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Gay & Bisex

SONO A SUA DISPOSIZIONE 3


di Foro_Romano
17.01.2025    |    520    |    0 7.1
"“Stai zitta puttana”, mi sono sentito dire da dietro..."
SONO A SUA DISPOSIZIONE 3 – Aperto e condiviso

Dopo quella volta, ne sono seguite tante altre. Quasi tutti i giorni, alla stessa ora, andavamo nel casotto del cantiere e davamo libero sfogo alle nostre voglie. La sua di possedermi con forza, senza alcun freno, ben sapendo che così piaceva anche a me. Nelle sue fantasie, sin dalla pubertà, quello era il modo di concepire il sesso, quello vero, ma con le donne non aveva mai potuto realizzarlo. Ne aveva avute tante, ma nessuna di loro aveva mai accettato la sua proposta di farsi scopare in quel modo. Aveva avuto una moglie e tre figli ma era arrivato a 48 anni e non era riuscito a soddisfare il suo desiderio. A questo si era aggiunta la voglia di scoparsi il figlio più giovane, ed anche questa era una voglia inapplicabile. Io gli avevo inaspettatamente fatto realizzare tutto questo.
All’opposto, la mia fantasia era quella di farmi sverginare ed avere come amante un maschio grosso e peloso come lui, da cui lasciarsi usare in ogni modo, e c’ero riuscito. Io diciannovenne e lui uomo maturo. In fin dei conti non mi costava nulla chiamarlo papà. Io, che un papà non lo avevo mai avuto e poterselo scegliere non è da tutti. Il mio uomo è un amante fantastico: da subito prepotente e affamato del mio corpo, si scatena su di me con una forza animalesca senza pari. Io sbrodolo di godimento a farmi distruggere. Infine, quando si è scaricato le palle, si trasforma radicalmente e diventa dolce e gentile, accarezzandomi e baciandomi con dolcezza. Poi, poco dopo, quando si è ricaricato, ricomincia daccapo e mi sottomette fottendomi il culo in maniera bestiale. Lo amo alla follia. Non mi fotte solo il culo e la bocca, ma anche il cuore e l’anima.
Però non ero ancora riuscito a fargli uno dei miei magistrali pompini con ingoio, di quelli che ho fatto per anni a tanti sconosciuti. Lui voleva solo subito rompermi il buco del culo con la sua enorme mazza che, a dire la verità, ormai me lo ha tanto allargato da prenderne la forma. Solo a raccontarvi queste cose, lo sento che boccheggia di desiderio e non vede l’ora di essere di nuovo sfondato. Quando lo fa, io mi dimeno, grido come posso, gemo di piacere, appunto il piacere di essere sodomizzato da quel lupo affamato, di essere agguantato saldamente da quelle grosse mani da muratore, di essere schiacciato da quel quintale di muscoli scattanti, di sentire la sua grossa sacca delle palle schioccare ad ogni affondo, di soffocare con la bocca piena del pelo del suo petto, del sudore acuto delle sue ascelle. Senza contare tutti quegli epiteti da lupanare di cui mi sommerge mentre mi scopa, che mi fanno sentire una puttana, una baldracca affamata di cazzo. Non so quante volte sono venuto senza toccarmi. Non posso più fare a meno di lui.
“Mi fai impazzire per come ti trasformi in una troia” mi dice. “Perché tu diventi veramente una grande troia pronta a farsi fottere senza ritegno. Quanto sei bello quando sei troia!”
“Si, e tu te ne approfitti solo per potermi riempire di sborra. Ne produci a litri. Ma come fai?”
“Sei tu che hai risvegliato in me la gioventù. Perché, ti dispiace farti schizzare dentro tutti quei litri, fino all’ultima goccia? Mi sembri sempre molto soddisfatto quando ti alzi e ti senti il buco aperto, con tutto la sbroda che non finisce mai di colarti tra le gambe”.
“Si, papà, hai ragione” gli dico ammiccando.
“Allora stai zitto, sennò papà si ingrifa di nuovo e ti da un’altra abbondante dose di cazzo duro in quella figa di frocietto che ti ritrovi”.
“Ma dai, scommetto che non ce la fai più” lo stuzzico perché so che non finirebbe mai.
“Vuoi mettermi alla prova? Vuoi veramente mettere alla prova di resistenza il tuo vecchio papà, piccola cagna? Mettiti subito a quattro zampe, obbedisci. Ci metterò di più a venire ma, alla fine, ti riempirò di sperma come meriti” e si ricomincia.

Un giorno lui era sdraiato sul letto e io mi ero impalato da solo sulla sua nerchia dura come il cemento armato. Meglio dire che avevo appena appoggiato il mio buco ormai spanato alla sua cappella che lui, tenendomi forte per i fianchi, ha sollevato di colpo il bacino e mi ha trapanato fino in fondo facendomi mancare il fiato. Ho gridato di piacere.
“Quanto sei troia! Bella, bella la mia troia. Si, strilla che mi eccito ancora di più. Voglio slargarti ancora di più questo buco rotto”.
“Va bene se anche zio ti dà un aiuto a slargarlo?”
Ci siamo girati e c’era il guardiano egiziano completamente nudo anche lui e con la mazza rigida in mano, che andava menandosela.
“Abbiate pazienza, ma siete troppo eccitanti. Ogni volta, a sentire i guaiti di questa cagna, mi devo tirare una sega. Voglio godermela anche io. Posso?”
Il mio uomo non ha avuto esitazione. “Ma si, vieni anche tu a soddisfare questa puttana in calore”. Poi, rivolto a me “Da bravo, apri la bocca e fai un bel pompino preparatorio a zio che ci è venuto a trovare”.
Io sono rimasto sconcertato da questa novità. Non hanno nemmeno chiesto il mio parere, come se fossi solo un oggetto di piacere. Chissà se erano d’accordo o no. Ma, da buona maialina, non mi sono fatto troppe domande e non me la sono presa affatto. Ho aperto la bocca ed ho accolto di buon grado il nuovo arrivato, che non aspettava altro. Mi ha afferrato la testa e mi ha dato il ritmo giusto, facendomelo spesso arrivare fino in gola per poi allontanarlo e farmi riprendere fiato. Non era grosso come quello del mio uomo ma non molto da meno. La sua pelle era ambrata e ruvida. Aveva un sapore diverso, direi speziato, certamente derivato dall’alimentazione orientale a cui era abituato.
Quando è stato completamente avvolto dalla mia bava si è posizionato dietro di me, dove già venivo fottuto senza tregua. Il cazzo che mi occupava il buco mi è stato sfilato ed al suo posto è entrato di prepotenza quello di “zio”. Mi sono inarcato emettendo un flebile gemito e subito lui ha preso una velocità sostenuta. Il secondo cazzo in culo della mia vita. Anche lui mi affondava dentro con vigoria, a volte rimestandomelo dentro come ad aprirmi ancora di più, pensando esclusivamente al suo piacere.
“Ahh, che bel buco rotto. Glielo hai rotto proprio bene. Questo sì che si può fottere senza problemi!”
Per un bel po’ si sono alternati nella scopata. Fuori un tappo, dentro un altro. Un po’ uno ed un po’ l’altro. Al mio uomo piaceva vedermi sbavare di goduria mentre venivo sbattuto da quell’altro. Mi baciava, mi carezzava la faccia, me la stringeva sul suo petto peloso.
“Quanto sei bella troia mia! Ma penso che sia arrivato il momento di allargargli il culo ancora di più” ha detto.
“Lo stavo pensando anche io ma non volevo farlo senza la tua autorizzazione. Il cucciolo è tuo e sei tu a decidere”.
“Si, facciamolo. La puttanella non potrà che ringraziarci”.
Ero perso nel limbo dei sensi e lì per lì non ho capito bene quello che stavano dicendo. Ne ho preso coscienza quando il cazzo dell’egiziano si è appoggiato sopra quello del mio rumeno quasi tutto dentro di me ed ha cominciato a spingere per farsi largo. Il mio sfintere, perfettamente aderente alla circonferenza di quello che lo occupava, fece una certa resistenza. Per tre volte il nuovo venuto scivolò via lungo il solco delle mie chiappe.
“No, no, che volete farmi? Così mi rovinate”. Con le mani protese dietro a toccare quelle cosce pelose sembrava che volessi allontanarlo. In realtà lo desideravo anche io. Non riuscivo a capire perché lo desideravo, benché fossi terrorizzato dal dolore che avrei provato. Per un attimo il pensiero andò alla volta che il mio uomo mi aveva sverginato con la forza e, tutto sommato, mi era piaciuto enormemente. Allora mi sono abbandonato alle loro voglie.
“Stai zitta puttana”, mi sono sentito dire da dietro.
“Stai tranquillo tesoro. Vedrai, ti piacerà”, ho sentito da davanti.
La cappella è poi riuscita a scardinare il muscolo, forse perché mi ero stranamente rilassato, e l’intera mazza è entrata fino al pelo riccio e pungente del pube. Non ho sentito il dolore che mi aspettavo, anzi, il piacere mi ha fatto subito scoppiare il cervello. Zio si è abbassato sdraiandosi sulla mia schiena e i due animali hanno cominciato a fottermi all’unisono, senza tregua. Del mio piccolo corpo si potevano vedere solo le gambe aperte che si agitavano ai lati di quei due energumeni. Il resto era schiacciato tra i loro ampi toraci pelosi. Godevo di culo a ripetizione.
Si sono dati da fare di gusto a scassarmi la fighetta, grugnendo come maiali affamati che si rimpinzano nel trogolo. Io ero annientato da quei due tronchi nodosi che per molti minuti uscivano e riaffondavano in me, dimostrando di desiderarmi ardentemente, così come io desideravo loro.
“Vengo, vengo, vengoooo, putt…”. Sono esplosi quasi contemporaneamente, inondandomi di sperma cremoso e bollente, mugghiando come tori, mentre io rantolavo come una pecora sgozzata. E’ stata una apoteosi di libidine senza pari. Ho sentito le loro mazze scosse dall’orgasmo, le loro palle che si contraevano ad ogni bordata. Mi hanno farcito con tanto succo di coglioni. Ogni schizzo di uno si mescolava con quello dell’altro sparatomi dentro subito dopo.
Per un po’ i nostri corpi sono rimasti abbandonati l’uno sull’altro, con me in mezzo che rischiavo di soffocare. Ogni tanto uno aveva uno scatto muscolare ed altre gocce di sperma, le ultime, si riversavano in me. I due cazzi, molli ma ancora consistenti, sono usciti. Prima quello di zio egiziano, poi sono stato sfilato da quello di papà rumeno. Subito uno spruzzo ed altra crema opalescente si è riversata fuori dal mio buco martoriato.
Mi sentivo felice ma con un po’ di amarezza. Avevo appena pensato di concedermi solo al mio uomo, che ho provato piacere ad essere posseduto anche da un altro. Non capivo. L’egiziano ha pensato bene di andarsene.
“Bravo ragazzino. Mi ci voleva proprio. Adesso vi lascio soli, piccioncini. Ci vediamo dopo”.
Ero rimasto sdraiato sul vello del mio uomo, faccia a faccia. Mi ha accarezzato sulla tempia. Con le dita tra i miei capelli, mi ha spostato una ciocca.
“Come va, piccolo? Ti è piaciuto? Hai avuto paura? Eri bellissimo mentre ti fottevamo in due. Eri più troia che mai”.
“Si, mi è piaciuto ma non riesco a spiegarmi come sia possibile. Io amo solo te”.
“Tesoro, io sono stato il primo ma tu sei giovane, hai bisogno di sentirti femmina e puttana. Anche io vorrei che tu fossi solo mio, ma sarei egoista. Non dimenticare che ho una moglie e dei figli ed ho pur sempre dei doveri verso di loro”.
“Si, lo so. Stai tranquillo, non voglio assolutamente interferire con la tua famiglia. A me sta più che bene essere il tuo amante segreto. Anzi, sono orgoglioso del fatto che tu senta di scatenarti sessualmente solo con me, e mi basta”.
“Bravo, vedo che hai capito. Sei un ragazzo intelligente. Inoltre, sei bellissimo e una femmina passionale e focosa”.
Siamo rimasti stretti così, in silenzio per un bel po’ e poi, si sa… il contatto dei corpi… il cazzo che si risveglia, stimolato dalle mie labbra, e mi ha sbattuto alla missionaria, ficcandomelo dentro con forza e rimestandolo fino a quando, ancora una volta, mi ha sparato il suo carico dentro il mio povero culetto già saturo e strabordante di sperma.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma non mancate di godervela il più possibile. Buona sega a tutti).
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