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Gay & Bisex

Quella volta che fui fermato dall'Arma


di Zozzoziano
22.02.2022    |    469    |    0 6.0
"Viene davanti a me e pisciandomi sopra le scarpe, il comandante mi chiede di prenderglielo in bocca..."
Di rientro da una giornata intensa di lavoro, facendo una strada alternativa o per meglio dire una scorciatoia, strada per altro panoramica che domina tutta la Val di Cecina, nel pisano, mi imbatto in una pattuglia della polizia. Sudori freddi, rapido controllo della memoria se avessi tutto in regola... patente ok, assicurazione ok, revisione ok e insomma sicuro che tutto fosse ok mi fermo ed abbasso il finestrino.
Due armigeri mi vengono incontro uno dal lato guida ed uno fermo davanti la macchina, il più grande dei due, la barba sale e pepe cosi mi fa pensare, mi si avvicina e mi chiede la patente ed il libretto; inutile dire che l'arma mi fa uno strano effetto e quindi mani ghiacce ed anche un po tremolanti mi accingo ad aprire il porta oggetti prendo il libretto e lo consegno. Subito vengo tranquillizzato con un sorriso ed un grazie di cortesia, consegna la patente ed il libretto al collega che subito si appresta a certificarne la validità presso i dispositivi in dotazione. Il comandante mi chiede di dove fossi e perchè fossi in transito da quella strada, la risposta scontata ma ovvia, per lavoro in quelle zone, e per quella deviazione che faceva recuperare tempo nel rientro. Insistendo come mai fuori zona e che tipo di lavoro, il comandante affonda con le domande, quanti anni ha, che tipo di lavoro etcc... sino ad arrivare ad una domanda spiazziante; Lei è sposato?, "no, rispondo sempre più disorientato", nel frattempo anche il collega torna con i documenti, che non mi consegna, e rivolgendosi al comandate sussurra qualcosa, sorridono ed il comandate mi ripete la domanda se fossi sposato o fidanzato, ancora frastornato ed un po intimidito rispondo che non ho ne moglie ne fidanzato... si mi scappa la parola fidanzato; l'esclamazione del comandante "bene" alla mia risposta mi destabilisce. L'appuntato mi chiede di aprire il cofano, scendo dall'auto e non posso non vedere che il capitano ben piazzato ed alto e l'appuntato un bell'orso abbondante, apro il cofano ed i due iniziano a frugare tra i deplian e gli strumenti di lavoro, fin quando l'appuntato mi dice e questo cosa ci fa, mostrandomi un sacchetino di stoffa!!! la paura mi fa sbiancare il nervosismo e l'agitazione non mi fanno essere pronto e capire che è un profumatore, balbetto e loro mi chiedono di seguirli togliendosi dalla strada. un chilometro fatto quasi in apnea fino ad arrivare su di una strada davanti ad un vecchio cascinale. Già il sole tramonta ed io sono per la prima volta dietro ad una pattuglia della polizia che mi chiedono, scesi dalla volante, di riaprire il cofano e spiegare meglio... sono in evidente stato di confusione ma per fortuna vengo rassicurato da un sorriso del comandate il quale mi informa che è semplice curiosità ma che per ovvietà devo argomentare la motivazione del fermo e del loro investigare. Quasi tutto d'un fiato gli dico di non aver mai avuto bisogno ne di fumare ne di drogarmi e neppure di bere e le mie parole trovano conferma dall'appuntato che mostra al comandate la presenza di una bibbia sul sedile posteriore. "allora è un prete?" esordisce il comandante, "no sto studiando presso la facoltà di teologia", già i grilli si sono impadroniti del silenzio della brezza estiva e sottovoce il comandante mi chiede di spogliarmi, perchè chiedo, perchè adesso vogliamo divertirci... una risposta che accompagnata da un sorriso mi fa sbandare di testa. L'appuntanto dopo aver orinato poco distante da me, viene e mi struscia la mano coperta dal guanto d'ordinanza della divisa sul viso, il comandate si mette ad orinare davanti a me, tirando fuori una mazza lunga con una cappela enorme. "il gioco è, se tu fai quello che ti diciamo noi ti diverti"... viene davanti a me e pisciandomi sopra le scarpe, il comandante mi chiede di prenderglielo in bocca. Entrambi si tirano giù i pantaloni elastici e con sorpresa l'appuntato tarchiatello ha una mazza enorme, mi fanno succhiare i loro cazzoni, insultandomi e prendendomi a schiaffi, passa una macchina ed è come se qualcosa li avesse allarmati. Subito ci si ricompone e essendo di smontaggio dal servizio mi dicono che nella serata sarebbero venuti da me a casa mia. Risalito in auto mille azioni mi passano per la testa, dal non rientrare a casa al denunciare la cosa, fin quando non mi arriva sul telefonino un messaggio, sto tremando mi fermo e leggo, "stai tranquillo vogliamo solo divertirci, sei una persona a posto e se vuoi portiamo un amico." inutile dire che ho capito fossero loro e preso da una sorta di desiderio corro a casa. In un ora faccio la doccia sistemo casa accendo bastoncini d'incenso ovunque e preparo addirittura una cena... sono le dieci e lo squillo del cellulare mi riporta con i piedi per terra ma su di una realtà ancora da scrivere ma reale. Indosso un jockstrep con pantaloncini di lino ed una maglietta, sono sotto casa, accendo la luce delle scale e mi ritrovo davanti tre maschioni sorridenti; "ancora impaurito?", mi dice il comandante, ed io sorridente esclamo un bel "ma Vaffa...", il nuovo del gruppo, il vice comandante esclama subito "oltraggio a pubblico ufficiale, va arrestato!!" spingendoli in casa gli dico di evitare certi scherzi che sono debole di cuore... "ma aperto di culo" afferma il comandate. Una bella boccia di bollicine ci apre ad una serata interessante, ci presentiamo, mi parlano di loro iniziamo a speluzzicare del grana con un buon prosecco qualcuno fuma in terrazza fin quando non decidiamo di spogliarci. Subito il comandante mi prende sulle sue ginocchia, seduto sul divano dicendomi... "se fai il bravo dopo ce un regalo", si fuma allegramente, non sigarette e ben presto mi ritrovo con la lingua del comandate su i miei capezzoli, gli altri due sono nudi e se lo menano, il vicecomandante mi prende e volendo assaporare anche lui la mia lingua mi bacia; da subito il comandante mi allarga le natiche e mi mette la lingua dentro ed il giovane appuntato si mette in ginocchio ed inizia a succhiarmi. Ben presto mi ritrovo sul pavimento a pecora e mentre il comandante mi penetra l'appuntato mi succhia a sessantanove ed il vice comandate mi scopa la bocca... suona il grill del forno ed allora uno dei baldi giovani esclama..."si mangia" ma prima devono venire ed allora in terrazza tutti e tre sopra di me si menano il cazzo riempiendomi di calda sborra. Mi asciugo con della carta, vogliono che odori di sesso, ci mettiamo a tavola nudi beviamo e mangiamo come se ci conoscessimo da una vita. Per dessert avevano portato del gelato, che loro hanno mangiato comodamente nelle coppette mentre io lo assaporavo da un cazzo all'altro sotto il tavolo, quel gelato era ovunque su di loro, dal cazzo e sino alle dita dei piedi... si sono fatti fare un bagno della mia saliva, fin quando il vicecomandante ormai notte fonda non mi porta in terrazza e messomi in ginocchio mi orina addosso e mentre lo fa l'appuntato mi inizia a scopare, ma la botta finale la da il comandante quando si mette in ginocchio accanto a me ed inizia a spompinare anche lui il vice, li perdo la testa e sento che anche l'appuntato esce dal mio culo ed entra in quello del comandante che geme di piacere. Mai accaduto un coinvolgimento del genere, neppure tra amici figurarci con agenti dell'arma e non solo, la mia terrazza diviene un luogo dove la doccia di orina è d'obbligo e dove io ed il comandante veniamo ripetutamente scopati, fino a quando l'appuntato non gira il vice comandante e lo penetra con decisione, nella foga ed essendo li accanto mi prende il mio piccolo guerriero in bocca e mi succhia avidamente, siamo orami in balia della folle notte del sesso estremo, si beve sborra innaffiata da orina e tra i fumi delle canne. Sono le quattro di notte quando ripresi lavati e sistemati i tre moschettieri mi salutano, il mio invito a rimanere per la notte non è possibile ma... non passa che qualche giorno e siamo nuovamente insieme a... ma questa sarà un'altra avventura che presto vi racconterò.
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