Gay & Bisex
LA SEGA IN CANTINA - 6 (La nuova generazione)
di jeepster
09.03.2024 |
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A questo punto immaginando ciò di cui mi vuole parlare mi chiedo se da un momento all’altro non verrà mia moglie ad interromperci per sapere come mai siamo..."
“Papà, posso entrare? Devo farmi la barba”“Sì Davide, entra pure, sono sotto la doccia” gli rispondo quasi urlando.
La barba? Mi sembra un po’ eccessivo definire così quel po’ di peli sparsi che ha sulle guance – penso – ma è tipico della sua età volersi sentire più maturi di quel che si è.
Finisco di risciacquarmi in pochi minuti, apro lo sportello della doccia e lo vedo che sta in piedi davanti al lavandino, ha già tirato fuori rasoio e schiuma da barba, indossa solo dei boxer; ha sentito il rumore dello sportello e si è girato verso di me; gli sorrido e senza dir niente, con calma vado a prendere il mio asciugamano. Appena mi volto vedo che Davide mi sta ancora guardando; gli sorrido di nuovo e lui ricambia il sorriso. Mi avvolgo col telo doccia e inizio a strofinarmelo addosso e ogni tanto incrocio lo sguardo sorridente di mio figlio. Questo suo continuare a fissarmi comincia a farmi sentire un po’ in imbarazzo, allora gli volto le spalle e prima di girarmi mi avvolgo l’asciugamano intorno ai fianchi.
“Perché mi fissavi in quel modo? – chiedo – non è la prima volta che mi vedi nudo”
“Sì, è vero, ma è passato un po’ dall’ultima volta e quasi non me lo ricordavo più com’eri fatto”
“Beh, ultimamente ho messo su qualche chiletto in più ma credo di essere ancora abbastanza in forma, non trovi?”
“Sì, sì, certo. Però ricordo che quella volta eri più disinvolto mentre ti asciugavi”
“Quella volta? Quale volta?”
Sto fingendo spudoratamente, mi ricordo benissimo di “quella volta”. Mi è capitato di ripensarci spesso quando scendevo nel mio ufficio nel seminterrato.
“La volta che io e Luca ti abbiamo trovato addormentato nella vasca di sotto, due anni fa” risponde.
“Ah certo, quella volta. Che scena! Mi sveglio all’improvviso e mi trovo davanti mio figlio e mio nipote completamente nudi… ma perché dici che ero più disinvolto mentre mi asciugavo?”
“Boh, non lo so, forse mi aspettavo che un adulto davanti a due ragazzi cercasse di coprirsi, invece sei uscito dalla vasca e ti sei asciugato tranquillamente, come se niente fosse, come se noi non eravamo lì”
“Se ben ricordo, mi pare che anche voi non vi siete affatto preoccupati di coprirvi e poi tu avevi detto che volevate farvi una doccia come dopo una partita di calcio e così mi sono adeguato alla situazione da spogliatoio, dove tutti si mostrano nudi senza vergognarsi”
“È vero, hai ragione. Poi dopo io e Luca abbiamo commentato un bel po’”
“Che vuoi dire? Che commenti avete fatto?”
“Sì, Luca ha iniziato subito col dire: “Che gran figo che è tuo padre, hai visto che fisico?... niente a che fare con mio padre, lui è molto più grasso e ha la pancia, neanche sembrano fratelli… e poi hai visto che pisellone? Era moscio ma a me è sembrato comunque grosso… ecco, forse in questo posso dire che sono fratelli”.”
“Cosa? Ha detto questo?... Incredibile! Basta, non voglio sentire altro… anzi, piuttosto dimmi come hai reagito tu”
“Luca ha stupito anche me e così gli ho chiesto come faceva a sapere queste cose di suo padre; lui mi ha risposto che lo aveva spiato diverse volte e in una di queste lo aveva addirittura visto che si faceva una sega… ehm sì, che si masturbava”
“Lo so cos’è una sega… continua”
“Ha detto che quella volta lo zio non aveva chiuso bene la porta della camera e così passandoci davanti lo ha intravisto che era disteso nudo sul letto, allora si è fermato a spiare senza farsi scoprire e l’ha visto fino alla fine”
Beata ingenuità!... scommetterei che mio fratello l’ha fatto apposta a lasciare la porta semichiusa, penso.
“poi mi ha detto pure che un’altra volta lo zio Stefano è entrato all’improvviso in camere di Luca per chiedergli una cosa e l’ha sorpreso che si stava facendo una sega ma non l’ha rimproverato, gli ha detto che era contento di sapere che suo figlio aveva scoperto quell’altro modo di usare il… sì, insomma, hai capito»
“Certo, vai avanti”
“Magari un giorno se ne sarebbero fatta una insieme”
“Pure? Ed è mai successo?”
“Non lo so, questo non me l’ha detto ma potrebbe essere… è da un po’ che non ci frequentiamo, ha cambiato scuola”
“E tu cosa gli hai detto dopo che ti ha raccontato tutto questo?”
“Beh, gli ho detto che mi pareva una bella cosa il rapporto che aveva con suo padre e che sarebbe piaciuto anche a me lo stesso con te… forse ho provato anche un po’ d’invidia”
Nel sentire queste parole non posso fare a meno di andare ad abbracciare Davide, il quale risponde subito all’abbraccio.
“Ma dai Davide, quale invidia? Pensi che non ci sia abbastanza confidenza tra noi? Certo finora non c’è n’è stata di quel tipo ma solo perché sono mancate le occasioni, come vedi adesso che mi hai parlato di certe cose ti ho ascoltato e con grande interesse e sappi che sarà sempre così: con me puoi parlare di qualunque cosa” e così dicendo mi stacco un po’ per poterlo guardare negli occhi.
Lui annuisce e poi mi poggia la testa su una spalla e fa: “Sai pa’, quella volta io e Luca non avevamo giocato alla playstation.»
A questo punto immaginando ciò di cui mi vuole parlare mi chiedo se da un momento all’altro non verrà mia moglie ad interromperci per sapere come mai siamo in bagno da tutto questo tempo, perciò quasi per suggerirgli cautela gli dico: “È strano che tua madre ancora non è venuta a vedere cosa stiamo combinando”
“Perché mamma è uscita già. Mi ha preparato la colazione e poi come tutte le domeniche è andata a fare un’escursione con i suoi amici del trekking”
“Già, è vero, me l’aveva detto ma me ne ero già dimenticato… allora mi stavi dicendo?”
“Niente pa’, invece di giocare alla playstation, ci siamo visti un film porno che Luca aveva trovato nell’armadio di zio Stefano”
“Ah!...” esclamo, fingendomi sorpreso. “E come mai poi avete deciso di farvi una doccia insieme?”
“Mentre vedevamo il film, ci siamo fatti a vicenda un…”
Davide si blocca, evidentemente prova molto imbarazzo a rivelare tutto quanto è accaduto, perciò decido di toglierlo dall’impasse.
“Va bene Davide, non c’è bisogno che continui, so che mi diresti tutto ma non serve perché lo so già: ho assistito a tutta la scena, nascosto nel bagno con la porta appena socchiusa”
“Cazzo pa’, perché non me lo hai detto subito?” sbotta Davide staccandosi dall’abbraccio.
“Volevo capire fino a che punto eri disposto ad aprirti, per non costringerti ad ammetter di aver fatto qualcosa che non volevi farmi sapere”
“Perciò l’improvviso risveglio era tutta una finta?”
“Certo, che potevo fare?... non c’era nulla di male o di sbagliato in quanto era accaduto e se volevate mantenere il segreto per me andava benissimo: ho fatto in modo che poteste essere voi a decidere”
“Già, è così”
“A tanti ragazzi della vostra età capita di fare esperienze simili e visto che siamo in vena di confessioni, voglio fartene qualcuna anch’io…»
Davide mi fissa incuriosito ma non dice niente.
“Anche io e tuo zio abbiamo fatto certe cose in quella sala hobby che una volta era la cantina di tuo nonno, però ciò per cui provo un po’ di vergogna nel dirlo è che mentre voi ve la spassavate a modo vostro, io mi sono fatto una sega vedendovi…”
“Ma che dici pa’? Ti sei eccitato vedendo noi che facevamo sesso?”
“È così. Ma quello che mi ha turbato è che ero eccitato soprattutto dal vedere te… e tutt’ora non riesco ad essere indifferente quando ti vedo girare per casa seminudo come adesso”
“Oddio pa’, non immaginavo che anche a te accadeva una cosa simile, perché per me è lo stesso… infatti oggi la barba era solo una scusa per entrare in bagno e sperare di vederti nudo appena uscivi dalla doccia”
“L’avevo sospettato, più che altro lo speravo… bene, eccoti accontentato!”
Con un gesto rapido slaccio l’asciugamano che mi cinge i fianchi e lo lascio cadere in terra.
Davide dapprima rimane immobile a fissarmi, squadrandomi da capo a piedi, poi si sfila i boxer, fa un piccolo passo avanti e mi chiede: “Posso toccarti?”
“Puoi fare quel che vuoi”
Allunga una mano per toccarmi il cazzo e con un dito lo percorre più volte su e giù per tutta la sua ridotta lunghezza. Il suo tocco mi fa trasalire; chiudo gli occhi e mi abbandono al turbinio di sensazioni che mi provocano le dita di Davide che ora ha cominciato a masturbarmi lentamente. Sento crescere l’eccitazione e riapro gli occhi per un attimo trovandomi la sua faccia a un centimetro di distanza, subito sento le sue labbra che si stampano sulle mie e così apro la bocca e con la lingua vado a cercare la sua. Mentre ci baciamo con passione gli afferro le spalle per stringerlo a me, così sento la sua verga già durissima premere sul mio bacino. Lui prosegue con il suo lento e dolce lavorio sul mio cazzo, vorrei stringerglielo anch’io ma lascio che sia lui a condurre il gioco. Si stacca dalla mia bocca e comincia a baciarmi dolcemente sul collo… e questa cosa mi fa impazzire. Quindi comincia a leccarmi sul petto e poi sempre più giù finché non arriva al pube dove ad attenderlo c’è la mia asta ormai completamente allungata e dura. Prima di dedicarsi ad essa lecca un po’ i testicoli e mi tira lievemente i peli che li ricoprono tenendoli stretti tra le labbra… e anche questa è una cosa che mi fa andare fuori di testa. Finalmente decide di passare alla cappella e dopo averla leccata un po’ decide di cacciarselo tutto in gola e comincia a fare avanti e indietro con la testa. Ormai non ho più consapevolezza di niente se non dell’intenso piacere e benessere che mi provoca la bocca di mio figlio; mi lascio andare completamente ma quando sento che il piacere sta arrivando al culmine riapro gli occhi e realizzo che mentre mi sta succhiando il cazzo si sta masturbando velocemente come se avesse intuito che sto per venire e anche lui non vuole arrivare in ritardo all’appuntamento. Pochi attimi ancora ed ecco che arriva l’orgasmo più bello di sempre; è come un’esplosione: nel mio cervello, nelle mie vene, nella mia uretra percorsa da fiotti abbondanti di crema biancastra.
I mugolii e i gemiti del mio Davide, che sta godendo a sua volta, in qualche modo mi fanno ritornare alla realtà e riaprendo gli occhi oltre al suo sorriso, intorno alla sua bocca noto anche alcune gocce del mio sperma che non è riuscito ad inghiottire. Mi guarda e dice: “Il tuo l’ho voluto assaggiare”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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