Gay & Bisex
Lo zio ed il nipote
di Zozzoziano
07.02.2022 |
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"Seduti sul pavimento beviamo una Coca-Cola fin quando una voce chiama: Zio!!! Zio ci sei??? Io faccio per alzarmi ma lui con mi trattiene e rispondendo al..."
Spesso si è portati per lavoro a girare per zone, chi per regioni, altri per paesi e se non per nazioni. Per lavoro mi trovo ad dover seguire un esercizio ristorativo, un luogo molto suggestivo della bassa Toscana dove piccoli borghi fanno da attrattiva per i turisti. Mi viene presentato un famoso pizzaiolo un napoletano verace più giovane di me anagraficamente ma d’aspetto molto ben stagionato. Ne nasce una bella chimica di complicità, la moglie famosa cuoca grande lavoratrice e fattrice si divideva tra i fuochi e i figli. Un giorno tardo pomeriggio di inizio primavera mi trovo a dover parlare di lavoro con il mastro pizzaiolo il quale mi invita nella pizzeria, giorno di chiusura, a parlare e definire alcuni dettagli, ben presto la chiacchierata prende una piega goliardica sino al punto che LUI si lascia scappare una grattata di palle a cerniera aperta, la mia professionalità mi impediva di distoglierle lo sguardo dal foglio e la penna, mentre il desiderio mi voleva far girare la testa. Subito avverti un odore di umido e acre e quel suo movimento che non accennava a terminare, puntualizzando quasi balbettando un punto di divisione che già avevamo avuto sulla scelta delle tovaglie, mi ritrovai la sua mano odorosa sopra le mie ed uno sguardo speculare mi aveva mostrato la sua patta aperta. Un rossore con caldo mi pervade il volto, lui se ne accorge e sorridendo, facendo una battuta in napoletano, mi dice se fossi vergognoso… sempre mantenendo un certo rigore ma ormai sgamato dico che assolutamente nessun problema; allora lui mi chiede se poteva togliersi i pantaloni da lavoro e rimanere in boxer visto il caldo. Tolti i pantaloni era fin troppo evidente la mastodontica attrezzatura che il giovane pizzaiolo avesse la sotto, proprio durante una ennesima controversia in un movimento tutto esce da quella apertura nei boxer che quasi allo sfinimento non riuscivano più a contenerlo. Le palle erano gonfie e la cappella fumante e grossa lucida di desiderio, in un attimo lui si ricompone e con una mano sul mio viso mi dice ma vuoi che lo esca??? Io sono imbarazzato e non capisco ma era fin troppo chiaro che lui voleva… ed allora sorridendo gli do una pacca sul culo e faccio finta di niente, ma lui mi afferra la mano e se la mette sul cazzo, bagnato, con l’altra mano si pulisce la cappella e me la mette sul viso. Nessuno capisce più niente, in un attimo mi ritrovo in ginocchio con questo bestione in piedi e la sua mazza gigante in bocca, che cresce, cresce sin quasi a soffocarmi, la sua voglia irrefrenabile lo porta quasi subito a venire. Seduti sul pavimento beviamo una Coca-Cola fin quando una voce chiama: Zio!!! Zio ci sei??? Io faccio per alzarmi ma lui con mi trattiene e rispondendo al nipote gli chiede se era solo. Arriva il nipote, alto massiccio moro un ragazzone prestante che vede lo zio in boxer e parlando a bassa voce quasi gli chiede di rimanere: quasi sapesse che ero io ad essere nell’altra sala al buio a terra. Arriva lo zio e mi chiede se ho voglia di giocare, ormai era sera quasi ora di cena, io imbarazzato e con la voce rotta dal desiderio ma anche dall’imbarazzo dico che dovrei rientrare, faccio per rialzarmi e vedo zio e nipote che si baciano il nipote con la fava tre volte più grossa dello zio, mi mettono in mezzo e mentre il nipote mi bacia lo zio mi penetra, a turno si scambiavano la mia bocca ed il mio culo. Verso le undici ci accorgiamo di essere andati oltre, ma senza pudore alcuno mi portano a cena nel ristorante della moglie e zia. Terminata la cena e visto l’arrivo tardivo dei due buontemponi la moglie lascia la chiusura al marito e nipote, scappando dai figli. Chiuse le porte spente le luci la cucina diventa un nuovo ring dove godere, mentre lo zio mi succhia il culo il nipote mi spompina e alzandosi mi bacia con tutto il liquido prespermatico. Messo a novanta gradi a turno mi scopavamo baciandosi. Torno a casa alle tre di notte pieno di sborra e con il contratto firmato in mano. Amo il mio lavoro
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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