Lui & Lei
Donna!

23.02.2025 |
737 |
6
"“Ti sto allargando” afferma, succhiando la parte superiore del mio seno..."
Fabio rimane in silenzio per un lungo momento, rigido, in piedi al centro della mia stanza. Poi si sposta e infila i pugni nelle tasche. “Sarebbe utile se dicessi che mi dispiace?” E aggiunge, ridacchiando: “Credo che non guasterebbe.”
Rispondo al suo sguardo con tutta la durezza che riesco a racimolare. “Puoi dirmi che ti dispiace. Puoi dirmi che te ne penti. Puoi chiedere il mio perdono. Di’ quello che vuoi, è successo comunque.”
Scrolla le spalle e ammette con candore: “Non credo nel rimpianto. E credo ancor meno nel perdono. Ma credo nell’ammettere le mie cazzate.” Mi osserva mentre chiude la porta, con un clic che riempie la stanza e mi fa schizzare i battiti a un ritmo caotico. Rimane lì per un attimo, prima di andare alla sua scrivania e cliccare sul suo portatile. La musica invade all’improvviso la stanza. Il volume è basso.
Viene verso di me, e faccio del mio meglio per non indietreggiare quando mi tocca il fianco. I suoi occhi sono scuri, ma il suo viso è di pietra e non rivela nulla. Dev’essere per questo che, quando si china per baciarmi, mi scosto per la sorpresa. Sbatte le palpebre e poi devia il suo percorso verso il lato del mio collo. I suoi capelli mi solleticano il naso mentre apre la bocca sulla mia pelle e dà una leccata sulla pelle sensibile.
Deglutisco così rumorosamente che giunge alle mie stesse orecchie, e cerco di non trasalire quando le sue mani mi afferrano i fianchi, trascinando lentamente verso di sé.
Volto la testa per annusare qualcosa che non sia il suo profumo, ma in questo modo la sua bocca ha un accesso migliore per baciarmi il collo. Ed è esattamente quello che fa. Le mani si flettono sul mio bacino mentre lascia una scia di baci fino al bordo della mia mascella. I suoi denti graffiano delicatamente l’osso e io chiudo gli occhi.
“Togliti questa” mi dice, dando un leggero strattone alla maglietta. Si allontana per un momento e si toglie prima la sua, mettendo a nudo il suo petto. Obbedisco meccanicamente e mi passo la maglietta da sopra la testa. Non mi preoccupo di coprire i seni. Tanto li ha già visti, ed è proprio quello che sta fissando ora, con quegli occhi aguzzi che mi divorano. “Sdraiati.”
Il panico si fa sentire solo quando raggiunge il bottone dei suoi jeans. Mi volto prima che possa accorgersene, salgo sul letto e mi sistemo lì, a pancia insù, con gli occhi spalancati rivolti al soffitto. Non lo guardo mentre si toglie i pantaloni, ma lo sento, il fruscio della stoffa, i passi che fa verso il letto mentre se li sfila dalle caviglie. Quando sale sul materasso, facendolo crollare con il suo peso, intravedo con la coda dell’occhio che è nudo, con il cazzo che gli dondola pesantemente tra le cosce.
“Rilassati” mormora, abbassandosi per riportare la sua attenzione sul mio collo. Uno dei suoi palmi si appoggia sul mio fianco e sale fino a cingere un mio seno.
Mi sussurra sul collo: “Non deve essere per forza una cosa brutta. So come farti passare un bel momento.” Come per darmene la dimostrazione, scende sul mio petto e prende in bocca uno dei miei capezzoli. Mi si arricciano le dita dei piedi, ma cerco di rimanere passiva. Diventa un po’ più difficile quando infila la sua mano tra le mie cosce e strofina il mio sesso mentre la sua lingua si alterna tra un seno e l’altro.
“Non voglio che sia bello, voglio solo che finisca” rispondo, soprattutto perché so già che potrebbe essere bello. Nonostante tutti i miei sforzi per affrontare questa situazione con indifferenza, sento che il mio corpo sta rispondendo a quello che lui sta facendo. Si ferma un attimo, la curva delle spalle si tende. La mia mente si ritrae ma torna subito indietro, cercando di più. È un intreccio confuso di desiderio e repulsione. Mi lascia andare il seno e si alza per guardarmi negli occhi. Mi irrigidisco quando sento le sue dita agganciarsi alla vita dei miei leggings e tirarli.
“Che peccato. Sarò costretto a farti bagnare per me, altrimenti ti farà più male.” Si tira indietro, portando con sé i leggings e la biancheria intima e facendoli scendere lungo le mie gambe irremovibili. Le sue narici si dilatano per la mia mancanza di risposta, ma non dice nulla. Getta i vestiti da parte e mi afferra il ginocchio, spalancando davanti a lui. “Non ti farò del male.” Le parole gli escono con un tono burbero e deciso, ma mi fanno solo emettere uno sbuffo di scherno. È una bugia. Ho sempre saputo che mi avrebbe fatto male. Le sue sopracciglia si increspano al suono, il muscolo della mascella si tende. Mi lancia un’occhiata irascibile prima di divaricare le mie cosce e abbassarsi per leccarmi il sesso con la sua lingua calda e umida.
Le mie gambe si bloccano, un po’ per lo sgomento e la sorpresa e un po’ per la scossa di elettricità che mi schizza lungo la spina dorsale. Le sue mani, però, mi tengono le cosce aperte, scavando nella carne con le dita, mentre la sua lingua esplora la mia zona più intima. Mi sollevo sui gomiti, ma non so bene perché. Voglio allontanarmi, ma voglio anche avvicinarmi. Le due forze in competizione mi spingono in entrambe le direzioni, rendendomi irrequieta.
Quando la sua lingua trova il mio clitoride, crollo sul letto, stringendo il piumone nei pugni. Serro le labbra, rifiutando di emettere un suono, ma... oh, Dio. È così caldo e piacevole. I suoi occhi si spostano verso i miei mentre la sua lingua mi masturba, piena di una cupa, livida determinazione. Lascia libera una delle mie cosce, ma prima che io possa anche solo pensare di chiudere le gambe, le sue dita si uniscono alla sua bocca, esplorando tra le mie pieghe, cercando il mio ingresso.
Infila un dito con lentezza e facilità, e si sofferma a vagliare la mia reazione. Mio malgrado, il mio bacino scatta verso di lui, spingendo il dito più a fondo. I suoi occhi guizzano, riempiendosi di fuoco.
“Sì, allora ti piace, cazzo.” Scuoto la testa contro il cuscino, ma sappiamo entrambi che è una menzogna. Pompa il dito dentro e fuori, prima di introdurre un secondo. La dilatazione mi coglie alla sprovvista, e comincio a chiudere le cosce in un gesto protettivo, ma la sua lingua torna così in fretta che non riesco a sentire altro che le scintille che si sprigionano nel mio clitoride. Emette un suono, ruvido e voglioso contro il mio sesso, e allora non posso più fermarmi. Con la bocca aperta in un sussulto, mi struscio su di lui.
Quando sfila le dita resto di stucco, ma il suo viso ora sembra più grave, gli occhi pieni di qualcosa di aggressivo e maniacale. Mi allarga le labbra e si china più in basso, spingendo la punta della sua lingua dentro di me. Getto la testa all’indietro e afferro alla cieca una manciata dei suoi capelli. Non ho mai provato niente di simile prima. Non passa molto prima che si sposti più in alto per portare la bocca al mio seno, mentre le sue dita tornano a penetrarmi.
“Ti sto allargando” afferma, succhiando la parte superiore del mio seno. “La tua fica è così dannatamente stretta.” So che sta per arrivare quando i fianchi di Fabio iniziano a muoversi al ritmo delle sue dita, i suoi denti diventano sempre più presenti nei suoi baci sulla mia clavicola. Sta diventando impaziente.
Tira fuori le dita solo per impugnare la base del suo cazzo. Quando si solleva, mi permetto finalmente di guardarlo. Sembra dolorosamente duro e, quando lui fa scorrere il pugno, mi sento di nuovo in preda al panico. Come diavolo farà a entrarci quell’affare? Mi spinge una coscia in alto, divaricando per lui, con gli occhi socchiusi e incollati alla mia fica.
“Cazzo, ora sì che sei bella bagnata. Sei pronta?” mi chiede, guidando la punta proprio lì, davanti alla mia entrata. Le mie ginocchia tremano, lo spavento e la rabbia mi intasano la gola. “Fallo e basta, cazzo.”
Con un’energica spinta del bacino, lo sbatte dentro. Grido, mi irrigidisco per il repentino e intenso bruciore. Spingo la testa all’indietro contro il cuscino e mi sbraccio alla cieca, aggrappando la prima cosa che trovo. I suoi bicipiti sono contratti, lo tengono sospeso sopra di me mentre mi penetra sempre più a fondo, spingendo in avanti i fianchi. Ha l’affanno.
“Rilassati. Respira.” Ma le mie mani vogliono solo spingerlo indietro. “Dio, è troppo, troppo grosso.” “Puoi prenderlo” mi rassicura, piegandosi per mormorare roco nel mio orecchio, “ma devi lasciarmi entrare.” Scandisce quelle parole tirando indietro i fianchi e allontanando il suo cazzo solo per poi spingerlo di nuovo dentro. Il mio corpo si contrae intorno a lui e Fabio emette un gemito che sembra più frustrato che altro.
“Sei così testarda, dannazione, vuoi...” Sposta il peso su un braccio e abbassa una mano per premere due dita sul mio clitoride. Oh. Cazzo. Accolgo l’istinto di alzare i fianchi per andare incontro al suo tocco. Qualsiasi cosa pur di inseguire quella sensazione. Qualsiasi cosa pur di sentirmi meglio.
Spinge di nuovo, ma ora fa meno male, poiché il dolore è mitigato dal punto di pressione che mi fa pulsare il sangue. Il suo gemito ora è diverso, roco e brutale. “Così. Permettimi di farti godere.” Mi mette una mano intorno alla testa e, con una misurata rotazione dei fianchi, affonda di un altro centimetro dentro di me. Si ferma al mio gemito, col fiato sempre più corto contro la mia tempia. Riesco a sentire dal tremore delle sue braccia quanto gli stia costando rimanere fermo, trattenersi, finché le mie gambe non si allentano di nuovo.
Per curiosità, azzardo un movimento dei fianchi, e vedo la sua mascella serrarsi in risposta. La sensazione ora è meno simile a quella di essere squarciata e più a quella di una soddisfacente pienezza. È il tipo di sensazione che mi fa collassare il petto, come se stessi implodendo un po’ a ogni movimento delle sue dita.
Non è terribile. Non è affatto terribile. Lui torna indietro prima che i suoi fianchi si pieghino di nuovo in avanti con un movimento calcolato. Non mi aspettavo di certo questa attenta lentezza dal sesso con Fabio, e mi ritrovo a prepararmi ancora al peggio. Lo aspetto. Ma non arriva mai. Non mi sta più toccando nemmeno il clitoride, ma la sensazione non è meno piacevole. Ogni volta che i nostri corpi si incontrano, sento il bisogno di spingere verso di lui. Non mi preoccupo più di respingerlo.
“Così” mormora, con la voce sforzata per un autocontrollo che la fa tremare. “Bravissima. Cazzo, lo stai prendendo così bene.” Mi guarda, con la fronte aggrottata. Avverto questa lunga sensazione di trazione quando si ritrae, e poi la sensazione controllata di scivolamento, di spinta che lo fa tornare. Volto la testa dall’altra parte perché è troppo intenso, troppo confuso, troppo ingarbugliato per guardarlo negli occhi mentre si fa strada nel mio corpo, imponendogli di ondeggiare a sua volta.
“Guardami” sussurra, afferrando il mento e tirandomi indietro. I suoi occhi sono pesanti ma lucenti, pieni di qualcosa che chiamerei passione. Mi ordina con tono brusco: “Guardami mentre ti scopo.” Il bacio è violento, e mi coglie di sorpresa. Gemo contro le sue labbra e lui risponde con un mugugno, abbassando una mano per stringere il mio seno nel suo ampio palmo. I suoi fianchi incontrano i miei con una spinta decisa, che mi fa uscire un forte rantolo dai polmoni. Fabio approfitta della mia bocca aperta e la lecca all’interno. Mi pare di riuscire a sentire il mio sapore su di lui, e sono così distratta dalla trazione del suo cazzo che non mi passa nemmeno per la mente di non ricambiare il bacio.
I suoi baci sono possessivi e urgenti. Bacia come se volesse farsi strada dentro di me. Solo che lui dentro di me c’è già. I suoi movimenti si fanno più decisi, le sue anche incontrano le mie con spinte sempre più vigorose. Mi colpisce nel punto giusto, l’attrito mi strappa un gemito bisognoso dalla gola. Lui lo ingoia e ne fa tesoro, trovando la giusta pressione e spinta, finché non sono io a tremare. Una parte di me non vuole questa scalata verso un precipizio a cui Fabio non ha il diritto di condurmi. Sarebbe meglio opporre resistenza, non provare nulla, allontanarmi da questa situazione sapendo che non c’è nulla di buono o di tenero o che valga la pena di ripetere. Ma la realtà è molto più complicata. Perché Fabio mi sta baciando, e c’è una fame spaventosa nel suo bacio, ma anche una riverenza, come se stesse assaporando ogni affondo dentro di me per tenerselo avidamente stretto.
Non sento la rabbia o il vanto di una vittoria. Sembra che stia facendo l’amore con me. Il mio orgasmo è intenso e più profondo di quello a cui sono abituata. Dimeno la testa da un lato all’altro, senza preoccuparmi di soffocare le mie grida. Mi abbranca il fianco, tirandomi più vicino mentre emette un verso roco. Io cerco di trovare un appiglio, artigliando le spalle con le dita, e lui ansima contro la mia guancia. “Sì” sussurra a denti stretti. “Più forte. Fammi male.” È una richiesta facile da soddisfare. Lui sibila, gli occhi si chiudono mentre le mie unghie scavano dei solchi nella sua carne. Lancio un’occhiata al suo corpo da sopra la sua spalla, al modo in cui mi sta scopando, con i fianchi che si muovono avanti e indietro, e l’intera scena è così oscena da scioccare. I suoi muscoli si flettono e si gonfiano sotto la sua pelle, e per un attimo mi smarrisco nel pensiero di tutta la forza fisica che sta mettendo per spingere quest’unica parte di lui dentro di me.
Si irrigidisce, arrivando fino in fondo con una spinta veemente, e poi ringhia. So che sta per venire perché lo sento l’impeto bruciante del suo sperma che mi riempie. Non si sofferma a lungo, fa qualche respiro pesante e umido sulla mia pelle prima di rotolare via da me.
Trasalisco quando sento il suo cazzo ora più morbido uscire dal mio corpo, ma poi riesco a chiudere le ginocchia. Anche se Fabio non c’è più, lo sento ancora dentro di me. Mormora un’imprecazione, attirando la mia attenzione. Si sta tenendo il cazzo spompato in mano. Dalla fretta con cui afferra la maglietta, capisco che sta cercando di pulirlo prima che io veda il sangue.
“Non mi importa” lo rassicuro, spostando lo sguardo sul soffitto. “La maggior parte delle ragazze sanguina” spiega, e colgo che si sta come difendendo, anche se non serve. È come se fosse preoccupato che io sia convinta che mi abbia lacerata senza motivo. “È normale.” “Non mi interessa” ripeto, guardandolo negli occhi per accertarmi che lo sappia. Quando si tratta di Fabio, ci sono molte cose che non mi interessano. Dall’espressione del suo viso, credo che se ne renda conto. Non mi interessa che la sua compagna è... Ora sono donna.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Donna!:
