incesto
Insospettabili vizietti domestici, 2a parte
di sexitraumer
28.03.2020 |
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"…
…dopo una decina di colpi, che lei fece mostra d’aver sentito, sborrai abbondante…le palle mi stavano facendo partire gli sparetti, e io ne approfittavo..."
…Gladys si tolse le mutandine mostrandoci il suo pelo corto, e le carni della sua fica fresca di sapone commerciale, ed il suo culo. Druso, avendo intuito le mie voglie, mi fece cenno che con la lingua nella fica potevo iniziare benissimo io…la prostituta, con un tono poco dolce, gli intimò:“Non ficcare la lingua dentro! Lecca sopra...”
La presi per le natiche inginocchiato, e cominciai a leccarle la vulva subito avvolto dall’odore del sapone (camay credo) e cominciai a muovere la lingua sia ai lati della fica, sia nello spacco, ma restando verso le parti alte, solleticato dal pelo. Druso invece dopo averla leccata sul collo le aveva afferrato le tette stringendole, e tiracchiando i capezzoli. Io intanto mi stavo impegnando talmente tanto che, mercè il doppio stimolo (tette e vulva) cui era sottoposta, iniziò a bagnarmi labbra e guance. Continuammo cinque o sei minuti poi mentre cedevo la fica a Druso, la donnina si sciolse…
“Ohhhhh…ahnnnnn…ohhhhh…leccatemi sì…leccatemi tutta porcellini miei…ohhhh…ahn…leccata da due ragazzini…sono la vostra mamma figli miei…fatemi sentire cosa sapete fare alla vostra mamma! Ohhhhh ! Ahnnnnn!”
Oltre che puttana, anche esperta di psicologia del sesso (maschile) !
“Dai, gliel’ho leccata !...Ora vieni tu qua sotto…ora le tette me le faccio io…”
“Me l’hai leccata bene…beata mamma tua! Se gliela lecchi così…tua sorella che dice ?”
“Non ce l’ho.”
Druso leccò la fica alla nostra “mammina” mentre io cercavo d’intostarmi il cazzo pelle-pelle con le sue natiche, mentre le stringevo le tette…la donna mi disse:
“Piano…piano ! Stringile piano!”
“Uhmmm…belle stè poppe!...humhh…belle sì!”
“Uhnnmmm…ahnnnn…ehi ! Vai piano con la lingua lì…lecca veloce…ahnnn…sì…mhmmm…sì mi piace…ahnnn…sei proprio un cagnolino…ohnnn…mhmmm…sìiii…ahnnnn!”
E Druso, mentre le pizzicavo garbatamente i capezzoli disse:
“Sluuuuaalm…buona, è buona…che bella fica!...slaaaap…quando ti bagni?...”
“…mhmmm…tu leccala…boy! Leccala…leccala così!...ho già bagnato il tuo amico!”
Quei preliminari drizzarono i nostri cazzetti adolescenti. Gladys prese dei profilattici, di quelli suoi, e dopo averceli spippati con ambo le proprie mani, ce li fece indossare…quindi dopo averci affiancati, s’inginocchiò lei per prenderceli in bocca, cinque minuti la volta…prima io, e poi Druso. Alternando bocca e mano valutò la durezza dei nostri cazzi…quindi disse:
“Chi vuole il culo ? Dovrete entrare adesso che ce l’avete duri!”
Druso disse:
“Il culo lo prendo io!”
E cominciò con l’introdurle un dito, provocando nella signorina un certo disagio…però se lo lasciò esplorare…
“…HOH ! Fa piano…fa piano boy!”
…ovvio che per esclusione la fica l’avrei dovuta prendere io…infatti mi distesi sul pavimento, e aspettai che Gladys si liberasse del dito di Druso…ci volle un minuto nel quale io mi spippai il cazzo per non perdere l’erezione. Finalmente Gladys scese sul mio paletto…se lo impalò tutto quanto, fino a scomparire anche dalla mia vista; poi curvò verso di me, facendo pendere le poppe a qualche centimetro dalle mie labbra…intanto Druso le stava allargando le natiche per infiocinarle il culo, con una certa gentilezza…quando arrivò fino al suo “in fondo”, la donna disse:
“Bene! Dentro tutti e due!...ahnnn…ohhhh…sono piena!...Sì ! Scopatela la vostra mamma bambini miei !”
Io restavo fermo cercando di percepire il calore dell’amplesso. Druso muoveva il suo bacino provocando per ciò stesso il movimento del bacino di lei con il mio cazzo dentro. Io ne approfittai per leccarle la punta dei capezzoli momentaneamente a tiro…la qual cosa fece godere la donnina…
“Sì…uhmmm..sìiiii…scopatemi ragazzi, scopatemi così…li sento i vostri cazzi, sapete…riempite di sborra la vostra mamma…OH ! Sì ! Sì !...AHNNNN…ohhhhhh…ahn!...AH !”
“Prendi questo, bella troiona!”
“AHNNNN…sìiiii…com’è duro! AHN ! No, chiamatemi mamma, non troiona!”
Io invece dissi:
“Prego Gladys ! Gradisci questo!”
“HOH…ohhhhh…sì! Mamma, devi chiamarmi mamma!”
L’accontentai, in fondo la cosa avrebbe eccitato anche me:
“…uhmm…tieni, mamma prendilo! Hai una bella fica mamma…grazie della leccata…”
“Sìiiii, bambino mio…chiavamela così…ahnn…bravo…ahnnnn…ohhhh!”
“Ahnn…mamma, che bella fica…tutta un zuppo…la sento…ahnnn…ahnnnn!”
“Che vi avevo detto?!...su…ahnnn, su bambini miei fottetemi!...uhmmm che fai dietro! Dai biondino…muovilo il cazzo, muovilo!”
Anche il mio amico Druso pensò di accontentarla chiamandola “mami”…
“Certo…mami…così va bene?!”
“Sì! HUH ! Ahnn ! …mhhmmm…fottimi…e chiamami mamma porco!…”
“Certo mami! Mi piace il tuo bucio!...tieni prendi! …ahnnn…ohhhh…mami non sei così elastica, sai…”
“Scopa scemo! Voglio sentirlo…ce l’hai il cazzo, dacci dentro! …ahnnn…porco! Sì!...AHNNN! Ohhhh!”
Avevo iniziato a tirare anch’io qualche colpo verso l’alto, smuovendo il mio cazzo adolescente dentro la sua fica calda, e ormai bagnata…il lavoretto sussultorio al culo imbarazzato dal cazzo di Druso faceva anche rilasciare delle bavette dalla vagina occupata (dal mio cazzo) di Gladys…la quale respirando e rantolando a voce, doppiamente penetrata, ci sosteneva l’erezione…
“AHNNN…ohhhh…ahnnnnn…ohhhh…sì ! Sì ! Sìiiiiii…ahnnnn!”
“Ahnnnn…ah…ohhhh…ahnnnnn…ahnnnn…”
“AHN…HAH…AHNNN…ohhhhh!”
“Voglio la vostra sborra figli miei…sparatemela dentro…che ahnnnn…che veniamo assieme…su!...ohhhh…”
“Hai visto la mamma Druso?! Vuole venire con i suoi figli…! Ahnn…ohhh…che bella fica mamma! Ahnnnn!”
Ormai erano passati cinque o sei minuti, ma dato lo spessore dei preservativi, non sentivo un particolare calore dalla sua fica, per cui offrii a Druso il cambio di posizione…uscimmo dai suoi pertugi, e ci apprestammo a scambiarci di posto…il mio amico Druso si distese a terra, e attese che Gladys s’impalasse di nuovo col suo cazzo.
“Tieni mami! Eccolo…per la tua fica!”
“Un attimo bambino, mio…ohnn…ohhhh…AHN!”
Io indugiando col suo buchino del culo, le presi le misure, non senza aver passato la cappella sulle sue natiche…quando valutai che avevo voglia di incularla, mi preparai ad infilarci il cazzo…anche io fino in fondo…però prima volevo aprirla un po’…
“Mamma, ti apro un po’ il culo…va bene?”
“Sì…aprimi tutta…e sbrigati a ficcare bambino mio!”
Le aprii e chiusi le sue natiche tre volte, e quando lei mi disse:
“…e spaccamelo dai! AHNNNN…biondino…muoviti…ahnnn…ohhhh…ahnnnn!”
Portai la mia cappella a contatto col suo ano scuro e diedi una doppia spinta entrando rapidamente…troppo rapidamente…
“Mamma prendilo! Eccolo !”
“Ahnnnn…ahhhh bambino cattivo…lo metti nel culo alla mamma…sei da galera!”
E io mentre mi muovevo dentro il suo retto le reggevo il gioco:
“No mamma, ahhnnnn!...mhmmm…ahnnn…ohhhh…sei tu che vai in galera! Io sono minorenne…ahnnn!”
…il culo di Gladys fu una delusione…non mi stringeva la cappella, ma avendo intravisto l’espressione di godimento apparente degli occhi di lei all’atto della mia penetrazione non saprei ricostruire cosa successe, ma inspiegabilmente, quasi senza accorgermene…
“Tieni, tieni !...AHN ! Prendi !”
“Ohhhh…sìiiii…ahn!...ahn! Fottimi il culo !...godoooooohhh!...finalmente mamma gode bambini…ohhh…ahnnnn!”
…meraviglia che dicesse di godere. In fondo non era difficile: il mio cazzo era tutto sommato piccoletto, ed era probabile che proprio per questo le desse piacere, nel buchetto del culo…io non gliel’avrei mai potuto slargare, ma a lei sembrava piacerle, perché per muoverlo l’avevo mosso.
…
…dopo una decina di colpi, che lei fece mostra d’aver sentito, sborrai abbondante…le palle mi stavano facendo partire gli sparetti, e io ne approfittavo per strusciare la base delle mie pallette nell’inguine di lei, ma a tratti sentivo, o credevo di sentire, anche le palle di lui che la stava colpendo basso-alto…passai solo un piacevole mezzo minuto a innaffiare questa donna…poi per non pregiudicare la sborrata di Druso, tolsi il cazzo dal culo della donnina…i due corpi questo punto si mossero con più agilità, ma Druso sembrava non riuscisse a godere…allora suggerii:
“Druso, cambia posizione…lei si mette alla pecorina, e tu la fotti da dietro, è più comodo…”
“E va bene…facciamo come dice lui…e tu poi guardi ?”
Rivolto a Gladys proposi:
“No, mi stendo sotto di te, e ti bacio le tette, può andare ?”
Druso tolse il contatto, e si piazzò dietro Gladys reinfilandole la fica con padronanza…la donna se ne uscì con un rantolo, segno questo che l’aveva infilata bene…
“AHNNNN…sì bambino mio…sì ! Sbattimi dai…”
Druso cominciò una partita a flipper col bacino di Gladys: la palla era il suo cazzo, e le pallette sue invece sbattevano sull’inguine…io mi piazzai sotto le zinne della donnina, e ormai scarico col cazzo, leccavo i suoi capezzoli come mi si presentavano…mentre ne tirai uno con le dita, la donnina disse:
“Ohhhhh…vengooooooohhhh…sì…bravi i figlioletti miei…sìiiii…fica di vostra mamma è come zuppiera calda…ahnnn…sbatti Druso…sbatti !”
Io intanto leccavo la carne dolce dei suoi seni pendenti sopra di me, poi sentii un urlo: era Druso; aveva raggiunto il suo orgasmo sparando lo sperma dentro la vagina di quella cagnetta umana…rimase congiunto un minuto buono cadendo su di lei, che cadde col seno sul mio volto…poi, in meno di un minuto, ci rialzammo tutti quanti. Io avrei voluto leccare ancora la fica a Gladys, e niente poteva impedirmelo, dato che lo sperma di Druso era nel serbatoio di quello spesso profilattico…poi però mentre mi rialzavo in piedi diedi un paio di leccate alle cosce interne della donnina. Druso le baciò il culo, comprese le natiche, e il buco dov’ero venuto io…poi Gladys ci tolse i profilattici, ci baciò i piselli nudi, e scese dal furgoncino nuda. Io e Druso ovviamente eravamo scarichi e intontiti dai nostri orgasmi…ci rivestimmo pigramente quindi scendemmo. Gladys, appena tornata dove aveva riposto i profilattici, disse a Druso:
“Avete preso tutto, non avete lasciato niente, vero ?!”
Druso all’improvviso le palpeggiò una natica baciandola sul collo e cercando di stringerle una tetta; lei lo respinse con gentilezza, poi ci chiese:
“OH…mhmmm…basta su! Voi scopato! Voi ora via alla svelta! Uh…una cosa: sapete guidare una Vespa ?”
Io un po’ sì…per cui risposi:
“Certo, certo…io so giocare con la frizione…”
Druso chiese:
“Veramente ?”
“Ce l’hanno i miei zii in Salento, e mi hanno insegnato a portarla…”
Gladys disse:
“Senza che ve la fate a piedi…meglio che la gente che aspetto non vi vede…fate presto: prendete quella Vespa, e portatela al parcheggio! Lasciatela lì, e andatevene…senza rubarla. Intesi? Io fidare di voi oggi.”
“Sì…pciù!”
Mi abbassai all’improvviso per baciarle la fica; me lo lasciò fare, ma poi spinse indietro la mia testa e disse:
“Andate allora.”
Mi accomodai alla guida, con l’odore della sua fica sotto le nari, e Druso salì dietro senza domande. Era una Vespa 125 bianca molto vecchia, sporca, in parte arrugginita, e naturalmente aveva il copri motore asportato, vizio questo tipicamente italico, e manco a dirlo, aveva la targa ormai illeggibile. Poteva anche essere rubata…pilotarla era un bel rischio; comunque avviai il motore col pedale con disinvoltura, in due tentativi, e rilasciata la frizione guidai la Vespa per il sentiero di qualche centinaio di metri fino al parcheggio dei camper. Certo non avevamo il casco, ma per due-trecento metri in campagna era improbabile un incidente, dato che non c’erano né muri, né isole di pietrame, solo un sentierino di terra battuta. Non superai i quaranta, data la distanza ridotta…e già a metà sentiero intravidi la vecchia signora della Y-10, che ci aveva accompagnato all’andata…dopo aver superato un paio di curve, fermai quel vecchio scooter presso l’ingresso, e scendemmo. La signora ne prese possesso, e non appena ne scese Druso, vi salì senza una parola, e scomparve… noi attraversammo a piedi l’area dei camper, e tornammo verso la strada di periferia, aspettando il pullman che ci avrebbe portato a capolinea. Un’oretta dopo ci fermammo presso un muretto, e dopo esserci comprati una birretta in lattina presso un chiosco dal barista poco coscienzioso, ci mettemmo a parlare per conto nostro, intanto che al capolinea arrivasse il bus che ci avrebbe riportato a casa.
“…sai Franz, stà troia a poppe era messa bene, ma di fica non m’è sembrata granché…non mi sono gran che divertito, sai.”
“Non so Druso, ma pure io avevo l’impressione che non si bagnasse… ma di sicuro si è procurata preservativi troppo spessi; non erano meglio che li portavamo noi ? Bah, se non altro l’abbiamo trapanata! Ma anch’io sento che ho avuto qualcosa d’incompleto!”
“T’è piaciuto il culo? Io non l’ho trovato tanto stretto; neppure per piselli come i nostri !”
“Lo volevi pure stretto? Coi cazzi che si sarà entrati dentro ogni giorno…vabbè Druso mica è colpa tua!”
“Se non si è bagnata vuol dire che non aveva desiderio…ma a 80 euro chi avrebbe detto di no?! C’è costata poco, no ?!...io non ho più niente fino alla fine del mese. E tu Franz ?”
“Come te!”
Cinque giorni dopo quella scopata, stavo tornando da un pomeriggio di pesca sul lungomare da solo, dato che a Druso la pesca piaceva poco, e mentre aspettavo al capolinea il bus cittadino mi capitò d’incontrare proprio Gladys. Anche lei aspettava l’autobus seduta sullo spalto del muretto in pietra. Mi avvicinai sorridendole:
“Ma noi due non ci conosciamo signorina?”
Mi guardò un attimino, poi rispose:
“Ah, sei tu…Francesco…”
“Franz, solo Franz…come va?”
Accettò la mano amichevolmente, e la sua espressione del volto mi suggeriva che era disposta a conversare. In qualche modo doveva passare il tempo anche lei…
“Bene. Io trovato lavorare come colf in buona casa. Miei padroni persone educate e non cercano sex…ma se volessero…e tu ? Non devi studiare?”
“Studierò una volta a casa…oggi ho voluto fare due ore di pesca a spinning dallo scoglio, ma erano le due ore sbagliate…e non sono riuscito a prendere niente…dì un po’ Gladys…”
“Cosa?”
“Stavo pensando all’altro giorno: perché vuoi essere chiamata mamma quando scopi?”
Gladys si mise a ridere, poi rispose:
“Perché mia mamma mi fece bagnare…ma io non potuto scopare!”
“Ti ha toccata mamma tua, e ti sei bagnata ?”
“No. Vabbè, tu simpatico e io racconto te: in Thailandia, prima di emigrare in Grecia, spiatto una sera mamma mia che scopava…papà era morto l’anno prima, e mamma stava respirando forte, respiri da fuck…just fuck…scopata!…ma io mi chiedeva con chi?”
“…e con chi ?”
“Con chi ? Indovina un po’?! Ascolta …casa nostra piccola! Così mi alzata per spiarla, per sapere chi c’era a casa a quell’ora di notte, e ho vista lei che stava fucking con mio fratello Somchay; sembrava godere veramente, e io fatto nothin’, e riso anche un po’…però mattina dopo ho domandata lei why…lei mi ha detta che un signore europeo ci dava 300 dollari se gli facevano vedere dal vivo, actually, un vero incesto; sai, lui non chiedeva scopata, guardava solo. Mamma mia detto sì, ma per evitare no good fuck, mamma qualche notte prima di incontro, ha chiesta a mio fratello di farlo per abituarsi a lei…sai, io rassegnata, credeva dover sverginare mio fratello, ma non era così: amico europeo voleva vedere dal vivo incesto mamma-figlio…non fratello-sorella…a lui arrapare di più mamma-figlio, e mio fratello ha accettato di fare – come si dice ? – Training ! Quando è venuto l’europeo hanno fucked again, tutto fuck, mamma ha offerto anche culo…io faceva compagnia a ospite, io offerta di toccarlo, ma lui permesso me solo di servire il Thè…uomo strano, sai! Io sedici anni, non bambina! Ma io vedendo mamma, e mio fratello nudi fare sul serio, bagnata anch’io tra mie coscette, sotto mia vestito…io messo mano di ospite dritto su mia fica sotto pareo, no mutande, no…ah ah ah , ma lui solo piccolo massaggio… pensa che… ma poi ha voluto assaggiare vulva scopata a mamma, mentre mio fratello dormiva stanco sulle tette…lui assaggiato fica a mamma, e preso tutto bagnamento su sua lingua, e rifiutato mia fica più giovane…boh lui pazzo!…mia fica bagnata solo di mio piccola goduta, while fica di mamma mia bagnata anche di sborra di mio fratello…tre giorni dopo poi lui tornato contento per salutarci, e un anno dopo anche spedita altra cosa: per me procurato con amici suoi di ambasciata credo, visto per la Grecia, come badante, ma io quando partita da mio villaggio a 18 anni sapevo che avrei fatto puttana…mi pagavano, e bene, e mio fratello potuto andare a Università…ora lui commercialista…lui in business…mamma nostra fucking, ma di meno, e non più con figlio, sua moglie non permetta, ma mamy vive bene.”
“Ma in Thailandia fate incesto?”
“Solo famiglie povere per soldi fanno piccolo meeting, mio fratello aveva quattordici…mamma quarantatre…tu ridi…tu non crede vero?”
“No, no…ci credo…ma Gladys non è il tuo nome vero, vero?”
La donna, sorprendentemente ciarliera, mi finì di spiegare:
“Io mi chiamava Siriphon…ma era equivoco in vostra lingua perché finisce con porn…io ora preso cittadinanza greca, e io scelto Gladys che suona bene in tanta lingue…”
“Insomma quella volta volevi scopare anche te, e quell’uomo era appassionato di fica stagionata…”
“Lui matto, mio fratello venuto dentro a mamma, e lui pazzo leccata tutta fica usata dopo che mamma mostrata sborra, poi pulita con mani, poi lui all’improvviso leccata a lei…mia era meglio, ma lui non l’ha voluta!”
Quel che Gladys mi stava dicendo era ai limiti del credibile. E chissà che non fossi io che volevo crederle… la mia mente ci stava credendo talmente tanto, che mentre Gladys mi parlava, ero mentalmente certo di stare nella sua casa, o meglio la loro casa in Thailandia… me l’aveva descritta sommariamente, e da quello che avevo capito doveva essere probabilmente dignitosamente povera, ma pulita, sita da qualche parte in quelle zone tropicali, dove il monsone annualmente provoca piogge torrenziali…nella mia mente c’era un susseguirsi di flash: la Thailandia, la terra del mito dell’Elefante Bianco, e del film con Jodie Foster, Anna and the King che in famiglia avevamo visto tramite un noleggio Blockbuster…davanti a me, che guardavo Gladys parlare di casa sua, c’era l’apparizione di una donna quarantenne, magra, dal viso come quello di Gladys, secondo la facile regola che la figlia era la madre 2.0…Gladys parlava, e la mia mente utilizzava immagini stereotipate: la immaginavo ch’era appena tornata a casa dall’ufficio postale locale, dove aveva appena pagato alcune bollette arretrate. In realtà doveva essere stata una foto vista tempo prima di sfuggita, di un quotidiano che raffigurava una normale fila per pagare un qualcosa… Il fratello di Gladys, Somchay, non sapevo proprio che aspetto avesse, quindi disinvoltamente gli avevo dato il mio…nelle mie immagini, cioè pippe mentali che mi elaboravano l’ascolto, aveva appena piovuto, e la signora madre di Somchay era tornata a casa zuppa…nella loro casa potevano permettersi l’acqua pulita, perché l’acquistavano, mentre la signora andava bagnata in giardino a raccogliere tre-quattro di litri d’acqua piovana, con un pentolone a due manici, da un bidone piazzato all’uopo da bollire poi alla bombola del gas della cucina…
Nella mia immaginazione, apparve il mio essere e sdoppiarsi in Somchay, di cui non conoscevo neanche il volto, che disse alla mamma:
“Hai preso molta pioggia mamy?”
“Sì, ma almeno ho pagato le bollette, la luce non ce la tagliano più…e abbiamo da mangiare per una settimana…senti devo togliermi questi abiti bagnati…dì a tua sorella di portarmi un asciugamano asciutto…”
Eseguii, e avvisai “mia sorella” che a mamma serviva un asciugamano, e probabilmente anche assistenza, dato che stava improvvisando una doccia calda, che mamy avrebbe fatto a casa entrando in piedi in un mastello da bucato. Ovviamente mia sorella immaginaria le avrebbe fatto discendere l’acqua, dopo che mamy si fosse insaponata per bene. Dato che la bolletta della luce l’avevamo pagata, accesi il riscaldatore d’aria mobile giapponese che nostro padre, da vivo, ci aveva comprato per la casa. Andai nella stanza davanti all’ingresso per dar modo a mamy e mia sorella di godere della necessaria intimità. Mamy si era tolta la camicetta sottile bianca, e la gonna, che però tutto sommato l’aveva protetta bene, dato che le sue mutande di cotone economicissimo erano asciutte, e un tantino lise; ma avendo avuto dei soldi da un signore per aver fatto le pulizie a casa sua, di mutande se ne sarebbe comprate almeno un altro paio. Mia sorella e Mamy, parlavano del più e del meno, e l’acqua del pentolone in una ventina di minuti di era riscaldata abbastanza…nel frattempo mamy aveva mandato mia sorella immaginaria a fare una commissione, e infatti senza guardarmi, era passata nella stanza davanti, uscendo di gran carriera…probabilmente mamma l’aveva inviata a comprare degli assorbenti, adesso che i soldi erano “arrivati”…due minuti dopo mamy mi aveva chiamato, e sono andato in cucina, per vedere di cosa aveva bisogno: era completamente nuda, e aveva coperto la sola vulva con la mano abile…intanto mi stava dando dei compiti:
“Va a prendere le spugne…ne tengo una grossa nel cassetto del comò del comodino…”
Andai subito, e non trovai niente di strano che mi avesse chiamato, per portarle la spugna naturale di origine marina comprata a suo tempo. Mamy mi disse con naturalezza mentre cercavo di non guardarla troppo per un residuo di pudore:
“Dammi la spugna!”
Mamy prese la spugna e la bagnò con la mano sinistra, iniziando a strofinarsi il seno e la pancia con rapidità, e senza scoprire la vulva col pelo nero abbastanza lungo, forse era proprio da trimmare…finito che ebbe di strofinarsi mi ridiede la spugna, e mi disse di metterci dell’altro bagno schiuma…feci anche questo e gliela ridiedi senza guardarla troppo dato che era completamente nuda…disinvoltamente lavò anche la vulva insaponandola bene, e strofinandola, tanto che a tratti le vedevo lo spacco; un primo cubetto di ghiaccio era stato già rotto: mi aveva deliberatamente mostrato la fica insaponata, e mi restituì la spugna intimandomi:
“Metti altro bagno schiuma…”
Prontamente eseguii, per poi dirle, senza guardarla troppo:
“Vuoi che vada nell’altra stanza?”
“No, Som, resta qui, che mi servi!”
“Ma sei completamente nuda, mamy!”
“…e allora? Che c’è? Ti mette a disagio una donna nuda? La vedi questa?”
M’indicò la fica insaponata, per poi dirmi:
“Tu sei uscito da qui! E t’assicuro che non eri in giacca, e cravatta!”
La battuta mi fece sorridere, e intanto mamy mi stava ipnotizzando con il suo corpo davanti: fica, cosce, e gambe, ma anche testa, tette, ed ombelico…si stava pulendo le cosce e le gambe, avanti e indietro, fin dove potesse arrivare la sua mano abile…mi aspettavo il prossimo ordine:
“Insaponami la schiena, avanti!”
Le insaponai la schiena, tutta, anche il collo! Poi c’erano da insaponare le natiche e…mamy mi ordinò di nuovo:
“Continua a insaponarmi la schiena, avanti, figlio mio!”
La mia longilinea e magra madre immaginaria, presa a prestito dalla madre di Gladys, probabilmente una versione immaginaria cinquantenne e più secca di Gladys, continuava a mostrarmi il suo corpo ben mantenuto anche perché la nostra dieta era vegetariana per forza di cose; anche se la carne non mancava. Io intanto per pudore le dissi:
“Beh, dietro…lì è meglio che lo faccia tu!”
Prese la spugna e davanti ai miei occhi s’insaponò le natiche, scostandone una per insaponare il…bucio…poi mi diede la spugna dicendomi:
“…mettila nel lavabo! La pulirò io più tardi!”
Feci quello che mi aveva detto; poi mamy mi diede altre disposizioni circa il risciacquo.
“Prendi la caraffa del thé e prendi l’acqua calda dal pentolone…me la devi versare addosso, mi devo sciacquare questa schiuma…dai Som!”
Presa la caraffa, le versai con attenzione su tutto il corpo le caraffate di acqua calda per sciacquarla dalla schiuma…quando finii di sciacquarle la schiena l’acqua, mi aveva rievidenziato le sue natiche e azzardai uno-due baci: uno alla natica sinistra, l’altro dopo averle scostata una natica al …bucio. Mamy respirò imbarazzata, soprattutto quando si sentì baciato il bucio, ma non mi rimproverò…anzi mi diede un’altra disposizione:
“Mhmmmm…hoh !...ahn! Prendi l’asciugamano!...Som, tua sorella l’ha messo vicino alla porta, prendilo, dai!”
Le presi l’asciugamano chiedendomi perché non mi avesse rimproverato, e se lo passò intorno al corpo, coprendo alla vista da metà seno a metà cosce; poi di sciolse i suoi nerissimi capelli lunghi fino a metà schiena, una volta che si era tolte le forcelle. Io azzardai delle scuse imbarazzate per il mio bacio, proprio lì, nella sua intimità posteriore…
“Mamy io…”
Mamy, ignorando la mia goffaggine continuava a chiedere aiuto:
“Prendi il mastello Som, e butta l’acqua saponata nel lavandino.”
Fatta anche questa, aveva piegato il suo corpo in due metà più o meno ad angolo retto…coperta coll’asciugamano mi disse:
“Bagnami i capelli che me li devo lavare…”
I suoi capelli neri pendevano in direzione del mastello vuoto. Io ormai avevo capito cosa avrei dovuto fare: andai in bagno, piccolissimo com’era il nostro, e presi lo shampoo. Mamy mi disse:
“Un altro po’ d’acqua…versa, dai…prima, però bagna la spugna con lo shampoo.”
Feci come aveva detto lei, poi iniziai a frizionarle i capelli con la spugna per un paio di minuti, poi mamy mi disse:
“Dammi la spugna.”
Si era messa di fianco, sempre inclinata, e l’asciugamano cominciava a scoprirle il pelo a causa della postura che lo allentava in alcune regioni del suo corpo…passò bene la schiuma chiusa sui capelli pendenti sul mastello, quindi dopo cinque o sei passate di spugna tirata, mi disse:
“Ora versa l’acqua che li sciacquiamo…”
Io le sciacquai la testa abbondantemente, poi lei si fece dare la caraffa e sciacquò gli altri, per poi concludere, come poco prima:
“Butta l’acqua del mastello, lì in giardino…poi torna qui Somchay!”
Andai nel giardino, di pietra per lo più, e gettai l’acqua sporca nel canaletto di scolo dell’acqua piovana non raccolta…quando tornai dentro mamy si era tolto l’asciugamano dal corpo per usarlo sui capelli, restando completamente nuda: che bella che era, nonostante avesse superato i quaranta; anche la sua cellulite aveva qualcosa di bello, come il suo stupendo culo a mandolino…mamy mi fece due richieste, di cui una decisamente strana:
“Vai a prendermi la vestaglia pulita, quella rosa, sta nell’armadio della camera da letto…”
Gliela portai in pochi secondi, poi mi disse:
“…senti, prima d’indossare le mutande nuove ho un dubbio…”
“Ehhh…cosa mamy?”
“…fammi un piacere, Somchay…”
“Che altro? TI devo portare le mutande nuove? Se mi dici dove le tieni…”
“No, aspetta…senti, di solito lo faccio fare a tua sorella Siriphon…una cosa un po’ intima…sai Som…”
“…?...”
“…ecco! Lo so che è strano, ma…ecco…mi daresti un’odorata al sesso? Devi solo dirmi se sa di pulito…beh? Ti andrebbe, Somchay?!”
Sbarrati gli occhi mi avvicinai alla sua fica in piena vista, e chiesi di nuovo…
“Che devo fare mamy?”
Con naturalezza mi disse cosa dovevo farle, come se le stessi preparando un caffè…
“Devi odorarmi la vulva…voglio essere certa che ha un buon odore…il bagnoschiuma era di quelli economici…”
Avvicinai il naso piegandomi in piedi verso la sua vulva; dato che era stata appena lavata, odorava piuttosto bene…tuttavia estrassi un pochinino la mia lingua spontaneamente, per un leggerissimo assaggio verso lo spacco, che avevo fatto durare mezzo secondo, manco…mamy finse di non averlo sentito; quindi le confermai che l’odore era buono.
“Mamy…io …è buono l’odore…è buono…”
Intanto aveva indossato la sua vestaglia a mezza coscia, e si era diretta in camera da letto…io, turbato ed eccitato più dentro di me, che nel pisello, finii di riordinare in cucina meccanicamente; mamy dall’altra stanza mi disse:
“Usa l’altra acqua rimasta e datti una lavata anche tu, che poi dobbiamo andare da una parte. Non voglio che la gente pensi che puzziamo…”
Mi feci una doccia rapida anch’io, in piedi sul mastello: un’insaponata militare, dappertutto e poi il risciacquo a caraffate dell’acqua rimasta…una volta che mi ero asciugato ero andato nello stanzone e prendermi delle mutande pulite, che indossai; poi andai in camera da letto, e vidi mamy distesa sul letto con la vestaglia mini aperta: ovviamente era piuttosto seducente, soprattutto quel suo capezzolo che faceva capolino dai risvolti del tessuto…mamy mi disse:
“Bene, ti sei lavato!”
“…”
“Vieni sul letto, qui sopra di me! Ti dispiace, Somchay ?”
“No, ma… che dobbiamo fare, mamy?”
“Vieni, non farti pregare. Anzi togliti le mutande, così te le tieni pulite, per dopo! E non preoccuparti! Tua sorella starà via ancora un’oretta…”
Salii sul letto, e mi sistemai esitante accanto a lei, che però chiese che mi piazzassi sopra di lei…
“Ti voglio sopra di me! E fammi il piacere di ascoltare…”
Mi piazzai sopra di lei, e come sentii la sua fica, cioè il solletico del pelo, e il calore della pelle del sesso, iniziò a intostarmi il cazzo…
“Allora, voglio che mi ascolti…”
Poggiai la testa sul seno, e lei iniziò a parlare…
“Dopodomani, dall’Europa viene un signore…è appassionato di sesso tra familiari…e vuole vedere te che mi scopi…guarderà e basta. Ci darà 300 dollari americani ogni scopata mamma-figlio…la sua passione…bada bene non vuol vedere il sesso fratello-sorella, vuole vedere quello mamma-figlio…ci guarderà nel salone, mentre tua sorella gli servirà da bere…pensi di riuscire a scoparmi?”
Annuii movendo la testa affermativamente, poggiato sul suo seno caldo. Poi mamy mi disse:
“Ora faremo un paio di scopate tra di noi, per prendere confidenza…dimmi Somchay, c’è qualcosa che vorresti farmi?”
Aspettai un po’, poi dissi:
“Voglio leccare la fica, mamy…me l’hai chiesto te, prima di odorartela…”
“HOH!”
Gliel’avevo appena toccata con le mani…
“Più che giusto, va bene…spostati un attimo…”
Intanto le avevo dato una strizzata al seno destro…
“Partiamo bene …ohhhh…piano….alzati che allargo le cosce…poi però mi entri dentro, sento oh-hoh! …uhmm ti sta diventando duro, figlio mio…va bene? Voglio che la senti, quando vengo…così ti regoli per la durata…”
Arretrai restando in ginocchio sul letto per darle modo di allargare convenientemente le cosce, poi abbassato il mio viso tra di esse, belle calde, sode, e vellutate, mi diedi da fare con la leccata della fica, piuttosto piacevole al contatto della carne glabra dal pelo…leccai veloce, ma sembrava non bagnarsi; mamy aveva intuito, per cui m’istruì:
“Lecchi benino, ma nel posto sbagliato! Più in alto, dove metto il dito…dai leccate leggerine e veloci, su fammi vedere che sai fare…AHNNN!”
Avevo già iniziato a leccarla dove aveva detto lei, e dopo un paio di minuti, di tocchi di lingua salivosa, senza interruzione mamy iniziava a bagnarsi…
“Ohhhh…ahnnnn…ohhhhh…sì piccolo mio…così! Nohhnnn sempre nello stesso postoooohhhh!...ma leggeraaaaa…ahhhnnn… mi raccomandoohhh...oohhhhh!”
Io avevo già messo il turbo sulla mia lingua, e la sua fica mi restituiva qualche sapore, mescolato con la mia saliva…continuai a leccarle tutto il sesso con devozione autentica, tanto che quando le vidi emettere finalmente una bavetta trasparentina, la leccai tutta asciugandole la pelle della vulva…dopo un’altra ventina di leccate, mamy con la vulva tiepida e scivolosa mi disse imbarazzata:
“…e…entraaaaah! Entra con il cazzo! Dai…sennò vengo poco…ahnnnn…su, piccolo mio!”
A malincuore mi eressi sopra di lei contemplandole la fica gonfia e umida…mamy continuava con le istruzioni:
“Scappellalo, avanti…e lasciati cadere qui…la vedi?”
M’indicò la sua vulva aperta, o meglio aperta dalle sue esperte dita…scappellato il cazzo mi lasciai cadere contro quel sesso invitante, che subito scoprii caldo, bagnato, e piacevolissimo; mi si stava intostando tra le sue gentili carni, sentivo anche le mie pallette gonfIarsi, e sbattere sul suo perineo; mamy faceva mostra di godere della mia penetrazione…e iniziai ad andare avanti e indietro…ogni colpo un rantolo da mamma, e per me e la mia cappella una sensazione di piacere chimico da contatto carnale; ad ogni mio affondo il piacere aumentava verticalmente, come pure l’attività che sentivo dentro i miei coglioni duri; affondavo a caso senza regolare niente, e tenevo il mio volto tra i suoi seni caldi e duri, mi accorsi…data la mia statura, rispetto a mamy, potevo godermi la penetrazione e al tempo stesso suggerle il capezzolo diventato turgido e duro tra le mie labbra, a causa dell’eccitazione di mamy…mentre avevo i miei occhi chiusi mentre le baciavo i seni, mi sentii partire dalle palle una bella onda intensa che causò lo sparo del mio cazzo, e il mio sommo piacere dentro la sua fica, quando lo sperma lasciò il centro della mia cappella…non controllavo niente. Le mie palle sparavano per conto loro, forse una decina di colpi, poi resomi conto chiesi a mamy:
“Mamy, e se resti gravida?”
“Ahnnnn…ohhhh quanta ne hai!...la sta sparando ancora, sai…”
“Mamy ma…non resterai incinta?”
“Alla mia età no! Ohhhh…pciù, pciù…mi sa …pciù…che hai finito gli sparetti…me ne hai dato un bel po’ sai…certo…ohhhh…credevo che duravi di più…”
Feci per uscire dalla sua fica in raffreddamento, ma mamy mi prevenne:
“No…resta dentro! Pluuuhmmmf…uhmmmmm!”
Mi baciò in bocca, e subito mi offrii la sua lingua, che incrociò con la mia un paio di minuti o più; poi mi disse sorridendomi:
“Quando ci sarà il nostro ospite europeo, dovrai dimostrargli che sai baciare in bocca una donna, intesi?! Non dovrai iniziare subito con la leccata di fica…”
“Sì, mamy…senti…”
“Che c’è…?”
“Il tuo ospite europeo vuole anche che te lo metto al culo?”
“Sicuro! Tu te la senti? Quando verrà lui mi sgombererò l’intestino…ma adesso la cacca la troveresti, lo sai?”
“Sì, mamy…hai detto che posso mettertelo al culo…?”
“Sì, però devi prima tirarlo fuori dalla fica…”
Uscii dal suo corpo, e subito chiesi a mamy:
“Mamy, puoi metterti a quattro zampe…?”
“Scostati…”
Mi scostai di lato, e mamy si mise a quattro zampe, scoprendo le natiche, e lasciandosi la mini vestaglia rimboccata o meglio risvoltata sulla schiena; mamy mi eccitò di nuovo dicendomi:
“Eccolo, è tutto tuo!...vediamo cosa sapresti fare…senza fretta! Che devi recuperare…”
Giocai con le sue natiche aprendole come pareva a me; gliele aprivo, e le contemplavo l’ano, baciandoglielo tra un’allargata e l’altra…poi glielo leccai arrapato, dato che era pulito dalla doccia, almeno all’esterno…come impazzito mi misi a leccarle inguine e perineo, poi sovraeccitato indurii istintivamente la mia lingua, e le violai l’ano, che avevo leggermente aperto; mamy emise un sospiro imbarazzato, e io intanto mi stavo smanettando il cazzo, affinché s’indurisse di nuovo…
“AHNN ! At…attento figlio mio…se vorrai mettere la lingua lì dentro…poc…pocooohhhhh! AHN ! Basta! Ahnnn! Devi metterci il cazzo…aspetta che sia duro…però…”
Ma intanto le stavo violando l’ano con la lingua quanto volevo…mi esaltava sentirmi un porcone! Certo il mio cazzo s’intostò di nuovo, e quasi fossi padrone le allargai le natiche, poggiai la cappella all’ingresso del bucio, comunque disposto ad aprirsi, e glielo violai con una certa facilità…mamy emise un rantolino di benvenuto anche stavolta:
“AHN!...ohhhhhh…uhmm…hoh!”
“Mamy ecco!…ti piace?!”
Ci scomparve tutto, fino alle palle, che adesso sbattevano sul suo inguine normalmente…certo, pelle pelle era meglio la fica, ma il retto di mamy me lo stringeva abbastanza…
“Quando ci sarà il nostro ospite europeo dovrai mostrargli l’asta che si muove nel mio buchetto…dovrai concentrarti sull’erezione…ahnnn…ahnnnn…e chiavarmi il culo lentamente…ahnnn…la sborra dirà lui dove vuole vederla sparata…capito?!...ahnnnn…ahnnn!”
“…mah…mamy…sto sentendo la porta…mia sorella è tornata…ahnnn…e adesso?!”
“Ahnnnn…continua a chiavarmi il culo, figlio mio…tua sorella lo sa già…ahnnn…che …ahnnnn…non deve venire qui! ...ahnnnn…”
“…ahnnn…mamy…ahnnn…voglio prenderti i seni! ...che…ahnnn…che…ne …ahnnn…dici?”
“Se ci riesci…ahnnn…fai…ma non…ahnnnn…non…farlooohhhh uscire…mi sta piacendo…forse d’ora in poi potrei chiedertelo…ohhhhh…ahnnn…più…più…spesso…ohhhh…nooooh ti sei fermato! ...stavo caricando…”
Tenendole il cazzo incastrato dentro il suo gentile retto, mi protesi in avanti e le afferrai i seni stringendoglieli…mamy emise un gemito di dolore…
“AHI ! ...piano…ahnnn….muovi il cazzo, avanti!”
Dovetti ammettere che a causa della mia statura non era facile stringerle le zinne, e al tempo stesso incularla, e quando mi accorsi che si stava un po’ ammosciando, le presi di nuovo i fianchi e cominciai a sbatterla con più vigore…
Mia sorella era entrata a casa ormai, e aveva pure chiuso la porta; ma che volete, la nostra umile casa aveva sì e no due stanze e mezzo…mamy aveva chiamato mia sorella…
“Siriiiiii! Vieni in camera da letto…”
Mi sorpresi, ma che stava venendo in mente a mamy?!...poi mi ricordai che mia sorella sapeva che mamy mi avrebbe provato come amante…la sorella mia, ormai già piuttosto figa e graziosa, era tornata dall’emporio e aveva fatto gli acquisti che teneva in un sacchetto di plastica…vedendoci congiunti disse:
“Siete già arrivati a questo? ...”
Portò il suo sguardo incuriosito sul mio cazzo quasi tutto scomparso oltre il bucio di mamy…mia sorella chiese:
“…vo…volevate un selfie?...”
“Nohhh…non è…ohhhh…il momento figlia mia...senti…”
“Che devo fare?”
“Mi daresti un massaggino alla fica, mentre tuo fratello mi chiava? Quando mi stavo eccitando, tuo fratello s’è fermato!...ahnnn…sembra che non ha più la sbattuta di prima…dai…aiutami a godere…ahnnn…”
E rivolta a me, disse:
“…e tu non ti fermare, sai?!”
“D’accordo mamma…ma i vicini sono tornati a casa…non urlare…qualcosa si sentiva…”
Mia sorella si avvicinò a noi due per massaggiare con calma ed esperienza la fica bagnata di mamma…io intanto sbattevo da tutte le direzioni dentro il suo retto, ma il mio non era il cazzo di un porno attore…dopo un minuto dei leggeri tocchi di mia sorella in piedi a fianco a noi…mamma venne sforzandosi di non urlare…
“AHNNN…ohhhhh…ahnnn…ahnnnn…ahnnnnn…gra….ahnnn…zie…figlia…ahnnn…mia!”
Dopo che mamy era venuta bagnando la mano di mia sorella maggiore, le diede un altro ordine:
“Siriphon…carezza le palle a tuo fratello…così si decide a spararmi dentro la sua sborra…ti dispiace?”
“No, mamy…subito!”
Mia sorella aveva intuito le mie voglie, per cui mi fece assaggiare la sua mano sporca dei liquamini della fica di mamy che aveva appena goduto…le sue carezze ai miei coglioncini gonfi mi stavano piacendo, ma chiesi anch’io un favore a mia sorella:
“Mostrami il seno…vuoi?”
Mia sorella si tolse la t shirt, e rimasta a seno nudo, mi diede modo di vedere il suo seno, verso il quale mi carezzai il volto, mentre sbattevo mamma…era brava mia sorella a sentire i coglioni prima della venuta finale…
“….mamma …ancora pochi momenti…ecco…così…”
Incrementò velocemente la leggerezza delle carezze ai miei coglioni duri, e nel momento in cui le leccai la pelle del suo seno accanto al mio volto, sparai finalmente nel retto di mamma la sborra che desideravo darle…una decina di fiotti minori della mia prima venuta in fica…poi poggiai il viso stremato sul seno di mia sorella, che invece staccò il contatto, e andò a lavarsi le mani in cucina. Io intanto toglievo il cazzo dal bucio di mamy, che salutai chinandomi a baciarglielo di nuovo…quindi restammo al letto abbracciati, o meglio mamy mi teneva abbracciato a sé, e intanto mi diceva il programma di lì a due giorni…
“Senti, mentre noi facevamo queste prove generali, lui ha già comprato il biglietto aereo…dopo domani lo accoglieremo in casa nostra, con la migliore educazione possibile…ora ci riposiamo, e mangiamo; tua sorella starà già iniziando a cucinare…poi siccome ho promesso a quest’uomo uno spettacolo di autentico incesto passionale, dopo mangiato ti dovrò insegnare i preliminari con una donna…cioè con me!…insomma per cominciare dovresti sapere una cosa…”
“…quale mamy?”
“Non iniziare mai con la leccata di fica…a meno che non ce lo chieda l’ospite !…devi imparare in due giorni scarsi a baciarmi il volto, le labbra, il lingua-lingua, e soprattutto il collo…se mi lecchi dietro il collo mi bagno più che se mi leccassi la vulva…dopo il collo devi baciarmi i seni dopo averli presi…baciali e leccali, ma soprattutto baciali…e quando mi suggi ai capezzoli non succhiare forte, che potresti farmi male…poi dopo di baci leggeri al basso ventre, finalmente mi lecchi la fica, in alto dove piace a me, ma se mi lecchi le cosce all’interno vicino la fica, mi piacerà molto…dopo mangiato riproviamo…una volta che sei dentro la fica, impara a respirare, piano piano: non ti corre dietro nessuno…ah un’altra cosa: tua sorella ci riprenderà con lo smartphone; pensi di riuscirci a scoparmi mentre ci riprendono? L’ospite europeo forse qualche foto ce la farà, lo sai? E noi se vorrà fare foto chiederemo denaro in più…che ne dici? …possiamo diventare ricchi col sesso casalingo! Non credi anche tu?!”
Mamy mi baciò più volte, e riuscì a sedurmi circa la nostra vicina prostituzione casalinga, che avrebbe compiaciuto un europeo bianco che si faceva le sue “strane vacanze”, dove a quanto sembrava non voleva fare sesso con minorenni, ma assistere da spettatore ad un buon metro di distanza. Io, malignando, dissi a mamy:
“…ma si vuole eccitare per poi scopare Siriphon?! Io fossi un cliente vorrei scopare mia sorella…”
“…Somchay, devo ammettere che non lo so. Fortunatamente tua sorella ormai è grande, ed inizia ad aiutare a casa…ma lui ha detto che non viene per scopare ragazzine, ma forse ha detto così perché era su skype…non so, figlio mio…comunque il mio corpo ti piace? Te lo drizza o tante volte vuoi una pillola di viagra? …”
“Lo fa diventare duro il viagra, vero ?!”
“Sì, ma il farmacista mi ha detto che poi ti viene il mal di testa, dura una mezza giornata.”
“Ma tu hai il viagra, mamy…?!”
“Posso farmene dare un paio di pillole…pensi che servano?”
“No, mi si è drizzato facile…”
- continua -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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