col portafogli elettronico, e trasferì gli 80 crediti concordati su quello del giovane Go. Angela disse:
“…poi te li restituirò Laurenze!”
“Scherzi?! Go è un mio regalo per te!”
…poi rivoltasi a Go, Angela fece:
“Go, diamoci del tu, va bene? …mentre mi scopi mi devi chiamare Mutty, va bene?!”
“Va bene…mutty! …che significa scusa?”
“Nella mia lingua madre mamma!”
“AH! …ehi Laurenze, tu devi aiutarci, sai…”
“Ora mi spoglio anch’io …poi ti dico!”
Poi Go mise sul tavolo anche un altro oggettino nero-argento, e dopo averlo acceso disse:
“Laurenze, appoggia al muro questo!”
Angela chiese:
“Cos’è?”
“Un disturbatore a ultrasuoni! Se qualcuno fuori in corridoio appoggia le orecchie per ascoltare gli prendono dolori al timpano!”
“Sei organizzato Go!”
“Eh sì, che qui si sta strettini sapete…”
“Beh la Terra non è tanto meglio, anche se adesso non siamo più sovrappopolati!”
Go si spogliò rapidamente, divenendo nudo come Angela e Laurenze. Fece cenno ad Angela di alzarsi, e subito dopo la prese per i seni, da dietro e strusciandosi il cazzo tra le natiche di Angela cominciò a leccarle il collo e le orecchie, dentro le quali mise la propria lingua per iniziare a esplorare la donna. Passò la lingua anche sul viso della donna, poi si spostò baciandola in bocca. Angela cedette quasi subito, estraendo la propria lingua per cercare quella del ragazzo. Intanto Laurenze s’era spostata dietro, e dilatate le natiche tonde di Angela cominciò a leccarla sul buchetto…intanto che Go sciabolava la lingua contro quella di Angela; dopo un paio di minuti a labbra di fuoco abbassò la propria testa sul seno destro di lei, baciandoglielo e succhiandole il capezzolo. Aumentò il possesso della donna spadroneggiando con la mano abile sulla fica, che naturalmente fece presto a bagnarsi…ora che c’era un maschio. Intanto anche Laurenze le aveva fatto col dito piacevoli massaggi rettali.Ormai il cazzo di Go s’era drizzato, e Angela prima di prenderlo con la mano, l’aveva già sentito sulla coscia duro e caldo…all’improvviso non poté trattenere un urletto di dolore poiché il capezzolo glielo aveva succhiato con forza, ottenendo un po’ del suo latte…per cautela anche Laurenze aveva estratto il dito; ma non era stata lei a darle del dolore ma la foga succhiatrice del ragazzo.
“UHHHHAAAAHNNN…pi…pianoooohhh…huhmmmmhhh!”
“Sfruuuuuuf….sluuuuuuurpf!”
“AHNN…ohhhh! …sì…sto cacciando latteeeeeehhh…huhmmm…ohhhh, piano Go, piano!”
Go procedeva implacabile, col succhio, carezzandole contemporaneamente l’interno delle cosce con la mano e la vulva vicino il clitoride con la mobilità circolare del pollice. Con l’altra invece aveva stretto e spremuto l’altra tetta, cui fece lo stesso trattamento, intanto che Laurenze, umettatole l’ano con la propria lingua, iniziò a riesplorare il retto di Angela con il medio, il che le stava facendo godere un certo tripudio di sensi dato che ora a leccarle il collo ci stava pensando Laurenze…Go intanto afferrò le cosce, e s’inginocchiò per leccare bene la generosa fica di Angela, in maniera leggera, veloce, e imprevedibile, insistendo di più nelle parti alte, come le aveva a suo tempo insegnato Gesien, anziana sì, ma non vecchia, e con pochissime rughe, come una professoressa dei tempi lontani, ma sulla Luna anche sua madre putativa, oltre che padrona di casa... Di fiche non giovani Go s’intendeva, dato che la notte dormiva comunque con la sessantenne vedova dell’amico e complice di suo padre…e eccitare quella di Angela per lui fu una sciocchezza…Angela ormai era solo Angela…e non più il disciplinato maggiore Pohel…
“Go…”
“Che c’è mutty?”
“Ahnnnn…voglio prendertelo in bocca io adesso…”
Laurenze si scostò per dar modo ad Angela d’inginocchiarsi per raggiungere l’altezza del cazzo del giovanissimo Go…il quale mentre la Pohel lo scappellava, Go beneficiava di baci a turbo lingua di Laurenze che aveva preso in mano il volto. La testa della donna terrestre andava avanti e indietro su quella piccola asta lunga e dura: quattordici centimetri per uno e mezzo, tutto sommato normodotato, come quello di Helmut…dopo i baci Laurenze, s’era messa in piedi sul divano allargando le cosce in una strana postura che permetteva al ragazzo di leccare la sua piccola fica aperta dove voleva la leccata usando medio e indice della propria mano, mentre riceva un appassionato bocchino da Angela fatto di morsi ad arte, alternati con baci leggeri e slinguazzate rapide ai bordi del glande, e di qualche istante al centro…
“AHNNN…ahnnnn…ohhhhh…ahhnnnnnnn...slurpf…slup, slap…ancora?”
“Leccamela tutta signorino! Non sono tutta lesbica! Forza su…che fra poco ti chiavi mamma!”
“AHNN…Angela…fa piano…sennò ti sborro in bocca…attenta che vengo, sai…”
“Gloooom…yuhlmmmm…yahmm…sluuuuuuurp!”
“AHNNNN…ahnnnnn…Angelaaaaaahhhhhh…”
Angela si fermò, e sedutasi sul divano allargò le cosce portando al petto le caviglie per offrire la vulva già aperta alla penetrazione del ragazzo, che non se la fece dire due volte: si mise in posizione e quando stava per penetrare la fica di Angela, all’improvviso s’inginocchiò Laurenze che glielo volle prendere in bocca qualche secondo anche lei, poi lo rimise in posizione affinché cadesse dentro l’invitante fica di Angela che stava aspettando bagnata e vogliosa di contatto quel giovane cazzo, caldo e duro. Non essendo troppo grosso in diametro ci entrò tutto quanto fino alle palle, e Go si diede da fare per soddisfare la signora…Laurenze si spostò dietro, e prese a leccargli l’inguine, e le palle ormai gonfie, che in avanti sbattevano sulla fica di Angela, e indietro beneficiavano della lingua di Laurenze…con quel piacevolissimo trattamento bastò un minuto di avanti e indietro affinché il ragazzo venisse dentro Angela, che lasciò che le riempisse la vagina interna del suo maschio seme; tanto si sarebbe fatta dare una pillola contraccettiva…le pallette del ragazzo si svuotarono con il cazzo ancora ingoiato nella sua enorme fica in raffreddamento…poi il ragazzo lo tirò fuori, e naturalmente di sborra ne aveva ancora…Angela si buttò su quel cazzo prendendoselo in bocca, e succhiando tutto quello che poteva, al punto che al ragazzo scappò un urlo di dolore quando Angela si prese fino all’ultima goccia di seme rimasto…
“AHHIIIIIIIIIIIIIII ...ahnnnnnnnnnnn! Uhi! Piano! Ahnnn…ohhhh!”
“Yuhmmmm, buono… e mò me lo ingoio…guarda, Go!”
Angela mostrò a entrambi quanto gradisse la sborra del giovane Go fino a bersela tutta, anche fredda…poi dopo due-tre minuti senza tosse gli disse:
“Vai sotto la doccia…che tra un po’ me metti anche nel culo, che poi devo andarmene, figlio mio!”
“…va …va bene mutty! Ma dimmi, il bocchino che hai fatto a me, lo facevi così pure a tuo figlio?!”
“Sì …modestamente i bocchini li faccio ad arte, da vera femmina!”
“…e a tuo figlio davi anche il culo?”
“Sì, e mi facevo anche fottere di fronte ad uno specchio, così ad ogni fendente, poteva guardarmi il viso in goduta o in dolore!”
“Dev’essere bello avere la mamma bella e porca!”
“Sulla Terra, io stessa ho delle amiche, fighe, separate dai mariti, che si concedono ai loro figli teen ager! Mi credono una tipa quadrata che non cede! E invece ho ceduto anch’io all’incesto! Con me è stato lui a venirmi sopra, sai…mi è saltato addosso dopo avermi attesa nascosto dietro la porta della mia camera da letto…quando mi sono stesa per rilassarmi, senza che me ne accorgessi, mi è saltato sopra, cercando di penetrarmi!”
“Beato lui …”
“Non mi ha posseduta a lungo, però! Prima di venire qui l’ho mandato a vivere dl padre, che convive con l’amante!”
Go sorrise dopo aver immaginato la delusione del figlio di Angela…
“…vado a lavarmi, poi lascio il bagno a voi signorine belle…se chiama Gesien non rispondete! Tanto lo sa che dormo qui stanotte …”
Laurenze, mentre metteva via la bottiglia vuota di champagne, disse:
“Gesien non chiamerà, Go! Lo sa che devi fottere con una donna più giovane, almeno ogni tanto!”
Poi rivolta ad Angela disse:
“Champagne non ce n’è più! Solo coca cola o il vino industriale di qui…”
“Non fa niente amica mia… dì un po’…come l’hai conosciuto, Go?”
“Due anni fa, durante una libera uscita presso la Grande Cupola; sai Cora e il figlio se n’erano andati, e che mi stavo annoiando mi si vedeva in faccia; mentre guardavo uno scooter elettrico in vetrina, che tanto non potevo permettermi, si fece avanti per vendermi della sua merce, che aveva con sé come campioni… rigorosamente di contrabbando, come ad esempio due paia di scarpe da sera firmate …sulla Terra mi sarebbero costate mezzo stipendio…qui per metà di quel mezzo stipendio più un paio di scopate me ne ha date due paia. Commercia un po’ di tutto, tranne medicine, droga, e munizioni per armi che sono costate al papà il carcere… anzi aspetta che te le prendo! Sono bellissime, e non le ho ancora mostrate a nessuno…”
Laurenze andò a prendere le due paia di scarpe da sera di una rinomata casa di moda, prodotte sulla Terra e commercializzate un po’ dappertutto, comprese le stazioni orbitanti per super riccastri e scienziati, e la Luna, con le sue cupole: delle cittadine autonome da 3.800 persone ciascuna che le abitavano, collegate da elettro-metropolitane sotterranee…
“Ecco guardale, prendile …le vedi?! Non è roba in materiale adattivo …sono di vera pelle, e vanno indossate un paio di volte per adattarsi alla misura del piede, ma ne aveva di diverse taglie. Finora le ho indossate solo per andare ad un compleanno! Sai, nessuno me le notò! I lunari non sanno proprio cosa sia la moda!”
“Già, sulla Terra è un’altra cosa! Almeno in Europa …sono belle complimenti!”
Nel frattempo Go era tornato, rimesso a nuovo da una doccia, e notate le due amiche a parlare delle scarpe firmate di Laurenze, disse:
“Se ti piace portare un po’ di tacco, ne ho di diversi stilisti questo mese!”
“Oh no, grazie. Sono impegnata nell’addestramento! Alla fine della giornata mi ritrovo la polvere di regolite sia sotto le unghie, che sulle piante dei piedi!”
“Ho anche delle trousse da trucco, posso farti un ottimo prezzo…roba firmata, ben inteso!”
“Trousse? Qui sono tutti grigi…”
Go, ignorando le affermazioni di sostanziale diniego di Angela, insistette con altra merce…
“Profumi?”
“Profumi dici?”
“Certo, e di tutte le marche terrestri! 60 crediti per la bottiglietta da 150 emmelle …indipendentemente dallo stilista! Posso anche spedirtele in imballo anonimo con 15 in più!”
“…non saranno mica rubati, Go! ...per quel prezzo…”
“Rubati? …ma cosa dici?! Alcuni spedizionieri sono semplicemente nostri amici, e ci passano qualcosa …”
“Qualcosa…Go?”
“Oh, beh meno dell’uno per mille del carico! Qui sulla Luna ho altri quattordici concorrenti, sapete…sulla Terra s’incavolassero pure! Tanto l’azione legale costa più del valore della merce sottratta …”
“Vi passano roba …in cambio di che?”
“…non chiederei troppo al tuo posto! Papà ha voluto chiedere troppo per espandere, e poco, il volume d’affari… trattando anche munizioni e armi leggere …e sta dentro tutto il giorno da quando ero alto la metà! Con i diamanti grezzi che hai visto prima devo pagare la merce del mese scorso!”
“… e se non pagassi?”
“Semplice: avrei la polizia lunare ad ogni passo …e te e Laurenze neghereste d’avermi mai visto! E se avessi l’età di papà … mi capiterebbe un incidente!”
“…e tu come li hai avuti?”
“E ridagli! …ah, ah, ah, ce ne siamo imboscati una dozzina, in sei mesi di lavoro in miniera! …cercano sempre personale, e la tuta è buona per nascondere piccole pietruzze …”
“Quindi lavori in miniera?”
“No. Non io! Il mio socio! Un socio-fantasma. Questa cosa la facciamo in due: lui trafuga, io li piazzo! Poi gli verso la parte sua su un conto criptato! Lo stesso fanno con me dalla Terra quando ricevono la merce.”
“Inutile che ti chieda chi sia, vero?”
“Inutilissimo! Del resto lui non ha mai visto me per non descrivermi in caso di cattura, né io ho mai visto lui o …lei. So soltanto che un certo giorno faccio una passeggiata presso un certo posto, e ritiro la cosa. Né io, né lui sappiamo chi siamo. Il nostro accordo è sempre stato telefonico con avatar e sintetizzatore vocale…ma cazzo perché tutte queste domande?! Sei una poliziotta?”
“No, una pilota di spazioplano suborbitale, aspirante astronauta di lunga fascia…”
“Prima l’ho sentito il sapore della tua fica! …m’è piaciuto, sai…”
“Sul serio?”
“…sapeva di …ricco…”
“…ricco?”
“Tre anni fa con le prime pulsioni, quando papà non c’era avevo chiesto a mamma Stacey di assaggiargliela, e lei senza scomporsi tutta calma mi rispose…”

“…perché vorresti assaggiarla Go?”
“…così…non so…voglio farlo…”
“Vuoi farlo…soltanto? O…”
“…mamma, io…!”
“…cosa Go? Non vedi che sono tua madre?!”
“…lo…lo…vedo, sì…ECCO!”
“…!”

“…insomma, le calai le mutande, dato che stavamo a casa da soli, e quando ho visto lo spacco, dato che di pelo ne aveva poco, mi ci sono buttato contro a leccarla un minuto buono, e lei mi ha lasciato fare, rigida senza alcun respiro, poi ho smesso e ho detto…”

“…sai mamma, aveva ragione suor Marynn…la sua fica aveva più sapore della tua, e ho solo voluto provarla…”
“Che vuol dire suor Marynn?”
“Ieri mi ha fatto portare dei fiori al suo appartamento privato…e mi ha detto di sistemarli nei vasi, intanto che lei faceva una cosa…è stata via un po’ …poi quando ho finito di sistemarli, mi è venuta davanti in vestaglia lunga, l’ha aperta, e mi ha mostrato la topa.”
“Ah, e dimmi figlio mio, e com’era?”
“Aveva il pelo grigio ferro…pettinata benissimo, e mi ha detto…”

“…ho bisogno di un parere Go…solo tu che sei sempre attento puoi darmelo…”
“…?...”
“Assaggia la mia fica, sono sicura che sai come si fa…sei un così bell’ometto…guardala da vicino, e dimmi se ti piace…ora divarico un po’ le gambe, così si apre bene…”
“…?...”
“…allora che fai? L’assaggi? Devi dirmi se il sapore ti piace …io sono una donna nata sulla Terra, non qui…sulla Madre Terra, vera e unica Madre di tutti noi…”
“…eh…ehm, suor Marynn…è la moglie di Dio la Madre Terra?”
“…forse Go, forse! Ma è madre di tutti noi e basta a sé stessa. Non c’è alcun Dio…l’unica vera madre è questa qui! Guardala!”
“A lezione non dice così, suor Marynn…”
“Go, sei uno degli alunni più attenti che ho…e sono stata attenta anch’io. Ho visto come mi guardi, e credimi non mi sbaglio, per cui ora non siamo a lezione, ora sono nuda davanti a te! Dai tesoro mio, assaggia… lo so che vuoi farlo, ma non aver paura! Non ti punirà nessuno. Qui siamo nel mio appartamento privato...che c'è? Non ti va? Sei un bel maschietto…”
“No, ecco…che…che dovrei…fare?”
“Ti ricordi Go quel documentario di cucina sulla Terra? Quello che parlava delle cicorie, te lo ricordi? Lo abbiamo visto ieri…con la classe…”
“Sì…”
“Che diceva il documentario sulla cicoria di campo? …quella che cresce spontanea all’aperto in campagna, ti ricordi?”
“Sì, che è dolce! Mentre quella che il cittadino, o il contadino coltiva nel mini orto è sempre amara…”
“Bravo, Go …guardami quando ti parlo! …che ti voglio fare una carezza…pciù! Sei il mio alunno preferito! E mi serve che assaggi proprio qui, e mi dici…”
“…co…cos…a…si sta…aprendo, vedo…”
“…Go, la mia fica è come la cicoria spontanea …assaggiala, assaggiala! Vedi, si sta aprendo perché il mio alunno preferito me la sta guardando…da vicino…ti piace? L’odore ti piace? L’ho pulita per te, con acqua della Terra, che tengo da parte, per gli ospiti di riguardo, come te!…la Madre Terra…”
“E tu Go, l’hai assaggiata?”
“Si, mamma, l’ho assaggiata!”
“Ah, e com’era?”
“Era buona; lei dice che essendo nata sulla Terra il suo sesso, e il suo corpo, è più ricco di sapori nascosti…sapori che le donne nate qui non hanno perché respirano aria troppo pulita, senza idrocarburi, è tutto elettrico, è tutto selezionato alla radice; ma è anche tutto grigio, di plastica e metallo…qui ci sono lampade a spettro predeterminato…il terreno coltivabile è pastorizzato; il Sole qui è mortale, mentre sulla Terra dà la vita…insomma la sua fica mi è piaciuta, e quando mi stava bagnando l’ho leccata lo stesso…”
“…e poi Go?”
“Mi si è drizzato il cazzo, mi succedeva già da diversi giorni, ma non ne capivo il motivo…”
“Go, il motivo è la chimica delle ghiandole…cacciano…ehm, no…ecco scusa, secernono…sì secernono delle sostanze chiamate ormoni, che ti fanno venire voglia di femmina, di riprodurti, e ti si drizza il cazzo che immagino poi hai messo dentro di lei…”
“…sì, ma non ha voluto che sborrassi…”
“…e che ha fatto?”
“Gliel’ho schizzato sul culo…gliel’ho aperto, ho visto il buco, e sono venuto…”
“…Go, mi hai tolto l’intimo come fossi mio marito! Meriteresti che ti schiaffeggiassi…e dopo l’assaggio hai finito? Magari è più buona la sua, vero?!”
“Sì, lei è nata sulla Terra…la Madre Terra…la tua ha meno sapore…sei nata qui, no?!”

“…sapete, mamma mi sorrise compatendomi…le facevo pena…”

“…Go, svegliati per favore! Ogni donna ha il suo di sapore lì… tutte noi lo abbiamo diverso! ... che le nate sulla Terra hanno la vulva più ricca di sapore è una scemenza per i creduloni segaioli che leggono racconti porno! Papà non mi passa tanti soldi; quelli che può lavorando nel penitenziario! E io come magazziniera guadagno un fisso a settimana…non siamo ricchi, e i saponi intimi costosi, e i profumi alle essenze non alcooliche per la fica non ce li possiamo permettere, semplicemente! …se vuoi mangiare tutti i giorni! …poi quella suor Marynn! Ci parleremo io e tuo papà alla prossima licenza, non preoccuparti! No, tranquillo! Niente polizia! Non possiamo permetterci avvocati!”
“Ah…!?”
“…non aver paura! Non si andrà in tribunale…promesso! ...e ora …”
“Ora …che?”
“Ora, sei stato tu a togliermi l’intimo, no?! Cafoncello maleducato!”
“Sì, ho sbagliato…è vero …io…ehm...”
“Finisci quello che hai cominciato! La lecchi bene, sai…”

“…e mamma mi prese la testa dietro la nuca, e se la porto sul sesso…dopo un quarto d’ora di leccate alla fica ha aperto le gambe e …”
“…le sono venuto dentro! Poi ha preso la pillola! Ma solo quella volta! Poi non me l’ha data più!”
“Ma suor Marynn?”
“Ah quella furbacchiona di cinquant’anni circa venne arrestata in seguito ad un’irruzione mentre stava aprendo le natiche ad una studentessa di medie che s’era fatta convincere affinché il suo amico sacerdote potesse sodomizzarla…ma avevano previsto pure questo quei due o almeno lei! …”
“Che vuol dire?”
“Lui si è fatto strangolare in carcere da un ergastolano, che da solo non ci riusciva a impiccarsi. L’hanno ritenuto suicidio: i testimoni che voleva farla finita, i compagni di cella, c’erano...e andava d’accordo con tutti, mai una lite in un mese che è stato in custodia! E ha lasciato pure un biglietto autografo! I magistrati hanno ritenuto che non l’avesse scritto sotto costrizione…Lei invece femma fatale!”
“Femme fatale, Go! Non femma!”
“Sì, sì…proprio come negli olo drammi di spionaggio: chiese il permesso, calmissima dopo ammanettata, di poter prendere un farmaco per la tiroide che teneva in un piatto con il vaso a fiori, decorativo sul tavolo del salotto…i poliziotti glielo fecero fare, ma nascondeva lì dentro anche una pillola di veleno, che teneva in quelle per la tiroide - e sembra che se l’era fatta contrabbandare proprio da mio papà; ma non lo poterono mai dimostrare! - comunque si diede la morte dicendo “appartengo alla Madre Te…” e morì tra due poliziotti esterrefatti con un occhio aperto e uno chiuso!”
“Go, questa è la trama di tanti olo drammi spinti…sicuro che non ci stai prendendo in giro?”
“Parola! E sennò consultate le cronache della cupola! Alla missione laica hanno fatto un bel di repulizzi: sia di suore laiche, che sposate con Dio…anche di preti ne hanno cambiati un bel po’!”
“Repulisti, non repulizzi! Go, vai a scuola il mattino, vero?!”
“Solo se c’è qualche affare! Regalo cose ai prof e alle prof…mi basta la sufficienza in tutte le materie qui…”
“Go, purtroppo che hai perso la mamma si vede! Se fossi io andresti a scuola a calci in culo! Ma io non posso occuparmi di te, qui. E nemmeno Laurenze !”
“Basta predicazzi: un’ora fa Angela avevi detto che lo voleva nel culo, o ho capito male io ?!”
“Predicozzi non predicazzi…”
“No, Laurenze! Predi-caz-zi…prediche del cazzo al plurale…”
“Va bene, Go…te lo passiamo come neologismo lunare! …prima hai capito benissimo!”
“…ma nella fica almeno l’hai sentito?”
“Sì, l’ho sentito!”
“Non è grosso! Sei sicura?!”
“Sì, e parlando francamente non mi dispiace! Nel culo si gode meglio quando non è grossissimo!”
“Angela!”
“Sì?”
“Allora te lo metto nel culo, ma Laurenze prima te la lecca piazzata sotto, poi leccherà le palle a me mentre te lo sparo dentro! Che ne dite?”
“…che vado a lavarmeli tutti e due i miei buchini…non vorrei Laurenze svenisse mentre la mia fica si bagnerà…mio figlio Helmut a leccarla impazziva!”
Angela andò tutta nuda a lavarsi vulva e ano …poi dopo cinque minuti si diede una lavatina rapida anche Laurenze, la quale mentre era appena giunta dal bagno, poté assistere ai succhi di Go ai capezzoli di Angela …la padrona di casa si limitò a carezzare Go dietro l’inguine e le palle, e a baciarlo sulle guance, e sul collo mentre suggeva latte (immaginario) dal grosso seno di Angela; poi cominciò da buona amica a carezzare la vulva della collega, con dei tocchi a sfioro, improvvisi…come improvvisi furono un paio di lunghi baci in bocca che scambiò prima con Angela, poi con Go, nelle pause dei succhi del capezzolo…la ospite terrestre ormai era calda, eccitata e arrossata; Go si piazzò di dietro a lei per baciarle, leccarle, e violarle l’ano con la lingua, intanto che Laurenze si era inginocchiata per leccarle la vulva a lingua piena…Angela stava godendo la splendida sensazione di due lingue nei suoi pertugi più intimi, e con le mani carezzava la loro testa con affetto, mentre le loro bocche erano impegnate nella parte bassa del suo corpo. Quel bagno intimo a due lingue durò sette minuti circa, poi Angela, ritenendosi eccitata a dovere assunse la posizione pecoreccia sul pavimento. Qualche istante dopo Laurenze s’era stesa supina sotto di lei per leccarle la fica durante la sodomia che stava per farle Go con il suo cazzetto da adolescente ben dritto. Il ragazzo dopo aver aperto le natiche più e più volte ad Angela diede un colpo di lingua sul suo muscoletto sfinterico, e vi sputò sopra della saliva, quindi scostata ad Angela la natica sinistra diede un robusto colpo di reni, e il suo cazzetto dritto entrò nel culo di Angela senza ostacoli di sorta…diede un altro colpo in avanti e le sue pallette andarono a sbattere contro l’inguine di Angela…
“Spat! Spat!”
“AHN! Eccolo! Tutto dentro! Ahnnnn!”
“Ahnnn…sì! ... ahnnn…uhmmm…che bello!”
“Hahnnnn! Sul serio?! ...ahnnn…ahnnnn…non stringe molto, però! AHNNN…ora sì!”
“Laurenz…se con…hnnnn…tinu…i…così… mi fai venire subitoooooohhhh! Piano amica, mia, lecca piano…ahnnn…ohnnnn!”
“AAHHHH…culo tiepido…però…ahnnnnn! Insomma… mi muovo bene, sai…”
Mentre Go chiavava il culo ad Angela prendendola saldamente per i fianchi, intravedendo la fica di Laurenze più avanti, gli stava tornando alla mente quando Gesien nei propri alloggi, fresca vedova sessantunenne, si presentò a lui steso a dormire sul divano di casa loro per pigrizia, denudandosi della gonna, e delle mutandine, lasciate cadere alle caviglie con noncuranza, rimase con la camicetta nera e una buona fica che appariva ancora carnosa e curata, mentre di natiche e cosce non si sarebbe potuto dire lo stesso…Go aprì gli occhi non appena le narici vennero investite dall’odore del sapore intimo usato dalla vedova, amica di suo padre in galera, e realizzò sul momento: doveva leccare quella vulva! Tanto come per tutti i dodici-quattordicenni l’interesse per il sesso femminile era tale che non si sarebbe lasciata perdere alcuna occasione per assaggiarlo…Go leccò quella vulva a caso avendo cura di non perderne nemmeno un centimetro di quelle carni intime…la signora respirava e mugolava ad arte, anche se la sua lingua guizzante leggera in vista del clitoride indusse la signora ad aprire meglio il sesso con le mani, anche nelle parti più delicate. Poi si richiuse, e Go lo baciò integralmente a bocca aperta…un minuto dopo stava cercando l’ano della sessantenne cui aveva fatto provare dei piacevoli momenti con l’indice, cercando di penetrarlo…infilato l’indice nell’ano di lei dopo averlo mosso più volte e leccato la vulva sincronizzandosi alla meglio gli capitò di prendere sulle labbra e sulla punta della lingua una goccia casuale, salatissima e densa per qualche istante del bagnarsi della passera della signora…assaggiò qualche istante quella goccia e sentendosi il cazzo dritto fece cenno alla signora di cavalcarglielo: neanche il tempo di capire che Gesien era già sopra di lui per cavalcare il suo non troppo grosso cazzetto in erezione e durezza. A posto del cazzo sembrava avere un missiletto anti aereo che sembrava dover partire ad ogni colpo di lui nelle abbondanti intimità della signora vedova; intimità che si erano bagnate, e che adesso andavano innaffiate. Quando la signora capì che doveva intervenire se voleva sborra da quell’amante così più giovane di lei, si abbassò su di lui e lo baciò in bocca cercando il lingua-lingua fin da subito. Il cazzo al ragazzo restava duro, verticale, e piantato nella generosa fica della signora…e i colpi di lingua salivosa di lei, seguiti da parole opportune come…
“Hai le pallette dure, figlio mio, le sento quando lo sbatti in alto…ohhhhh…così…bravo, così! Ahnnn, ahnnn…ahnnnn!”
Go intanto che la sbatteva come poteva, provava a fare un po’ di conversazione…
“…ahn Gesien, come fai a sentirlo?!...ahnnn…ahnnn…ahnnnn! …ce l’ho piccolo!”
“Ce l’hai duro! AHNNN…hnnnn! Sento la tua cappella…è calda…è più tardi ti farò ahnnn…ahnnn…un…lun…goooohhh pom…pompi…no…e ahnnnnn, e, ahnnn, mi verrai in bocca…ma ora sparamelo dentro! AHNNNN…ahnnnn!”
“…ahnn…contenta tu…è piccolo, Gesien!”
Le parole sicure e affettuose di Gesien, amica di suo padre … pur sempre una di famiglia in un certo senso…
“…è duro figlio mio…ahnnn…ahnnnn…è…ahnnnn…du…HOH! …ohhhhhhhh…bravo Go!”
…provocarono l’eiaculazione nel sesso tiepido e accogliente, suo malgrado attempato, della non giovane signora!
Gesien riempì di baci materni il giovanotto in venuta, fermandogli la testa nel suo seno durante gli ultimi spari della sborrata. Go, con una sessantenne, aveva provato l’orgasmo più intenso della sua vita, tanto che gli era sembrato che per un ineffabile istante la sua anima si fosse trasferita dentro quella donna così materna e in fondo non tanto vecchia…
… dopo l’orgasmo la signora se lo portò sotto la doccia…la fecero assieme, poi senza fargli mai mancare abbracci, coccole, succhiate di seno mentre gli faceva delicate seghe, e piacevolissime leccate di cappella gli disse, come fosse una professoressa di sesso, come e quando doveva leccarle la fica, come le doveva stringere i seni cascanti…e guardando assieme un paio di oloporn gli chiarì come gradiva essere inculata, e come doveva valutare l’apertura del suo ano:
“Prendimi le natiche e aprile più volte…fino a quando non vedi come si apre…e ne sei certo…poi ci poggi la cappella sopra e dai un bel colpo! Tanto non mi fai male…”
“…e certo! Mica è grosso…”
“Che rompi! Crescerà…crescerà…”
Quella prima volta mangiarono nudi assieme, poi lei gli propose, dopo la terza scopata, mentre erano l’uno di fronte all’altra con i sessi tiepidi ancora congiunti:
“…insomma ti trasferisci qui da me! Devi solo darmi la tua sborra, e leccarmi come ti ho insegnato! Una volta al mese ti pago una ragazza giovanissima, se vuoi… è sufficiente che dopo la tua giornata vieni a dormire con me, qui! Non ti chiedo di cosa vivi, né quanto guadagni! Non m’interessa dove te ne vai! Devi solo chiavarmi quando siamo assieme, va bene Go?”
“Ecco io…non appena papà sconterà la pena…”
“Ritornerete entrambi sulla Terra, lo so… ma fino a quel momento perché non mi fai compagnia?! Qui non ti manca niente…e hai una femmina da sbatterti comunque! Certo, se hai trovato una fidanzatina qui…”
“…non so! Qui coetanee sono poche, e sono tutte presso la missione laica! Io …gli amici…ecco …cosa direbbero se sapessero che faccio sesso con te?”
“Mica devi dirglielo per forza! A me interessi tu, non loro! Se lo vorrai, e trovo una ragazza bisex fotterai me e lei…in tre solo ogni tanto, però! I tuoi amici non m’interessano! A me interessi te!”
“…”
“Andata?!”
“Andata! …andataaaa! …andataaaaaaaaahh!”

“Andataaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhh!...ohhhhhh!”
Il ricordo, comunque abbastanza fresco di qualche anno prima era svanito, mentre il ragazzo sentiva la propria cappella intiepidita dal calore tiepido dell’intestino retto di Angela, che aveva una quindicina d’anni in meno di Gesien; Gesien era magra con un culo che cascava poco però; viceversa Angela era un po’ tonda, ma ce l’aveva sodo. Go era venuto nei visceri della culona terrestre; mentre veniva, come fosse ordinaria amministrazione, Laurenze gli stava leccando le pallette mentre i propri capezzoli sfioravano lo spacco della vulva ormai bagnata di Angela…
“…andata? ...mhmmmm…sto qui Go! …mi stai …mhmmmm…innaffiando, sai…”
“AHNNN…ahnnnn…eh, già! …uhmmm…ero sovrappensiero, sai! ...Tieni…ne ho ancoraaaaahh…”
“…sì, la sento Go…eccola! …mhmmmmmm…spara Go, sparaaaaaaahhhhh!”
Go lasciò che le pallette innaffiassero il colon retto della donna, poi dopo l’ultimo fiotto, tolse il cazzo, e andò in bagno a ripulirsi …Laurenze alzandosi parzialmente, appoggiata su gomiti e avambracci, rivolgendosi ad Angela che si era alzata in piedi le disse:
“…sai Angela, la tua fica non è male di sapore quando ti fanno lì dietro…”
“…oh grazie! Senti a proposito…che voleva dire con andataaaaaa?”
“Non lo so, ma gli capita di parlare nel sonno del sesso che deve fare con Gesien!”
“Si vede che oltre da scopatrice, gli fa anche da padrona…”
“No, no…lui comunque la difende! No, non lo opprime, e non si fa accompagnare allo shopping. Gli dà un tetto e una vita rispettabile …con lei! Ora che non ha più il marito si starà godendo un’ultima giovinezza.”
Go, uscito dalla doccia disse mentre si stava asciugando per andare a letto:
“Angela, ci si vede; il tuo culo non è male…davvero! …io, Laurenze, vado a dormire…domattina ne facciamo un’altra prima che vai in caserma…ora sono stanco, e voglio solo dormire!”
“…sul serio Go? ...dammi qua! Yuhlmmmmmmm!”
Go s’era avvicinato a baciare in bocca Angela, mentre Laurenze, approfittando di averlo vicino, gli tirò fuori il cazzo dai pantaloncini leggeri del pigiama, e diede del colpetti di lingua, e un succhio al suo cazzo moscio preso al volo per l’asta, mentre si chinava, come a fargli una tenerezza dato che era totalmente bisex; aveva sempre amato fin da adolescente tanto il cazzo quanto la fica …
“Sfluuuuuuushhhh…fliiiiipf!”
“Pciù…Ehiiiiii! AHHHHH…uhiii…ehi…ch…che male! …bastaaaaaaahhh!”
Angela chiese:
“Che c’è Go?”
“Niente, mi fa male il cazzo, per le troppe venute oggi…Angela, buon ritorno! E se vuoi una revisione lì dietro…dammi una settimana almeno…”
“Quanto vorresti?”
“80 crediti, o mi acquisti merce per 120! Non a rate!”
“Vedremo, buona notte ragazzo mio! E ti prego, fallo per me! Vai a scuola almeno tre giorni a settimana…”
“A papà hanno offerto di farmi frequentare la scuola per i figli delle guardie…è un trucco per arrestare anche me!”
“Ma no! Lui stesso non vorrebbe mai vederti dentro! Approfittane!”
“Sì, sì…vedremo…tutte maestrine dopo la scopata!”
Poi rivoltosi alla sua amica, che ormai aveva rinunciato all’idea di una chiavata…
“Non si drizza più per stasera, Loò!”
“Va bene, vai a dormire…vai!”
Quando Go chiuse la porta nella stanza da letto le due donne sussurrarono…
“…hmf… credevo che volesse soddisfarmi la fichetta almeno una volta …”
“… posso provare io se proprio vuoi, ma con un dildo…che poi devo andare via! Per me è tardi, e devo tornare!”
“Figurati! In fondo l’avevo chiamato per te! No, non fa niente, vai pure! Tanto se si sveglia presto mi farò chiavare domattina presto, poi subito dopo colazione…e poi se ne dovrà andare perché qui non potrei nemmeno ospitarlo!”
“…dopo colazione? ...che?!”
“Prima che vada a farsi gli affari suoi, mi alzerà la gonna della divisa, e scostate le mutandine, mi piazzerà il suo cazzo riposato nel mio culetto pulito, come ha fatto con te poc’anzi! Mi metterò contro il tavolo, e mentre mangerò i miei lieviti col cappuccino, lui darà la sua crema bianchina al mio intestino! Niente di che: in dieci minuti di avanti e indietro col suo bastoncino di carne sarà tutto finito.”
“Riesci a far colazione mentre ti chiavano dietro?”
“Col suo pistoletto, sì…lo senti muoversi, e non fa male, te ne sarai accorta anche tu…”
“…però s’accorgerà che non pensi a lui…”
Angela aveva iniziato a vestirsi…
“Respirerò, e poi anche lui è sempre sovrappensiero! Sai secondo me prima, mentre t’inculava, pensava a Gesien: una sessantenne fine, porca, e poco cellulitica, che l’ha imprigionato una meraviglia! Ha sempre paura che sbuchi all’improvviso per staccarlo, e portarselo via! Una gran furba mi sa… comunque, dopo che sarà venuto nel mio culo falso tremante per l’intrusione – sono brava a fingere, sai - io rimetterò le mutandine, e andrò in caserma con la sua sborra custodita nel mio culo…gli ho promesso che mi lascerò le mutandine per tutto il tragitto fino all’alzabandiera; tutto qui! Poi prima di prender posto in ufficio mi laverò alla toilette dell’ufficio…”
“…non suderai, vestita?”
“Cercherò di non eccitarmi, e mi lascerò sbattere passivamente… in fondo non è male, sai…”
“No, non è male! Ho lasciato mio figlio perché stavamo sviluppando un insano rapporto…e…”
“…e hai trovato qui uno che te l’ha ricordato una meraviglia! Sai, lui è l’unico maschietto interessato ai pertugi femminili senza pretesa di dominare sulla femmina, come molti nostri colleghi maschi…tutti interessati alla fedeltà, gelosi, e poi scopri che si sono fatta la collega, facendo valere i gradi!”
“Il mio caso: mio marito s’è fatta una cadetta per darle una spinta alle selezioni; una cosa vecchia come l’universo!”
Ora che Angela s’era rivestita si congedò dall’amica affinché potesse andare a letto anche lei. L’indomani l’impiegata delle poste militari Laurenze Minnea e l’aspirante cosmonauta di fascia esterna Angela Pohel avrebbero avuto una faticosa settimana…cui seguirono un paio di faticosi mesi inframmezzati da incontri sempre più sporadici, durante i quali Angela imparò anche le arti di Saffo con Laurenze. Trascorsi un paio d’anni arrivarono i tanto sospirati galloni, e l’imbarco sul vascello esploratore Arethusa con dieci uomini d’equipaggio per una crociera con baipassaggio e raccolta dati del pianeta Venere e ritorno. Ai membri dell’equipaggio per metterli alla prova realisticamente non venne mai detto che sarebbero stati tallonati da un milione di km dietro da una nave-stealth della flotta pronta a soccorrerli qualora per una qualunque ragione non avessero potuto o saputo terminare la missione loro assegnata. A quarantotto ore dalla partenza Laurenze e Angela trascorsero insieme, presso l’alloggio di Laurenze la loro ultima giornata assieme completamente nude, dato l’affetto e la confidenza che avevano sviluppato…Angela aveva apprezzato il figurino snello e armonioso dell’amica-amante, la quale a sua volta s’era innamorata delle burrose forme tonde di Angela, ed in particolare del seno generoso. Dei delicati sessantanove tra le due diedero libero sfogo ai loro istinti di soddisfazione dei loro sensi. Un loro bacio in bocca arricchito dalle loro lingue salivose era durato venti minuti reali nei quali si erano anche toccate l’una con l’altra le vulve con maestria. Su richiesta di Laurenze, che voleva assaggiare il pelo, Angela s’è l’era lasciato ricrescere affinché l’amante ne trovasse un centimetro almeno, mentre la vulva di Laurenze era liscia e glabra. Entrambe si ricambiavano anche baci linguali ai loro ani violati con degli ammennicoli penetrativi in possesso di Laurenze, e dall’indurimento delle loro lingue intrusive. Avevano scopato contente la prima oretta, poi mentre si rilassavano, presero a parlare di un paio di mesi prima, quando il loro amico Go aveva organizzato insieme a Gesien, la sua anziana madre putativa e soprattutto amante, un festino a cinque: Laurenze totalmente bisex, Angela etero quasi bisex, Gesien totalmente etero come “il suo Go”, e il papà di Go, Aleander, in licenza fiduciaria di settantadue ore. Il festino venne organizzato a casa di Gesien. La quale quando venne a sapere da Go cosa volesse fare gli propose di getto di organizzare a casa sua. Avendo una certa età voleva togliersi una soddisfazione: quella del sesso multiplo che non aveva mai potuto proporre al suo talvolta (nel senso di spesso) infedele marito. Prima di fare sesso col giovane ragazzo appena orfano della madre, l’unica volta che aveva trasgredito alla morale era stato all’età di quattordici anni quando ebbe, volontariamente, un amplesso con suo fratello Koen, poco meno di tre anni più piccolo di lei…nella sua testa, o meglio nei suoi schemi mentali ormai, complici conversazioni spinte avute con amiche e dottoresse che le avevano insegnato come masturbarsi, e quanto farlo, s’era auto delineata una possibilità: suo fratello biondino Koen, un piccolo fotomodellino se confrontato con i coetanei che apparivano negli spot pubblicitari dov’erano ammessi come figuranti, era piuttosto bello…forse troppo?! Dentro di sé Gesien s’era immaginate come masturbazioni mentali (di cui tendeva a soffrire senza accorgersene) donne quarantenni, insegnanti, dottoresse da visita fisica, che – stando alla sua mente - erano tentate di concedersi a suo fratello anche quando non erano così piacenti…questo perché Thinea, una sua amica di scuola media le aveva confidato che il proprio padre a dodici anni era stato scopato, ma anche umiliato verbalmente in maniera più o meno sadica, da un’amica della propria madre, di nome Xenia che lo aveva rimproverato delle sue scarse prestazioni a tredici anni e la sua scarsa igiene; la bastarda trentottenne Xenia scoprirono poi, era stata in realtà mal pagata dalla nonna paterna di Thinea, e sommando il tutto questo, spiegava perché il padre di Thinea ebbe due tentativi di suicidio…la storia avrebbe potuto anche essere del tutto inventata, ma il volto del padre di Thinea Gesien, vedutolo, non l’aveva più dimenticato… e da lì si sarebbe spiegato il suo istinto protettivo e di innamoramento per suo fratello minore Koen, che adesso abitando sulla Luna presso la missione laica da meno un ventennio, non lo vedeva né sentiva più da tempo.

- continua -
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