Lui & Lei
Quando Angela Pohel viveva sulla Terra - parte 2
di sexitraumer
27.04.2021 |
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"La feci anch’io, poi andai a cercarla… si era piazzata in soggiorno completamente nuda seduta sul divano davanti alla nostra olo tv …io mentre cantava la sua..."
…“Orbiter, siamo a seimila metri, pronti al distacco…”
I due presero in mano la stick di pilotaggio; Joe confermò:
“Quando volete Mother Goose!”
L’aereo madre iniziò una lieve picchiata di mezzo grado, poi dopo trenta secondi vennero comandate le esplosioni di espulsione dei perni, e il mini shuttle, non più trattenuto, grazie alla pressione dinamica dell’aria sulle ali, e sulla struttura portante, si distaccò da Mother Goose alla velocità di ottocentocinquanta km orari; l’aereo madre si tolse subito dal loro sentiero con una rapida virata; Joe comandò una picchiata di duemila metri con un angolo abbastanza piccolo intorno ai cinque gradi; nel momento in cui la piccola aeronave stava toccando i mille km orari ordinò l’accensione del propulsore a idrazina e ossigeno liquido. La candela elettrica allo scarico mandò una scossa di seimila volt, e in quell’istante l’idrazina venne fatta combinare con l’ossidante, l’ossigeno liquido: iniziò un’esplosione controllata che si svolgeva mediante fornitura, grazie alle pompe in pressione, della miscela esplosiva che dava un impulso di trecento secondi, nei quali la piccola aeronave avrebbe raggiunto la quota di trecentottanta km dalla superficie terrestre; una volta stabilizzatisi avrebbero lanciato nello spazio il loro carico riservato che avrebbe raggiunto l’orbita assegnata con i propri valori di perigeo e apogeo. Ciò fatto avrebbero ricevuto le istruzioni per il rientro. La loro uscita dall’atmosfera si era rivelato un evento senza storia; certo la gravità terrestre li richiamava a sé man mano che acceleravano; tuttavia sopportare tre g e mezzo non era certo un problema superiore a quello che si sarebbe subito sull’otto volante del parco divertimenti. Alla fine dell’impulso la navetta, superati i cento km di quota, sembrava procedere silenziosamente, come per magia; poi anche il suo propulsore si spense, e non appena il computer di navigazione li informò che stavano avvicinandosi a quota trecentottanta, Joe azionò i mini ugelli anteriori di frenaggio a gas. A quel punto s’immisero nell’orbita prevista; Joe diede l’input al computer per i dati di perigeo e apogeo, e il computer fece le ultime correzioni…intanto che si stabilizzavano Joe autorizzò Angela ad aprire la valigia di missione…
“…ecco c’è un tablet…lo accendo…”
“…”
“Inizio con l’intestazione, Joe…dunque istruzioni: Carico della Difesa, codice W7788, disciplina top secret; applicabile il solo paragrafo D …insomma non siamo mai stati qui!”
“Huhmmm sì conosco il paragrafo D...doppio W…uhmmm…weapon: è un’arma chiaramente!”
“…silenzio radio completo - orbita assegnata quota quattro due zero perigeo; quattro sette zero apogeo…inclinazione settanta dal piano equatoriale …lancio regolazione manuale …procedere con l’accensione del satellite alle 12,50 GMT lancio alle 12,55…fra venti minuti Joe … il centro di controllo lo prenderà in carico alle 13,00 GMT, poi ci manderanno sulla criptata i dati di rientro libero con l’aeroporto dove atterrare. Non compilare alcun rapporto. Se va storto qualcosa dicono di allontanarsi entro dieci minuti dall’evento…ispezionare a vista, non ci dovrebbero essere spazioplani dalle nostre parti…usare il plasma anti radar prima e dopo il lancio del carico.”
“Va bene, iniziamo con l’inclinare la navetta: prua negativa quaranta gradi.”
“…prua quaranta sotto… confermo quaranta sotto!”
La navetta aveva il muso inclinato in avanti sotto la linea d’orizzonte apparente di quaranta gradi.
“Apertura portelli superiori.”
“…apertura portelli procede…”
“…”
“…portelli aperti.”
“Estrazione cannoncino di plasma…”
“…cannoncino estratto e in posizione…pronto!”
Il cannoncino altro non era che un piccolo tubo dal quale sarebbe stato sparato del plasma che avrebbe creato una nuvola di zero emissioni di onde radar…in parole povere qualunque satellite radar li stesse tracciando, per dei secondi non li avrebbe visti…o meglio non avrebbe visto cosa stessero per fare…ai militari i curiosi non piacevano…soprattutto quelli delle agenzie civili di raccolta dati “ambientali” che venivano poi rivendute a chi pagava bene.
“Primo getto di plasma, ora, poi ogni altro al mio segnale.”
“Fatto!”
Il cannoncino emise un primo getto di plasma che avrebbe occultato la navetta ai radar circa un minuto.
“Quanti colpi abbiamo?”
“Ce ne è per dodici colpi, uno già fatto.”
“Prepariamo il carico…pre accensione propulsore e tensione elettrica…”
“Propulsore in stand by…al segnale!”
“Regolazione fionda elettromagnetica …due terzi di carica …sbloccaggio perni a t meno 3 secondi.”
“…”
L’erettore della mini-catapulta s’inclinò di sessanta gradi, che sommati ai quaranta negativi della navetta faceva più venti rispetto all’orizzonte…
“…pronti al rilascio! Verifica orario.”
“…12,47 GMT, previsto fra tre minuti…”
“…bene. Impulso?”
“…18 secondi, propellente liquido, idrazina e ossigeno liquido, attivazione automatica a più trenta secondi dal lancio. Due minuti al lancio.”
“Un altro getto di plasma; questa volta l’equivalente di due tiri…"
“Pronto …7 colpi rimanenti …in esaurimento.”
“Questo ci coprirà fino al lancio almeno!”
Poi Joe cambiò discorso con la massima disinvoltura…
“Secondo te la family therapy nel sesso, funziona?”
“No! Chiaramente è un’anomalia…serve solo a far politica! E quelli che la propongono nei talk show poi in realtà fanno sesso normale con non-parenti!”
“Politici e giuristi hanno anche liberalizzato il sesso tra fratelli, pensa te, a condizione di dirlo apertamente ai genitori…la parte più bella invece è farlo in segreto secondo me! Ma zia Ursy non riesco a dimenticarla, anche se adesso non so nemmeno se è ancora viva…”
“Un minuto al rilascio…”
“Manda un altro getto di plasma adesso e uno dieci secondi prima del lancio.”
“…affermativo, rimaniamo con 5 colpi, pronta, comandante!”
Angela girò una manopolina zigrinata fino all’intensità magnetica di lancio di due terzi. Poi comandò il distacco dei perni di fermo, e il parallelepipedo nero, lungo un paio di metri, senza scritte o marche, tranne quelle della Difesa, giaceva quasi libero ma aderente, su un binario lungo tre metri, trattenuto solo dal perno di spinta della mini catapulta.
“…perni di stop out…agganciato alla catapulta…”
“…allora Angela, un altro colpo di plasma, e spari il carico!”
Angela azionò nuovamente il cannoncino spara-plasma davanti alla navetta, poi un istante dopo la catapulta; un campo EM intenso 35 mila gauss per un secondo sparò in avanti il satellite appoggiato ad un cursore diamagnetico, cioè per sua natura respingente e respinto da qualunque campo magnetico. Per avere un’idea dell’intensità necessaria il campo magnetico sulla superficie terrestre ammontava mediamente a 0,5 gauss, e influenzava l’ago di magnetite di qualunque bussola da secoli. Lo sparo doveva essere immediato perché il plasma anche se diffuso davanti alla navetta avrebbe potuto interferire con la catapulta EM…il carico venne lanciato o meglio fiondato, e mentre la gravità terrestre lo stava già richiamando a sé, al trentesimo secondo dal volo libero si attivò il motore ausiliario che stabilizzato su tre assi con opportuni giroscopi l’avrebbe portato in orbita di parcheggio a disposizione del comando spaziale della Difesa euroasiatica, la proprietaria del satellite “riservato”…Angela chiese al collega…
“…ma cos’abbiamo sparato?”
“Non lo sappiamo Angela, ma se resta in orbita bassa ricadrà entro cinque anni o meno…ma questo non ci riguarda…”
“…e se fosse un’arma anti-satellite? La Difesa non ci ha fornito neanche il piano di volo…”
“Cosa cambia saperlo?”
-“Biiip…bip..bip! …biiiip!...”
“…ah il tablet s’è attivato…vediamo un po’…”
-“Biiip…bip..bip! …biiiip!...”
“Cazzo, non è il tablet! Viene dal cockpit…cazzo! Ci sta venendo addosso qualcosa!”
Una voce femminile pronunziò delle parole inequivocabili:
-“Collisione…collisione…”
-“Biiip…bip..bip! …biiiip!...”
“Sì è proprio l’allarme collisione …HOH, cazzo! CAZZOOOHHH!”
Joe guardò istintivamente dal finestrino frontale, e vide un immagine puntiforme sfocata, muoversi ingrandendo. Un decimo di secondo gli richiese l’istinto per capire: un rifiuto cosmico, un frammento di un vecchio satellite si dirigeva su di loro; azionò gli ugelli a gas e cercò di abbassare la navetta di una decina di metri, quanto bastava per evitare la collisione …
…
…e la evitò!
Un istante dopo la navetta però venne colpita da un detrito d’accompagnamento non visto nel volume posteriore del motore autonomo, poco dietro la zona ancora aperta della navetta, il che aveva evitato la decompressione… in cabina sentì un tonfo sordo, e un breve sibilo; suoni meccanici di subito dopo, che avevano viaggiato attraverso la struttura.
-“SFOOOOTHCH …fssssssss! …sbruuuunnnnn!...hnt!”
La navetta si era abbassata di poco meno d’un centinaio di metri, ma per l’asimmetria della spinta aveva preso a ruotare su sé stessa precipitando verso l’atmosfera, letteralmente capriolando testa-coda verticalmente. Calaggio e la collega Pohel, da piloti provetti con la cintura ancora allacciata, con tuta di volo pressurizzata, e casco tuttavia aperto, erano riusciti ad arrestare le capriole del minishuttle in quarantacinque secondi, non senza l’aiuto dei giroscopi e dei razzetti d’assetto a gas. Ma cessate le capriole, il minishuttle restava ancora fuori controllo su un asse; quello verticale, mentre il sistema automatico sembrava mantenesse il controllo di quello orizzontale; sembrava non ci fosse modo di rallentarla. La navetta s’era spostata di un centinaio di km in orizzontale, tremolando e scuotendo i due piloti ogni volta che la struttura dello scudo termico in ceramica rimbalzava sullo strato atmosferico come il sasso piatto sulla superficie dell’acqua. Ci vollero quattro minuti di tentativi infruttuosi di frenaggio, fino a quando Joe, per disperazione, escluse il computer di assetto, e stabilizzò manualmente la navetta da solo, in un solo minuto pilotando lui stesso un rimbalzo di frenaggio atmosferico per attrito con quattro angosciosi tentativi che fecero vibrare tutta la navetta…sarebbe bastato che si fosse inclinata con un angolo di bank superiore a venti gradi e avrebbe preso fuoco…Joe con un’abilità straordinaria proveniente dall’esperienza e dalla disperazione riuscì a far in modo che la navetta colpisse 4-5 volte l’atmosfera di piatto, come il sasso sull’acqua…
-“SVRAAAAAAMMMM…mmmt…”
“Escludo il computer!”
“…v-va…va bene! Ma qui balla tutto…prua meno 3…no…meno 3 punto 5…”
“Tranquilla… lo so! …ecco ora raddrizzo! …”
-“SVRAAAAAAMMMM…mmmt…vrmmmm…”
“Prua 2 positivi… in aumento …Joe, il computer …dai, reinseriamolo…”
“No, sorveglia il bank! …dell’alfa mi occupo io!”
“…no! Un altro tuffo! ...”
-“SVRAAAAAAMMMM…mmmt…rammmmmttt…RAAAMMMMTTTT!....bruuuuummmvvv…”
“Prua 2 positivi …bank 2 punto 5…correggo?!”
“No, decido io l’angolo di rimbalzo! …dovremmo esserci…tieni il bank non oltre 2 gradi!”
-“SVRAAAAAAMMMM…mmmt…vrrrrrrrrrrr…raaaaaahmmmmt…vrmmmmmant…”
“Reinserisco Joe…non riesco a leggere l’alfa…e nemmeno il bank…qui trema tutto!”
“No! …ecco, sì …ce l’ho!”
Joe fissando il suo quadro strumenti intimò ad Angela pronta a reinserire il computer d’assetto escluso da Joe di non farlo…
“SVRAAAAAMM…vraammmmm …vrrrr…. vuooooooosh!”
“No! Non ancora! …ecco…là! Fatto!”
Finalmente silenzio e niente più vibrazioni. Joe aveva nuovamente stabilizzato la navetta, poi si sfogò con Angela che aveva sudato freddo, solo quando s’era accorta che avevano evitato la morte di pochi secondi, o meglio frazioni di secondo, o di qualche grado d’inclinazione…
“…”
“…cazzo! Evvai! Fate questo negli olo-game! HOH! Cazzo! HOOOOOOOOOOH! Sì!”
“Bravo Joe! …Ci hai salvato!”
Angela fece per abbracciarlo…
“…e quelli che mi stanno pedinando a Terra, li avrei voluti vedere qui, dove stai tu! …dai confessa: credevi che non ce l’avremmo fatta…l’alfa mi sono limitato ad immaginarlo ad occhio! …tu dovevi solo controllare il bank…”
“…è vero Joe, io, noi…”
Joe era piuttosto esaltato.
“Siamo stati colpiti da qualcosa …sicuramente un detrito… no, non è stato casuale!”
“Già mi sa anche a me! Comunque non abbiamo subito alcuna decompressione…”
“Ci credo! Ci ha colpito in coda!”
“Vedi se funzionano le cam per vedere i danni. Il computer di assetto non ha risposto bene, accidenti! L’unica era escluderlo…”
Angela accese di nuovo il computer, e chiese di accedere alle immagini dei quattro angoli della navetta. In un minuto il computer fornì le immagini dello stato della navetta: completamente deformata la zona motore, con un bel buco dovuto all’impatto; dei danni da rottura sul portello sinistro; poi arrivarono le immagini dello scudo termico, fortunatamente intatto; o almeno così sembrava. Certo il grandangolare della cam di sicurezza non forniva un’immagine attendibile circa l’estensione angolare di una lesione; anche minima e sarebbero bruciati vivi durante il rientro…Angela osservò:
“Ci vorrebbe una EVA, ma non siamo attrezzati; era solo un suborbitale il nostro!”
Joe Calaggio perfettamente padrone di sé disse:
“Decomprimiamo l’abitacolo…chiudi casco, e visiera!”
Angela eseguì alla lettera. E Joe proseguendo:
“Erogazione ossigeno tute…”
Trascorsi 10 secondi Angela confermò che funzionava…Joe rovistava in ogni portello in cerca di qualcosa…
“…erogazione in funzione. Un’ora d’aria da adesso. Che fai Joe?”
“Sto cercando una corda extra-veicolare…vedi se ce l’abbiamo…dovrebbe esserci insieme all’estintore e al kit di pronto soccorso…”
Angela cercò nel vano d’emergenza e trovò un cavo con roller sottile mezzo centimetro e la diede a Joe, il quale legò un’estremità al seggiolino, poi avvisò Angela, che gli diede il tempo rimasto dell’ossigeno…
“…ossigeno 54 minuti.”
-“Clack !...creckt!”
Joe chiuse l’altra estremità della corda ad un apposito gancio simile a quelli che usavano gli scalatori, poi disse:
“Decomprimo!”
Spinto un pulsante l’aria venne risucchiata in un serbatoio apposito di riciclo; l’abitacolo era senza aria…allora Joe mentre lampeggiava il segnale di abitacolo privo d’aria, sganciata una levetta comandò il rialzo del cupolino integrato alla fusoliera superiormente; in quel momento l’abitacolo era esposto al vuoto cosmico e alla radiazione cosmica di fondo a microonde; una bella frittura per il dna delle cellule umane… se non fosse stato per le tute. Angela restava agganciata al seggiolino per motivi di sicurezza…Joe non avendo lo zaino a micro-razzi per i movimenti extraveicolari, aggrappandosi alla navetta, si portò sotto il ventre cercando di osservarlo. Per muoversi si stava aggrappando ad ogni protuberanza che trovava. Dopo aver guardato sotto il muso assicurandosi che non fosse lesionato lo scudo termico, si portò verso il bordo anteriore dell’ala, e capovolto rispetto alla navetta guardò fin dove poteva, senza trovare lesioni. Poi, aggrappato ai portelli ancora aperti, si portò verso la zona motore per valutare il danno, e lì vide che tutto sommato era contenuto dato che idrazina e ossigeno liquido non ve n’erano rimasti: tutto evaporato. La corda cominciava ad accorciarsi, ma aveva trovato abbastanza spazio per guardare sotto la zona posteriore, e anche lì vide che lo scudo termico era intatto nonostante la collisione. Erano stati fortunati: i serbatoi vuoti posteriori avevano assorbito l’urto internamente evitando che il delicato scudo termico di ceramica si lesionasse nella zona posteriore. Angela gli ricordò:
“Ossigeno 43 minuti, Joe!”
“Quasi finito…qui nessun danno sembra! Ora esaminerò l’altro lato…”
Joe si portò sopra la navetta cercando di liberare più cavo possibile affinché non si avvinghiasse tra i portelli aperti. Dovette mettere in atto tutta una serie di movimenti delicati per orientare convenientemente quel cavo fluttuante…la cosa, più o meno facile sulla terra ferma, si rivelò difficile – se non pericolosa – quando la sensazione di non aver peso era dovuta alla caduta libera orbitale; per cui richiese fino a venti minuti per cambiare lato della navetta, e Angela scandiva il tempo…
“Ossigeno 23 minuti, Joe!”
Joe non rispondeva concentrato com’era nel cercare di raggiungere il bordo anteriore dell’ala dalla parte opposta, e tenendosi su di esso guardò il resto del ventre della navetta, senza riscontrare lesioni visibili dal suo occhio…
“Ossigeno 19 minuti, Joe!”
“…sì! ...senti, avvertimi a quando ne mancano cinque!”
Dopo un altro paio di minuti si arrampicò sulla superficie superiore dell’ala, e ispezionò la stiva prima di raggiungere l’abitacolo aperto; con apposite acrobazie riguadagnò il suo seggiolino sedendosi, poi riavvolse il cavo nel roller dopo aver slegato la parte legata al seggiolino, quindi comandò la chiusura dell’abitacolo, che si completò in trenta secondi; quindi comandò la ri-pressurizzazione che richiese 40 secondi. Quando la luce cessò di lampeggiare si tolse il casco, prontamente imitato da Angela, che gli chiese:
“…allora Joe?!”
“Possiamo rientrare: per quel che ne so, insomma da quel che ho visto lo scudo non ha lesioni! La radio?”
“…è sempre out! Come isolata!”
“Devono averla manomessa; qui siamo all’interno della magnetopausa, e dovrebbe funzionare; quando era connessa a Mother Goose funzionava …”
“Funzionava quella di Mother Goose…la nostra era in plug-in! Non mi viene in mente altro, o è semplicemente guasta!”
“…uhmmmm…”
“Sono perplessa Joe. Forse è meglio che non mandiamo l’SOS…che ne dici di un rientro autonomo?”
“Senz’altro! Più restiamo qui, e più è probabile che sia la nostra tomba …”
“Verso dove?”
“Dovunque, tranne l’Europa! Col paragrafo D non possiamo compilare alcun rapporto! …quali sono i soliti alternati d’emergenza?”
“…vediamo…il sistema ci dà, aspetta un po’ …ecco: Il Cairo, Algeri…Kuwait City…sennò Peshawar, ma è una base militare, e hanno l’accordo con il Nordamerica-Mexico…”
“Via… via…ehi, che ne diresti di Cape Town? …in Sudafrica!”
“Perché il Sudafrica?”
“Perché non ci estraderebbe se fossimo ricercati!”
“Cosa vorresti dire Joe?”
A Joe luccicarono gli occhi con delle lacrime da tensione…sparava ipotesi a mitraglia…
“Che hanno cercato di eliminarci! …ma io posso farne saltare quattro o cinque se dicessi ciò che so… mi stanno pedinando da settimane! Mi sono stufato! Ce l’hanno con me! E perché?!”
“Avrai parlato troppo con qualche giornalista, e se ne sono accorti, no?!”
“Non rilascio interviste! A nessuno! E le riviste si tengano pure le stronzate che scrivono sui bilanci inadeguati! No, non ci parlo con i giornalisti!”
“…ehm, prima che lo dici, ciò che sai, perché non proviamo a mandare un SOS sulla criptata …è la procedura!”
“Finora l’abbiamo seguita, e ci siamo beccati un detrito; cosa credi che non lo sapessero?”
Lo stress mentale di Angela non le suggerì che poteva sempre controbattere a Joe, che l’accaduto poteva essere un caso. Per cui la sua mente si mise supina sotto le sentenze di Joe, capo missione, ansioso di sbrodolare un orgasmo di …segreti!
“Facciamo quello che preferisci tu Joe…però l’SOS lo manderei lo stesso!”
Dopo trenta secondi di sguardo duro di Joe verso l’orizzonte si convinse:
“Vabbé tentiamo lo stesso!”
Joe accese la radio criptata…
“…Bravo Xraggi Lima, qui Sierra Oscar Victor quattro otto …siete in ascolto?”
La radio criptata si auto spense; Joe la riaccese, e ripeté il messaggio d’apertura conversazione:
“…Bravo Xraggi Lima, qui Sierra Oscar Victor quattro otto …siete in ascolto?”
“…bzzzzzzz…bshhhhhhhhhhhhhhhhhh…bip! ...bip!”
Intanto Angela, innervositasi, cercava qualcosa nei cassettini; s’era ricordata perché la criptata non funzionasse; rovistò dappertutto nell’angusta cabina, in cerca di un elemento allo stato solido: una cartridge dalle dimensioni di una carta da gioco, e lo spessore di una cannuccia…quando si assicurò che loro malgrado non sembrava esserci sentenziò:
“Lascia perdere Joe! Ho capito perché non rispondono…”
“…e perché?”
“Manca la cartridge-decoder! Me ne sarei dovuta accorgere alla check-list di pre decollo; sono stata una stupida! Certo, il collaudo della radio era andato bene, ma eravamo collegati con Mother Goose; era la nostra criptata ad esser connessa con quella dell’aereo lanciatore…”
“Porca puttana ladra, troia infame! Angela! …vabbé accidenti! Ma l’SOS dovrebbe partire lo stesso!”
“Senza il cartridge di codifica-decodifica non parte un bel niente! Le criptate sono le sole ammesse dal paragrafo D.”
“Proviamo in chiaro con l’IFF, quello funziona, sembra! …là!”
Joe compose il codice numerico degli aerospazioplani in difficoltà di rientro, il codice 7-7-4-1, e attese. Ma non vennero chiamati, neppure sulla frequenza di emergenza… restarono in attesa per una decina di minuti, che essendo minuti veri e non mentali, passarono molto lentamente. Poi a Joe venne in mente di dire qualcosa di ottimistico:
“Ci avranno tracciati in qualche modo…intanto mi sa che ci tocca spararci un paio di orbite …”
“Purché siano un paio e basta! Le scorte di ossigeno dureranno al massimo altre diciotto ore; con un’altra decompressione e ripristino per un’altra EVA, dieci-dodici ore, non di più.”
“Sei sicura di questo?”
“Joe, questa è una bagnarola, anche senza la collisione! …insomma o quest’impianto è datato, o c’è una perdita che il sistema di generazione a bordo non sta compensando …il computer di tanto in tanto mi dà dei valori ambigui …posso anche resettare e vedere se c’era un bug; ma il ripristino richiederebbe tempo, e se fosse vera la tua ipotesi che ci vogliano eliminare, il programma potrebbe non ripartire correttamente.”
“Va bene, ho capito. Tentiamo il rientro così come ci troviamo adesso…”
“Quando vuoi, sono pronta. Vada per il Sudafrica. Imposto il calcolo della finestra di rientro…”
Passati due minuti Angela sentenziò:
“Prima di terminare la quarta orbita, dice il computer, possiamo tuffarci in atmosfera a metà strada sopra il Pacifico; ogni orbita durerà quarantasette minuti; rientro completamente planato; nessuna riserva di spinta dato che i motori sono fuori uso…”
“Quarta orbita da quando?”
“Da ora!”
“Ok, imposta…”
“…”
“…fatto! Ora si tratta solo di aspettare; intanto direi di chiudere i portelli del carico…”
“Bene, chiudiamoli, e basta con il plasma! Che ci vedano a questo punto, e a fottersi il paragrafo D!”
Joe e Angela trascorsero le quattro orbite, ognuna progressivamente più bassa, parlando della loro vita privata… Joe decise d’introdurre, tramite la conversazione con la collega, una sorta di confessione imbarazzante, che avrebbe avuto una certa probabilità di restare registrata nel voice-recorder di cabina; se le autorità della Federazione africana meridionale della quale il Sud Africa, insieme alla Namibia erano i membri più influenti, avessero trattenuto la navetta, l’addetto aerospaziale dell’Unione Eurasiatica la cui ambasciata era a Pretoria, avrebbe avuto qualche problema, e un mucchietto di seccanti scartoffie con cui passare il week end…
…
“…sai Angela, se le tue amiche si concedono, o usano concedersi ai loro figli teen ager, sappi che questo è niente al confronto delle cose che so io…”
“Davvero Joe? La mia collega Venn dice che ti stanno pedinando da tempo!”
“Sperano che mi saltino i nervi! Ma io gli ho solo segnalato una ragazza giovanissima, una liceale di talento …e qui mi sa che qualcuno, infelice o bigotto, ha parlato con un pubblico ministero!”
“E di che cosa?”
“Di sesso…mercenario tra la liceale e diverse conoscenze del sottoscritto!”
“Roba piccante?”
“Perché Angela? Il sesso con una giovanissima, non lo è?”
“Vorresti dire che conosci i clienti di questa…talentuosa?”
“Lei si chiama Thae. Sua madre era la sorella di quella mia zia Ursy che rifiutò la mia richiesta di sverginamento. Solo che zia Ursy sapeva amministrare il patrimonio; sua sorella Betsy Jo, la mamma di Thae un po’ meno…un “po’ molto” meno. Il padre cambiava e cambia molti lavori, ma è bravo a trovarli, quasi sempre pagati male…nonostante ciò abitano in centro…stavano affogando nei debiti, quando Betsy Jo propose a sua figlia di circuire il loro primo cliente…sai il loro primo cliente era…non so se…”
“…e sarebbe?”
“Non lo immagini?”
“Cosa dovrei immaginare Joe?”
“Io! Ma certo non ero stato il primo! Thae aveva un vocabolario piuttosto adatto a stimolare la voglia di sesso; certo, magari era stata istruita dagli olo-porn guardati con la madre…la mia prima scopata nel pertugio naturale fu gratuita; la seconda, quella sul secondo diciamo, duecento crediti…cash! E glieli ho pagati senza discutere…”
“…l’hai inculata Joe?”
“Sì, era così bella e seducente…”
“Joe, hai avuto del sesso con una baby prostituta?”
Angela, conscia dell’intenzione di Joe di vuotare il sacco, superando prima il proprio imbarazzo per poi seminare quello dei suoi successivi clienti, gli chiese con tono malizioso il resto della storia di questa Thae…
“Baby non era! Maggiorenne …nemmeno!”
“…e come successe Joe?”
“…zia Ursy me l’aveva mandata per un fine settimana, per aiutare la figlia di sua sorella Betsy Jo a conoscere Bruxelles che non aveva mai visto; e io, Mara, e Fyona, che vivevano con me, non abbiamo avuto niente da ridire…solo che dopo appena cinque ore dall’arrivo, mentre eravamo soli in casa, mi ha sedotto col sistema più classico: nuda schiumosa sotto…
“…e tu la stavi spiando?”
“No, ma lei faceva rumore in bagno, forse a bella posta …e trovando la porta accostata, sono entrato a vedere cos’era accaduto! …aveva lasciato cadere l’asciuga capelli sopra la lavatrice! Tanto rumore, e niente danni…”
“E lei t’ha fatto che cosa? Lo sguardo languido, forse?”
“No, mi ha fissato pigramente poggiata di lato alla porta del cubo doccia…aperta…mentre passava la spugnetta sul suo corpo schiumoso.”
“…e ti sei eccitato Joe…”
“No, stavo per uscirmene, ma lei - devo ammetterlo! - Ci speravo! …ecco lei mi disse con naturalezza…”
…
“…zio, perché non resti? Non ti piaccio, forse?”
“Ma…insom…forse è meglio che …”
“…che cosa zio? Non riesci a staccarmi gli occhi di dosso, vero?”
“…uhmmm…che fai? Sei impazzita?”
“Macché…sono solo eccitata…mi bagno alla sola idea che un uomo mi guardi…e ora siamo soli! Fyona è uscita, e zia Mara non c’è! A Fyona non piaccio, mi sa. Ha un atteggiamento come se fosse tua sorella. Una gelosa infelice! Non te la fili più, zio?!”
…
“Intanto era già uscita dal cubo, e si stava asciugando i capelli ignorando il ventre e il sesso, e le gambe…io tesissimo per la domanda su Fyona mi limitai a risponderle…”
…
“…ci dà una mano a casa!”
“Zia Ursy mi ha detto che qui fate il menage-a-trois, tu, zia Mara, e Fyona! Fyona non è più così giovane…c’è bisogno di gioventù qui, almeno un po’…altrimenti il candelotto non si accenderà più, zio. Non trovi anche tu…hoh!”
…
“Sai Angela, aveva guardato verso i miei pantaloni, dove il bozzo doveva esserle ormai …evidenziato.”
…
“Venne verso di me…e mi fece toccare il suo piccolo seno…durissimo! Come le sfiorai piacevolmente inebetito il capezzolo, si mise a gemere…e mi baciò sulla guancia…”
…
“…ahn! Zio Joe, assaggiami qui o…lì…insomma, mhmmmm, dove preferisci…hoh! ...secondo te ho un buon sapore? Fai almeno un assaggino e dimmi…”
…
“…avevo già deciso! Prima il seno, e poi la …fica!”
…
“...come succhi zio…hoh! Fa piano…e succhia se proprio vuoi…ahn…mhmmmm…ahnnn…buono il mio latte, eh ?!”
“Slurrr…slurff…huhmmmhhhh…sì, buonissimo! Mhnnnnfff…uhmmmmhhh!”
“Hoooohhhhh, ahn…piano…piano …hmmmm…hohoh…”
…
“…poi dopo averle succhiato i capezzoli, mi abbassai, inginocchiandomi all’istante, per leccarle il sesso… la figa più buona che avessi mai leccato! …”
“Ci credo! Giovanissima e fresca di doccia-schiuma! Porco!”
“Certo, sono stato un porco! Ma ero in buona compagnia: la generalessa cui venne presentata da un mio collega parigrado era una vera porca! Campionessa di fisting e squirting! Con la mia leccata comunque si bagnò subito… com’era buona! E intanto continuava a provocarmi!”
…
“…ahnnn…ahannnn…mhmmm…ahnnnn…che lingua! Solo papà me l’ha leccata più a lungo! …huhmmhhh…ohhhh…comunque …hohnnn…sono già…hmmmm … venuta zio! Peccato mhmmm…volevo godere con il cazzo! ...”
“…ma davvero scopi con tuo padre? Ohhhhh… o lo dici per eccitarmi? Pciù…sluuuurpf…pciù, pciù…fluuuurfmm…slaaaaapp!”
“Chi sia, ahnnnnnn, mio padre non lo so! Hmhmmmmm, come la lecchi bene! AHN! Huhmmmhhh…ahnnnnn…quando mamma s’è sposata …ahnnn…era già incinta di me! Sono calda e bagnata, zio…non ahnnnnnnn, non …lasciarmi senza …cazzooooohhh!”
“Sei stata adottata come sua, intendi…”
“Sì…huhmmmm…ahnnnn!”
“E lui, sluuuurpf… te la lecca! ...slaaaaap… anche lui! E a lungo? Mhmmmf…huhmmm!”
“Sì, e me la chiava poco! … forse ha paura che mamma lo sorprenda! Ma mamma lo sa, e non lo disturba…ahnnn…purché non finisco incinta! …se vuole i miei saporini…quelli intimi…salatini… …ahnnn…mi siedo sulla lavatrice, e allargo le gambe, e lui impazzisce a leccarmela! Ahnnnn! Tutto sommato lo faccio contento con poco impegno! …solo che…AHNNNNN…le leccatine fanno venire la voglia di cazzo…non di lingua!”
…
“…ormai ero impazzito Angela! Mi tirai fuori il cazzo, e Thae lo prese in mano…lo strinse, e lo trovò durissimo! ...”
…
“…hohhhhh, mhmmm, caldo e duro; proprio duro come piace a me! …mhmmmmm …chissà il sapore… mhmmmmm…”
“Mhmmm…hohnnf…non è proprio pulito, sai!”
“Mhmff… vado matta per la puzza di cazzo caldo, zio! …huhhhmmmf!”
…
“…e all’improvviso s’inginocchiò, e me lo prese in bocca…mi fece una fellatio divina fingendosi imbarazzata per le dimensioni della cappella…riuscì a lambirmela tutta, mia cara!”
“Gloooohhhmmmm, mhmmmf…slurp…slaaapf…slaaap!”
…
“…ci diede dentro con le labbra, e la lingua amica mia! ...tempo dopo seppi che sua madre, quella troia le aveva insegnato a leccare e dar godimento anche alle vulve! ...a un certo punto si fermò all’improvviso stringendo la cappella in mano…”
…
“…sluuupf! ...huhmmmm…zio se vuoi mi vieni in bocca, o preferisci un amplesso?”
“…l’amplesso…l’amplesso! …”
“Siediti sul copri-water …ti vengo sopra io …così me lo caccio dentro tutto! ...com’è grosso, zio! …è bello duro! Tu sì che hai un signor cazzo…quello di papà lo sento appena!”
“Non ti farà male?”
“No, no…mhmmm…che bello a stringertelo! ...che bello!”
…
“…come mi sedetti sul tavola del cesso, con una certa abilità prese in mano la mia cappella, poi con un solo mini balzo, non mi diede tempo di vederle la vulva aprirsi… non appena sentii il contatto tra cappella e pelle dello spacco, ci cadde sopra, e si auto-trafisse la fica in un sol colpo! …”
…
“…AHNNNN…ahnnnnn…hohhhhhhh…questo sì che è un cazzo! Ahnnnn, ahnnnnn…la senti zio?! La senti? Non sono tua figlia! Puoi fottermi…dacci dentro!”
“AHNNNN…e certo che la sento! Certo! …ce l’hai bollente…ohhhh…”
“… che ne dici…ahnnnn…ahnnnn …zio …è stretta? …è stretta?!”
“Ahnnnn…certo che …è stretta Thae! AHNNNN…com’è bagnata…”
…
“…a un certo momento, dopo una ventina di affondi o poco di più, mi ha offerto la lingua, e ci siamo baciati per un po’ di minuti, mentre avevo il mio cazzo ben piantato dentro il suo corpo; quando sovrapponemmo le lingue, sentii una sensazione stupenda al centro della cappella…e diedi un movimento in alto …sapevo cos’era: ero venuto, toccai l’acme, e mentre le sparavo la mia sborra avevo preso a leccarle il viso sudato…mi abbracciò un’ultima volta, poi si distaccò, e rientrò nel cubo della doccia. Io ero stremato! Avevo fatto la scopata più bella della mia vita, forse la più intensa…mentre lei si lavava, io avevo già urinato, e tirato lo sciacquone…lei uscì dalla doccia per favorirla a me. La feci anch’io, poi andai a cercarla… si era piazzata in soggiorno completamente nuda seduta sul divano davanti alla nostra olo tv …io mentre cantava la sua canzone preferita alla videomusica, mi sedetti accanto a lei, lasciandole dello spazio, limitandomi a lasciarla cantare fino alla fine della canzone…poi però un po’ troppo di scatto, la voltai di fianco, e contemplato il suo culetto, mi abbassai a baciarle, e leccarle l’ano …ci passai un cinque minuti, e lei mi lasciò fare, poi quando mi tirai fuori il cazzo nuovamente duro, per chiederle di poterla violare anche lì, lei si allontanò verso il tavolo, e le sedie del soggiorno, e dopo aver preso il suo borsellino elettronico intestato alla madre, si rimise a quattro zampe dicendomi maliziosa …”
…
“…nessun problema zio Joe! Mhmmmm…come lecchi! AHNNNN! …però se vuoi mettermelo nel culo devi caricarmi duecento crediti!”
…
“La guardai esterrefatto! Considerato che ne guadagno millecentoventi al mese …netti, e trecento sono per il mutuo, non era una cifra da niente! Ma li avevo! E lei esperta del proprio auto marketing, aggiunse, mentre si scostava una natica…”
…
“…sennò continua a pulirmelo con la lingua, e fatti una sega! Un lavaggio a lingua non si rifiuta mai!”
“Ma i duecento crediti sono anche per quella di prima?”
“Quella di prima era …gratis!”
“Gratis?”
“…oh, per sedurti, zio! Il mio culetto non lo faccio violare per cento! Se ti piaccio sono duecento cash, perché zia Ursy mi ha detto che siamo quasi parenti; ad un privato chiederei il doppio!”
“Va bene! Vado a prenderli, aspetta! …”
…
“… mi allontanai per prendere il mio portafoglio elettronico, e lo collegai al suo, per trasferirle la somma…tre mesi di risparmio netto si sono esauriti in sei-sette minuti! Thae, fidandosi, si era già messa sul divano a quattro zampe…e io ormai eccitato di brutto ero pronto ad aprirla, anche dietro!”
…
“Insomma come hai potuto incularla, Joe?!…non riesco a crederci che me lo racconti!”
“Aveva chiuso gli occhi con i suoi capelli castani lunghi che le pendevano …non riuscii a resistere… le presi i fianchi, e messo il cazzo dove volevo, la violai anche dietro …entrai senza difficoltà, e cominciai a sbatterla con garbo, facendo piano …sapevo d’indurle male! …”
…
“…ahnnn…hohhh…avanti zio! Più in fondo, dai! …HONH…ahi…AHNNNNN…uhiiii…però!”
“Ti sta piacendo Thae? ...ahn…”
“Mi piacerà di più se mi stringi anche i seni, zio…voglio sentirmi posseduta! Totalmente…”
…
“…mollai i fianchi, e le presi i seni in mano, stringendoli bene, e iniziai a sbatterla…”
“…erano grandi? I seni intendo…”
“Una seconda scarsa…ma adesso sono più grossi!”
…
“…ahnnn…AHNNNNN…ahnnnn…sì, zio…così…mi piaceeeeeehhhhhh!”
“Ti piace Thae? …ahnnnn…ahnnnn …non ti sto facendo male? ...ahnnn…ahnnnn”
“No, zio…il culetto me lo stai …ahnnnn…uhi…ah…AHA…ohhh! …ahi…ahnnn …scopando benino…ce l’hai duro zio! HO-OH …ahn …uhi! La prossima volta…ahi! ...ci lubrifichiamo zio …il tuo è un bel …AHNNN…nohhh…un bel…ahnnn…bastone duro, sai! …uhi!”
“Che succede Thae? Stai male?”
“No, è che l’ho sentito nello stomaco! Hoh…così all’improvviso…ti sei mosso…ahi! ...ti sei mosso più ampiooooohhh…hohhoh…ahnn…ini….iniz…io…a godere zio, dacci sotto! Più veloce, dai…stringimi i seni …AHHHHHHH…e sbattimi!”
“Ahn…ahnnn…ahnnnn…ahnnnn! …ahnnnn…ahnnnnn…”
…
“…i suoi seni alla mia presa erano duri e bollenti, mentre la possedevo nel culo!”
“Non avrei mai creduto che eri così porco e volgare Joe!”
“Non ero il solo Angela!”
“Ma dai! Che significherebbe che non eri il solo!? Dai…”
…
“…ohhhhh…zio…godooooohhhh…sì! Ahn! Sì! ...ahnnn…belloooooohhh…che belloooooohhh…ahnnnn…zio…scopi bene …anche nel culo…dammi la sborrahhhh…ahnnn…ahnnn!”
“…non sei male Thae…però non ce l’hai stretto…ahnnnn…ahnnn…ahnnnnn!”
“…ahnnn…lo do anche ad amici di mamma e papà …per questo non è strettooooohhh…aghnnn…ahnnn…ohhhh…sborra zio, sborra…che papà viene subito…ahnnnn!”
“Dai anche il culo a papà? ...ahn!”
“…con mamma e papà! AHN! …li faccio restare assieme io...ahnnnn…ahnnnn…sennò si sarebbero …humhhh…ahnnn…lasci…atiiiii…da un…uhnnn…pez…zo!”
“…ahnnn…non è stretto…però mi piace Thae! AHNNN…ahnnn…ahnnnn…ahnnnn!”
“AHNNN…ahiiii…sento le palle dureeeeeeehhh…sbattimi zio, sbattimi!”
“AHNNNN…ahnnnnn…ahnnnnn…uh…AHN!...ahnnnn…ahnnnnn!...ahnnnn…”
“…ohhhhh, sei venuto zietto! Mhmmmm…nemmeno tu duri abbastanza…ah…papà non appena me lo ficca viene…ohhhhh…toglilo adesso, zio…e guardati il mio buchino richiudersi…e se non hai altri soldi, per oggi basta così!”
…
“…tolsi il cazzo; non mi sembrava vero: avevo inculato duro mia nipote, che aveva molto da dire mentre si guardava le sue natiche in cerca di una inesistente cellulite…”
“…o di sangue misto a sperma che sarebbe colato fuori sulla pelle del vostro divano, eh Joe?”
“Non mi vergogno! Ho ceduto, questo sì! Ma lei fotteva anche con i suoi genitori!”
“Joe, mi sa che la troia a casa sua è la madre! Certo pure te! Cedere così…tipico di voi maschi!”
“Figa, troia, e spendacciona a sentire il marito, sempre più indebitato! Senza Thae e la sua adolescenza sessuale si sarebbero già dovuti ritirare in campagna! Mentre adesso continuano ad abitare in centro!”
“Duecento crediti per il culo! Ma questo quando è successo Joe?”
“Circa otto anni fa …poi, quando tra noi s’era instaurata una certa amicizia, tanto che talvolta gli amplessi naturali me li aveva concessi gratuiti, quando mi ha confessato che le servivano altri clienti, l’ho presentata ad alcuni superiori…e ha fatto…fortuna!”
“Fortuna?”
“Un amico colonnello per ottenere un prestito in banca per pagarsi i week end con Thae, mi ha chiesto una fideiussione in banca, ed io obtorto collo, gliel’ho dovuta concedere, sennò niente dindini! Poi lui ha cominciato a fare un po’ di soldi presentandola ad un altro colonnello, e questi persino al cappellano militare provinciale…Thae andava nelle loro case a impiegare il suo talento di adolescente provocante! Ora sembra lavori in una casa d’appuntamenti a Berlino, dove i prezzi non li decide lei! E deve pagare le tasse!”
“…e tu l’hai più rivista?”
“Fino a quando me lo consentivano i soldi …calcola che Fyona la paghiamo regolarmente, e non a nero!”
“…iniziamo la seconda orbita Joe…fa caldo e non riesco a regolare la temperatura …che ne diresti se ci togliessimo le tute? …potremmo muoverci meglio…”
“Poi però in emergenza non potremmo re-indossarle rapidamente!”
“Per me sono disposta a correre il rischio… e tu?”
“…anch’io!”
“Inizio io se non ti dispiace…”
“Prego!”
“Allora intanto mi sgancio qui…aspetta!”
Angela si alzò dal sedile, iniziando a fluttuare in un’approssimativa direzione diagonale. Toccando il poggiatesta del sedile si spostò dietro con una certa attenzione nel comandare lo spostamento angolare del corpo; dietro i due sedili la coppia di piloti aveva un metro e cinquanta orizzontale per un metro e ottanta verticale, con una lunghezza dalla paratia fino al pannello strumenti di meno di due metri. Alla tuta tolse i blocchi di sicurezza e fece scorrere le cerniere; la procedura richiese circa un minuto affinché apparisse nella normale mise di casa: una maglia intima e le mutande, e sotto la maglia un reggiseno che sganciò disinvoltamente, per poi togliersi la maglia intima sudata, e vedersi fluttuare i seni a causa del moto orbitale di caduta libera…poi si liberò delle mutande restando nuda; Joe sorrideva avendola vista muoversi riflessa in alcune superfici lucide del pannello di pilotaggio. Una curiosa scena irreale riempì l’angusta cabina di pilotaggio: una donna nuda fluttuante a mezzo metro circa di altezza, a pancia sotto, ossia parallela al pavimento dato che sopra e sotto non avevano significato…Joe disse:
“…non sapevo facesse così caldo Angela!”
“Non è il caldo! Mi hai fatto venire voglia di fottere, Joe! A causa del tuo racconto con quella ragazzina, Thae…”
“Non era una ragazzina! Certo era giovanissima…ma non una bambina!”
“Certo, certo… ma ora spogliati Joe, e vediamo che combini con una come me!”
“Ho sempre sognato di sbatterti in ufficio Angela!”
“Davvero?”
Joe si divertì a farla attendere un paio di minuti fissando l’orizzonte dai finestrini lateral frontali di sinistra, poi si decise anche lui.
“…uhmmm…ok, arrivo! Che fai?”
Angela galleggiando nel loro piccolo volume d’aria si era messa a rovistare nella cassetta del pronto soccorso trovando dell’alcool disinfettante e della garza idrofila, che usò per darsi una ripulita alla meglio. Intanto Joe che si era già staccato dal seggiolino aveva raggiunto anche lui il volume posteriore di sinistra per sganciarsi dalla tuta da lavoro esterna…anche lui si spogliò in un paio di minuti, e Angela gli porse un po’ di garza ed alcool per darsi una ripulita sommaria mentre fluttuava nudo, poi le disse:
“Angela, reggiti al sedile, e cerca di restare orizzontale!”
Angela reggendosi al poggiatesta con le mani all’indietro intuì cosa volesse fare Joe, che la stava raggiungendo provenendo dal proprio lato, per cui allargò le cosce pronta ad accogliere la sua testa, la cui bocca e lingua si apprestavano a prender possesso della sua grossa fica, da cui si erano staccate due o tre piccole goccette biancastre-trasparenti …dunque Angela si era già eccitata sessualmente mentre ascoltava il suo superiore raccontarle delle sue prodezze sessuali con una sua pseudo nipote … le labbra di Joe si congiunsero completamente con le labbra della vulva di Angela che aveva già iniziato a godere dei baci, e della mobilissima lingua del suo amante nel suo sesso; di tanto in tanto la leccava sulla superficie interna delle cosce, per poi dirigersi sul clitoride, o meglio nelle sue vicinanze …
“…AHNNNNN…fa piano Joe! Qui uno …ahnnnn…scatto costa caro!”
“Shfluuuuurp…sluuuurp! Tranquilla…sluuuuuurp…ti …sluuuuurpf…ti reggo…io…sluuurp!”
“…ahnnn…huhmmmm…AHHANNNNN…ahnnnnn…come la lecchi bene, Joe! ...ahnnn …ahnnnn …mi…ahnnnn…mi…stai …ahahhhhnnn…facend…ahnnnnn…enire!”
“Sluuurp…slaaaaap…mhhmmmm…ahmmmm…buona…buona! ... slaaaapf!”
“Ahnnnn…soddisfati Joe…leccala quanto vuoi…ahnnnnn …però…hohnnn…dai …dammelo in bo…cca…anch …a me! …dai…ahnnnn …leccala un altro minuto…così …poi…AHNNNNNN…sìiiiiii! AHNNN…ahnnnnn …poi …tocca a …me…ahnnnnnnnnn!”
Joe le leccò la fica, le cosce, e la fica sempre da una direzione diversa, per poi insistere vicino il clitoride, e la fica di Angela si era bagnata abbondantemente fino ad aprirsi del tutto; ma Angela aveva fame di un cazzo; per cui dopo avergli spinto la testa all’indietro, si è abbassata su di lui per prendergli in bocca il cazzo, ormai grosso, da trasformare ovviamente in caldo e duro. Ora era Joe a reggersi ad una maniglia per tenerle con l’altra mano la testa incollata al suo cazzo, che si era indurito con le prese decise e femminili di Angela, che alternava manate strette e robuste, alla sua lingua e bocca, che aveva ingoiato quella cappella un paio di volte. La velocità della lingua di Angela non era da meno di quella che era stata la sua nel leccarle la fica, e anche Joe emetteva rantoli intensi ogni volta che la lingua di Angela si avvicinava dai lobi al centro della sua cappellona di circa tre centimetri di massimo diametro…Angela andava avanti e indietro con la bocca come una forsennata, poi si staccò e cercò di stendersi sul pavimento nella posizione del missionario; posizione che poteva mantenere solo se Joe metteva la massa del suo corpo sopra il suo. Angela guardò Joe vogliosa, e Joe direttosi sopra di lei con il cazzo pendente ancora duro, le entrò nella fica che s’era aperta per accoglierlo. Come finì di entrarle dentro le prese il viso e la baciò in bocca a tutta lingua frullandosele reciprocamente una con l’altra. Angela abbracciò Joe soltanto con un braccio dato che con l’altro, reggendosi ai piedi del pavimento del retro abitacolo, cercava di mantenere le gambe larghe e il culo a terra …anche Joe calibrava le spinte in modo da farla sussultare in maniera non troppo dolorosa, dato che non erano proprio incollati al pavimento…
“…ahnnn…ahhhhhnnn…ahnnnn…yuhlmmmmmm…ahnnn…ahnnnnnn!”
“AHN ! AHNNNNN! …ohhhh…sì ! Come sei …buona Angelaaaa…no…non staccare la boccahhhh …ahnnn la lingua …la linguahhhhh…yuhllmmmmm, sluuuurp...ahnnn…ahnnn!”
L’eccitazione di Angela aumentò quando Joe cercò di suggerle il capezzolo del seno sinistro già induritosi …essere succhiata lì era una sensazione tutta femminile, piacevolissima, come il desiderare di essere svuotata di latte, ma riempita di sborra, calda e veloce. Il reciproco desiderio di ogni tipo di sensi mediati biochimicamente dalla loro saliva, più volte mescolata baciandosi, causò nell’uomo lo sparo di una bella venuta quando la punta del suo glande sentì il calore bagnato delle pareti della fica in cui veniva ospitato; dopo tre colpi di bacino in avanti per sentire quella sensazione di acme di piacere nell’invitante fornace di carne di Angela, dalle palle di Joe partì lo stupendo sparo di liquido seminale, atteso da entrambi… Joe si stava illudendo di sparare una decina di colpi, di cui abbondanti solo il primo e il secondo, e il resto solo contrazioni e piccoli lanci mentre Angela lo baciava ad ogni colpo …poi lo abbracciò anche con l’altro braccio mantenendo la congiunzione dei loro sessi ed iniziarono a fluttuare abbracciati saldi come fossero un unico essere. Angela manteneva gli occhi aperti sorvegliando di non andare a sbattere contro il pannello strumenti mentre i loro corpi si stavano inevitabilmente raffreddando; entro un minuto o due, forse, sarebbero andati a sbattere al soffitto ricurvo…Angela purtroppo dovette svegliare il collega in via di addormentamento…
“…Joe! …JOE! “
“Yawhn…mhmmmm…hnhnnn…huhmmmf …che? ...humhmmm!...”
“Joe ! Staccati! Non possiamo restare così, dai! Sveglia! Su! …pciù, pciù …se vuoi dormire ti lego al sedile…”
Joe aprì gli occhi mentre il cazzo, staccatosi dalla fica della collega, pendeva rimpicciolito, e riprese più o meno il controllo del proprio orientamento nel loro angusto spazio ignorando le gocciolino di liquido vaginale e seminale che si erano staccate dalla vagina libera, e che fluttuavano andando a depositarsi sulla superficie del soffitto…intanto Angela, cercando con qualche acrobazia ad un metro di quota, di riguadagnare la posizione seduta, diede uno sguardo al programma di rientro, sfiorando lo schermo del computer…
“…manca ancora un’orbita Joe, poi rientriamo in manuale da trecento chilometri sopra il Brasile orientale, per poi spararci l’Atlantico meridionale in planata fino a Città del Capo …sempre che siano attrezzati per accoglierci!”
“Sì, …yaawhnnnn! …e allora?!”
Lo sbadiglio di Joe provocò quello di Angela, che gli disse:
“Mettiti almeno la tuta diurna, no?!”
“Non l’ho portata; doveva essere un viaggio di andata e ritorno…”
“Allora tocca reindossare quelle con cui siamo partiti! Che cerchi Joe?”
“L’urinatoio…la manica d’aspirazione insomma! Devo pisciare …”
“Aspetta, vedo sul manuale dove sta in questo modello…”
“…no aspetta, me ne sono ricordato, è in quel volume rettangolare dietro la paratia dalla parte mia…”
Joe si diresse presso il parallelepipedo posteriore aderente al pavimento; ne aprì il portello, ed estrasse la manica floscia aspirante con l’invaginazione porta pisello, ma che aderiva anche alla vulva…Joe urinò liberandosi la vescica; poi toccò ad Angela…venti minuti dopo una ripulitina sommaria con le ultime garze ed alcool si aiutarono anche uno con l’altra, e in dieci minuti ciascuno erano di nuovo con le loro tute, solo che stavolta erano nudi sotto di esse, di nuovo assicurati ai sedili… Joe con un’espressione perplessa disse:
“…Angela! ...”
“Che c’è?”
“…no! Niente! Mi è passato di mente…”
“Vogliamo passare alle procedure di rientro? Siamo quasi sopra il Texas…di prua fino al Brasile orientale…”
“Procedure? ...”
“Sì…”
“Ecco il piano …la tua procedura insomma: o la va o la spacca! Comunque lo scudo sembra non abbia subito danni… e se la spacca bruceremo completamente in dieci secondi …forse perderemo coscienza a sette-otto!”
“D’accordo Joe! Sono con te! Se il registratore di cabina ha fatto il suo lavoro, sapranno che ti ho approvato!”
“D’accordo allora tra trenta secondi aziono i mini-razzi di rientro, speriamo funzionino tutti, visto che il volume motore dietro è diventato un quadro di Picasso in tre dì!”
“Siamo sopra l’Honduras adesso…”
“Aspetta…”
Joe cercò qualcosa che trovò solo dopo un buon minuto in uno stipetto che si aprì con la sua impronta digitale. Prese un blister con due …
“…pillole? Devi prendere una medicina Joe?”
Ne tirò fuori una, e la diede ad Angela, poi fece lo stesso con la sua…due pillole bicolore: celeste e rosso… Joe serio le disse:
“Se vedi che la navetta si rompe materialmente meglio morire con queste, che arrostire da vivi!”
“Che roba è?”
“Celeste si scioglie per prima, e perdi conoscenza per una decina di secondi, durante i quali però la parte rossa libera il cianuro di potassio che ferma il cuore … è tutto finito in tre secondi! La nave da quando si spacca a quando ci raggiungono le fiamme dura circa una ventina di secondi e sono ogni istante più spiacevoli perché aumenta il calore …senza che senti i polmoni bruciarti, no?!...”
“Va bene, dammela! Apprezzo, ma non sono sicura che la prenderò!”
“Io sì! …allora?! Aziono i razzi?”
“Vai!”
-continua -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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