tradimenti
Piacere, mi chiamo Klaudia(Storie di donne-1)
di Cpcuriosa60
18.09.2024 |
10.725 |
16
"Io gli parlavo e lui era dentro di me, cercando di arrivare più in fondo, là dove lei non era stata..."
La prima volta che l'ho tradito è stato a causa del vino.Io di solito non bevo perché mi piace essere sempre lucida, padrona delle mie sensazioni e dei miei comportamenti.
Quella sera ero in trasferta per lavoro, come spesso accadde quando lavorai per una multinazionale finanziaria.
Ricordo che me ne stavo tranquilla, seduta al tavolino di un grande albergo di Francoforte, mangiando svogliata la mia cena, sfinita da una giornata impegnativa di riunioni e discussioni in inglese.
Giocherellavo con il cucchiaio e la zuppa di funghi, indecisa se terminare il piatto, quando sentii una mano leggera su di una spalla.
Credo sussultai, tanto ero ipnotizzata dal liquido beige e avvolta nei miei pensieri.
- Buonasera, mi chiamo Klaudia, lavoro nel dipartimento tedesco, posso sedermi con Lei, Signora?
Dentro di me, scattò subito il meccanismo di autodifesa anche se la voce era femminile.
Sconosciuta, tedesca, che parla inglese, mi tocca, non la conosco, cosa cazzo vuole?
Alzai la testa, per guardarla meglio in viso e mi ricordai di lei.
Alla riunione delle undici non aveva aperto bocca ma annuito più volte finchè parlavo.
Le diedi una chance, allungando la mano.
- Buona sera, sono Carla, mi scuso per la mia reazione scomposta ma ero sopra pensiero.
Ah, diamoci pure del tu, e se vuoi passare al tedesco, forse mi viene più facile capirti.
Lei sorrise, stupita e mi piacque il suo volto più disteso e ancor più apprezzai la sua stretta di mano, calda, sicura ma non troppo forte.
- Posso sedermi con te, sono sola anch'io...
- Certo, però sappi che sarò una compagnia un po' silenziosa
Si arrangio' per spostare piatto, bicchiere eccetera dal tavolo dietro al mio e mi si sedette di fronte.
Non aveva ancora ordinato, mi disse e mi propose di condividere una bottiglia di vino, chiedendomi quale preferissi.
Le spiegai, sorridendo, che avevo promesso al mio compagno di non bere mai senza di lui, visto che ero inaffidabile a causa della mia poca passione per l'alcool e soprattutto per la mia quasi nulla tenuta.
- Motivo in più per farti bere, allora.
In ogni caso, se permetti, ordinerei un Riesling del Reno.
Lo assaggerai solo, promesso.
Sorrideva ma i suoi occhi mi guardavano fissi da dietro alle lenti degli occhiali con una montatura in metallo.
Era una bella donna, dall'aspetto severo, più giovane di me, sicuramente, forse di una decina d'anni.
Tutto in lei mi parve impeccabile e mi sentii quasi orgogliosa di averla al mio tavolo.
Mi raccontò qualcosa di sé, che era divorziata, che il lavoro le assorbiva molto tempo e che ne dedicava poco alla ricerca di una nuova relazione.
Aveva un suo modo strano, inusuale per i tedeschi, di toccarmi la mano nel parlarmi, per sottolineare un aspetto o l'altro delle sue confidenze.
Arrivarono le sue pietanze e la bottiglia di vino e sempre sorridendo mi convinse ad assaggiarlo.
Era più leggero dei nostri bianchi italiani, fresco al punto giusto e Klaudia me lo fece bere mentre condivideva allegramente anche qualche forchettata della carne che aveva ordinato.
Anche questo fu un gesto quasi intimo e pian piano, senza accorgermi, mi conquistò con un dominio sottile.
La stanchezza della giornata però si faceva sentire.
La mia testa era in un leggero stato confusionale ed il vino era sicuramente la causa principale del mio disagio.
Le dissi chiaramente che volevo andare in camera a riposare, mi alzai forse troppo velocemente e mi sbilanciai.
Lei mi abbracciò per sostenermi, sono certa non aspettasse altro.
- Ti accompagno, ha ragione il tuo lui, sei inaffidabile!
Spiego io la situazione al cameriere, firmerai il conto domani.
Mi aggrappai al suo corpo ma le sue braccia mi circondavano e mi sentii al sicuro.
Ho un ricordo vago del viaggio in ascensore, della ricerca della chiave magnetica nella mia borsa.
La ringraziai sulla porta della stanza, pronta a girarmi ed entrare ma lei mi baciò, inaspettata.
Fu prima un bacio a fior di labbra, lento, dolce, all'inizio, ma poi divenne più intimo, più esigente.
Lei non mi toccava, si limitava ad assaggiarmi finché non fui io ad allungare le mie mani sulle sue spalle, più in alto non riuscivo a toccare.
Mi chiedo ancora oggi cosa fu a spingermi ad invogliarla a stare con me o forse dovrei dire come mai cedetti così facilmente al suo fascino, alla sua lenta opera di seduzione che per tutta la sera mi aveva ammaliata.
Mi guidò con attenzione verso il bagno (la sua camera credo fosse lo specchio della mia).
Mi spoglio' con una delicatezza non priva di una certa fretta, finché non fui nuda davanti a lei che si svesti' a sua volta.
Fui pronta per una doccia tiepida che mi fece bene, che lavo' la mente dal vino per rendermi certa, questo lei forse volle, di accettare quello che successe poi.
Rimasi ferma sotto l'acqua, lei pensò a tutto, alla scelta della fragranza da usare per insaponarmi, a massaggiarmi la schiuma, a risciacquarmi con gesti ampi.
Tutti i suoi movimenti erano dolci ed insieme avidi, la sua bocca non si staccò quasi dalla mia, incurante dei getti d'acqua che pur venendo dai lati della doccia, ogni tanto raggiungevano i nostri visi.
Quasi non ci asciugammo, ci sdraiammo sul letto ancora umide ed anche lì lasciai che fosse lei a condurre un gioco nuovo, inaspettato, senza rimorsi, senza pensare a lui.
O forse sì, ricordando nel mio profondo, di quando mi parlava dei suoi sogni, di vedermi con qualcuno, di guardarmi mentre prendevo il mio piacere da una bocca sconosciuta.
Mi piacque davvero, scoprire che il sesso può essere dolce, leggero, fatto di carezze appena accennate.
E che fu eccitante anche sentire il contatto con una pelle liscia, morbida diversa da quella maschile che è forse più calda, solida e che trasmette la forza di un desiderio, lo confesso, inarrivabile.
Klaudia fu la prima ma non l'ultima.
A lui, piacque il mio racconto, mi consolo' quando gli confessai che avevo goduto mentre la sua lingua mi esplorava e le sue dita sostituivano, esperte, il cazzo che lei non poteva darmi.
- Dimmi com'è stato, piccola, racconta.
Voglio sapere ogni dettaglio, oh, come avrei voluto esserci.
Io gli parlavo e lui era dentro di me, cercando di arrivare più in fondo, là dove lei non era stata.
Divenne un gioco strano, il nostro.
Pur desiderandolo, non è ancora pronto a vedermi con un'altra donna.
Gli piace pensarmi mentre mi sdraio a fianco di un'occasionale compagna di letto e mi faccio assaggiare.
Adora ascoltare come mi ha conquistata, si eccita finché descrivo le mie sensazioni nel cedere pian piano.
Ed anche come ho imparato a frequentare, in apparenza ingenuamente, certi locali in cui ci si cerca, tra donne.
Adora sapermi disinibita mentre sto affinando anch'io le armi della seduzione.
Sarà il prossimo passo, la nostra vicina di casa, mi piace molto...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.