Prime Esperienze
Formaggio ne vuoi!!!
di Zozzoziano
23.10.2024 |
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"Giro di chiamate e messaggi e sono pronto, dopo qualche giorno a fargli l’ordine, che prontamente mi consegna un pomeriggio a casa…
Sale le scale è..."
Capita che delle conoscenze fatte attraverso amici poi possano tornare e… Autunno piovoso e umido, un pomeriggio in ufficio tedioso non solo dal tempo ma anche dall’ assenza di clienti o rotture.
Controllo i contatti virtuali da cancellare o tenere e noto di avere ancora il contatto di un giovane toro sardo, uno di quei ragazzoni, poco fini che sembra spacchino il mondo. Lo saluto quasi adducendo ad una possibile non risposta e proseguo nell’ordinare la mia rubrica.
A tarda sera sono nel mio lettone e cazzeggiando ancora con il mio cellulare mi arriva un messaggio: è la risposta del giovane… “eja zio come stai”
Scambiamo qualche battuta ed il giovane mi invita ad inviargli il mio numero, dopodiché il silenzio.
Qualche giorno dopo sono in ufficio, tardo pomeriggio pronto per uscire ed indossate le cuffie mentre chiudo mi arriva una chiamata…
“Eja zio che fai” chiudendo una saracinesca faccio una smorfia di sofferenza che il giovane coglie subito dicendo “e che cazzo fai stai scopando”?
Ma sempre a quello pensi, sei peggio di me dico al giovane, ed incamminandomi verso la macchina parliamo del più e del meno. In totale libertà gli confesso la mia passione e desiderio per lui che da tempo vedo come un bel toro da monta. Il giovane lusingato mi sfotte e prende in giro. Chiusa la telefonata, la sera sempre nel mio lettone solo soletto ricevo un messaggio che dice: “eja zio quante seghe mi hai dedicato”.
Passano dei giorni ed il bel ragazzone sardo mi chiama dicendo di avere dell’ottimo pecorino sardo, quindi invitandomi ad assaggiarlo e informarmi se ci fosse qualche mio conoscente o amico disposto a comprarlo.
Giro di chiamate e messaggi e sono pronto, dopo qualche giorno a fargli l’ordine, che prontamente mi consegna un pomeriggio a casa…
Sale le scale è immenso, fuori piove ed è freddo e lui in maglietta a maniche corte è sudato. Un gigante buono sorridente, entra e sembra essere sulle spine, facendo una battuta dico: “tranquillo non ti salto addosso” lui sorride mi guarda e alza le spalle… si passa una mano sulla fronte sudata chiedendomi un po’ di carta… lo invito ad entrare in bagno e darsi una sciacquata. Silenzio, nel mentre si toglie la maglietta si toglie anche le scarpe ed entra in bagno… entra con il busto sotto la doccia è fradicio, subito prendo un asciugamano e entrando anche io glielo butto sopra la testa; “bravo zio asciugami la schiena”, come asciugare un cavallo è grosso, voltandosi noto il suo sorriso e i pantaloni aperti con quel dettaglio di pelo pubico che fuoriesce dagli slip… “sarà bene tu continui da solo altrimenti”… sorride e afferrandomi per un braccio mi dice di non andare ma di dargli una mano.
Io vivo un momento di forte passione e desiderio, siamo uno di fronte all’ altro, sento l’odore della sua pelle ed anche quello di acre che sale dal suo slip, si sposta sul wc e tirato fuori il pisellone inizia ad orinare… “ma scusa” esclamò io “dimmelo che esco”, nuovamente spallucce e anzi mi abbraccia e sorride di nuovo. Le mie mani sono impazienti, la mia bocca cerca i miei occhi sono su di lui… ci baciamo, non ha ancora finito di pisciare che la mia mano sinistra già prende in mano il cazzo e mentre l’altra si infila nello slip toccandogli il culo.
Marmo sembrava una colonna di marmo, mi fa inginocchiare sul tappeto del bagno e termina di sgocciolare il cazzo nella mia bocca.
Prende il cellulare e fa una chiamata, “sali”, qualche attimo e dal vetro della finestra del bagno noto un ombra: “vai ad aprire c’è il mio amico”.
Apro la porta e sembra essere la mia serata il mio pomeriggio, un’altro bel ragazzone sardo che mi saluta, lo invito ad entrare, nel frattempo il bel toro si era spogliato e invitava l’altro a farsi una doccia, non prima di avermi mostrato il formaggio che avevo ordinato. Preparo un caffè e tiro fuori qualche dolcetto, sul divano ho due tori da monta che in un sardo stretto parlano.
Pensando di non andare oltre io mi accingo ad assaggiare il formaggio notando con la coda dell’occhio che i due si smanettavano i piselli.
“Vieni zio vieni a giocare un po’ con noi” sono fuori di me, tale è la voglia che inizio a leccargli i piedi, i polpacci e lungo le cosce, i loro cazzi non sono enormi ma larghi larghi tozzi e le palle sono enormi, si alzano in piedi ed andiamo in camera.
Sono nel mezzo bacio uno e l’altro mi apre il culo con le dita mordendomi il collo, mi giro e baciandomi il giovane mi chiede se poteva andare al bagno… mentre il toro inizia a scoparmi il giovane piscia è quasi impaziente torna in camera dove io messo a pecora mi ritrovo in bocca quel bel pisello tutto umido ancora di pipì.
Mi mordono le chiappe mi schiaffeggiano le natiche deridono e stringono nelle loro enormi mani il mio piccolo soldatino, si sputano in mano e mi segano, vengo nelle loro mani e prontamente leccano il mio nettare, “zio noi siamo due porci”.
Così tutta la sera e notte, mentre provavamo a cenare mi fanno entrare sotto il tavolo e mentre spompino uno l’altro mi scopa il culo con il piede e viceversa. Verso le undici prendono a fumare una canna sono distesi sul letto ed io a turno mi impalavo i due maschioni. Bevevo sborra ed asciugavo gocce di pipì.
Sono le cinque di mattina sono nel mezzo a due orsoni che dormono, la casa è un campo di battaglia, ma per un’altra volta chi se ne frega. Al risveglio saluti e baci e appuntamento per la sera a casa del mio nuovo amico Sardo EJA.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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