tradimenti
La ragazza in vacanza

28.04.2025 |
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""E quindi, cosa avrei dovuto fare secondo te? Avresti voluto osservare la tua ragazza flirtare con altri uomini? Non so, avrei potuto allargare le cosce..."
Non è stato facile aspettare per tutte queste settimane il ritorno della mia ragazza, ma in qualche modo ci sono riuscito. In questo momento sento sfumare l’ansia che mi ha avvinghiato per tutto il suo soggiorno in montagna. Finalmente è qui. Si gira fra le mie braccia con un radioso sorriso. "Ciao amore!"
"Bentornata tesoro, non hai idea di quanto mi sei mancata!"
"Che bello sentirselo dire!" mi bacia. "...anche se non so se ci credo. Chissà come te la sei spassata, tutta l'Estate, tutto solo."
Infatti, me l’ero spassata cercando di non pensare a lei, in compagnia dei suoi genitori in Val di Non, ma non dico nulla. C'è una roba che mi rende irrequieto. Felice, senz’altro, ma nervoso perché non so.
Alba si libera dolcemente dal mio abbraccio.
Indossa una specie di copricostume bianco a spallina stretta senza reggiseno, il suo corpo morbido e sinuoso traspare sotto l'abito e mi pare più bello del solito.
"Su, dai, racconta." La invito, appoggiandomi allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto.
Lei gira la testa all’indietro e spalanca i suoi occhioni verdi. "Racconta? Cosa devo raccontarti?"
"Voglio sapere cos’è successo in questi due mesi."
Ride. "Non c’è proprio niente da raccontare." Alba scuote la testa, sorridendo. "No, questa proprio non è da te, vuoi farmi il geloso dopo dieci mesi di relazione?"
"Non è gelosia, chiamala curiosità. Morbosa curiosità."
"Morbosa curiosità? Mah, tu sei tutto scemo, amore." Fa uno sbuffo divertito.
"Comunque sentiamo, cosa vorresti sapere? Non c’è proprio niente da raccontare."
Le prendo il mento fra le dita. La fisso negli occhi. "Non fare la furba, ora mi racconti tutto. Innanzi tutto, com’erano gli uomini di quella zona."
Alba finge di pensarci alzando il mento all’insù. "Mah, per lo più anziani."
"Per lo più ma non solo, quindi."
"Beh, certo, ovvio, ce n’erano anche di più giovani."
Sospira, la mia curiosità sembra divertirla.
"Ah, quindi qualcuno di interessante c’era!" la provoco, prendendola da dietro e attirandola a me.
Alba ride sentendo che le premo il pube contro il culo. Si abbandona al mio abbraccio, di certo si è accorta dell’erezione che inizia spingere sulle sue natiche.
"Beh, se proprio vuoi sapere…" voce mielosa, tono malizioso, "ce n’era uno, sloveno, sui trenta, con un bel fisico."
Sollevo entrambe le mani e le porto sui seni morbidi, alti e tonici.
Forse si sta prendendo gioco di me ma questo gioco intriga pure lei, la sento ancheggiare all’indietro per strusciarsi contro il mio uccello sempre più duro. Stringo fra le dita i capezzoli che si sono fatti sporgenti sotto al tessuto.
"E lui ti guardava? Ti ha conosciuta?"
Un’alzata di spalle. "Forse…"
"No, non dire forse. Su, racconta."
Alba gira leggermente la testa e cerca il mio sguardo. "Scusa, ma…" spinge il sedere contro il mio uccello, "com’è che ti eccita tanto sapere cosa è accaduto?"
"Non so, è un pensiero che mi ha torturato per tutta l'Estate. Ti immaginavo là, attorniata da uomini, tutti interessati al tuo bel corpo, alla tua fica depilata, al tuo meraviglioso culo."
"Un pensiero che ti ha torturato, dici, però adesso ce l’hai bello duro, non so se ho capito."
"Che vuoi." la bacio sul collo accaldato. "L’idea mi disturba e mi preoccupa, mi infastidisce. Allo stesso tempo…"
Alba mi rivolge uno sguardo pensieroso, indagatore, poi mi sfiora le labbra con le sue, facendomi sentire la punta della lingua. "Allo stesso tempo?"
"Che ne so, amore, è difficile da spiegare."
Alba porta una mano dietro di sé, fra i nostri corpi. Non le serve molto per trovare la forma del mio uccello e stringerlo attraverso il tessuto dei pantaloni.
"Spiegamelo, invece. Su, impegnati, ora sono io quella morbosamente curiosa."
Mi gusto la piacevole strizzatina e ricambio sui suoi seni.
"Non so, è nato tutto così, per caso, vedendoti nelle foto con dei ragazzi dietro, ho iniziato a immaginarti tra loro, tutta nuda. Una ragazza bella come te, mi sono detto, di certo attirerà decine di sguardi interessati. E mi sono accorto che quel pensiero da una parte mi disturbava e contemporaneamente mi inorgogliva, provavo un senso di strana eccitazione nell’immaginare altri ragazzi che ti ammiravano e ti desideravano."
"Beh, devo ammettere che in effetti è una reazione particolare, ti inorgogliva e ti dava un senso di eccitazione." massaggia il mio uccello. "Noto che te lo dà anche adesso quel senso di eccitazione, un gran bel senso." ridacchia.
"Quindi, se ho capito bene, immaginarmi in mezzo a quei ragazzi ti eccita?"
Esito un attimo prima di rispondere. "Non posso negarlo."
Alba scuote la testa con espressione incredula. "Ma senti ‘sto maiale!" sospira.
Poi, assume un tono carico di provocazione.
"E quindi, cosa avrei dovuto fare secondo te? Avresti voluto osservare la tua ragazza flirtare con altri uomini? Non so, avrei potuto allargare le cosce e mostrare la mia patatina depilata, così, tanto per vedere la loro reazione."
Quell’immagine si materializza davanti ai miei occhi e un brivido mi percorre la schiena. Cavolo sì, mi sarebbe piaciuto.
"In maniera del tutto innocente, ovviamente." le sussurro all’orecchio.
"Oh sì, innocente e ingenua, ovvio", mi risponde con un sorrisino polemico.
La bacio con foga, con una passione inaudita, come da tempo non ci capitava. Le lingue si cercano e le mie mani scendono verso il basso, spingendosi in mezzo alle cosce.
"Da quando sei diventato così porco, amore?"
Senza rispondere, le metto una mano sul collo e le spingo il busto in avanti. Lei si lascia guidare docilmente fino a ritrovarsi col torace appoggiato al ripiano della lavastoviglie mentre mi slaccio i pantaloni e lei si abbassa le mutandine.
Lo sguardo che mi rivolge nel momento in cui le sollevo l’abito sulla schiena è languido e smanioso.
Mi prendo l’uccello con la mano e glielo punto fra le cosce. Trovo immediatamente la fessura, il glande si insinua agevolmente fra le carni calde e umide, appena dischiuse. Con l’altra mano stretta sul suo fianco assesto un colpo di reni, un unico intenso affondo che mi porta interamente in lei.
"Oh cazzo!" geme inarcando la schiena. Comincio a pompare con foga, mantengo un ritmo sostenuto, continuo, intenso.
"Non resisto più amore, non ce la faccio più! Ti prego più forte, adesso, scopami più forte, più forte, fammi morire!" Stringo con forza le mani e aumento l’intensità lanciando l'assalto. È un’apoteosi di gemiti e ansimi, di frasi languide e infuocate. Al termine mi abbandono sulla sua schiena, entrambi sudati e ansanti, affannati.
"Cavolo, amore, è stato bellissimo." sussurra "... ma si può sapere cosa ti è preso stasera?" sogghigna.
"Non lo so." ammetto. Un lungo sospiro soddisfatto.
"Beh, se sapermi con quei ragazzi ti fa un tale effetto..." risolino.
Mi rialzo. Le prendo il viso fra le mie mani. I suoi occhi brillano di eccitazione. Io tremo. Le sue parole esplodono nella mia testa.
Preferisco sapere di che morte morirò, invece di restare prudentemente ai margini della verità.
Chiedo con un filo di voce: "Amore, devo saperti con quei ragazzi, o immaginarti con quei ragazzi?"
Alba mi fissa allibita per qualche secondo, poi scoppia a ridere. La cosa non mi sorprende.
"È un segreto, amore. È questo il bello, no?"
Devo distogliere lo sguardo dal suo fisico longilineo e dalla setosa pelle ramata perché gli ormoni sono tornati in subbuglio, mi infiammo di desiderio: un simpatico effetto collaterale della sua dannata risposta.
"Sappi che sei a rischio di violenza carnale, se non ti rivesti."
"Sarebbe un rapporto consenziente."
Afferro un cuscino e glielo lancio addosso. "Non indurmi in tentazione, Alba."
Lei ride.
- - -
Lo fisso. Il suo corpo spasima per un nuovo contatto fisico. Pelle contro pelle. Carne su carne. Lo voglio nuovamente. Qui, in questa casa, con lui, mi sento al sicuro dai dubbi e dalle paure che mi aspettano fuori.
Mi accarezza il viso, poi la sua mano si posa sul seno.
Chiudo gli occhi e sospiro: "Così rendi tutto più difficile."
"Sei qui a chiedermi scusa, Alba. Mi lasci ardere nel dubbio. Dovevi immaginare che ci fosse un prezzo da pagare."
Mi succhia le labbra e le sue dita si muovono abili. Abbassa il capo per succhiare il capezzolo sinistro. Mi sollevo sulle punte dei piedi e lo afferro per le natiche, percorsa da un formicolio elettrico.
"Questo è un buon modo per ricominciare." mi dice. "...ma conosco molti altri modi."
Con un gesto violento mi tira giù. Si inginocchia adagio, posando il viso contro il mio ventre. Mi afferra per le cosce, costringendomi a divaricarle. La sua bocca scende con lentezza esasperante, incontrando i miei peli radi e immergendosi nel mio sesso. La lingua affonda in me strappandomi un gemito.
"Alessandro, non posso dirti nulla. Davvero…" gli dico, afferrandolo per la testa, come per fermarlo. Ma lui non si ferma.
Vinta, inarco la schiena e chiudo gli occhi, affogando in quest’oceano di piacere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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