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ALLA GIOVANE CAGNETTA PIACE L'OSSO


di Foro_Romano
03.08.2016    |    26.656    |    7 9.4
"Voglio essere scopato con tutta la forza che ha"..."
Avevo lasciato tutto nelle mani dei miei collaboratori, di cui mi fido ciecamente e andai in quell'albergo sulla costa per prendermi una pausa dal lavoro. Ne avevo proprio bisogno. Non mi piace andare tra la folla sulla spiaggia, così mi dividevo la giornata tra la piscina e la spa. Però, dopo già un paio di giorni cominciavo ad annoiarmi. Sentivo il bisogno di dovermi scaricare anche con un po' di sesso. Così, una sera ho acceso la tv in camera ed mi sono sintonizzato su un canale a pagamento che trasmetteva filmati erotici. Ma, cazzo, erano tutti etero! Ho visto certi cazzoni che sparivano in culetti anche attraenti, ma erano sempre donne, porca miseria. Mi sono tirato un paio di seghe ma non mi sentivo soddisfatto. Avevo bisogno di altro.
La mattina dopo, mentre ero a colazione, vidi che in un tavolo vicino era venuta una famiglia composta dai genitori, più o meno della mia età, e dal figlio. Accidenti quanto era carino! Anzi direi proprio bello! Biondino, ma di quel biondo non troppo acceso. Piccolino di altezza ma ben proporzionato. Era certamente maggiorenne, avrà avuto 20 anni circa, ma ne dimostrava meno. Era vestito con solo un piccolissimo pantaloncino ed una canottiera colorata che mettevano completamente in mostra il suo bel corpicino. Alla caviglia aveva tatuato un piccolo fiore che risaltava sulla sua pelle molto chiara. Il mio attrezzo tra le gambe ebbe un sussulto ma non potevo certo farmi scoprire. Cercavo di guardare un po' dappertutto in giro ma ricascavo sempre a guardarlo ed a desiderarlo.
Quando mi accorsi che aveva due occhi verdi meravigliosi che sprigionavano innocenza mi resi conto che mi stava guardando anche lui. Anche lui tornava a guardarmi continuamente e, forse, non tanto innocentemente. Era un continuo guardarci e non guardarci.
Non mi era mai capitato di avere rapporti con ragazzi così giovani. Non avrei mai pensato che uno così mi potesse interessare tanto, ma il mio attrezzo continuava a non avere pace.
"Ma che mi passa per la testa", mi dissi. "Ti stai invecchiando!".
Tornai ad essere padrone di me stesso e, appena il mio amico attrezzo me lo rese possibile, mi alzai e tornai in camera per cambiarmi. Mi misi il costume ed andai in piscina. Mi allungai su una sdraio all'ombra e leggermi con tutta calma un bel romanzo giallo. La piscina era praticamente deserta perché, specialmente di mattina, tutti gli ospiti dell'albergo preferivano la spiaggia, così che me ne potevo stare beato in serena solitudine.
Venne il cameriere a chiedermi se volevo qualcosa da bere e mi feci portare un cocktail analcolico a base di frutta varia. Ahhh, che tranquillità! Lontano dai problemi del mondo e da certe tentazioni che scombussolano il corpo e l'anima. Non potevo chiedere di meglio.
Però, ad un certo punto, chi ti vedo? Proprio il bel ragazzo, che era venuto anche lui in piscina. "Chissà perché?", mi domandai. Mi passò davanti e lo guardai con la coda dell'occhio per non farmene accorgere. Potei vedere, grazie al suo costumino aderente, che aveva un culetto fantastico: sodo e un po' a mandolino, come piacciono a me.
Di nuovo il mio amico si agitò e corse il rischio di fare capolino dal bordo del costume cosìcché, non nonchalance, mi misi sopra l'asciugamano e mi ributtai nella lettura. Di nuovo mi ripassò davanti ed io feci finta di niente. Si tuffò in acqua, si affacciò proprio alla mia altezza e tornò dentro. Ne uscì e si sdraiò ad asciugarsi al sole a due passi da me (con tanto spazio che c'era!). Ancora mi passò davanti. Io credo di non essere riuscito a leggere più di tre righe. A quel punto lo guardai, quasi mostrandomi infastidito perché non volevo cedere alle mie pulsioni primordiali ma un suo sorriso mi smontò. Era così dolce!
"Come mai sta così solo qui in piscina?"
"Non mi piace il mare", mentii. "E poi non sono solo, a quanto pare. Ci sei anche tu".
"Già. E' che non mi andava di stare con i miei in spiaggia e... sono venuto a cercarla".
Sfrontato, il ragazzo! Ma che voleva da me?
"Cercare me!? E' mezz'ora che mi stai scodinzolando intorno. Perché?"
"Perché lei mi piace" e mi sorrise. Accidenti che sincerità diretta!
Ovviamente lo avevo già capito. Mi tolsi l'asciugamano dal ventre, mi strinsi il pacco e dissi "Vuoi leccarmi l'osso?"
"Si, vado matto per certi ossi polposi" e si mordicchiò le labbra carnose.
Era troppo! Il ragazzo non era poi così innocente. Io rimasi in tema.
"Guarda che se insisti io ti porto in camera e ti monto come una cagna".
"Quanto mi piacerebbe!"
Mi alzai di scatto. "Bene. Allora seguimi" e mi avviai verso l'albergo con lui dietro, proprio come un cagnolino. Non una parola nell'atrio, non una parola nell'ascensore, non una parola nel corridoio. Aperta la porta, lo spinsi dentro e la richiusi a chiave. Lo presi per le spalle e lo spinsi verso il muro. Gli fui addosso e gli ficcai la lingua in bocca. La accolse senza protestare, anzi, dal suo gemito capii che gradiva. Gliela rigirai dentro voracemente e gliela spinsi fino in gola. Lui cercava di rispondere agitando la sua piccola linguetta umida. Le nostre salive si unirono. Gli tenevo le chiappette con le mani, sollevato, schiacciandolo tra il muro ed il mio corpo, facendogli sentire bene il mio manganello sempre più duro.
Quando mi staccai da quella dolce bocca gli dissi: "E' questo quello che vuoi?" e spinsi in avanti il bacino per fargli capire di cosa parlavo.
Avevamo i visi a pochi centimetri. Lui stava con gli occhi chiusi, ancora nell'estasi del bacio. Li aprì facendomi rabbrividire per la loro bellezza ma in quel momento erano anche pieni di libidine.
"Si e lo voglio dentro. Voglio essere scopato con tutta la forza che ha".
"Ti sfonderò, puoi starne certa, piccola troia".
A quel punto ero infoiato al massimo. Feci scattare l'animale che era in me e lo gettai sul letto. Lo liberai del costume e, in un attimo, anche la mia bestia poté prendere aria, protesa in avanti dritta come un siluro. Mi sdraiai su di lui con tutto il mio peso a rischio di soffocarlo e ripresi a baciarlo profondamente. Lui allargò le gambe, le alzò e le avvinghiò al mio corpo, rispondendo al bacio con tutto se stesso. Il mio cazzo finì nel solco delle sue natiche e io cominciai ad andare avanti e indietro sfregandolo come se l'amplesso fosse già cominciato.
Poi mi tirai su col busto, lo presi per le caviglie e gli feci piegare le gambe in modo di mettermi in bella vista il suo buchino circondato da una leggera peluria bionda. Mi resi però subito conto che non trattavasi proprio di un buchino. Il ragazzino doveva averne presi di cazzi! Si apriva e si chiudeva pieno di desiderio, al ritmo del suo ansimare. Mi abbassai, infilai la testa tra le sue gambe e gli lappai a piena lingua quel foro che presto sarebbe stato mio. Lo bagnai di saliva più che potei.
"Prendimi... prendimi..." chiedeva tra un gemito e l'altro.
Mi bagnai anche il cazzo, che aveva raggiunto dimensioni paurose. Era tutto violaceo e bollente. Che cosa stavo facendo? Lo avrei sfasciato certamente più di quello che era ma lui continuava:
"Prendimi... ti voglio dentro... scopami..."
Non pensai più a nulla se non a fotterlo. E lo sfondai. Con un colpo solo, duro ed impietoso gli spaccai il culo. Gli tappai la bocca per soffocare il suo inevitabile urlo. Cominciai a sbattermelo con forza.
"E' così che lo volevi, piccola puttanella? E' così... vero?". Cercavo di dare a lui tutte le colpe che invece erano principalmente mie.
"Si... si... ahhh... aaahhh... Forte, più forte, ancora più forte... ti prego".
Il suo viso angelico era stravolto. Tremava e si agitava tutto, girando rapidamente la testa a destra ed a sinistra. Se avessi continuato così sarei venuto in breve tempo. Glielo sfilai di botto e si sentì il rumore del risucchio.
"Nooo... perché? Scopami ancora", gemette contrariato.
Lo girai e lo misi a pecora sul bordo del letto, mentre io me ne stavo in piedi dietro di lui. Lo infilzai di nuovo e lui emise un lungo gridolino di piacere. Ripresi a montarlo con immenso godimento di entrambi. Mi incitava a scoparlo forte e io lo coprivo di luridi ed eccitanti epiteti. A causa delle potenti spinte che gli davo, scivolò fino a trovarsi lungo sul letto ed io lo seguii con tutto il corpo, pesandogli sulla schiena. La posizione mi permetteva di arrivargli più in fondo possibile. Le sue grida strozzate mi dimostravano che stava godendo alla grande. Capii che era venuto sulle lenzuola a forza di sfregarcelo sopra, ma io continuai imperterrito. Il mio bacino schiaffeggiava le sue natiche aperte. Le mie palle battevano le sue cosce. La mia mazza gli spaccava il buco e gli sfondava il culo. Non potevo resistere di più.
"Sto per riempirti di sborra, piccola baldracca rottainculo".
Non fece a tempo a dirmi "Siii, riempimi tutto" che gli sparai in pancia una quantità immensa di caldo sperma. Fu così abbondante che sembrò non finire più, tanto ero eccitato ed in preda alla goduria più assoluta. Quando mi accasciai su di lui ripresi fiato e fui colpito dall'odore della sua giovane pelle mentre lui, sentendosi pieno del succo di un uomo maturo, fu preso da rinnovati spasimi e godette di nuovo contro il letto. Le sue vibrazioni mi dettero la soddisfazione più assoluta. Lo abbracciai forte. Lo sentivo completamente mio.
Prolungai il mio soggiorno in quel albergo per rimanere tutto il periodo della vacanza del mio giovane amante. Ogni sera, sgusciando fuori dalla sua camera singola, venne a dormire nel mio letto ma vi assicuro che dormimmo molto poco. Alla fine le nostre strade si divisero ma ognuno di noi conserva un pezzettino dell'altro nel cuore.
Da allora, ogni notte chattiamo e ci raccontiamo le nostre vite. Adesso si sta per laureare e mi ha detto che verrà a fare il master nella mia città. Alloggerà da me, naturalmente, e spero che nulla mi separerà più dalla mia dolce e lurida cagnetta.

(Si tratta di un racconto di fantasia. Le stesse cose si possono fare con le precauzioni. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela).

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