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Gay & Bisex

L’APPARTAMENTO (seconda parte)


di jeepster
06.07.2024    |    7.378    |    16 9.6
"Poi guardandosi meglio in giro, notò anche due giacche da uomo appoggiate su una poltrona e sbalordito pensò: “Di chi cazzo sono? Ma allora c’è qualcuno qua..."
L’appuntamento fu fissato per il 15 e subito dopo Valerio avrebbe riportato le chiavi dell’appartamento all’amico.
Prima di andarci decisero di pranzare in un bistrot lì vicino. Si fermarono a chiacchierare per un bel po’, così Valerio parlò a Daniele di Domenico, della loro lunga amicizia. Erano passate le tre del pomeriggio quando decisero di alzarsi e andarci.
Appena entrarono rimasero sorpresi entrambi dal gusto e dall’eleganza dell’arredamento del salotto. Valerio propose un drink e Daniele acconsentì. La vetrina dei liquori era fornitissima e i due optarono per un brandy. Si tolsero le giacche e le appoggiarono su una poltrona, quindi si accomodarono sul grande e comodo divano uno di fianco a l’altro. Dopo aver bevuto e chiacchierato un po’, Valerio mise un braccio sulla spalla di Daniele e lo tirò a sé per baciarlo lungamente; appena si staccarono propose di andare in camera da letto. Anch’essa era arredata lussuosamente, con un ampio letto matrimoniale, ai piedi del quale c’era un grosso armadio con le ante a specchio, poi due poltrone e i comodini con sopra le rispettive abat jour. Si tolsero le scarpe; quindi Valerio iniziò a sbottonarsi la cintura dei pantaloni ma Daniele gli si avvicinò e poggiandogli una mano sul braccio lo fermò dicendogli: «Aspetta. Vorrei essere io a spogliarti». L’altro annuì e si lasciò sbottonare e sfilare la camicia; così fece anche lui mentre intanto baciava il compagno, a cui subito dopo sfilò la canottiera lasciandolo a torso nudo. Anche Daniele si tolse velocemente la t-shirt che indossava sotto la camicia, mostrando così il suo petto glabro e la sua carnagione candida. Si baciarono di nuovo, abbracciandosi per sentire il contatto della pelle nuda dei loro corpi; poi Daniele si scostò leggermente per sganciare la propria cintura e lasciar scendere a terra i suoi pantaloni, quindi s’inginocchiò per calare quelli dell’altro e sfilarglieli, ritrovandosi con la faccia all’altezza dei suoi slip, sui quali c’era una piccola macchia umida e sotto ai quali s’intuiva già un’evidente erezione. A quel punto si alzò di nuovo in piedi per liberarsi dei suoi pantaloni e togliersi gli slip, mostrando il pene già eretto; quindi s’inginocchiò di nuovo per sfilarli a Valerio e liberare il suo cazzo che si erse dritto davanti a lui. Glielo carezzò dolcemente ma evitò di prenderlo in bocca, memore dell’incontro precedente, in cui Valerio venne subito. Si alzò di nuovo, sempre tenendoglielo in mano e così anche Valerio allungò la sua per toccare il pisello del compagno; dopo un po’ si staccò e gli fece segno di stendersi sul letto dopo averne tolto il fine copriletto.

Matteo girò la chiave nella serratura e la porta si aprì subito, pensò: “Ecco! Anche stavolta ha dimenticato di dare le quattro mandate”. Appena entrato posò a terra il suo borsone da viaggio, notò subito la bottiglia di brandy e i due bicchieri sul tavolinetto del salotto, pensò: “Cazzo! Possibile che non è venuta la donna a pulire?”. Poi guardandosi meglio in giro, notò anche due giacche da uomo appoggiate su una poltrona e sbalordito pensò: “Di chi cazzo sono? Ma allora c’è qualcuno qua dentro!”. Tese l’orecchio e riuscì a sentire degli ansimi provenire dalla camera da letto. “Oh bella! Possibile che sia arrivato già e sta scopando con qualcun altro? – pensò – No, adesso gliela faccio vedere io a quel porco” e così si diresse furioso verso l’altra camera. Appena fu davanti alla porta lasciata aperta gli si presentò davanti una scena a dir poco stupefacente: due sconosciuti completamente nudi, distesi e abbracciati su quello che ormai considerava anche il suo letto, che continuavano a baciarsi e a strofinarsi l’uno contro l’altro perché non si erano accorti della sua presenza. Sulle prime non seppe decidere se far finta di niente e andarsene oppure far esplodere tutta la sua rabbia e cacciarli via immediatamente: la seconda opzione ebbe il sopravvento sulla prima.
«Si può sapere chi cazzo siete?» urlò infuriato. Al ché i due amanti si bloccarono e si accorsero di Matteo. Valerio scattò in piedi e a sua volta urlò: «Si può sapere invece, chi cazzo sei tu?»
«Questa da quasi due anni è anche casa mia, infatti sono entrato perché ne ho le chiavi. E voi?... Ma certo, ve le ha date quel bastardo e non si è neanche preoccupato di avvertirmi! Ma adesso mi sente» e così dicendo prese dalla tasca il suo cellulare per fare una chiamata.
«Bastardo che non sei altro, che bella sorpresa mi hai fatto!»
“Quale sorpresa? Non so di cosa parli” rispose Domenico.
«Mi trovo nel “nostro” appartamento e ci ho trovato due uomini nudi che si rotolavano sul “nostro” letto, cos’era? Un regalo di benvenuto?» disse in tono contrariato, sottolineando ogni volta con enfasi la parola “nostro”.
“Ma che stai dicendo? E tu non dovevi arrivare domani? Ho prestato l’appartamento a Valerio ma pensavo fosse per lui, per andarci con una donna, perché ci sono due uomini? Vuoi vedere che quello stronzo me l’ha chiesto per qualcun altro?”
Rivolgendosi all’uomo in piedi che lo fissava accigliato, chiese: «Tu sei Valerio?»
«Sì» rispose questi.
Poi parlando di nuovo al cellulare Matteo continuò: «Uno dei due dice di essere Valerio ma a meno che non sia diventato quasi cieco improvvisamente, l’altro mi sembra a tutti gli effetti un uomo, è anche un bel tipo e tu sai che me n’intendo»
«Io non dico di essere Valerio – lo interruppe questi – “sono” Valerio! Il più caro amico di Domenico e se non la pianti di usare questo tono beffardo, ti spacco la faccia»
«Okay, calmati, forse sono andato un po’ troppo sopra le righe, scusami». Quindi rivolgendosi di nuovo a Domenico: «Senti caro, comunque se non arrivi qua entro mezz’ora, ti giuro che anziché con te, farò sesso con questi due bei maschi, di gran lunga più sexy di te»
“Stai buono, non fare casini, mi avevi detto che arrivavi il 16 alle 15 e ora io ho un altro impegno, vedo se riesco a liberarmi e cerco di arrivare lì prima possibile”
«Ecco, vedi chi è che fa i casini? Ti avevo detto che sarei arrivato il 15 alle 16 ma il guaio è che tu non mi ascolti e poi capisci tutto a modo tuo… Va bene, datti una mossa».
Chiusa la telefonata si rivolse a Valerio dicendo: «Vabbè, equivoco chiarito, abbassiamo le pistole… e piuttosto alziamo i pistolini! Eh, eh, eh, eh!» riuscendo così a far apparire un sorriso sul volto di Valerio, il quale colpito da quanto Matteo aveva appena detto al suo amico, gli chiese: «Ma quella fatta a Domenico era solo una minaccia o dicevi sul serio?»
«È ovvio che era solo una minaccia, ma a pensarci bene, un’orgetta a quattro potrebbe essere una buona idea per passare la serata, che ne dite?»
«Ma dici davvero?»
«Certo che dico davvero»
A quel punto Valerio rivolse lo sguardo verso Daniele, per capire che ne pensava. Questi, che fino a quel momento aveva assistito incredulo a tutta la scena, un po’ surreale e a tratti comica, senza dire una parola, annuì e poi aggiunse sorridendo: «Per me nessun problema, non sarebbe neanche la prima volta».
Allora rivolgendosi a Matteo disse: «Bisognerà sentire cosa ne pensa Domenico»
«È ovvio!... Comunque visto che non ci siamo ancora presentati, io sono Matteo, tu “sei” Valerio – poi rivolgendosi a Daniele – e tu, con quel bel viso d’angelo?»
«Daniele, piacere» rispose questi.
«Bene, io vado a farmi una doccia, voi continuate pure, se volete, e scusatemi se vi ho fatto capire in modo così brutale qual è il vero significato di “coitus interruptus”» e così dicendo uscì dalla stanza mentre gli altri due risero brevemente e il cellulare di Valerio squillò.
«Oih, Domenico»
“Ciao Valè, ma stai nell’appartamento? Io sto in macchina, tra un po’ arrivo, c’è un casino di traffico. Che sta succedendo?”
«No, stai tranquillo, c’è stata un po’ di tensione ma adesso è tutto risolto: l’equivoco si è chiarito. Ma chi è quello che è arrivato?»
“Chi? Matteo? Non l’hai capito? È la mia nuova amante, solo che ho cambiato sponda… ah, ah, ah, ah! E invece chi è quello che sta con te? A quanto pare hai cambiato sponda pure tu, perciò benvenuto nel club degli adulteri ricchioni!”
«Eh, eh, eh… sì, è così, lui si chiama Daniele, ci siamo conosciuti da poco, poi ti racconto. Comunque vedo che anche in fatto di uomini hai ottimi gusti: è un bel fico ‘sto Matteo»
“Aoh, ma che ce stai a fa’ un pensierino? Nun t’azzardà eh! Che quello m’ha già detto che je piaci, e pure Daniele je va a sangue. State bboni, che sennò quanno arrivo faccio ‘na strage”
«Sbrigate ad arriva’, che quello c’ha già fatto delle proposte… ah, ah, ah, ah»
“Fermateveee!” e così terminò la chiamata.
Naturalmente i due non se la sentirono di ricominciare come se niente fosse e così si rivestirono sommariamente, indossando soltanto camicia e pantaloni per poi bere un altro goccio di brandy e aspettare l’arrivo del padrone di casa. Dopo un po’ entrò in salotto Matteo con addosso solo l’accappatoio e si versò anche lui un po’ di brandy. In quel mentre suonò il campanello.
«Eccolo, è lui! – esclamò Matteo – Visto che non ha le chiavi ha dovuto suonare. Adesso gli facciamo un bello scherzetto. Daniele, aprigli il portone e la porta, tu Valerio, vieni con me in camera da letto. Non temere non ti voglio violentare».
Lo prese per mano e lo condusse con sé.
Appena Domenico entrò, Daniele andò verso di lui tendendogli la mano, dicendogli: «Piacere, io sono Daniele»
«Sì, piacere» rispose Domenico stringendogliela, poi continuò: «Ma dove sono Matt…?» s’interruppe quando riconobbe la voce di Matteo che gemeva nell’altra stanza.
«Cazzo! Ma allora diceva sul serio! » esclamò fiondandosi verso la camera da letto. Appena fu davanti alla porta vide i due in piedi fianco a fianco che scoppiarono in una fragorosa risata.
«Che stronzi! – imprecò Domenico – però per un attimo ci ho creduto, ma solo per un attimo» e anche lui scoppiò a ridere. Sempre ridendo si diressero tutt’e tre in salotto dove anche Daniele stava ridendo, seduto su una poltrona.
«Ascoltatemi. Per prima cosa voglio chiedere scusa a tutti voi per il casino che ho provocato – attaccò Domenico – però in fondo sono contento che sia successo, perché ho visto che avete già familiarizzato alla grande e se non ci fosse stato questo qui pro quo forse io non avrei mai conosciuto Daniele e Valerio non avrebbe mai conosciuto Matteo e certi segreti sarebbero rimasti tali; questo vuol dire che tra amici veri non dovrebbero mai esserci segreti.
Allora a questo punto io proporrei una bella cenetta in un ristorante qua vicino e magari un piccante dopo-cena con una doppia coppia o addirittura un poker… e naturalmente non sto parlando di una partita a carte»
Al ché tutti scoppiarono a ridere e annuirono vistosamente in segno di approvazione.
«Bene, datemi il tempo di fare una doccia e poi usciamo» concluse Domenico.
Daniele avvertì la badante di sua madre che sarebbe rientrato tardi e Valerio inventò una scusa per giustificare a Lorena il suo mancato ritorno per cena. Quindi entrambi si rivestirono di tutto punto.
Matteo svuotò la sua borsa da viaggio e sistemò le sue cose nell’armadio della camera da letto, quindi si vestì per uscire.
Dopo essersi docciato e rivestito Domenico invitò tutti a seguirlo e così i quattro lasciarono l’appartamento per ritornarci poco più di un’ora dopo.
Durante la cena Matteo si dimostrò particolarmente interessato a conoscere Daniele e i due parlarono quasi esclusivamente tra di loro.
Valerio raccontò all’amico cosa era successo quel pomeriggio e come aveva conosciuto Daniele; a sua volta Domenico raccontò di come aveva incontrato Matteo: «Ero a Milano per lavoro e una sera mi ritrovai senza nessun impegno. Sulle prime pensai di trovare come al solito una escort con cui andare a cena e dopo scopare, ma mi sembrò una cosa troppo scontata; l’avevo fatto già parecchie volte, forse era più eccitante uscire da solo. Alla fine pensai: “Perché non provare qualcosa di completamente diverso?” così cercai su un sito di escort uomini e ho beccato proprio lui. Era il più bello e anche il suo modo di presentarsi era diverso dagli altri. Siamo entrati subito in sintonia e da allora abbiamo iniziato a frequentarci.
All’epoca faceva l’escort perché aveva poche richieste come fotomodello ma ha smesso da quando è sempre più richiesto per servizi di moda o pubblicità; è per questo, oltre che per me, che capita spesso a Roma.
Ti confesso che in passato ogni tanto mi era venuta la curiosità di provare ad andare a letto con qualche uomo ma ero così impegnato con le donne, e tutto sommato abbastanza appagato, per cui rimandavo sempre. Sai che ti dico? Con lui credo di aver trovato finalmente la mia situazione ideale. Auguro anche a te di trovarti bene con Daniele, da quel che mi hai detto mi sembra un tipo a posto e poi quant’è bello! Tra lui e Matteo non saprei dire chi lo è di più. Eh, eh, eh, eh»
«Beh, visto che prima hai detto che tra veri amici non dovrebbero esserci segreti, ora te ne voglio dire uno io. Il desiderio di avere rapporti con un uomo io ce l’ho avuto sin da ragazzo ed era proprio con te che avrei voluto farlo; fin da quando ci facevamo le seghe insieme guardando quelle riviste porno che rimediavi tu. Non ho mai avuto il coraggio di proportelo perché pensavo che mi avresti giudicato male e avevo paura di perdere la tua amicizia»
«Cazzo, non ci posso credere! Aspetta, non fraintendermi. Avevo anch’io lo stesso desiderio ma mi vergognavo a dirtelo. Vedi come siamo fatti? A volte ci perdiamo stupidamente delle occasioni che poi non ricapitano più»
«Ho notato una cosa, non te l’avevo ancora detto, ma anche Matteo, prima che tu arrivassi, aveva adombrato l’ipotesi di fare una cosa a quattro questa sera»
«Te l’ho detto che con lui c’è una bella sintonia»
«Io ero d’accordo, e anche Daniele, ma dovevamo sentire cosa ne pensavi tu. A me è sembrato subito che potesse essere un modo per recuperare quell’occasione persa di cui dicevi prima, ma visto che, senza saperlo, hai fatto la stessa proposta, mi chiedo se anche tu lo hai proposto con la stessa intenzione che avevo io»
«Eh già… certo che a te con la tua mente così analitica non sfugge niente, o forse è solo che ormai dopo tutti questi anni, per te sono come un libro aperto»
«Mah, direi tutt’e due»
«E allora dai, facciamoci portare il caffè e torniamocene all’appartamento. Certo sono passati più di quarant’anni da allora, chissà come andrà»
«Andrà come deve andare, non abbiamo nessun obbligo»
«Hai ragione».

Più che di un poker si trattò di una inedita doppia coppia.
Quando furono tornati nell’appartamento, Matteo prese subito Daniele per mano e lo condusse in camera da letto dicendo: «Noi cominciamo a riscaldare i motori, voi raggiungeteci quando vi pare».
I due amici infatti vollero bere ancora un bicchiere di Brandy, seduti sul divano; a cui su insistenza di Domenico ne seguì uno di un eccellente whisky e poi ancora un altro. Smisero di parlare e quando i loro sguardi s’incrociavano, si sorridevano a vicenda. Era evidente che stavano cercando di sconfiggere con l’alcool l’imbarazzo che provavano entrambi. A un certo punto fu Domenico a prendere l’iniziativa: si accostò a Valerio, lo cinse ai fianchi e lo fissò negli occhi; al ché questi lo abbracciò, avvicinò la sua bocca a quella dell’amico e si diedero il primo bacio, e poi subito un altro più lungo mentre incominciarono ad accarezzarsi la schiena. Quando si staccarono fu per alzarsi in piedi e spogliarsi completamente, per poi abbracciarsi di nuovo e baciarsi sentendo il contatto dei loro corpi nudi.
L’erezione dei loro sessi non tardò ad arrivare e così le loro carezze s’indirizzarono in mezzo alle gambe, l’uno dell’altro. Valerio s’inginocchiò, e per la prima volta provò la sensazione di avere in bocca il pisello di un uomo. Fu sorpreso da quel sapore leggermente salato che sentì ma non ne fu disturbato e così cominciò a farselo scorrere dentro avanti e indietro. L’altro emetteva dei mugolii di evidente piacere e con le mani poggiate sulla testa di Valerio, ne accompagnava dolcemente il movimento. Dopo un po’ lo fermò e gli chiese: «Ti va di girarti?». L’altro annuì convinto. Allora Domenico sollevò un cuscino del divano, sapendo di trovarci sotto una bottiglietta di lubrificante. Valerio si appoggiò coi gomiti allo schienale e in quella posizione rese più agevole la lubrificazione dell’orifizio. L’amico ci si dedicò con grande cura, provando ad entrare con un dito e poi due. Quando sentì che non c’era più troppa resistenza lubrificò per bene il suo cazzo e iniziò a spingerlo dentro con estrema cautela e dolcezza. Ciononostante Valerio emise un gemito di dolore, ma da troppo tempo aveva desiderato che succedesse una cosa simile e finalmente stava accadendo, perciò disse «Non fermarti, continua». Questi non si fece pregare e iniziò ad affondare e ritrarsi con molta lentezza. Dopo un po’ Valerio cominciò a masturbarsi e a gemere dal piacere. Non gli ci volle molto a raggiungere l’orgasmo e subito dopo Domenico lo seguì ma estrasse il suo uccello per schizzare sulla schiena dell’amico il liquido che uscì copiosamente. Prese alcuni tovagliolini dal vicino tavolinetto per ripulirgliela e ne passò alcuni a Valerio, che aveva cercato di raccogliere nella mano il suo sperma, ma inevitabilmente qualche goccia era caduta sul divano. Domenico ne raccolse una con un dito e l’assaggiò, quindi in tono scherzoso esclamò: «Però! Niente male!» e così risero entrambi.
Si sedettero e si accorsero dei gemiti di Matteo che provenivano dall’altra stanza, ma stavolta non erano simulati, perché anche in camera da letto si stavano dando da fare. I due amici si guardarono in faccia e sorrisero di nuovo ammiccando. Si baciarono ancora e dopo un po’ Valerio si alzò per rivestirsi. Prese il mazzo di chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni e disse: «Vabbè Domé, s’è fatto tardi, devo andarmene, ecco le chiavi. Ci pensi tu a Daniele? Digli che domani lo chiamo e salutameli tutt’e due»
«Non ti preoccupare, gli chiamo un taxi, o se vuole può anche restare a dormire qua, sul divano, o meglio ancora possiamo anche dormire tutt’e tre nel lettone, vuol dire che invece di un poker faremo un tris. Tanto tu non sei geloso, vero? Ah, ah, ah, ah»
«Che paraculo che sei! Comunque grazie. Ci sentiamo presto. Ciao».
Mentre guidava verso casa, Valerio pensò: “Non avrei mai immaginato di dover aspettare più di quarant’anni per riuscire a soddisfare un mio desiderio di adolescente. Ma ne è valsa la pena!”.
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