Lui & Lei
I Miei due Amori - III
di Pprossa
04.11.2024 |
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"Sul display appare un puntino verde..."
“... Ma prima devi dirmi se hai notizie di Daniele.” La mia amica è piuttosto curiosa. È la mia unica confidente, ma nemmeno lei è tenuta a sapere ogni particolare. Tuttavia, è una bella domanda. In effetti, non ho quasi più avuto contatti con Daniele dopo la nostra vacanza alle Cinque Terre e un incontro lampo la scorsa settimana. Da un lato, non è un fatto insolito ed è in linea con il nostro accordo. D’altra parte, Simona ha appena sollevato un argomento delicato, perché in fondo mi da fastidio che Daniele sia improvvisamente scomparso dalla mia vita, dopo i meravigliosi giorni trascorsi insieme. “Perché non mi rispondi? Era meglio che non ti chiedessi di lui? C’è qualche problema?”“No, è tutto a posto. Daniele è a Trento. Io mi faccio coccolare da Umberto. Non potrei stare meglio”.
Non potrei stare meglio? È una bugia, anche se l’accordo con i miei due uomini è stata un’idea mia. Ho pensato che il nostro ménage à trois fosse un buon compromesso. Ma ora non ne sono più cosí sicura.
Sono con Umberto quando mi arriva una telefonata. È Daniele, mi scuso e mi allontano. Istintivamente, non posso fare a meno di pensare a Simona, che aveva chiesto di lui, e alla mia affermazione che va tutto bene. Non ero stata del tutto sincera al riguardo, altrimenti non mi sentirei cosí felice di udire di nuovo la sua voce profonda dopo tutto questo tempo. Daniele è di buonumore. Porta la conversazione con disinvoltura sulla prospettiva di un nostro prossimo incontro. Rido. No, mi dice, certo che non verrà in questa città, non osa. Le sue visite si limitano alle immediate vicinanze, nella sua bella casa in campagna. Si muove, per cosí dire, su un terreno neutro, al di fuori della sfera d’influenza di un certo Umberto. Rimango divertita dalla sua formulazione e prometto di incontrarlo non appena arriverà.
“Sei con lui?”
“Si. Sei geloso?”
“Devo esserlo? Non potrà mai darti quello che ti do io.”
Decido su due piedi di portarlo su un campo minato. “No, non può. Ma tu non potrai mai darmi quello che mi da lui. Sono così diversi.”
Trovo divertente il mio riferimento. E contribuisce ad aumentare lo sconcerto di Daniele e di Umberto, ovviamente dietro la porta ad origliare.
“Siamo due oggetti?”
“No. Siete i miei amori.” Un botto! Umberto lascia sbattere la porta, che pochi istanti dopo si riapre, mentre la sua testa spunta nella stanza, “Scusa” mi dice con aria colpevole. Poi chiude silenziosamente la porta dietro di sé.
Intanto, Daniele mi chiede se ce la faccio ad arrivare da lui di lì a un’ora? Non ci penso due volte e accetto. Chissà qual è il perché. Sorrido. So benissimo che è uno solo il motivo.
Esco dalla stanza, felice. Umberto! È un suo diritto essermi davanti perché questa è casa sua. Ma il tempismo è sbagliato. Mi chiede subito dove sto andando cosí di fretta e, sebbene il mio motto sia quello di giocare sempre a carte scoperte sia con lui sia con Daniele, perché è l’unico modo per evitare inutili conflitti, in questa occasione glisso. “Siete due imbecilli gelosi di che? Me ne vado a casa mia.” Immagino che lui mi segua con lo sguardo sbalordito mentre esco da casa.
Abbasso gli occhiali da sole con una lentezza provocante e lo guardo al di sopra delle lenti scure. “Perché no?” gli rispondo “Bere da soli è deprimente.” Siamo interrotti. Il cellulare emette un segnale acustico. Sul display appare un puntino verde. “Hai ricevuto un messaggio?” mi chiede.
“Sembra di sì" rispondo, “ma ci sono cose più importanti in questo momento.” Gli passo l’indice sull’avambraccio. Il messaggio… sarà Daniele.
Sono abituata a certe occhiate profonde, quelle che vanno oltre la barriera della camicia un po' sbottonata, ma l'impudenza di questo maschio sfiora la maleducazione. È un bell'uomo, educato, elegante, affascinante. Un nuovo messaggio. Cerco di spostare l’interruttore nella mia mente. Non devo piú pensare a Daniele, né a Umberto, né a Simona, per lei sono già una troia. Ora devo concentrarmi sul “qua e ora".
“Sono sposato, sto bene con mia moglie e non cerco una storia d'amore.”
“Di storie d’amore ne ho già due, e non cerco la terza. E non voglio fare sesso.”
“Allora perché mi hai permesso di sedermi al tuo tavolo?”
L’esigenza di rilassarmi un attimo, dopo essere scesa da casa di Umberto, mi ha spinta ad entrare in un pub. Lui mi ha adescato cinque minuti dopo, con una proposta che non potevo immaginare.
“Solo per curiosità. Mi piacerebbe scoprire perché ti sei divertito con quella provocazione. Ti sembra normale chiedermi di venire a letto con te e con un tuo amico?”
Ci pensa su solo un attimo, poi risponde: “Ma io non ti ho chiesto di venire a letto con noi. Ho domandato se la potessi ritenere una situazione abbastanza piacevole.”
“No, per niente.” Non lo caccio via, e nemmeno vado via io.
Cazzo! Umberto entra nel Pub, lo fa con molta vivacità e grande disinvoltura. Non è solo, con lui c’è Simona. Mi vede, si avvicina, si ferma impietrito e mi chiede “Chi è?” indicandolo con un dito. Ciò che era iniziato in modo tranquillo, sfugge al mio controllo in pochi attimi.
“Ci hai scopato?”
“Umberto!.....No!!” rido nervosamente.
“Lo trovi divertente?... Ma saresti andata a scopare con lui se non fossi entrato?”
Lo odio quando rimane soggiogato dai fumi della gelosia. “Si. Penso di si.” rispondo per la rabbia. “Si può sapere cosa sta succedendo qui?” Finalmente, dice qualcosa.
“Zitto tu. Ti sarebbe piaciuto scopartela! Ma questa donna è mia…. e di Daniele.”
“Umberto!”
Uno sguardo gelido mi ferisce il cuore. “Vai con questo senza dircelo!”
Ho avvertito un rimprovero nella sua voce e la cosa non mi piace. Alzo un sopracciglio. “Sí, certo. E poi tu sei con lei. Quindi, passeremmo entrambi una bella serata.”
“*Cinzia.,.ma che dici? Io….sono con lui perché …..tu dovevi….devi andare da Daniele..” Povera Simona. Tirata in ballo senza un perché.
“Non succederà nulla che tu non voglia.”
“Sei un gran bugiardo. Non fare promesse che non manterrai.”
“E allora sentiamo un po' di cosa ha voglia lei.” Si volta per guardarmi.
“Sono molto incuriosita… eccitata.”
Si inginocchia, infila le mani sotto la gonna e mi sfila gli slip. Un complimento a bassa voce, una carezza, solleva la gonna fino al limite, giusto per mostrare la pelle liscia del mio sesso. Mi cinge per la vita e mi trascina verso chi è seduto sul bordo della poltrona. Ho voglia di inginocchiarmi tra le sue gambe, schiudere le labbra e succhiargli il pene eretto e voglioso. Ma non posso. “Piega le ginocchia e abbassati sul mio cazzo.” La posizione è scomoda, instabile. Lo sento dentro di me ma ho la sensazione di cadere indietro. Solo per un attimo.
Da lì a poco, appare la sagoma nuda che si avvicina alle mie spalle. Scorgo la sua mano che regge il pene eccitato, accarezzandolo. Ne percepisco il contatto pericolosamente tra i glutei. Mi sento frugare dentro il solco, poi qualcosa di freddo e scivoloso. “Tranquilla, è solo una crema lubrificante. Serve a farti apprezzare la penetrazione senza alcun attrito... solo puro godimento.”
“Per dessert prendo la mousse al cioccolato” dico al cameriere.
“Frutta fresca per me.”ordina Daniele. Mi guarda, sorride.
“Adesso puoi dirmi come l’ha presa il mio avversario?”
“Non è cosí indifferente come vuol far credere. Ti detesta.”
Siamo interrotti. Il cellulare emette un segnale acustico. Sul display appare un puntino verde. “Hai ricevuto un messaggio?” mi chiede.
“Sì. È di Simona.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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