Gay & Bisex
ANTONIO E SEBASTIAN (L’undicesima notte) - 3
di jeepster
15.01.2025 |
3.020 |
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"Nonostante ciò, dopo i primi approcci sessuali dovuti all’iniziativa di Antonio, non c’era stato più niente del genere tra i due..."
Man mano che i giorni passavano, e le condizioni di Sebastian miglioravano, questi cominciava ad affiancare Antonio in quasi tutte le sue attività quotidiane. Aveva imparato ad accendere il fuoco nel camino; andavano insieme a raccogliere la legna e a pescare con la barca. Gli aveva insegnato anche a riparare la rete con cui pescavano e il giovane ora aveva pure il compito di governare la capretta.Le giornate trascorrevano liete, tra i due c’era un’intesa formidabile, che contribuiva a creare un clima di grande serenità e allegria.
Antonio si prodigava totalmente al recupero di Sebastian, lo aiutava quando incontrava ancora qualche difficoltà e si premurava che non gli mancasse nulla: ogni tre o quattro giorni andava a rifornirsi di cibarie e tutto il necessario presso una piccola fattoria tenuta da due coniugi, a circa mezzora di cammino dalla casa sulla spiaggia.
Una sera, mentre osservava Sebastian che si dava da fare per preparare la cena, pensò: “Sono trascorsi dieci giorni e dieci notti da quando l’ho raccolto sulla spiaggia e sembra aver già recuperato in pieno le sue forze. Posso essere ben soddisfatto del mio lavoro, però ora sento la tristezza invadermi il cuore, se penso che non passerà molto tempo prima che egli decida di tornare alla sua vita”.
Dopo aver cenato, andarono a coricarsi insieme e s’infilarono sotto le coperte senza il bisogno di spogliarsi. Erano infatti già nudi, così come spesso succedeva durante il giorno; a maggior ragione ora che anche il clima lo favoriva, dato che la bella stagione era alle porte. Avendo tenuto fede a quel loro proposito iniziale, avevano praticato questo nudismo con spontaneità e naturalezza, perciò ne aveva giovato moltissimo il loro senso d’intimità, ed era grande la confidenza stabilitasi tra i due uomini.
Nonostante ciò, dopo i primi approcci sessuali dovuti all’iniziativa di Antonio, non c’era stato più niente del genere tra i due.
«Sai Antonio? – esordì Sebastian – Oggi ho ripensato molto a tutto quello che è successo in questo periodo che abbiamo vissuto insieme, e mi sono convinto di esser diventato un’altra persona».
Nell’udire questa frase, Antonio, che era voltato di spalle, si girò e si distese supino, dicendo: «Prova a descrivermi quello che senti»
«Tutto quello che ho fatto, ma soprattutto le sensazioni e le emozioni che ho provato da quando sono qua, non hanno nulla a che fare con il Sebastian di prima del naufragio. Grazie a te posso dire di non essere semplicemente sopravvissuto ma addirittura rinato. Questa cosa mi rende felice e inquieto allo stesso tempo.
Però quello che mi sconcerta è il sentimento che provo per te, che non è dato dalla semplice riconoscenza, benché sento di averne tanta, ma è qualcosa d’altro, e non riesco a spiegarmelo»
«Se può esserti di conforto, sappi che anche a me è successo qualcosa del genere da quando sei arrivato tu»
«Non mi era mai successo di sentirmi così bene in compagnia di uno del mio stesso sesso, neanche col mio più caro amico. E provo un’attrazione che mi spinge a voler stare sempre vicino a te. A volte sento una grande voglia di abbracciarti e baciarti, ma mi trattengo pensando che queste sono cose che si addicono a una donna, non a un uomo»
«È davvero singolare quel che mi stai dicendo, perché anch’io sento gli stessi impulsi, ma mi blocco per timore che tu ne sia infastidito»
A questo punto, senza dire altro, Sebastian si accostò ad Antonio, poggiò la testa sul suo petto e una gamba di traverso su quelle dell’uomo. Cominciò ad accarezzargli un braccio e poi il fianco e quindi la coscia, per poi risalire verso il petto. Intanto Antonio gli accarezzava i capelli e la schiena con dolcezza e si accorse che il membro dell’altro cominciava a indurirsi e a premere sul suo fianco. Sebastian sollevò la testa per guardare l’uomo negli occhi; questi chinò la sua per avvicinarsi alle labbra del ragazzo, ma erano ancora distanti. Allora il giovane di scatto tirò via la coperta e si mise a cavalcioni sul pube di Antonio, chinandosi verso di lui per baciarlo. Un bacio lungo e appassionato, mentre Sebastian aveva preso a strofinare il suo sesso contro quello dell’uomo, diventato duro anch’esso. Quando le bocche si staccarono, il ragazzo disse mormorando: «Vorrei che questi momenti non finissero mai, vorrei stare sempre attaccato a te, come se noi due fossimo un’unica cosa»
«C’è un modo per ottenere un simile risultato – sussurrò Antonio – quasi come essere un tutt’uno…»
«Dici davvero? Allora facciamolo»
«Potrebbe essere doloroso per te»
«Non credo che possa esserci un dolore più grande del piacere che provo nello stare con te»
«D’accordo, allora voltati e avvicina il tuo didietro alla mia faccia»
Senza esitare il ragazzo eseguì.
Antonio iniziò a passare la sua lingua nel solco dei glutei del giovane, provocandogli una sensazione piacevolissima, soprattutto quando con la lingua si soffermava sulla rosellina dell’ano.
«Ma è bellissimo! – esclamò Sebastian – altro che dolore, mi piace da morire»
«Aspetta, questa è solo la preparazione»
Dopo avergli bagnato abbondantemente il buchino con la saliva, disse: «Bene, ora spostati un po’ in avanti»
«Va bene così?»
«Sì, va bene» rispose piazzandosi in ginocchio dietro al giovane. Si sputò dell’altra saliva su una mano e se la cosparse sulla punta del pene in completa erezione. La vista delle mele di Sebastian lo stava facendo impazzire dal desiderio.
«Adesso proverò ad entrare dentro di te, non ti spaventare se all’inizio sentirai dolore, ma non stringere, invece cerca di allentare i muscoli e a spingere in fuori»
«Sì, farò come dici»
Con estrema lentezza cominciò a penetrare Sebastian, ma quasi subito questi gemette per il dolore: «Ahi, avevi ragione, fa male!»
«Cerca di resistere e abituarti, vedrai che dopo sarà solo piacere»
«Sì, continua»
Antonio sputò altra saliva sul suo organo e proseguendo nella penetrazione, notò che incontrava una minore resistenza. Infatti il ragazzo emise un mugolio di piacere, e continuò a mugolare e gemere anche quando l’uomo iniziò a fargli scorrere avanti e indietro nel retto il suo attrezzo. Dopo un po’ Antonio afferrò l’uccello di Sebastian e cominciò a masturbarlo, fino a quando lo sentì godere, e allora anch’egli si lasciò andare e gli eiaculò dentro tutto il suo seme.
Dopo essersi ripuliti, si rimisero sotto le coperte e si addormentarono subito.
Nei giorni a seguire fecero spesso l’amore, rinsaldando sempre più il oro legame affettivo.
Ciononostante Antonio iniziava a percepire un lento cambiamento nell’umore di Sebastian. Col passare del tempo, sembrava incupirsi sempre di più; l’entusiasmo degli inizi stava lentamente scemando, anche se trascorrevano ancora tanto tempo insieme.
L’unica cosa che l’uomo aveva continuato a fare da solo, era andare a fare rifornimento presso la piccola fattoria non molto distante.
«Quanto ben di Dio che hai portato anche oggi! – esclamò Sebastian, un giorno che l’amico era appena tornato con due sacchi pieni di mercanzie – ti posso accompagnare la prossima volta? Così ti aiuto a portare le cose».
Questa richiesta gli era già stata fatta in precedenza, ma l’uomo aveva risposto che il ragazzo ancora non era in grado di camminare così tanto, però ora quel motivo non sussisteva più, visto il suo pieno recupero.
«Non avertene a male, ma credo sia meglio che tu non venga alla fattoria» gli rispose.
«Non capisco. Perché non vuoi? C’è qualcosa che mi tieni nascosto? Non ti fidi di me per qualche motivo?»
«Non ho niente da nasconderti. Sei tu che voglio tenere nascosto. Non vorrei che si venisse a sapere della tua presenza qui e che a qualcuno venga in mente di indagare per sapere cosa fanno due uomini da soli in una casa isolata in riva al mare: magari qualche losco traffico. Però già che ci siamo, è arrivato il momento di dirti una cosa che ancora non ti ho detto. Ti ho raccontato tanti episodi del mio passato di marinaio, i tanti viaggi e le varie avventure. C’è però un’esperienza di cui non ti ho mai detto nulla: per un breve periodo sono stato l’attendente di Francis Drake. Sì, proprio il corsaro di cui avrai certamente sentito parlare. Feci solo una spedizione con lui, ma ho imparato molto, e così alcuni anni fa ho organizzato e guidato in questo mare un assalto a una delle navi del Duca Orsino di Apollonia, carica di tante ricchezze. Fummo così bravi che non ci fu spargimento di sangue ma riuscimmo ad impadronirci di quasi tutto il prezioso carico della nave. Perciò non posso mettere piede ad Apollonia, perché verrei arrestato di sicuro. Ho tenuto per me un baule pieno di monete d’oro e ho smesso di navigare. Son venuto a rifugiarmi in questo posto isolato e, tranne i proprietari della fattoria, nessuno sa che vivo qui. Loro hanno tutto l’interesse a mantenere il segreto, perché quando vado a rifornirmi, li pago con monete che valgono molto di più di quello di cui mi riforniscono; le vado a prendere dal baule che tengo in un nascondiglio segreto».
Questo racconto lasciò sbalordito Sebastian che rimase senza parole e si limitò ad annuire più volte. Allora Antonio riprese: «Ora che conosci questo mio segreto, potrai capire quanto sia importante agire con la massima discrezione. Però ho voluto dirtelo anche per dimostrarti l’affetto e la fiducia che ripongo in te, fino al punto di mettere il mio destino nelle tue mani»
«Tu mi hai salvato la vita, e se fosse necessario, non esiterò a mettere in pericolo la mia, per venire in tuo aiuto»
«Anch’io lo farei».
«Per carità, spero che non debba mai accadere. Però anch’io devo dirti una cosa che ancora non ti ho detto: ho deciso di andarmene e tornare a vivere la mia vita, anche se ormai tutti mi crederanno morto»
«Mi ero già preparato da tempo a questa tua decisione, tutto quello che avevo da darti te l’ho dato, ora è giusto che tu continui per la tua strada, che ti auguro sia ancora tanto lunga»
«Comunque spero che la mia strada possa un giorno ricongiungersi con la tua. Non è un addio il mio, anzi, farò in modo e maniera per poterti ripagare un giorno di tutto il fastidio che ti ho dato»
«Fastidio? È stato il giorno più fortunato della mia vita, quello seguente al tuo naufragio.
Volevo perlustrare la riva per vedere se potevo recuperare qualcosa di valore tra i resti della nave: un forziere carico d’oro o magari un baule pieno di abiti di gran foggia, da poter rivendere, per intascare così un bel gruzzolo; invece ho pescato il tesoro più prezioso che mai mi potessi aspettare, quando ho sottratto alle onde ciò che in un primo momento sembravano solo dei resti umani meritevoli di un più cristiano ricovero.
Infatti lo stupore fu grande, quando mi accorsi che la vita non aveva abbandonato del tutto quel corpo martoriato. Ma la bellezza del tuo volto mi ha fatto subito sperare che potesse essere lo specchio di un’anima altrettanto bella - e non mi sono sbagliato - e perciò, ad ogni costo, la dovevo strappare agli artigli della morte.
Non potendoti portare in un sanatorio, se non a rischio della mia stessa vita, ti ho accolto nell’unico letto della mia casa. Ho vegliato su di te; ti son rimasto accanto, senza mai lasciarti; per accudirti, nutrirti e curarti; coi modi che la mia prolungata solitudine
mi ha costretto ad imparare; talvolta tenendoti semplicemente stretto a me, per passarti il calore del mio corpo, quando sudavi freddo per le tue forti febbri che ti portavano fino al delirio. E come hai potuto ben vedere tu stesso, non ho mai smesso di aver cura di te, per far sì che tu tornassi in forma al più presto»
«Lo so, questo è un debito così grande che mai potrò ripagare; neanche se fossi il padrone del mondo intero»
«Invece ti sbagli, non hai alcun debito con me. Lo hai già ripagato ricambiandomi dello stesso amore che nutro per te, quando non appena sei tornato pienamente consapevole, hai corrisposto ai miei baci e alle mie carezze»
«L’ho fatto con piacere. Però domani me ne andrò ad Apollonia; ti chiedo solo di mostrarmi la strada fino alle porte della città»
«Posso anche accompagnarti dentro le mura, magari potrei camuffarmi in modo che nessuno possa riconoscermi»
«No Antonio, ti prego di non farlo, se dovesse capitarti qualcosa per causa mia, non potrei sopportarlo davvero, piuttosto preferirei morire»
«Come vuoi. Allora godiamoci in pace e serenità questo ultimo giorno e questa ultima notte insieme».
Il resto della giornata trascorse abbastanza normalmente, tranne per il fatto che entrambi furono piuttosto pensierosi e taciturni.
Il seguito di questa storia lo si può leggere ne “La dodicesima notte” di William Shakespeare. Con questo mio racconto ho voluto immaginare quale poteva essere stato il vissuto di Antonio e Sebastian prima della loro entrata in scena nella commedia scritta dal drammaturgo inglese.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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