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CHE BELLA L’AUTOMOBILE – 7. Un finale da sogno


di Foro_Romano
17.12.2019    |    9.918    |    8 9.0
"La sborra te la faccio assaggiare la prossima volta..."
Certo che aver preso la patente e comprato un’automobile mi ha cambiato la vita! Da bravo ragazzo che sognava cazzi che sembravano impossibili da avere sono diventato un ragazzino sverginato e sfondato bravo per ottime pompe e incredibili scopate. Niente male! Ho avuto tutti maschi maturi e pelosi, come piacciono a me, che mi hanno usato ed abusato, come piace a me, per poi tornare dalle loro mogli o compagne ignare. Dicono tutti che è merito del mio aspetto da cucciolo dolce ed innocente che fa venire voglia anche agli etero convinti.
Vi ho raccontato di Attilio, ex carabiniere dai folti baffi, mio istruttore di guida, che mi ha sverginato, di Tommaso, l’esaminatore dalla carnagione olivastra, di Enrico, il venditore di automobili dalla barba corta e piena che somiglia a Chef Rubio, dei camionisti dell’est, dalla corporatura massiccia ed il collo taurino, di Rocco, il garagista egiziano, sbarbato ma dalla forte virilità, infine del dirigente dagli occhi azzurro mare, un porco dal completo impeccabile.
Mi sono dilungato troppo con questi miei racconti e vi risparmio le numerose altre conquiste che hanno continuato a sfasciarmi il buchino di adolescente. Una volta ho avuto un guasto alla macchina in piena autostrada e mi ha soccorso un meccanico col carroattrezzi, un maschio incredibilmente alto e bello come un modello, però anche pieno di pelo, con tanta di quella virilità da scoparmi tre volte di seguito e venirmi abbondantemente due volte dentro al culo e una in bocca. Un’altra volta è stato il turno di un gommista che sembrava uscito da un calendario per sole donne.
Però l’ultima avventura ve la devo raccontare. Attilio mi ha scritto un sms dicendo che aveva voglia di incontrarmi nel pomeriggio nel nostro alberghetto ruffiano. Io, che non so dire di no ad una bella scopata, ho accettato ben volentieri e, un po’ prima dell’ora prestabilita, sono entrato nella piccola hall d’ingresso.
Davanti a me c’erano un signore niente male che stava affittando una camera, accompagnato da un ragazzino forse più giovane di me che se ne stava in disparte, piuttosto imbarazzato direi.
“No, basta un solo documento, il suo. Glielo restituirò all’uscita”, gli dice il portiere.
“Ah bene. Allora a dopo” e prende la chiave.
“Terzo piano a sinistra”.
“Ok, ok” e i due si avviano verso l’ascensore.
“Buongiorno signorino Paolo (ormai conosceva bene il mio nome). Ecco a lei la chiave della solita. Il signor Attilio mi ha detto di dirle che tarderà una mezzoretta. Intanto lei potrà prepararsi”. Mi ha lanciato uno sguardo ammiccante che, senza dubbio, voleva dirmi che sapeva benissimo tutto. D’altronde ci voleva poco a capirlo.
Così mi sono diretto all’ascensore sculettando per stuzzicarlo. Non sono effemminato e non ho mai camminato così, ma questa volta l’ho fatto per divertimento. Sono così entrato nella cabina assieme agli altri due.
Facevano finta di niente ma mi sono accorto che la mano dell’uomo si è andata a posare sul culetto del ragazzo e quello è diventato tutto rosso. Arrivati al piano, si sono diretti velocemente verso la loro camera. La mia era proprio quella adiacente. Sono entrato e mi sono spogliato completamente, posando i vestiti su una sedia. Quindi mi sono sdraiato sul letto in attesa del mio amante-sverginatore. Non era mia intenzione eccitarmi prima del suo arrivo ma, stando così, la mano è andata subito sul mio uccellino per massaggiarlo.
Ben presto ho cominciato a sentire dei gemiti provenire dalla camera accanto e mi sono trovato a fare il guardone, ma solo uditivo. Si sentiva proprio bene tutto. I gemiti erano del giovane e sono andati aumentando sempre più di volume, mescolandosi poi col respiro affannoso dell’uomo che evidentemente lo stava stringendo e palpeggiando.
“Dai, lasciati andare. Vedrai che ti piacerà, piccolo. Dio, quanto sei bello! E che culetto pieno e sodo che hai! Ecco, ti spoglio tutto… Si, ecco… Mmmm, che bel corpicino. Non vedo l’ora di scoparti, cuccioletto… Lo vuoi il cazzo? Lo vuoi il cazzo di zio? L’hai mai visto il cazzo di un uomo?”.
Potei udire un “no” flebile.
“Siediti qui sul letto. Adesso mi tiro giù i pantaloni e te lo faccio vedere. Eccolo. Ti piace?”. Dopo il rumore della fibbia della cinta aperta e della zip abbassata.
“Ohhh, come è grosso!”.
“E’ perché è eccitato. Muoio dalla voglia di aprirti il culetto”.
“Ma mi farà male!?”.
“Si, ma solo all’inizio, poi vedrai che ti piacerà moltissimo. Prima, però, prendilo in bocca e succhialo. Ti piacerà anche il sapore”.
“Ma è bagnato!”.
“Si chiama precum. Leccalo via. Ecco… così… si… ahhh. Che belle labbra rosse! Apri la bocca e fai entrare la cappella”.
“Ma non ce la faccio, è troppo grossa”.
“Impegnati di più. Vedrai che ce la farai. Su, da bravo, apri di più… ecco, si, si, siii… Ahhh. Vedi che ci sei riuscito? Adesso succhia e giraci la lingua intorno. Bravo, così. Hai imparato subito. Si vede che ne avevi voglia, senza sapere ancora com’era. Vuol dire che ci sei portato naturalmente”.
“Si, mi piace, che buono!”.
“Dai su, fammi un bel pompino. Ti darò io il ritmo tenendoti la testa. E fatti entrare dentro sempre più cazzo. Ecco, si, siii. Succhia, succhia. Gira la lingua, non fermarti. Ahhh”.
Potevo sentire anche i rumori di risucchio e potevo immaginare la velocità sempre crescente che la pompa stava assumendo, assieme ai rantoli dell’uomo ed ai gemiti strozzati del ragazzino affamato e vorace. Come potete immaginare, anche il mio cazzetto era in tiro. Me lo sono preso in mano, ho chiuso gli occhi ed ho cominciato a smanettarmelo, immaginando la scena che si stava svolgendo al di là di quella leggera parete che, contemporaneamente, si sovrapponeva alle immagini della mia prima volta.
“Adesso basta, finocchio. La sborra te la faccio assaggiare la prossima volta. Adesso devo farti il culo”.
“Si, ma la prego, faccia piano”.
“Certo tesoruccio, farò piano”. Ma non deve aver rispettato la promessa, sentite le grida che di lì a poco si sono levate. Il ragazzo urlava e piangeva, mentre l’uomo, trasformatosi in un toro da monta, grugniva forte mentre spaccava il culo al suo agnellino. Ben presto però l’agnellino ci ha preso gusto e si è trasformato in una vacca che strillava di goduria e lo incitava a darci dentro ancora più forte. L’avrà fottuto duramente per almeno venti minuti prima di sparargli dentro una quantità enorme di sborra, dato il lungo ruggito che ha emesso. La prima sborra in culo della sua vita. Che tenerezza!
Tanto è bastato perché anch’io sparassi la mia, che mi raggiunse fin sopra i capelli, la faccia, la bocca, il petto, e creare una piccola pozza sull’ombelico. Di là il silenzio, mentre io riprendevo fiato. Ho aperto gli occhi e mi è preso un colpo. Accanto al letto c’era il portiere che mi fissava estasiato tenendosi in mano il cazzo eccitato. Ed era un cazzo di tutto rispetto. Ero rimasto paralizzato dalla sorpresa, tutto lordo del mio sperma che mi colava sui fianchi.
“Sei stupendo! Adesso capisco perché i tuoi amanti sono così soddisfatti quando vanno via. Si vede che ti fai trasportare su un altro pianeta quando godi. Mi sono sempre piaciute solo le donne e i froci mi disgustavano. Li faccio venire in albergo solo per lavoro. Ma adesso li capisco. Da quando ti ho visto la prima volta mi si è smosso qualcosa dentro. Ti ho desiderato anche io. Sapessi quante volte mi sono tirato delle seghe sentendoti godere coi tuoi amici, come hai fatto tu adesso con questi due qui vicino. Adesso è arrivato il mio turno, puttanella. Devi far godere pure a me. Ho i coglioni pieni che mi esplodono. Voglio che ti sciogli sotto di me come una troia”.
Io ero immobile, non so se solo sorpreso ma di sicuro eccitato e pronto a farmi sbattere da quel maschio in calore. Mi ha voltato improvvisamente sulla pancia senza troppo sforzo e mi ha accarezzato con tenerezza il culetto, per poi piantarmi il suo grosso dito indice nel buco fino in fondo e girarmelo dentro. Fortuna che l’eccitazione mi aveva un po’ lubrificato l’ano.
Tanta era la voglia che mi è salito sopra tutto vestito, tirandosi solo un po’ su la camicia e giù pantaloni e mutande. Ha afferrato le mie chiappette con le grosse mani, ha preso la mira e giù, si è abbattuto sopra di me, piantandomi fino in fondo la minchia matura. Non ho potuto trattenere un grido ma, poi, grazie all’esperienza maturata, ho cominciato subito a godere. Mi schiacciava con tutto il suo peso e mi ha fottuto come un coniglio per non più di dieci minuti, ma molto intensi.
Intanto, dalla camera vicina erano ricominciati i suoni eccitanti di un’altra dura scopata in un buco che si sentiva già pieno di succo. Il ragazzino miagolava ed incitava l’uomo a fotterlo più forte.
“E bravo l’innocentino! Come ti piace farti rompere il culo! Non ti è bastato farti sverginare, ne vuoi sempre di più”.
Io quasi non potevo respirare sotto tanto peso. Fortuna che il mio maschio è arrivato presto al limite e, dopo un paio di spinte più feroci, la sua nerchia si è tesa, ha vibrato ed ha esploso un’infinità di getti di calda sbroda dentro di me, con la grossa sacca pelosa dei coglioni posata sui miei che sentivo sussultare ad ogni carico sparato.
Si era accasciato sopra di me per riprendersi dall’orgasmo quando si è sentito chiaramente il maschio della stanza accanto sfilare di colpo la minchia dal giovane budello, tanto che la neo-puttanella ha lanciato un grido di dolore.
“Apri la bocca… aprila zoccola. Questa volta te la faccio assaggiare”. Deve aver raggiunto velocemente la testa del ragazzo e, tenendolo per i capelli, gliel’ha piantato in bocca e si è lasciato andare all’orgasmo con un grido gutturale.
“Ingoia… ingoiala tutta, luridissima troia” e quello deve aver obbedito subito senza incertezze, dato che sono seguiti dei colpi di tosse per lo sperma che gli aveva intasato la gola.
Il portiere prima mi ha dato una sonora manata alla chiappa destra e poi ha sfilato lentamente il cazzo dal mio culo sfatto e si è messo in piedi in fondo al letto ad ammirarmi spalmato sulle lenzuola col buco del culo aperto da cui colava fuori lo sperma di cui mi aveva farcito.
In quel momento hanno bussato alla porta. Sapevamo che doveva essere Attilio, allora è andato ad aprire ma, dietro ad Attilio, sono entrati anche Tommaso, Enrico e Rocco. Tutti sono rimasti sorpresi dalla scena che hanno trovato.
“Caro Paolo. Ti avevamo organizzato una festa a sorpresa perché oggi è un anno che hai perso la verginità, ma vedo che ti hanno già fatto la festa”. Tommaso ha cominciato a ridere, a differenza di Rocco, l’egiziano che, invece, vedendomi così palesemente porca, andava eccitandosi e si toccava la patta.
“Grazie, siete stati molto carini”.
“Questo è un pensierino da parte nostra” ed Enrico mi ha porto un pacchetto che io, sdraiato sul letto, ho subito scartato. Era un bellissimo fallo di gomma di ottima qualità. “Dato che non puoi starne senza per molto tempo, ti sarà utile quando nessuno di noi sarà disponibile”.
“Grazie, grazie, è bellissimo”. Mi sono inginocchiato sul letto e li ho ringraziati tutti con un bacio sulla guancia. “Voglio provarlo subito”.
“Ma come! Adesso che siamo tutti qui? Adesso ci devi ringraziare in natura” ed hanno cominciato a slacciarsi i pantaloni. Tutti insieme!? Mi era venuta la bava alla bocca.
Il portiere, invece, si è rivestito di corsa. “Sento che stanno uscendo quelli della stanza vicina. Devo scendere un attimo, ma poi torno. Non ho mai partecipato ad un’orgia e non voglio perdermela”. Uscendo, ha incrociato i due che lasciavano la stanza ed ho sentito che diceva “Spero che il soggiorno sia stato di vostro gradimento”, in tono sarcastico.
Attilio ha precisato: “Ma quale orgia! Tecnicamente sarà una gang-bang perché i nostri cazzi saranno tutti per te, piccolo mio”, dandomi un ganascino.
Rocco, l’egiziano, il più allupato, completamente nudo prima degli altri, mi è saltato addosso, mi ha alzato le gambe e mi è venuto sopra infilzandomi in un colpo, facilitato dalla viscidità della crema che mi aveva riempito poco prima. Ho mugolato di piacere. Si è abbassato su di me ponendomi a contatto col suo pelo riccioluto, mi ha afferrato le spalle passando sotto le mie ascelle e con la testa a lato della mia. Mi ha fottuto come un animale stringendomi a sé ed io ho ricambiato abbrancando il suo torace con le braccia e con le gambe avvinghiate alla sua vita. Ha fatto presto, inseminandomi abbondantemente il retto mentre emetteva un lungo rantolo gutturale.
Inutile dirvi che, a quella vista, gli altri erano tutti con le lance in resta. Sono seguite 2-3 ore di puro godimento per me, povera cagnetta indifesa, e per tutti quei cinque mastini arrapati (nel frattempo è tornato il portiere). Non c’è stato un momento che avevo un buco vuoto. Come se ne liberava uno, veniva subito otturato da un altro pisellone carico pronto a svuotarsi le palle dentro o sopra di me. Più volte maschi diversi si sono uniti a regalarmi una doppia inculata e, una volta, ci hanno aggiunto pure il cazzo finto. Il tutto condito continuamente da luridi e graditi insulti nei miei confronti.
Non ho contato quante sborrate ho ricevuto e né quante volte sono venuto io. So solo che, alla fine, quando eravamo tutti esausti, ero completamente coperto di una enorme quantità di sperma dai capelli ai piedi, lungo tutto il corpo, ed altrettanta ne avevo avuta in bocca e in culo, senza contare quella che lordava le lenzuola. E’ stata una festa indimenticabile. Ho dovuto fare una settimana di astinenza per ridare alla mia passerina una dimensione accettabile. Tutto questo grazie alla mia automobile superaccessoriata (anche di maschi).

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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