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SORRISONI - ep.2 "I fiori"


di bandolero16
16.12.2024    |    2.292    |    4 9.1
"Mia sorella è stata scelta come modella, io sono il fotografo e 2 ragazze del primo anno si occupano della post-produzione..."
I capelli di Elèna si intrecciano come onde sul tavolo del laboratorio. Le ring light esaltano i riflessi blu della sua chioma scurissima, contornata da petali di fiori.
Abbiamo altri 3 giorni per lavorare al progetto di fotografia per l’esame della Prof.ssa Martini e ci stiamo dando tutti un gran da fare per puntare a un voto alto. Mia sorella è stata scelta come modella, io sono il fotografo e 2 ragazze del primo anno si occupano della post-produzione.
Alla fine della mattinata le foto sono pronte per essere inserite nel nostro progetto.
“Cazzo Ricky sono stupende, sembro davvero la Venere di Botticelli”.
“Sembri più una delle donne di Botero”.
“Ricky se mi alzo da questo tavolo i petali te li faccio ingoiare”.
Sigliamo il nostro lavoro con una pausa caffè, dopodiché consegno alle ragazze i file delle foto, saluto mia sorella e resto da solo in laboratorio a mettere a posto tutta l’attrezzatura. Oggi è il gran giorno per mio fratello Ale, finalmente discuterà la sua tesi e io potrò rivedere la mia mami e il resto della mia famiglia.
Lo schermo del cellulare si illumina: è Manuel.
“Allora bimbo, finito il progetto?”
Gli racconto della mattinata e invio anche a lui le foto per avere un riscontro. Dal nostro primo appuntamento sono passati solo tre giorni, ma sono volati tra messaggi, telefonate, videochiamate e anche una piccola chat erotica, ricordando quella focosa scopata fatta sotto le stelle. È l’ebbrezza della novità, la fame di non-sai-neanche-tu-cosa. Mi piace che si interessi alla mia giornata, alle mie attività, a come mi sento; ogni volta che parliamo mi regala una piccola dose di tenerezza e un sorriso accennato compare sul mio viso.
Ci accordiamo per vederci stasera, dopo la proclamazione di Ale.
Sono immerso nella conversazione, totalmente assorto nella chat che scorre sul mio cellulare, quando dal nulla sento un forte odore di bruciato. Mi guardo intorno, pensando a un cortocircuito o a qualche apparecchio lasciato sotto carica. Ma presto l’odore sfuma in note dolciastre e speziate, come il tabacco di un sigaro. Capisco allora che si tratta di un profumo da uomo.
Mi volto di scatto e, appoggiato alla porta del laboratorio, vedo un ragazzo in tuta, alto quasi 2 metri. Credo sia albino, ha gli occhi color ghiaccio, la pelle diafana e barba e capelli biondo platino.
“Finalmente ho il piacere di conoscerti”.
“Ciao…non ti ho sentito entrare…tu sei?”.
“Salvo, piacere.”
Mi viene incontro attraversando l’intera ala del laboratorio in soli due passi. A questa distanza il suo profumo diventa ancora più soffocante. Mi stringe la mano quasi stritolandomela e alla mia smorfia di dolore risponde con un sorriso arrogante, quasi sinistro.
Mi libero dalla morsa e rispondo con il mio nome.
“Dovresti essere tu il modello, altro che fotografo. Con questo culetto da urlo…e questi ricciolini…”.
Una sua mano si intrufola nei miei capelli, stringendoli bruscamente, mentre l’altra mi scende lungo il fianco puntando al mio culo. Di getto lo spingo via, allontanandomi verso la parete.
“Ma che cazzo di problemi hai? Non ti permettere mai più”.
Racimolo velocemente la mia attrezzatura e corro via dal laboratorio, voltandomi solo per vedere la sua espressione stravolta dalla rabbia…
. . . . . . . . . .
Lo champagne scorre a fiumi. Ale sfila sul pianerottolo con la corona d’alloro in testa, versando alcol nei bicchieri e sparandosi pose assurde nei selfie. Con lui si sono laureati i nostri vicini di stanza e insieme hanno deciso di aprire le porte delle loro camere e trasformare l’intero pianerottolo in un grande open space per accogliere amici e parenti. Cori di gioia, tappi che saltano, flash di fotocamere, amici e parenti che si incrociano e si danno gli auguri a vicenda.
Mi presento a diverse persone: alcuni sono amici di mio fratello, altri semplici passanti che si sono aggiunti ai festeggiamenti. Una mano mi picchietta sulla spalla per farmi girare. È Ale, palesemente ubriaco.
“Ehi Ricky, ti presento Bella”.
Metto a fuoco la ragazza e, per un istante, un brivido di freddo mi attraversa. È albina, proprio come il ragazzo che mi ha importunato stamattina. Tiene mio fratello per mano e, con un sorriso, mi porge la sua.
“Ale mi ha parlato tanto di te… Finalmente ho il piacere di conoscerti.”
Le parole di Salvo mi risuonano in testa. I muscoli si irrigidiscono, come se stessi rivivendo il brutto episodio di stamattina. Non so che legame ci sia tra i due, ma quello sguardo glaciale è identico. Decido di liquidarla con qualche frase di circostanza e mi avvio verso mia madre per fumare una sigaretta alla finestra.
. . . . . . . . . .
Mi do un ultimo sguardo allo specchio. Il perizoma scorre lungo le mie curve, segnandomi dolcemente i fianchi. Il colore rosso del cotone risalta sulla mia pelle olivastra. Mi spalmo velocemente un velo di crema profumata ed esco dal bagno.
“Oh cazzo baby, sei irresistibile…”
Manuel aumenta il ritmo della sega, divaricando ancora di più le gambe sul divano. Faccio un giro veloce su me stesso per regalargli lo spettacolo delle mie curve e mi lancio su di lui, baciandolo appassionatamente e sostituendo la sua mano nella sega.
“Sei sicuro che non verrà nessuno? Ah…mamma mia piccolo…quanto mi sei mancato”.
“Tranquillo, mio fratello è tornato a casa, da oggi in poi avrò tutta la camera per me, dobbiamo festeggiare…”
Le sue mani corrono ad afferrarmi le chiappone, mentre la lingua si fa strada nella mia bocca. Con la mano rallento il ritmo della sega e passo a baciargli il collo e le orecchie.
“Cristo baby, sei un demonio. Con questo perizoma rosso poi. Dillo che sei il diavolo. AMMETTILO!”.
“Dovresti vedere il resto della mia collezione…”
“OOHH CAZZO! Quanto mi fai arrapare. Voglio scoparti in ognuno dei tuoi perizomi”.
Detto questo mi solleva di peso e mi lancia sul letto di fronte come un fuscello. Atterro di schiena e subito Manu mi raggiunge gettandosi in ginocchio ai piedi del letto. Sposta il filo del perizoma e rivela la mia rosellina, già pulsante per l’eccitazione.
“Buon appetito a me!”
Si avventa sul mio buco con una foga animale, iniziando a risucchiarmi la rosellina. La barba mi solletica tutto intorno, mentre con la lingua inizia un dentro-fuori da maestro. La stimolazione mi dilata e Manu si diverte a staccarsi, aspettare che la figa si schiuda e poi tuffarsi dentro e penetrarmi con la lingua. La mia temperatura aumenta, il culo è lucido di saliva e inizio a mugolare per il piacere.
Di colpo Manuel salta sul letto e mi afferra le gambe per tenermele aperte.
“Fai piano, dammi il tempo di abituarmi”.
“Ahahah baby direi che sei aperto a sufficienza, secondo me la tua figa lo vuole subito forte”.
Detto questo si posiziona in mezzo alle mie gambe e in un colpo solo mi trafigge col suo bastone. La scopata è intensa fin dall’inizio. L’apertura delle gambe gli fa guadagnare spazio dentro di me e la saliva del lavoretto precedente gli permette fin da subito di accelerare. Dopo soli 2 minuti inizio ad avere degli spasmi. Sento il glande che martella esattamente sulla prostata e lo sfintere che si dilata e restringe ad ogni colpo.
Il peso, il calore e il sudore del suo corpo risvegliano la parte più selvaggia di me; affondo le unghie nella sua schiena e di tutta reazione prende a sbuffare e ad accelerare la monta. Si appoggia sui piedi e mi martella dall’alto, inchiodandomi sul materasso a ogni colpo.
“Piano…AAHH…ti prego…se continuiamo così sfondiamo il letto”.
“A me interessa sfondare te, baby. Guarda qui. Sei già una caverna”.
Esce di colpo e si tuffa di nuovo a leccarmi la figa spanata. Decido di prendere l’iniziativa e mi giro a pecora, iniziando a sculettargli in faccia. Vedo la furia divampare nei suoi occhi, come nel toro quando punta al matador.
Con una mano si aggrappa ai miei capelli tirandomi su la testa e costringendomi a inarcare la schiena. Con l’altra afferra il suo cazzone che ha raggiunto ormai dimensioni spropositate e inizia a picchiettare sul buco. Mi apro per la stimolazione, saliva e altri umori iniziano a colare fuori e poi a schizzare quando incontrano il movimento del suo cazzo. Gioca col mio perizoma, arrotolandolo intorno al cazzo che struscia poi sulle mie mele.
Avvicinandosi sempre di più, il mio corpo lo accoglie, sentendo il calore esplodere dentro di me. Quando capisco che è successo inaspettatamente, cerco di coglierlo di sorpresa, spingendomi indietro per impalarmi da solo. Un tremore mi coglie quando sento i suoi peli solleticarmi l’ano. Mi giro per guardarlo. Ha gli occhi chiusi e respira lentamente: forse sta metabolizzando il piacere di questo mio gesto, o ha paura di venire troppo presto.
Lentamente inizia a muoversi. Il movimento è breve e cadenzato; le sue mani prendono ad accarezzarmi per tutto il corpo, facendomi accapponare la pelle.
“Ti sento tutto…è bellissimo”.
“Lo so piccolo. Perché sei bellissimo tu”.
Le sue forti braccia mi stringono da dietro, portandomi in posizione eretta. Si avvicina al mio orecchio per leccarlo e mi sussurra dolci parole.
“Sei uno spettacolo”. “Voglio farti godere”. “Mi farai impazzire”. “Ti voglio tutti i giorni”.
Mi giro per baciarlo dolcemente. Ho così i nervi a fior di pelle che anche la sensazione della sua barba sulle mie labbra è in grado di farmi venire i brividi.
Comincia a gemere nella mia bocca, mentre i colpi assestati diventano più profondi. Le sue mani stringono forte i miei capezzoli e i miei versi diventano sempre più rumorosi. Ho gli occhi ruotati all’indietro e di riflesso stringo il mio sfintere per il piacere. Questa stimolazione lo porta al capolinea. Mi arriva un morso sulla spalla sinistra mentre una serie di fiotti di sperma mi farciscono per bene. I nostri gemiti si allineano all’unisono e le nostre labbra si cercano in un ultimo dolce bacio.
. . . . . . . . . .
“Sicuro che posso restare a dormire? Non vorrei disturbare”.
“Ma non scherzare. Abbiamo avuto il tempo per scopare, ma ora voglio rivedere un po’ quel tuo sorrisino beffardo”.
Manu ride come un bimbo e mi stringe forte a sé, coccolandomi tra la lana del suo maglione. Decidiamo di ordinare una pizza e mettere su un film, durante il quale rischio più volte di addormentarmi tra le sue braccia. Parliamo per ore delle nostre passioni: Manu mi racconta delle sue esperienze da barman, io gli mostro i vari modelli di fotocamere che possiedo e il risultato finale del progetto che sto curando. La serata passa tra chiacchiere, risate, coccole e baci, finché non crolliamo abbracciati sotto le coperte…
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