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Lui & Lei

Il giardiniere


di Zozzoziano
17.10.2024    |    81    |    0 6.0
"Scende di macchina e sale sulla sua, torno a casa ed un messaggio mi fa capire che non sarà una singola occasione quella di un pomeriggio davvero bello..."
Fine autunno, prima che la natura torni a svegliarsi con tutta la sua bellezza.
Ci sono dei lavori da fare in un giardino, di cui sono responsabile per la manutenzione. Alberi centenari e piante infestanti, che nell’ultimo periodo avevano avanzato indisturbate, ci ho provato con tutte le forze e soluzioni a me possibili ma… arriva il momento di chiamare un esperto del settore.
Sono al bar a prendere un caffè, dialogo con un collega e nel parlare gli dico delle problematiche dell’area a verde che ho, senza attender un attimo mi presenta un giardiniere: e che giardiniere!
Da tempo avevo inquadrato un tipo molto aitante, alto massiccio e molto molto maschio, fare colazione allo stesso bar, e adesso…
Lui, mi si presenta, sorrido e non capisco il perché tendo la mano e quasi vorrei toccargli il culo insomma sono stupito di conoscere quel ben di dio. Gentile affabile è disponibile, da subito capisco che non è un semplice giardiniere, parliamo di quanto ho in mente e il da farsi fissando un appuntamento.
Nel primo pomeriggio di una giornata prettamente più che autunnale, giornata piovosa e tediosa, mi chiama e mi dà appuntamento, passo a prenderlo e salendo in macchina non posso non notare il suo elastico di slip firmato, è veramente grosso le sue mani sono due rastrelli enormi. Arrivati scendiamo, lui incurante della pioggiarella da subito inizia ad ispezionare, io alla ricerca di un ombrello, non trovo niente e mi avventuro nel giardino dietro a lui. Un ora ad ispezionare selezionare e programmare gli eventuali lavori, io sono fradicio e pertanto nel rientrare verso la macchina mi soffermo in una rimessa del giardino.
Sono fradicio, dietro di me entra lui che mi dice subito cosa fare: “togliti i vestiti”… il mio sguardo non tradisce e lui sorridendo aggiunge “sei fradicio ti prendi un accidenti” e comincia a togliersi il giacchetto e la maglietta.
Due spalle enormi, fisico palestrato e ben costruito, toglie anche i pantaloni e lo slip non lascia indugi; è veramente un dio greco.
Coglie il mio imbarazzo e mi rassicura, di togliere gli abiti ed appoggiati in modo che asciugassero un po’, inizia a fare degli esercizi tipo di riscaldamento, dicendo che abitudinalmente si riscalda con quegli esercizi. Non parlo sono completamente imbambolato davanti a tanta abbondanza, non mi accorgo di avere un leggero tremito dovuto alla brezzolina che dalle fessure del legno della struttura passa.
Sono ancora confuso nel vedere tutto quello che ho davanti a gli occhi, e in un attimo mi sento abbracciare, “posso, mica ti vergogni?”, muovo solo la testa per accennare un (nessun problema) ma… huston abbiamo un problema, il mio soldatino si sveglia e punta dritto verso il mio boxer.
Imbarazzato chiedo scusa e lui con una risata dice “e di che mica mi sorprendo”
Intavolo dunque un discorso che porta ad una mia ammissione di gusti sessuali, e spinge lui nel raccontarmi le sue vicissitudini poco felici con le donne, iniziò ad incalzare con le possibili domande di curiosità del come diverse donne si fossero fatte scappare un toro del genere, non rimane molto felice della battuta e mi fa capire che proprio per questo motivo lui lasciava queste donne superficiali.
Mi sento una merda chiedo scusa e mi appoggio su di una seduta di fortuna, in modo davvero galante si accorge che tremo dal freddo e mi appoggia sulle spalle il suo giubbino di istinto lo abbraccio e dico “ci vorrebbero più uomini come te” iniziando a parlare e raccontare delle mie disavventure relazionali e amorose, ovviamente capisce che sono gay ma non si scompone anzi sorride e continua ad ascoltare. Oramai sono passate ore ed il tempo piovoso fa accendere i lampioni esterni, una luce aranciata filtra nel capanno che è investito da una forte pioggia, io sbruffo e faccio per rivestirmi: “dove vuoi andare con questo tempo” esclama, ed io : “non posso mica tenerti sequestrato tutto il pomeriggio”, un suo sorriso mi dice più di mille parole, si avvicina e mi abbraccia dicendomi che non aveva, da tempo, mai passato un pomeriggio così interessante.
Al suo abbraccio rispondo con un altrettanto abbraccio, è immenso e non riesco ad abbracciarlo tutto, volta la testa con la sua bocca sul mio collo, AIUTO!!! per me è adrenalina e quindi mi volto e lo bacio, stringo gli occhi e tempo uno schiaffo se non un pungo, ed invece sento il suo abbraccio farsi più forte.
Con voce flebile esclamo: “scusa”, un nuovo sorriso e lui mi dice di non preoccuparmi perché siamo entrambi adulti.
La pioggia sul tetto, contro il capanno e qualche goccia che filtra dentro sono una colonna sonora ad un momento di intensa intimità, mi prende le mani e se le appoggia sul petto continuando ad abbracciarmi, io gli confesso il mio imbarazzo e lui sorride, le mie mani preso coraggio scendono sul suo membro che lentamente si muove, che si gonfia che quasi mi implora di farlo uscire, un odore acre di sesso, scendo ed abbasso il suo slip e mi appresto a baciare tutta quella potenza di Eros, le sue mani enormi sono sulla mia testa le sue cosce si aprono per poi abbracciare il mio volto: apro gli occhi e nell’ormai sera intravedo tutto il desiderio di quello stallone. Mi alza e girandomi mi dice che vuole fare quella esperienza, mi bagno di saliva una mano e mi lubrifico il buco, mi bagno la mano e cerco di lubrificare il suo membro… ma!!! Sta già entrando, con un movimento lento entra sempre più affondo, sento tutto il suo corpo appoggiato al mio, sento la sua bocca al mio orecchio dirmi di voler far tutto e sento tutta la voglia di un vero maschio.
Momenti interminabili, poche le posizioni ma intense ed emozionanti, sino al punto di venire, si vergogna ma io presa la situazione in mano prendo tutto il suo succo, quasi impazzisce e sta per urlare gode gode con tutto il corpo che vibra, mando giù tutto il succo ed iniziò a baciare ogni centimetro di quella maestosità, ed una volta in piedi e davanti a lui appoggio la mia testa sul suo petto.
Usciamo da un pomeriggio davvero unico, non piove più e di ritorno verso la sua macchina c’è un silenzio che parla.
Scende di macchina e sale sulla sua, torno a casa ed un messaggio mi fa capire che non sarà una singola occasione quella di un pomeriggio davvero bello.
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