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Gay & Bisex

Un uomo, due vite(3.parte) - Lui


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
23.02.2024    |    3.709    |    16 9.2
"Ci alzammo a malincuore e andammo a lavarci, dividendo il bagno in una complice intimità..."
Nota: purtroppo ho dovuto ripubblicare la seconda parte del racconto che quindi ha perso l'esatta cronologia.
Scusatemi
.....................
Desiderare un fantasma, è possibile?
Lui ogni tanto veniva a visitarmi finchè facevo sesso con uno degli uomini che incontravo nella sauna.
Ormai ci andavo da solo, trascurando la frequentazione del mio paziente amico.
Qualcuno, tra i più viziosi, mi portò anche ad incontri tra coppie, in cui non si disdegnava la presenza di un singolo bisex.
Da anni non tradivo mia moglie con un’altra, incontrare la donna di altri in quelle piccole orge non mi dispiacque.
Era un diversivo eccitante, mi sorprese la reazione pronta del mio cazzo davanti ad un invito nemmeno tanto velato di una bella signora seminuda.
Scoprivo in me una sessualità a tutto tondo, sembrava che la mia ricerca del piacere non finisse mai e per me ormai poteva scaturire da molteplici occasioni.
Mi ero liberato nel frattempo dagli impegni di lavoro ed inventato un gruppetto di ex-colleghi amanti del poker per coprire le mie uscite serali.
A casa ero tranquillo, riuscivo a dedicare più tempo alla famiglia, mi vedevano sereno, mi riavvicinai anche a lei, dormivamo di nuovo abbracciati.
“Sei di nuovo tu, Amore.
Che bello averti qui con me, vederti sorridere”.
Ero in pace con me stesso, ormai conscio di poter sostenere il peso di due vite che correvano parallele senza pericolo di convergere.
Mi ero, in pratica, arreso all’idea di essere un libertino, un peccatore per il pensare comune.
“Non faccio nulla di male” mi dicevo “nessuno soffre per colpa mia, va bene così”.
Successe un pomeriggio.
Più per compassione che per effettivo desiderio, avevo accettato l’invito del mio vecchi amico.
Ormai non facevamo più sesso insieme, avendo io provato ben più stuzzicanti compagni di gioco.
E lui, il mio sogno era lì.
Pur vedendolo dal vivo, mi sembrò avesse ancora un’aurea che sfocava i suoi lineamenti e seppi poi che aveva molto sofferto nei mesi precedenti.
Parlammo di argomenti da maschi, di sport soprattutto ed io fui ancor più sedotto dai suoi modi.
Mi accorsi che non era al corrente del fascino che mi aveva colpito vedendolo in cam, quindi il nostro gioco iniziò come era consueto con gli altri.
Anche lui era un amante esperto, deciso, dominante.
Avevo sognato approcci più teneri ma lo scoprii affamato, quasi irruento.
Mi scopò la bocca ed il culo con un’urgenza quasi famelica.
Mi usò, senza lasciarmi prendere fiato ed io godetti come non mai, sentendomi un giocattolo tra le sue mani.
Quando fummo ambedue soddisfatti (il nostro ospite ci guardava, segandosi) mi chiese quasi scusa.
“Da tanto non stavo con un maschio, ne avevo bisogno.
Ho contattato lui, non avendo più riferimenti nel giro e tu sei stato una sorpresa.”
Eravamo abbracciati al centro del letto, sudati e imbrattati ancora del nostro stesso piacere.
Ci alzammo a malincuore e andammo a lavarci, dividendo il bagno in una complice intimità.
E lì mi baciò, sconvolgendo per sempre la mia vita.
Nessuno lo aveva mai fatto prima, era il limite invalicabile del mio vizio, il gesto che finora avevo riservato solo a lei.
“Scusami” mi disse “non dovevo, ma mi sei davvero piaciuto”.
Andò via, in fretta e non potei dirgli che no, non doveva scusarsi, andava bene così.
Per un po’ ritornò ad essere un fantasma ma nei miei pensieri ora c’erano anche la consistenza del suo corpo, il profumo discreto del suo dopobarba ed il ricordo di quel bacio.
Mi cercò tramite il nostro comune amico e per rispetto a lui decidemmo di vederci in luoghi diversi.
I nostri incontri divennero quelli di qualsiasi coppia clandestina: la macchina parcheggiata nel piazzale di un supermercato deserto oppure ai limiti di un parchetto cittadino era il nostro nido.
Ci baciavamo, toccandoci con desiderio, facendo quel sesso a metà che non soddisfa.
Finchè, dopo grandi intrighi (così mi rivelò in seguito) riuscì ad ospitarmi a casa sua, nel suo letto.
Raramente nella mia vita mi sentii più emozionato di quel giorno, quando ci potemmo spogliare ed amare con calma.
Iniziò così la lenta tortura di aspettare di nuovo il momento per ritrovarci, di godere l’un l’altro per poi fare la doccia insieme e prepararci un caffè in cucina.
Attimi da coppia normale, quello che non eravamo e che non siamo tuttora.
Riuscii per mesi a soddisfare il mio uccello e la mia voglia dividendomi tra la famiglia e lui.
I nostri pomeriggi a casa sua erano rari, occasioni da prendere al volo ma anche questo serviva a tener vivo il nostro desiderio.
A volte mi contattava proponendomi un incontro entro un’ora, stuzzicandomi perché lo raggiungessi malgrado fossi impegnato.
Ed io correvo, attraversando la città intasata dal traffico, maledicendo ogni semaforo rosso che rubava minuti preziosi al mio Amore.
Oppure affittava una stanza per sé in un motel ed io ne prendevo una a mio nome, fingendoci viaggiatori in attesa di un volo.
Fu durante uno di questi incontri un po’ folli che, complice un Barbera corposo, lo convinsi a lasciarsi penetrare.
Piacque ad entrambi, per me fu come toccare il cielo.
Abbandonammo da allora i nostri ruoli ben definiti, per i quali io ero la sua Troia e lui il mio Uomo.
Giocammo da quel momento secondo le voglie che scaturiscono dai giorni di attesa, dalle conversazioni notturne in cui ci raccontiamo la giornata ma pensiamo al nostro prossimo incontro.
Stiamo pian piano rinunciando al divertimento con altri.
Senza di lui, senza i suoi baci, maschi e femmine mi sembrano strumenti freddi per dare e ricevere piacere, mi manca il sentimento.
Quindi aspetto e sogno.
Vorrei poterlo accompagnare in sauna, giocare con lui nel vapore, esibirmi davanti agli altri baciandolo e succhiandolo.
Oppure partire insieme verso un isola, camminare con lui sulla spiaggia, senza nasconderci.
Sogni, fantasie, che non vivremo, ne siamo certi anche se non ce lo diciamo.
Le nostre sono, ora, vite divise in due, da una parte ci siamo noi e dall’altra loro, protagoniste del passato che non riusciamo a cancellare, ma nemmeno, alla fine, lo vogliamo.
Siamo uomini che camminano in equilibrio su convenzioni e obblighi morali, attenti a non cadere.
...................
Termino così il "tuo" racconto.
Manca una parte, la nostra.
Perché io sono la Regina delle Curiose e chissà se mai vi vedrò.
Intanto vi ho immaginato così, rileggendo chilometri di messaggi.
Ancora buon Compleanno, in ritardo.
E per tutti coloro che come voi vivono una vita a metà, un abbraccio virtuale.
Come ho già scritto a qualcuno, sappiate che vi guardo, vi penso, cerco di capirvi.
Ed Ivo è un po' geloso, dovrò farmi perdonare, anche questa volta...




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