Racconti Erotici > Gay & Bisex > FIGURA PATERNA
Gay & Bisex

FIGURA PATERNA


di Foro_Romano
09.08.2024    |    10.387    |    13 8.9
"Ci sono cresciuto in parrocchia sin da prima della cresima..."
Anche quest’anno, come ogni anno, sono tra gli organizzatori del campo estivo della mia parrocchia. Ci sono cresciuto in parrocchia sin da prima della cresima. Il parroco di allora era il mio professore di religione a scuola e aveva visto che leggevo molto bene, così mi portò a fare il lettore in chiesa tutte le domeniche ed ora sono diventato lettore ufficiale. Non mi sono limitato a questo, ma ho sempre partecipato e organizzato tanti incontri giovanili. Adesso che ho finito il diploma, poi, ho più tempo da dedicare alle attività.
Tutti mi chiedono dove trovo tutta questa energia perché, a vedermi, ad un primo giudizio non mi darebbero un soldo di fiducia perché sono mingherlino, delicato nei lineamenti e, forse, anche piuttosto efebico, tanto da dimostrare meno dell’età che ho. Biondo, occhi azzurri, dicono che somiglio ad un angioletto.
Ma non credete a tutto quello che si vede. Non c’è da fidarsi delle acque chete. Non sono così angioletto. Da che mi ricordo, mi sono sempre piaciuti gli uomini. Non ho mai avuto dubbi ed ho cominciato presto ad avere rapporti con altri ragazzi circa della mia età, ma il mio desiderio è stato sempre rivolto agli uomini più maturi. Di solito si dice che succede perché, come nel mio caso, non c’è un padre accanto. Il mio è morto sul lavoro quando io ero molto piccolo e mia madre non si è più risposata. Secondo gli psicologi mi mancherebbe dunque una figura paterna a cui fare riferimento e che, nel mio inconscio, la confondo con un crescente desiderio sessuale. Sarà, ma per me non c’entra proprio niente.
Solo una volta mi è capitato di fare qualcosa di più interessante. C’erano due muratori albanesi di 35 e 40 anni che stavano ristrutturando l’appartamento accanto al nostro. Con la scusa che mi interessava il loro lavoro, ero sempre tra i piedi e spesso facevo finta di strusciarmi casualmente alle loro patte, tanto che, sarà stata la mia stimolazione o la lontananza prolungata dalle loro donne, alla fine sono caduti nella mia rete ed è stato fantastico. Uno davanti e l’altro dietro, scambiandosi spesso di posto, mi hanno scopato a lungo e per più volte mi sono venuti dentro. Ogni giorno, per un mesetto, sono andato da loro per farmi usare con reciproco piacere. Purtroppo il loro lavoro ed il mio gioco sono finiti e adesso ho più voglia di prima.
Così, stavo dicendo, che finalmente è arrivato il momento di partire per il campo estivo di due settimane. Il parroco ci ha accompagnato in un antico santuario ormai quasi disabitato, sperduto in una località di montagna, fresca e piena di campi verdi dove giocare e divertirci, e ci ha affidato al controllo di un vecchio prete col quale noi tre più grandi ci confrontiamo per organizzare le giornate dei più piccoli, tra preghiere, incontri e sfide sportive.
Oddio, forse proprio vecchio il prete non era, ma era così bono! Sui 60 anni ma con un fisico da fare invidia a tanti giovanotti. Roscio, con la tipica pelle di quelli di quel colore, e due splendidi occhi azzurri. Pelosissimo, così tanto che dalle braccia i peli gli scendevano fino al dorso delle mani. E quanti gliene uscivano dal colletto slacciato della camicia. E si perché, forse perché siamo ormai in estate e in un luogo di riposo, veste come tutti: un pantalone ed una camicia col colletto aperto ed a maniche corte che mostrano braccia e bicipiti robusti. Doveva avere qualche antenato nordico. Un vichingo di certo.
Ad un primo approccio poteva sembrare burbero e severo, ma lo faceva solo per cercare di mantenere l’ordine in quella masnada di bambini scatenati. Io l’ho capito.
Per farla breve, me ne sono innamorato subito. Beh, forse proprio innamorato no, o non subito, ma ho giurato a me stesso che sarebbe stato mio. Per me è stata una sfida. L’ho guardato intensamente, spesso, forse troppo spesso, volutamente spesso e mi sono accorto che anche lui, di sottecchi, era attratto dal mio fascino. Per giocare, ho messo dei pantaloncini cortissimi e aderentissimi, di tessuto lucido, così come la canottiera, che mettevano bene in mostra le mie grazie.
Appena ho potuto stare in disparte con lui, gli ho detto che sentivo il bisogno di confessarmi.
“Non fai di solito la confessione dal tuo parroco?”
“Si, certo, è che… ci sono delle cose che non gli ho detto”.
“Come sarebbe? Non sai che la confessione non è valida se non dici tutto?
“Si, ma certe cose non mi sono mai sentito di dirgliele”.
“E perché le vuoi dire a me?”
“Non so, forse perché sono felice di stare qui in vacanza e sento di dovermi liberare di alcuni peccatucci, tanto poi torneremo a casa e lei non ci sarà”. L’ho guardato maliziosamente. “Devo dire, però che lei mi infonde più fiducia”, ho detto con un sorriso.
Dapprima ho visto un certo imbarazzo ma poi una luce è apparsa nei suoi occhi.
“Va bene. Di solito, dopo pranzo, quando tutti sono liberi, io mi ritiro nella mia stanza per riposare un po’, ma oggi vieni a bussarmi e ti potrai confessare tranquillamente”.

“Eccomi qui padre”.
“Vieni, entra. Siediti lì. Ok, prima dimmi un po’ di te. Io non ti conosco e non so niente di te, della tua vita”.
Così gli raccontai di essere cresciuto senza un padre, di sentirne tanto la mancanza, di essere sempre così attivo in parrocchia solo per distrarmi e non pensare ai miei dolori. Insomma, mi mostrai come un piccolo bambino indifeso e sofferente. Intanto mi sono appoggiato strettamente a lui, ho chiesto il suo aiuto stringendogli una coscia, soda e muscolosa, posando la mia testa sulla sua spalla, accarezzandogli l’ampio petto, con gli occhi umidi e pronti al pianto (un giorno vincerò un oscar, ne sono certo). Mi ha sollevato per il mento e mi ha guardato negli occhi (belli da farmi sciogliere).
“Ed è questo che volevi confessare e non te la sentivi di farlo col tuo parroco? Ma non è niente di grave. E’ normale che tu abbia sofferto per questo motivo, non è un peccato, ma devi cercare di capire che nella vita ci sono momenti felici ed altri meno e nelle gioie si deve trovare la forza per riuscire a superare i momenti dolorosi. Forza, ragazzo, reagisci e lasciati alle spalle ogni cattivo pensiero”.
Mi sono attaccato ancora di più a lui. “Grazie padre, mi ha dato molto conforto”, senza precisare cosa volevo mettermi alle spalle e cosa volevo che mi desse. Però ho visto che i miei sforzi stavano dando i suoi frutti. La patta dei suoi pantaloni si stava decisamente gonfiando ed ho rincarato la dose.
“C’è un’altra cosa, però, che dovrei confessare” ed ho iniziato a raccontargli per filo e per segno tutte le mie voglie e tutte le mie esperienze erotiche, calcando sui particolari più osceni, sulla tanta sborra ottenuta. Si è ammutolito, non sapeva che dire ma ho visto che il cazzo gli era diventato così tosto che rischiava di rompere la zip. Mi sono gettato a terra e messo in ginocchio tra le sue gambe. Con le mani appoggiate saldamente alle sue cosce, ho buttato la testa in avanti, così da appoggiarla al suo bozzo.
“La prego, mi manca un padre. Vuole essere almeno il mio padre… confessore?” ed ho premuto ancora di più.
Mi ha messo una mano tra i capelli, per un attimo ha fermato la mia testa premendola sul suo pube ma poi mi ha subito allontanato, guardandomi negli occhi.
“Sei certo di quello che vuoi? Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo di fare?”
“Si, lo so, padre”
“Certo che lo sai, piccolo bugiardo. Tu non stai cercando un padre. Credi che sono nato ieri? Ne ho conosciuti di adolescenti libidinosi come te”.
Sono stato scoperto. Non sapevo che fare. Il mio cervello stava cercando rapidamente una via di uscita, ma non ce n’è stato bisogno.
“Però, solo come opera buona, sono disposto a condividere con te questo sacrificio e Dio mi perdonerà, dato che lo faccio a fan di bene”.
Ipso facto, si è alzato, si è aperto il pantalone e se lo è calato fin sotto le ginocchia, per poi risedersi a gambe larghe. Sono rimasto inebetito e rimasto in adorazione di tanto ben di Dio. Era tutto muscoli e pelo brizzolato. Un sogno. Con un bozzo nei boxer che non lasciava nulla alla fantasia. Mi ha guardato e visto il mio sconcerto. Si è rialzato quel tanto che bastava e si è calato anche quelli, mettendo in evidenza il suo cazzo mostruoso già in via di indurimento.
“E’ questo che vuoi? Che aspetti? Datti da fare, puttanella. Sono a digiuno da parecchio tempo e ho proprio voglia di scaricarmi le palle. Leccalo e prenditelo in bocca”.
Questo vuol dire parlare chiaro e io non ho perso altro tempo, tuffandomi a bocca aperta su quel gran fungo già umido di precum. Ho cercato di imitare meglio che potevo quello che avevo imparato dai filmini in internet, ma era veramente difficile farmelo entrare in bocca, sicché ho preso dentro la cappella e l’ho slinguata, poi ho leccato il solido fusto venato tutto attorno e quindi sono passato ai grossi coglioni pelosi. Li ho prima soppesati con la lingua, che faceva veramente fatica a sollevarli, poi li ho leccati e succhiati, lappandogli via tutto il sudore della sua parte più intima, interrompendomi solo quando dovevo togliermi qualche pelo dalla bocca. Lui apprezzava e grugniva, reclinato all’indietro in modo da offrirmi senza remore i suoi attributi. Quando sono tornato a succhiargli la cappella, mi ha afferrato per la nuca cercando di spingermi dentro il più possibile il suo cazzo duro e caldo, riuscendo però a inserirne forse appena un centimetro.
“Basta, piccolo stronzetto, adesso devo ficcartelo in culo, che tu voglia o no. Togliti i pantaloncini e mettiti a quattro zampe, che ti monto come una cagna”.
Feci di meglio. Velocemente, mi sono spogliato completamente e messo nella posizione che mi aveva indicato. Ho poggiato la guancia sul pavimento e tenuto in alto il culetto e, istintivamente, ho portato le mani sulle chiappe per aprirmele il più possibile, pronto al sacrificio tanto desiderato.
“Parò faccia piano, non ho mai preso un cazzo grosso come il suo”.
“Bravo, apriti pure il buco, ma non è sufficiente e vedrai come sarai aperto dopo che ti avrò spaccato a dovere. So io come fare con le giovani puttanelle come te. Pensa solo a non farti sentire”.
Avevo un certo timore, date le dimensioni di quella minchia, ma anche tanto desiderio di essere posseduto ed essere oggetto di piacere per un maschio come quello. Si è messo in ginocchio dietro di me e si è abbassato a leccarmi con abbondante saliva il forellino. Si è poi sputato due volte sulla mano ed ha spalmato, roteando la mano, tutto il suo glande e l’intero uccello, e lo ha appoggiato all’obiettivo.
Con un colpo secco mi ha rotto lo sfintere ed è entrato un po’ dentro. Ha continuato con altre forti spinte e pian piano ma con decisione è arrivato fino in fondo, quindi si è fermato. Non ho gridato per il gran dolore solo perché sono rimasto senza fiato. Ero pieno di cazzo come mai prima. Si è piegato sulla mia schiena e mi ha sussurrato all’orecchio.
“Era questo che volevi, piccola cagnetta? Un bel membro duro che ti possieda come desideri? E’ eccitante sai vedere il tuo piccolo culetto aperto dal mio grosso cazzo. Eccotelo tutto, ma adesso viene il bello. Reggiti forte perché ho intenzione di sfondarti. Devi pagare per questi tuoi peccati, piccolo ragazzo depravato”.
Si è tirato su, mi ha afferrato saldamento per i fianchi con le sue grosse mani ed ha iniziato a pistonare con ferocia. Io piangevo sommessamente, piangevo, piangevo, guaivo e godevo. Erano i miei sogni più perversi che si stavano realizzando. Sbuffava e ruggiva come un toro alla monta forse non per molto ma per me un tempo interminabile di sofferenza e piacere. Mi ha poi girato verso di lui, aprendomi le gambe, ed ha continuato a fottermi. Il suo nerbo durissimo mi ha spaccato senza pietà e definitivamente lo sfintere e, ad ogni affondo, sembrava che mi arrivasse allo stomaco. Sudava come una fontana e tutto quel sudore mi colava addosso e, quando mi si avvicinava, lo leccavo via dal suo petto e dalle sue forti braccia. Ero inebriato dall’odore intenso.
Quando è giunto alla fine, mi si è piantato dentro ed ha sparato una quantità enorme di sperma, come un idrante. Ringhiava a denti stretti e pompava più lentamente ma con estrema brutalità, e ad ogni affondo era un’altra scarica di caldo succo di maschio dentro di me. Potevo sentire le sue palle che si contraevano ritmicamente. Non c’è niente di più appagante di far godere un maschio nel tuo culo. Con un ultimo rantolo si è abbattuto sulla mia schiena, abbrancandomi strettamente a sé per alcuni minuti.
Quando si è ripreso, si è sfilato ed ha osservato orgoglioso il mio buco devastato. Un rivolo di crema biancastra ne colava fuori e andava a lordare le mie pallette per proseguire lungo le mie cosce delicate. Mi ha ordinato di leccarglielo ed ho obbedito, indifferente al disgusto che provocava quel cocktail di sapori. Gli ho così lappato via le ultime gocce di nettare virile.
“Vai in bagno a ripulirti, non ti sei neanche accorto che ti sei sborrato addosso. Segno che questo è il trattamento che vuoi avere e che meriti. Lo avrai per tutto il periodo che starai qui. Ogni giorno verrai da me a quest’ora e avrai la tua buona dose di duro cazzo e di sborra. Forse i tuoi peccati non saranno rimessi ma ne guadagnerà la tua esperienza”.
Sono state due settimane indimenticabili. A guardarmi sono ancora l’angioletto di prima ma ho il culetto completamente spanato e pronto per ogni nerchia che incontro.

(da un soggetto di Gioco81)

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma non mancate di godervela il più possibile. Buona sega a tutti).
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per FIGURA PATERNA:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni