Lui & Lei
L'amore di Veronica

06.03.2025 |
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"La puttana veste un abito lungo, con spacco laterale..."
Voglio amare. Solo amare. Perché, nonostante tutto è l’amore che ci salva davvero la vita.I miei occhi si chinano. "Giulio…"sussurro, coprendo gli occhi.
"Ti sconvolgi, passerotto?" dice in un brusio. "Credi che sia la prima volta che mi fanno questo?"
"Perché? Perché?" chiedo in un sussurro, con la voce rotta dal pianto.
"Per umiliarmi. Per deridermi. Per farmi male."
"E perché gli hai permesso tu di farti questo?"
"Perché tutto questo schifo mi permette di evitare di uccidermi, piccolo cigno." rivela, e il silenzio cala tra noi, gelando l’ambiente.
Non fiato più. Gli calo i boxer piano, con delicatezza. Lo lavo. Lavo via il suo dolore, i segni fisici della violenza che gli hanno usato.
Vivere non ha mai fatto così paura. Ho una strana sensazione addosso, come se la fine fosse dietro l’angolo. È come se sapessi fin da ora che per quanto io possa sforzarmi, lottare con ogni fibra del mio essere, questa storia non potrà mai finire bene.
"Veronica." La sua voce suona alla stregua di un sussurro, accanto a me. Lo stringo più forte, Gli carezzo il capo. Lo bacio. E lui mi sposta per guardarmi dritto negli occhi.
"Veronica, che cosa vuoi?"
"Giulio, possiamo ricominciare insieme. Possiamo farcela, insieme. Possiamo tentare una nuova vita lontano da qui."
Si alza di scatto e si allontana da me: "Veronica, non puoi chiedermelo. Non ne sarei capace, lo sai! Se anche lasciassi andare lei, io… Io non posso, mi spiace. Io non la merito una seconda occasione. Non merito un’altra vita per essere felice. E tu… tu non lo vuoi davvero. Non sai le cose che ho fatto."
"Hai ucciso, l’ho capito. Perché loro ti hanno obbligato. Perché non avevi scelta. Ma adesso ce l’hai una scelta. E se in tanti anni, nonostante quanto accaduto, il male non ti ha contaminato del tutto, forse…" scuote il capo.
Mi metto in piedi a mia volta e gli vado incontro, mentre la rabbia si impossessa di me.
"Possibile che tu sia così vigliacco? Che non abbia un briciolo di carattere? Uccidi per servire lei, ma non hai coraggio quando si tratta di scegliere per te, per la tua vita, per il tuo futuro!" grido, raschiando la voce.
"Io non ce l’ho un futuro, Veronica, cazzo! Non me lo merito. E non lo voglio. Perché ho fatto troppo male per essere meritevole di una nuova occasione."
"Giulio, non sei tu a giudicare se sei degno di una seconda vita oppure no. È Dio a farlo! E Dio perdona dove c’è pentimento. In te c’è."
Scuote ancora il capo, fisso le mani sui fianchi, guarda per terra e infine dice: "Ciò non cambia quello che sento. Io non lo so, piccolo cigno. Non so più niente. So soltanto che ci sono momenti in cui vorrei vivere con tutto me stesso e altri in cui vorrei farla finita. Il pentimento non basta. Se Dio esiste, allora deve far marcire all’Inferno quelli come me."
"No. Giulio, no." Lo raggiungo e lo stringo a me. "Continuerai a fare quello che ti dice? Continuerai ad essere l’uomo senza coglioni che la segue come fosse un cagnolino?" gli sputo addosso, con tutto il livore che ho in corpo. Stavolta mi guarda un ultimo e breve istante.
"È l’unico modo che conosco, Veronica."
E se ne va, senza ascoltare le mie rimostranze, la rabbia che urlo. Anche se il mio nervosismo attraversa le pareti.
Non ha modo per pensare a me, adesso. È un vigliacco! Un cazzo di codardo che fa scegliere alla puttana come vivere la sua vita. E il mio timore più grande, che mi perseguita da sempre, è… ha davvero così paura di ribellarsi o, in fondo in fondo, questo Inferno gli piace?
Scuoto la testa. Ma come mi è venuto di andarmi a infilare in questo casino? Giulio non era cosa da una botta e via. Mi erano bastate le poche ore passate insieme per inquadrarlo perfettamente. Piacevole, premuroso, ma soprattutto uno serio, che non si prendeva in giro e che non prendeva in giro gli altri. Uno per cui o si era fedeli oppure ci si lasciava. O si era onesti fino in fondo, oppure non lo si era affatto. Senza mezzi termini. Puttana!
Puttana, ti odio! Odio questo mondo, odio lo schifo da cui sono circondata e, in parte, odio Giulio perché non ci permette di scappare ma, anzi, mi obbliga a farne parte. Sono stanca, provata. Non so cosa aspettarmi. Non so davvero cosa succederà. È che tutta questa storia mi sembra folle.
Mi auto insulto un centinaio di volte, mentre apro e chiudo la porta d’ingresso e scendo le scale esterne.
- - -
Vestita di un abito lungo blu notte, cammino facendomi largo tra la folla.
Un cameriere mi porge una flûte di champagne e io bevo, ingollando in un sol sorso il contenuto.
Mi guardo attorno. La sala è tutta addobbata a festa, coi toni dell’oro e del nero. Ci sono diversi tavoli tondi, con tovaglie di una preziosa stoffa ricamata nera come la pece e i tovaglioli color oro che spiccano. Noi donne indossiamo abiti dai colori più disparati, mentre gli uomini indossano abiti che richiamano i colori del tema della serata. La puttana veste un abito lungo, con spacco laterale. Una profonda scollatura lascia nudi i suoi grossi seni.
Lui ha indosso uno smoking nero, camicia nera e papillon dorato, Rolex d'oro. Potrei dire che è pacchiano, ma addosso a lui tutto sta bene.
Le luci della sala sono sfavillanti, quasi abbaglianti, accecanti. Tutto sembra meraviglioso ma nasconde il marciume che si cela dietro tanta bellezza.
Lui mi sorride e allunga una mano nella mia direzione. Tremo al contatto con la sua mano gelida. La stringo forte, tremando sui miei tacchi alti.
Stiamo camminando tra le persone, gustando una specie di aperitivo dal sapore piccante e afrodisiaco. Lui si ferma a un tavolino e versa dello champagne in una flûte, invitandomi a bere. Raccolgo il pesante oggetto di cristallo dalle sue mani e mi abbevero, saggiando il sapore a piccoli sorsi.
"Vieni. Balliamo." Lo seguo al centro della pista e mi avvinghio.
"Sei bellissima. Lo sei sempre, ma stasera sei incantevole."
"Grazie." Guardo l’uomo che ho di fronte, così diverso da Giulio. Immagino solo malignità. Faccio un piccolo sorriso di circostanza, come un leggero ammiccamento.
Mi chiedo cosa passi per la testa a Giulio. Mi chiedo quanto stia male, quanto soffra ogni singolo secondo della sua esistenza. Vorrei curarlo, guarire le sue ferite. Nonostante tutto, nonostante quello che ha fatto.
Mi sono innamorata di lui. Stupidamente. Ingenuamente. Perdutamente. Mi sono innamorata della sua anima malata, del suo passato torbido, del suo cuore pieno di ferite ma ricolmo di amore, di bene, di voglia di gentilezza e cura. Io vorrei essere la sua cura. Lo voglio in maniera malsana, lo so, me ne rendo conto. Ma lo voglio più di qualunque altra cosa al mondo. Giulio, in tutti i modi. Iniziare una nuova vita con lui, lontano da qui. Ricominciare, insieme. Passo dopo passo. Mano nella mano.
"Ti piace la musica?" mi domanda lui, distogliendo i miei pensieri. Mi accarezza il viso. Mi abbraccia. Forte. Mi stringe a sé. Rimaniamo a ballare stretti stretti al centro della sala. In silenzio in mezzo a cento altre coppie.
Dopo un tempo che sembra eterno, la sua voce ruvida e suadente si schianta nel mio petto come un proiettile. "Ho voglia di scoparti. Adesso." Afferra la mia mano e mi trascina via.
Ci chiudiamo in un bagno che sembra una suite. Al centro di esso vi è una vasca, una Jacuzzi nera elegantissima e dalle dimensioni spropositate. Sul lato, alla mia destra, un grande specchio e della mobilia da bagno e toeletta, nera come la vasca.
Lui mi prende in braccio e mi appoggia sul mobiletto accanto allo specchio, aprendo con forza le mie cosce. Si lecca due dita e mi prepara alla sua entrata, penetrando con esse e facendomi gridare.
"Cazzo! Sei già fradicia."
"Sì, sì" ansimo, fingendo, facendomi masturbare.
"Dimmi quanto mi vuoi. Dimmi quanto desideri che io ti fotta fino a farti sanguinare." ringhia, continuando a toccarmi. Si china i boxer e tira fuori il suo uccello di pietra. Marmo scolpito sul suo corpo vissuto, perfetto. Entra in me senza tatto. Mi fotte per bene, come gli piace, come solo lui è capace.
Quando esce da me, per un istante, scendo d’istinto dal mobile. Mi sposta e mi china. Accolgo la sua lunghezza nella mia bocca.
Cazzo, cosa mi fa quest’uomo. Sono una contraddizione vivente. Ipocrita, bugiarda e senza personalità, al suo cospetto. Lo so. Non me ne vanto, certo, ma non posso negarlo. Sono passata dall’odiarlo a… a questo. A permettergli di farmi sua in ogni modo possibile, a farmi fare cose indicibili.
Quando sente che è abbastanza, mi costringe ad alzarmi, spostandomi di nuovo sul mobile.
Entra nuovamente in me e mi scopa come un animale, facendomi sentire ogni centimetro della sua lunghezza. Mi fa persino male lo stomaco.
Mi bacia lascivo, leccando le mie labbra, il collo, le guance. Le gambe sembrano non reggere più, ma lui continua a tenerle salde a sé. Come fossimo una cosa sola. Mi stringe. Incornicia il mio volto tra le sue forti mani. Avvinghia la mia figura tra le sue possenti braccia. Sono dolorante, ma lo lascio continuare.
Finché, in un orgasmo esplosivo, scoppia dentro di me.
Dopo il sesso nel bagno, torniamo in sala, mangiamo, conversiamo.
Brusii, borbottii e parole di contestazioni, si librano nell’aria.
"Silenzio! Silenzio!" strilla Stefano, zittendo tutti.
"Giulio è morto. Che la sua punizione sia da esempio a tutti. Che il suo comportamento non sia perpetrato. Che facciate meglio. Tutti. Ogni volta. Sempre."
Decine di mani applaudono, a me viene da vomitare. Mi allontano per farlo, cercando il bagno dove, fino a poco fa, ero chiusa con lui. Trovo la tazza e rigetto dentro la cena di stasera. Mi gira la testa.
Non ne posso più di questo mondo. Lo schifo e l’orrore si moltiplicano nella mia testa, facendomi desiderare di sparire o di non essere mai nata. Volevo amare. Solo amare. Perché, nonostante tutto è l’amore che ci salva davvero la vita.
"Giulio, amore, la Veronica di cui ti sei innamorato non esiste più, travolta, ebbra di dolore e rabbia contro tutto e tutti."
- - -
Questa storia speciale, un'altra, adattata a narrare una vicenda ben nota a molti, mi è stata commissionata da due coppie.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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