Prime Esperienze
La visita.
di Zozzoziano
09.10.2024 |
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"Nell’imbarazzo faccio una battuta: “tocchi ferro?” Lui ride e prendendo in mano il pacco esclama “questo è ferro” prontamente non mi lascio sfuggire una..."
Inizio autunno, quelle giornate che, sopratutto quando piove, sono grigie e fa buio presto. Ufficio tra carte e e-mail, tra telefono e piattaforme digitali, gli occhi che chiedono relax e la testa pure.
Entra un giovane che vuole fare dei documenti per i quali ovviamente serve un genitore, arriva anche il padre che un po’ annoiato cerca di semplificare le cose…
Da subito mi infastidisco ma poi a guardarlo meglio… un bel manzo alto bello massiccio e con la cazzimma napoletana. Butta tutta la discussione in scherzo ma ripreso il mio ruolo cerco di riportare la discussione a livello di serietà e professionalità che servono. Fissiamo un appuntamento sul quale mi raccomando della presenza di un genitore. Il giovane strafelice mentre il padre urtato dalla mia posizione neppure saluta.
Arriva il giorno della visita, mi preoccupo perché all’ora fissata non vedo il giovane che di rincorsa arriva, ma senza un genitore, disbrigo la pratica comunque sulla rassicurazione del giovane che il padre stava arrivando.
È già buio ed io sono in procinto di chiudere, urtato dalla strafottenza dell’uomo, un paio di fari illuminano a giorno l’ufficio, abbagliano tutto si spengono e sento la porta aprirsi, la mia esclamazione “e che è un ufo!!!” è seguita da un “no sono io” un metro e novanta circa di stazza in mimetica militare una prestanza che mi fa esclamare “accidenti che ben di Dio”.
Spontaneamente si siede e mi invita a dirgli ciò che doveva fare… gli porgo i fogli e indico dove deve firmare, le mani sono enormi curate e muscolose profumano di dopobarba, oltre alle firme c’è da pagare e quindi mi sposto al registratore di cassa per fare lo scontrino, mi chiede se ci fosse un bagno, gli indico e continuo nelle mie operazioni, rientra da dietro la mia postazione e noto la patta aperta, subito un rossore pervade il mio viso, lui in piedi di fianco a me, con la sua prosopopea mi schernisce chiedendo dettagli del costo… balbetto, lui se ne accorge e pone una sua mano sulla mia spalla… è enorme e sento che strige.
Nell’imbarazzo faccio una battuta: “tocchi ferro?” Lui ride e prendendo in mano il pacco esclama “questo è ferro” prontamente non mi lascio sfuggire una battuta e rispondo… “si ma sta a perdere pezzi”
Lui getta un occhio e vede la patta aperta non si scompone ma anzi quasi mostrando lo slip bianco incalza dicendo che è tutta dinamite.
Cerco di uscire dal’empasse, ma lui è divertito, mi chiede: “dove hai fatto il militare?” E di nuovo pronto rispondo: “non l’ho fatto perché gay”, ne segue un po’ di silenzio.
Sorride e nel mentre si apre la divisa, con voce bassa mi chiede di chiudere la porta, chiedo il motivo, e lui prontamente mi dice ma non stavi chiudendo… seguendo con lo sguardo la porta, allungando le mani e spegnendo le luci.
Dalle pareti a vetro filtra un po’ di luce, mi invita nella profondità della stanza, davanti ho un maschio enorme con petto villoso e muscoloso due cosce di granito ed un pacco enorme, “mettiti in ginocchio e controlla la mia nerchia” pazzesco non riesco a non obbedire, le sue possenti mano mi prendo la testa e mi sprofondano il viso sul suo pisello.
“Non sono uno scansa fatiche ho lavorato tutto il giorno e neppure il tempo di pisciare” tutti gli odori di maschio mi pervadono le mie mani sono aggrappate a quelle colonne di marmo, si spostano sopra le sue natiche dure e tiro giù lo slip, non posso credere a quanto succede… sento il cazzo umido e con voce flebile dico “se devi andare in bagno vai…” indicando il bagno.
Quasi di peso mi prende e mi porta in bagno con lui, mentre orina mi tiene la testa con il viso poggiato sul cazzo, schizza e sul finire mi obbliga a prendere in bocca le ultime gocce, enorme con vene che pulsano e continuano a gonfiare tutta quella maestosità. Coraggio ora devi soddisfare tutta questa montagna, vedi come puoi fare!!! Così mi dice prima di iniziare un gioco di sesso infinito.
Sì denuda tutto è veramente enorme e spogliandomi mi prende in giro, una sua mano mi prende tutto il mio piccolo cazzetto e l’altra ispeziona il mio buchetto, mi morde il collo e mi lecca le orecchie.
Assurdo essere lì sul posto di lavoro, essere lì al buio ma aperto, essere oggetto del desiderio di un maschio attivo.
Mi sussurra “te non immagini come gemono le troie quando gli faccio così” rispondo “immagino” e lui prosegue dicendo “la cosa più bella è scopare i maschi e imbarazzare i mezzi maschi come te scopandoli”, affonda le dita nel mio buco, all’orecchio mi dice non urlare “adesso devi solo farmi godere” mi appoggia al lavandino del bagno sputa in mano e mi bagna il culo dopodiché è follia… con un colpo entra si ferma ed inizia ad oscillare allargando, piano piano prende un ritmo di interminabile dolore e piacere. I capezzoli tra le sue dita sono strizzati, schiaffi sul culo, sputi sulla mia faccia. Due ore di interminabile sesso maschio, e quando sta per venire mi esplode tutto in faccia si inginocchia davanti a me e leccandomi come un amico a quattro zampe mi ripulisce.
Ci rivestiamo, mi aiuta a chiudere ed una volta in macchina mi accorgo che non mi ha pagato… mando un messaggio e prontamente la risposta…
“Zoccoletta così abbiamo modo di rivederci” .
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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