tradimenti
Il Cervo - parte 3
di Pprossa
02.01.2025 |
4.544 |
20
"Farai meglio a metterti in testa che io ti possiedo! Tu sarai mia moglie e non c'è e mai ci potrà essere qualcun altro, a parte me, che possa anche solo..."
Sergio era, in piedi, accanto alle uniche due persone per cui avrebbe dato la vita senza pensarci due volte. Roberto era il fratello che adorava. Luisa era la pura perfezione assoluta. Vederla, gli aveva fatto aumentare il battito cardiaco. "Ma che Diavolo?" si disse. "La fa girare così, sapendo che sono in casa?"La schiena scoperta gli permetteva di vedere le fossette sopra quel culo meraviglioso. Il seno, due pere armoniose e deliziose, era uno splendore. Lei gli sembrò assolutamente inquieta, come se non vedesse l'ora di fuggire da quel luogo.
La immaginò a cavalcioni su di lui, strusciare la fica sul suo cazzo mentre si baciavano. Sognò che le infilava le mani le sue natiche, e che la sollevava. Con un movimento lento, lei si abbassava lasciando che lui la penetrasse fino in fondo.
Prese un respiro profondo, il cazzo gli faceva male dentro i pantaloni del pigiama. Osservò il fratello che si pavoneggiava, tenendole la mano. "Cazzo! Li ho sentiti fare baccano," pensò "... e ho cercato di stare alla larga da loro. Cosa che non posso fare ora, visto che li ho davanti." Sebbene l'intera situazione fosse ancora super strana, Sergio iniziò a sorridere.
"Ehi! Attento a dove posi gli occhi, stronzo." disse Roberto.
Sergio si ricompose rapidamente e si girò verso il fratello, che lo chiamò per nome: "Sergio!"
"Roberto."
"Cosa vuoi?"
"Parlare, ovviamente. Tu e lei avete fatto l'inferno, prima, nella tua stanza." "Davvero? Beh, vai a farti fottere."
Sergio assorbì il colpo. "Roberto... Noi parleremo di...", sibilò.
"No, non parleremo. Non ora. E nemmeno in qualsiasi altro momento. Sergio, pensavo di averti fatto capire che non ti volevo in mezzo."
"E io ti ho detto che sono tuo fratello. Che ti avrei aiu..."
"Cazzo, no! Va bene?!" Urlò Roberto.
Sergio si voltò e, quasi senza voce, gli disse: "Roberto! La sto guardando. Roberto... me ne fotto che non vuoi. È bellissima, e ti invidio... Prima di vomitare ogni sorta di stronzata verso di me, vado via." Sergio uscì dalla cucina, furibondo.
Roberto e Luisa rimasero lì, incerti sull'intera situazione. "Amore? Mio fratello è ancora un problema?" chiese nervosamente lui.
Uscito dalla cucina, Sergio si precipitò nella sua stanza e si tolse i pantaloni del pigiama, accendendo la doccia. Abbassò lo sguardo e vide che il suo cazzo era duro come il marmo. L'acqua gli scorreva sul corpo e lui pensò a Luisa. Tanto valeva fantasticare sulla sua figa che accoglieva il suo cazzo grosso e lungo. Si rilassò, immaginando la mano di lei su di lui, che gli dava conforto.
In cucina, Luisa rimase silenziosa. Era frastornata e non rispose alla domanda. Roberto si chiese se indugiare ancora. Oppure, se informarla non sarebbe servito a nulla. Si chiese se lei lo sapesse. Si era sempre ripetuto che le sue non erano possibili vere necessità, ma si accorse, in quel momento, di quante bugie raccontava a se stesso. Nella sua mente non lasciava entrare molte persone. Solamente Sergio sapeva.
Perché? Cosa c’era di sbagliato in lui? Non riusciva a piangere, anche se lo avrebbe voluto, ma così andavano le cose. Si raddrizzò sulla sedia e provò a immaginare cosa avrebbe detto Sergio in un frangente simile, cosa si sarebbe aspettato da lei. Quasi certamente avrebbe preteso ancora più determinazione a scoprire la verità sul proprio conto.
Seguì una pausa di qualche secondo, poi Roberto prese la moka e mise nuovamente su il caffé. A quel punto si sedette su una sedia e iniziò a parlare. "Amore, sei bellissima... Sergio aveva occhi solo per te."
Luisa sorrise di quel tentativo un po’ goffo di tirarle su il morale. Era certa che lui fosse arrabbiato perché lei aveva scopato col fratello. Roberto iniziò a sorridere apertamente. Si erano concessi una pausa, e finché fu possibile se la godettero.
Improvvisamente, lui si fece serio: "C’è un’altra cosa. Non abbiamo molto tempo per..." Si interruppe. Luisa lo guardò sorpresa. "Come?"
Lui si alzò, le prese una mano fra le sue, visibilmente orgoglioso di quel che aveva ottenuto. La stava tenendo sulle spine. "Voglio farti vedere una cosa", le disse. Abbassò gli slip. Le mostrò il cazzo duro.
Luisa rimase di stucco e i suoi occhi si posarono sulla sua nuova eccitazione. Lanciò a Roberto uno sguardo eloquente e dovette ammettere che il suo fidanzato era un bell'uomo, col fisico da Marcantonio, e che quello era un cazzo bello. Lo osservò in silenzio, concentrata, accarezzandolo.
Penso che lui doveva essere stanchissimo, eppure era eccitato. Le si avvicinò al viso: sembrava studiare ogni suo dettaglio.
"Amore, pensi che questa cosa sia collegata a mio fratello, vero?"
Luisa annuì. "Non so in che modo, ma non sembra strano anche a te?" non tolse la mano. Roberto le chiese: "Lu', cos’hai in mente?"
Lei rimase silenziosa e pensierosa, alla ricerca di una spiegazione che riunisse tutti quei fili sparsi in un intreccio sensato.
"Cosa ne pensi?" chiese di nuovo Roberto. Osservava, piacevolmente stupito, il modo in cui Luisa trattava il suo cazzo. Come se fosse la compagna giusta. All’altezza del compito. Un’interlocutrice affidabile da cui attendeva il parere con interesse spasmodico.
"Non lo so, Roby. Non mi piace trovare sempre una motivazione ai comportamenti delle persone. A volte, semplicemente, siamo fatti così, amore."
Ascoltando quelle parole, il cuore di Roberto si riempì di gioia.
"Lu', a te piacciono le sfide." le disse.
"È così che mi vedi, amore?" Lei rise, nervosamente.
"Io ti vedo bellissima. Ed ho paura di perderti."
Luisa abbassò gli occhi. Continuò a segare.
"Amore, sono confusa... Prima di confermare l’idea che mi sto facendo... Mi vuoi parlare, vero? Cosa mi devi dire?"
Roberto sorrise, ma lei capì che era sprofondato in qualche suo pensiero.
"Avevo una fidanzata" disse. "Non so neanche perché te lo racconto. Comunque, volevo essere come gli altri: la laurea, poi il matrimonio, un percorso lineare. Ero un bravo ragazzo. Sapevo, però, che..." tacque.
"E cos’è successo?" gli chiese Luisa.
Roberto guardò la mano di lei accarezzargli il pene. "Scoprii l'altro me."
Riprese a raccontare. "La prima volta in cui l’ho incontrato sarà stato sette o otto anni fa. Era inverno, forse dicembre. Giocavo a tennis con un amico contro due ragazzi incontrati al circolo. E mentre noi giocavamo, arrivò lei, la mia ragazza, Caterina. Rimase seduta per tutta la durata della partita."
Roberto versò il caffè in due tazzine e porse lo zucchero a Luisa. Lei riprese a segare. "Al termine della partita, andai verso la tribuna e mi accorsi che i due avversari fissavano lo stesso punto, quello in cui si era seduta lei. Mi avvicinai. Stavano apprezzando il suo culo e le qualità che aveva... con quelle labbra. Passai accanto ad uno dei due e gli diedi uno scossone. Gli dissi che stava parlando della mia ragazza e gli domandai se si sentisse bene e lui mi rispose che non aveva intenzione di disturbare, si scusò. Io sorrisi. Forse lui vide in me un sorriso complice e mi chiese se... poteva trattenersi ancora un po' a parlare di lei con l'amico."
Roberto aveva terminato il caffè, Luisa non lo aveva nemmeno sfiorato. Diede un bacio al suo pene. Lui continuò. "Mi stupii di me stesso, ma gli dissi che poteva tranquillamente trattenersi fino a quando voleva."
"E lui cosa rispose?" domandò Luisa incuriosita.
"Mi disse nuovamente che non aveva intenzione di arrecare alcun disturbo e mi ringraziò. A quel punto gli chiesi se dovessi chiamare un’ambulanza. La mia ragazza era bella e sexy. Mi fece cenno di no, ridendo."
"E poi cosa accadde?" disse Luisa.
"La cosa più ovvia del mondo. La chiamai e le chiesi di seguirmi negli spogliatoi. Avevo il cazzo durissimo."
"E la cosa non le sembrò strana?" domandò Luisa.
"Nient’affatto, amore. Nella mia esperienza con le donne l’unica cosa che ho capito è che è meglio non fare troppo domande, almeno all’inizio."
"Perché?" chiese Luisa, che non capiva dove Roberto volesse arrivare.
"Amore, se noi due dovessimo ..." ed indicò le altre stanze.
"Ma perché?" chiese Luisa, in tono allarmato.
Roberto percepì tutta l’esitazione della sua ragazza, ma alla fine l’eccitazione dovette prevalere perché, con uno scatto, lei riprese a segare il suo cazzo.
Lui le sorrise amabilmente. Lei lo scrutava senza muovere un sopracciglio. Reggeva tra le mani il suo cazzo duro. Roberto dovette cercare la sua espressione più rassicurante. "Lu', amore, non ti devi preoccupare." Luisa annuì.
Dal suo sguardo, Roberto capì che lei continuava a chiedersi perché le stesse raccontando quelle cose e perché ...
Decise che era tempo di farle conoscere l'altra parte di sé, l'altro Roberto.
I suoi occhi si puntarono su di lei. Avevano il fuoco dentro.
"Amore, immagina te con lui, con Sergio. Che lo tocchi allo stesso modo di come fai ora con me."
Una lacrima violò il viso di Luisa: "ma perché... Perché vuoi che ti tradisca ancora?"
Roberto si scagliò su di lei, prendendole il viso con forza con una mano.
Urlò: "Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, mi hai capito? Tu sei mia, Amore, mia e di nessun altro. Farai meglio a metterti in testa che io ti possiedo! Tu sarai mia moglie e non c'è e mai ci potrà essere qualcun altro, a parte me, che possa anche solo avvicinarsi a te.. senza che io lo sappia. Non tradirmi mai! Guardami, Amore!"
Luisa lo guardò. Come in preda a chissà quale incantesimo lasciò che Roberto, l'altro Roberto, la stregasse. Quello che la stupì di più è che ogni sua singola parola le facesse desiderare di diventare presto sua moglie.
"Adesso, amore, apri quella splendida bocca per me e dammi piacere. Voglio vederti ingoiare tutto." Roberto posizionò la sua erezione davanti le labbra di Luisa. "Apri la bocca." Lei lo fece.
"Ora avvicinati e lecca la punta. Forza amore, immagina che ci sia Sergio con te... che vuoi farlo godere... Lui sta scoppiando!" Con la lingua, Luisa fece come gli diceva Roberto.
"Prendilo in bocca tutto, Lu'. Succhia! È il suo cazzo che hai in bocca!... Cosa pensi che stia facendo Sergio, adesso? ... Si starà segando pensando di essere dentro la tua figa!"
Luisa si sentì strana. Chiuse gli occhi e vide Sergio smanettare il cazzo mentre pronunciava il suo nome. Sentì il cazzo di Sergio, dentro la bocca. Provò una scossa che arrivò alla sua intimità e che la fece sentire umida.
"Ancora di più!" le disse Roberto. "Così amore, brava, ora vai più veloce. Sei nata per succhiare il cazzo. Sergio sarà felice quando glielo consentirò."
Luisa era sconcertata perché tutto quello che provava era sbagliato.
"Fermati adesso." Le disse, bloccando la sua testa e tenendola ferma. "Adesso ti scopo la bocca che ti ritrovi. Pensa che sia Sergio a scoparla."
Roberto iniziò a muoversi dentro e fuori la bocca di Luisa. Si mosse più veloce e più di una volta lei trattenne un conato di vomito, tanto Roberto riuscì ad arrivare a fondo. La scopò, eccitato, fino a quando si liberò dentro di lei.
"Ingoia, Luisa. Devi prenderlo tutto. Ingoia!"
Alcune ore dopo, Roberto si alzò per pagare il pranzo. Uscirono di nuovo sotto la pioggia, che ora cadeva più forte. Si erano stretti sotto l’ombrello.
"Lu'…" "Dimmi, amore"
"Pensavo che, a questo punto, anche se... tu e Sergio… ecco, possiamo. Ma devi dirmi tutto. Dopo."
Luisa rimase in silenzio. Le sembrava un po’ troppo. Quanti rapporti erano stati rovinati in questo modo? Non riusciva a mettere in fila i pensieri, le frasi di Roberto le si affastellavano nella mente. Salirono sulla macchina.
Il ritorno fu più silenzioso del solito. Luisa non disse una parola, mentre Roberto, assorto nei suoi pensieri, guidava in una città quasi buia e ormai deserta. Nonostante l’ora c’era solo un filo di luce. Era una giornata fredda, tirava un filo di vento e il cielo era guastato dalla presenza di numerose nuvole grigie.
Luisa, improvvisamente, gli posò una mano sul braccio. "Come farei senza di te, amore. Come farò con...Sergio?" A lui scappò un sorrisetto, ma non disse nulla. Dentro, gongolava.
Luisa si addormentò di sasso, mentre fuori la pioggia aveva ricominciato a farsi sentire. Intanto, Roberto le stava scrivendo il programma per il giorno dopo. Luisa lo avrebbe letto al suo risveglio.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.