lesbo
Il mio Amore
di Pprossa
21.06.2024 |
307 |
2
"Lei è sdraiata, coperta dal lenzuolo, di schiena verso di me..."
L’ho incontrata oggi. Dopo un viaggio di quaranta minuti, sono arrivata al punto d’incontro in questa mattina di Giugno e mi sento serena, ma con tanta curiosità.
L'aria è saturata dagli aromi del mare e del bosco che si mischiano insieme, il panorama m’incanta e lei m’incanta, appena la vedo.
Scendo dalla macchina: ha gli occhi verdi o azzurri?
Sono immersa in questo dilemma quando si materializza davanti. “Cinzia?”
Una scarica elettrica di paralisi scorre attraverso le mie vene non appena sento la sua voce, ancora non ne comprendo il perché , ma il cuore inizia a battere all'impazzata e, con un brivido di emozione che non sentivo da tempo, alzo lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi, pieni di gioia.
“Che cosa fai, imbambolata? Piacere, Simona.” Si avvicina e mi bacia sulla guancia.
“Facciamo un po’ di riscaldamento e iniziamo a correre. Ti va?”
“Si, va bene” sono ancora incerta su come gestire l' incontro. Il cuore martella così forte da farmi vibrare le tempie, come se cercassi di assimilare una verità troppo grande per essere compresa. Com’è possibile, se nemmeno la conosco?
Mi sento stordita e soverchiata, consapevole di non poter rimanere ancora imbambolata un attimo di più senza rischiare di arrossire, come mi accade quando mi emoziono.
Con uno sguardo che sembra cercare conferme, osservo Simona, quasi a volermi assicurarsi che non sia un'apparizione, che non sia un fantasma. Che sia davvero qui con me! Mi sdraio e imito gli esercizi che fa lei.
Mi guarda, sorride. “Sei arrugginita, eh!” Vorrei correre e urlare, che figura!
“No, è che…
” Allunga un braccio e m’accarezza il viso, “…non ti preoccupare. Dai! Corriamo un pò. Corretta leggera…”
Avremo fatto cento chilometri (nella realtà, saranno stati ottocento metri), inoltrandoci nel bosco.
Sento il bisogno di sedermi, qualcosa mi brucia il petto e il senso di soffocamento cresce a ogni istante.
Non corro più, cammino e, e alla fine, mi lascio cadere sull’erba.
Vedo Simona tornare indietro. “Cosa succede, Cinzia?» la sua voce trasmette preoccupazione.
“Ho il fiatone, scusa. Tu vai, ti raggiungo.” la voce mi esce roca e debole.
“Non lo farei mai!” e si siede accanto.
Ci siamo messe a chiacchierare, sedute sull’erba.
In mezzo alla conversazione, Simona appoggia la mano sulla mia gamba, io fisso gli occhi sulla sua mano, poi, alzo la testa, e guardo dentro i suoi occhi, immergendomi in un mare azzurro di sensazioni, non mi muovo per la paura che il momento svanisca nell'aria.
Simona avvicina il corpo al mio, e posso sentire il calore che emana, ancora prima di toccarmi.
Senza mai dire una parola, appoggia le labbra sulle mie e mi bacia.
La sua lingua forza il passaggio tra le mie labbra ed esplora la mia bocca come se già la conoscesse, finché, alla fine, si allontana; tutto, senza mai togliere la mano dalla mia gamba, nuda.
È impossibile dire qualsiasi cosa. In un attimo, scopro che i sentimenti sono nostri e solo nostri.
Penso: “Simona, non posso mostrarti a cosa sa una ciliegia, come il tuo bacio, e nemmeno riesco a dirti di quanto ti amo, e nemmeno ti conosco.”
“Un bacio per i tuoi pensieri” mi dice all'orecchio, chinandosi su di me.
“Pensavo proprio a questo, a un bacio. A questo che è stato il nostro primo bacio..."
Lei mantiene la promessa e mi bacia di nuovo, con un'intensità inaspettata.
Ci alziamo e camminiamo fino a raggiungere la macchina e, con quella, casa sua.
“Vuoi fare una doccia? Così ti rinfreschi.” Le sorrrido, ci baciamo e vado.
Entro in bagno per una doccia veloce, lasciandola seduta sul letto, e torno poco dopo in camera, avvolta solo nell'asciugamano.
Lei è sdraiata, coperta dal lenzuolo, di schiena verso di me. Ha spento la luce del soffitto, ed è nella penombra, appena illuminata dal giallognolo della lampada sul comodino.
Lascio cadere l'asciugamano e mi infilo, nuda, nel letto, accanto a lei.
Come anticipando il movimento, lei si gira, e mi avvolge in un abbraccio, tirando il mio corpo contro il suo.
Mi bacia e io ricambio. Anche lei è nuda. Chiudo gli occhi, e mi arrendo totalmente alle sue mani.
Il mio corpo cede, la mia testa si disconnette, riapro gli occhi e incrocio i suoi occhi, verdi, brillanti di desiderio, i capelli rossi spettinati.
Le sue mani scivolano su di me, in un tocco leggero. Senza lasciarmi vedere il suo viso, pone il corpo sul mio, e si lascia scivolare verso il basso.
Cambia posizione, mi morde leggermente contro il tessuto, che si frappone. A ogni movimento della sua mano il mio corpo vibra.
So che non resisterò molto di più, contraggo i muscoli cercando, senza successo, di rimandare l'inevitabile.
“Adesso!” mormoro.
“Ti voglio!” risponde.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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