tradimenti
Il Migliore Amico. 1
di Pprossa
17.01.2025 |
1.171 |
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"Quando l'hai conosciuta? Sei il peggio per una donna! Per loro, sei un uomo molto attraente: bruno, con il corpo scolpito da ore di palestra..."
Gli occhi di Corrado si concentrarono sulla luce del lampione sfumata dalla nebbia. Il suo cuore si strinse e minacciò di scoppiare nel suo petto. Aveva condiviso così tante cose nel corso degli anni con Laura e superato così tanti ostacoli.
La rabbia continuò a bollire nella sua mente, ma il suo cuore lottava contro di essa. Non sapeva come avrebbe potuto perdonarla.
Ogni battito del suo cuore pompava un altro ricordo nel suo cervello. I tempi del corteggiamento. I tempi dell'amore. I tempi brutti ai quali avevano resistito insieme. La loro prima volta.
Ora, il suo cuore era in frantumi. Non aveva mai pensato che avrebbe letto parole come quelle, scritte da una mano anonima: "Tua moglie ha fatto sesso con un altro uomo." La busta era aperta e la foto era scivolata fuori. Era apparso quello. La sua schiena era girata mentre entrava tra le gambe di Laura.
Le devastazioni lo travolsero quando la vide, e si sentì come se stesse camminando attraverso la lava.
Alle otto, si presentò in ufficio. Capelli arruffati, occhi rossi. Aveva lasciato la casa quella notte, fermandosi nel parcheggio deserto di un centro commerciale.
Quando Paolo entrò e lo vide, aveva il viso di un uomo morto. Ancora troppo scioccato per reagire. Troppo ferito per sentire male. Troppo arrabbiato per urlare.
"Corrado, che succede?" gli chiese Paolo, "Posso aiutarti con qualcosa?"
Lui si alzò dalla sedia come se fosse stato guidato da una forza incredibile. "Mia moglie..." disse, "Tu non la conosci, Paolo..." smise di parlare. Vinse un singhiozzo. "Perché? Perché! Perché mia moglie ha scopato con un figlio di puttana?" I suoi occhi erano accecati dalla rabbia mentre il suo pugno si scontrò contro il muro. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque colpi fino a quando la sua mente tornò sotto controllo.
Paolo si avvicinò a lui, non gradendo ciò che stava ascoltando. Intristito per il collega. Non voleva lasciarlo solo con la sua rabbia privata, ma un brivido freddo lo attraversò mentre era alle prese con emozioni così diverse da farlo dividere in due. Pensò che in quel momento un altro marito stesse provando ciò che viveva Corrado. E lui ne era la causa.
"Corrado, adesso cerca di tirarti un po’ su. Ciò che vivi è orrendo. Tua moglie. Ma devi pensare ad altro. Mi permetto di invitarti a bere una birra insieme, finito di lavorare. Non è bene che tu vada a casa in questo stato. Scarichi con me e, dopo, vai." gli disse.
Corrado guardò Paolo. In genere, gli piaceva osservarlo quando lavorava: meticoloso, ordinato, con la mente più ferma che avesse mai visto nel prendere decisioni. Intorno a lui si muovevano, con uguale efficienza, le due assistenti che lo aiutavano. E che aveva già trombato. Ma questa volta non aveva voglia.
Scosse la testa. "Paolo, no. Io ho proprio bisogno di vederla, di sapere perché, con chi... E tu hai in programma la serata galante che m'hai detto. Non posso permettere che la rovini per me."
Paolo rimase frustrato dalle parole di Corrado e avrebbe detto volentieri all'amico di chiudere la bocca, come se fosse colpa di quel pover’uomo il fatto che lui si portasse a letto una ganza maritata.
"Allora facciamo così" gli propose, "un bicchierino. Così non starai solo e potremo chiacchierare un po’. E dopo tu vai a casa ed io esco con lei. Voglio dire, andiamo! Sono il tuo migliore amico da anni ormai. Non mi aspettavo di trovarti così..." Le sue parole si spensero... Corrado urlò.
"Amico mio, quando una persona cara, la donna che ami, ti tradisce... fa male, un po’ come il sale su una ferita. Il primo pensiero che ho avuto è stato quello di darle una coltellata. Sempre più a fondo."
Paolo percepì un colpo al cuore. Si disse che non doveva perdere così in fretta la calma. Doveva sapere ascoltare Corrado. Non doveva buttare alle ortiche quello che poteva imparare. Sapeva che aveva ragione, ma era arrabbiato, gli seccava che qualcuno avesse reso cornuto il suo amico.
"Corrado, posso disdire la serata, se vuoi", strappò un sorriso all'amico, che gli rispose. "No, ti ringrazio, è un pensiero bellissimo, ma non voglio che rinunci alla tua scopata e alle tue meritate soddisfazioni. Non serve. Con mia moglie chiariremo stasera. Mi deve dire perché lo ha fatto e con chi. Se avessi ricevuto notizia del suo tradimento da qualche conoscente, be’, Corrado, logico che ci avrei sofferto, però sarebbe stato in qualche modo normale. A quanti mariti capita? Così invece è terribile. Non sapere con chi mi tradisce."
Paolo dovette riconoscere che l'amico aveva detto bene. Sono le robe che non sai che fanno impazzire. Corrado continuò a parlare. "Ma dimmi di te. Quando l'hai conosciuta? Sei il peggio per una donna! Per loro, sei un uomo molto attraente: bruno, con il corpo scolpito da ore di palestra. Ma le senti le nostre colleghe come parlano di te?" Stava rilassandosi, rivolgendo l'attenzione sull'amico. Paolo stiede al gioco, pur di aiutarlo.
"Il locale era pieno di ragazze" sghignazzò, sistemandosi la cravatta. "A ogni modo, io avevo già puntato la mia preda e non me ne fregava un cazzo delle altre. Così, mi sono avvicinato." Corrado si dimenticò di Laura e del suo tradimento. Rimase ad ascoltare il racconto dell'amico.
"Gli occhi più verdi che abbia mai visto, capelli lunghi del colore del miele che le ricadevano sulla schiena, e un culo da favola. Non è molto alta, Paolo, nella norma direi, ma la sua semplicità è mozzafiato. La squadrai da capo a piedi apprezzando quel corpetto semitrasparente che conteneva il seno, strizzato verso l’alto, e quel jeans che l’avvolgeva in maniera perfetta. Osservai la sensualità di quella bocca a forma di cuore e già la immaginavo alle prese... Merda! Amico mio, dovevo scoparla il più presto possibile."
Corrado sentì il pene gonfiarsi dentro i pantaloni. Paolo continuò, "Dapprima scambiammo qualche parola, sorridevamo. Presto incollai le labbra alle sue e tutto scomparve. Ci eravamo solo lei, io e la sua titubanza. Lei si irrigidì per l’impetuosità con la quale mi ero imposto, poi si rilassò e schiuse la bocca lasciandomi arrivare al sapore più dolce. Le nostre lingue si trovarono, amico mio. Fu uno di quei baci che ti lasciano senza fiato e vorresti che durasse per sempre. La sua incertezza iniziale lasciò il posto al desiderio e le nostre mani non fecero altro che cercarsi, finché non si intrecciarono. Cercammo la toilette più vicina."
Uno squillo ruppe l'incantesimo. Corrado prese il suo telefono e vide che era la moglie. "Che diavolo faccio ora?" si disse. Guardò Paolo. Poi, rispose.
Laura gli urlò "Amore? Che ti prende? Non sei tornato a casa stanotte. C’è qualcosa che devo sapere? Dove sei?" Provò a giustificarsi dicendo di un grosso problema al lavoro e che gli era sfuggito di avvisarla. Laura gli chiuse la telefonata in faccia.
Corrado fece cenno a Paolo di proseguire. E lui riprese il racconto di quella sera.
"In bagno, le nostre bocche si fusero mentre lei mi slacciava la cintura e poi mi aprÌ la cerniera dei pantaloni. Li spinse verso il basso, fino a farmi rimanere solo con i miei boxer. Ci volle un attimo perché anche lei fosse in biancheria intima.
La spinsi delicatamente all'indietro, poi la mia bocca scese lungo il suo corpo. Arrivai al reggiseno, lo spinsi via, in modo che i suoi seni fossero liberi. Accarezzai un capezzolo con il pollice e l'indice, mentre presi l'altro con la bocca, succhiando fino a farlo diventare duro. Quando entrambi i capezzoli furono turgidi, amico mio scesi verso le sue mutandine. Passai un dito sul pizzo e sentii che è già bagnata. Le sfilai le mutandine, facendomi poi strada verso la sua fica."
Corrado era eccitato. Ascoltava l'amico e immaginava la sua Laura insieme a quel figlio di puttana sconosciuto.
"... presi posizione tra le sue gambe. Appoggiai le mani sui suoi fianchi e poi infilai il mio uccello nella sua gnocca, già molto bagnata. Lentamente, aumentai la velocità, ma, amico mio, avevo sotto gli occhi quel culo meraviglioso. Non potevo aspettare. Lo sfilai e... È stato meraviglioso."
Corrado rise. "Quando ti sarai stancato, ti chiederò di presentarmi a lei."
Più tardi, Corrado ripensò a Laura mentre guidava verso casa. Si preparò ciò che le avrebbe detto. ""Scoprirò chi è. E quando lo farò, vi smaschererò entrambi, quindi la tua unica scelta sarà quella di divorziare."
Posteggiò l'automobile e salì le scale a piedi.
Aprì la porta di casa. Entrò chiamandola. Non rispose nessuno.
Trovò un biglietto sul tavolo. "Sei uno stronzo. Ho pianto. Esco con le amiche. Il tuo amore." con un cuoricino disegnato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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