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Gay & Bisex

SONO A SUA DISPOSIZIONE


di Foro_Romano
14.12.2024    |    7.499    |    10 9.6
"Quando senti che sta per venire, abbandonarlo e passare a leccare le palle pelose..."
Finalmente l’ho trovato. Ho 19 anni e sono due anni che spesso, la sera, frequento un bosco dove si svolgono degli incontri interessanti. Non ce l’ho fatta ad aspettare i fatidici 18 anni. Fremevo dal desiderio di cazzo che mi rodeva dentro. Ho sempre desiderato fare conoscenza ravvicinata coi cazzi quindi mi sono deciso ed ho cominciato ad andare in una zona boscosa ai margini della mia città dove era notorio che si batteva.
Sono un bel ragazzo, almeno per tutti coloro che amano il genere. Piccolino, magro, senza troppi peli, solo un leggero velo sulle gambe e sul culetto, oltre al pube ed alle ascelle, naturalmente. Sono liscio e vellutato come la seta, mi dicono, e non sento il bisogno di coprirmi di tatuaggi. E’ così che piaccio. Comunque sono tonico ed ho i muscoli rinforzati perché faccio danza ritmica, che è come la ginnastica ma più armoniosa.
Insomma, due anni fa mi decisi ed andai lì. Non mi fu difficile trovare qualcuno che mi ficcasse in bocca la mazza per farsela succhiare. Certo, all’inizio non ero molto pratico, ma l’odore ed il sapore della minchia, benché sempre diverso, mi ha inebriato subito, così come subito ho ingoiato il risultato del mio lavoro. Trovo indescrivibilmente appagante assaporare un cazzo, baciarlo, leccarlo lentamente mentre pian piano si gonfia, si indurisce, prenderne in bocca la cappella, succhiarla e leccarla, sentire i gemiti e gli inviti a continuare. Ne ho visti di tutte le forme, di tutte le dimensioni, di tutti i colori.
Sapere poi che molti di loro sono sposati, che hanno dei figli, magari della mia stessa età, è molto eccitante, ma non penso affatto che siano il surrogato di mio padre. Non mi pongo domande, non ho nessun dubbio. Mi piace e piace anche a loro così. Farlo affondare nella mia bocca, bagnarlo della mia saliva, gustarne il sapore. Quando senti che sta per venire, abbandonarlo e passare a leccare le palle pelose. Amo il pelo. I maschi, più sono pelosi e più li adoro. Torno poi alla cappella. Mi ingozzo più che posso di quel bastone nodoso. Mi soffoco. Vado su e giù aggrappato alle loro cosce, a contatto dei peli. Infine mi dedico con tutta la passione, con bocca e mano, a segarli vertiginosamente fino a condurli in un cielo di piacere, fino a farli esplodere dentro di me, fino a farli precipitare in un orgasmo che sembra loro interminabile e che si dimentica di me. Perché io, a quel punto, sono solo un buco dove scaricare tutte le tensioni, tutti i problemi, tutti i fastidi della giornata. Ed io ingoio, ingoio, ingoio, ingoio fino all’ultima goccia, che lappo con la lingua protesa, tra i fremiti del maschio, che finisce di svuotarsi le palle dentro una così dolce ed “innocente” pompinara.
Come ho detto, sono due anni che mi dedico a questo delizioso passatempo e devo dire che ne ho ingoiata a litri di sborra. Qualche volta mi è capitato che qualcuno mi ha chiedesse se volevo essere inculato, ma io ho sempre declinato l’invito perché… Chi lo sa perché. Forse perché volevo concedermi la prima volta solo all’uomo dei miei sogni. Al maschio perfetto per me. Si, perché, nonostante non ne posso fare a meno e di cazzi ne abbia visti e gustati tanti, io ho il mio maschio ideale.
Ogni volta che ero solo a letto, nella mia stanzetta, ed anche se avevo appena succhiato tre o quattro cazzi, mi concentravo sul sapore che mi rimaneva in bocca, mi infilavo il solito flaconcino di deodorante su per il culo e mi masturbavo, immaginandomi di essere preso con la forza da un maschio maturo e deciso, alto, peloso, brutale, uno che finalmente non mi chieda se voglio e che me lo sbatte dentro senza tanti preamboli.
Ebbene, l’estate scorsa l’ho trovato. Come al solito, facevo un giro di perlustrazione nel bosco e l’ho visto. Addossato ad un albero, sui 45-50 anni, muscoloso, con la barba non fatta da qualche giorno sovrastata da due baffi molto folti, brizzolati, come anche il pelo che fuoriusciva dalla camicia aperta. Aveva l’aria di essere un operaio od un carpentiere. In testa no, era pelato, forse rasato. Si era aperto i pantaloni, calati assieme ai boxer fino a metà coscia, e stava menandoselo lentamente.
Sono rimasto bloccato da quella visione celeste. Lo guardo, lui mi guarda e mi mostra il pisello pronto all’uso, con lo sguardo duro, senza un sorriso, da maschio in fregola che non aspetta altro che usarti per scaricarsi le palle. Mi avvicino e subito mi mette la sua grossa mano callosa sulla testa per farmi abbassare. Non c’è bisogno di forzarmi e subito mi trovo al cospetto di un Signor Cazzo. Enorme, già abbastanza duro, venoso, che spuntava da una foresta di pelo ed accompagnato, in basso, da una grossa sacca pendente, che prometteva una bella quantità di succo virile. Profumava di uno che era stato al lavoro tutto il giorno, di sudore, di urina, di selvaggio.
“Apri la bocca e succhia”, mi dice perentorio e con voce profonda. A quel punto non ho capito più niente. Ho cominciato a leccare, succhiare, pompare, smanettare mettendoci tutto l’impegno e la migliore arte che avevo appreso. Mi slargavo le labbra attorno a quel tronco fantastico ma non arrivavo ad ingoiarne più di metà. Era enorme e sempre più duro. Lo sentivo fremere ed incitarmi.
“Succhia, succhia piccola puttana. Si, brava, così, si. Cazzo, sei proprio brava. Ahhh, siii, cazzooo”.
In quei momenti mi piace essere trattato così. Ero certo che, questione di poco, avrebbe eruttato la sua crema. Una colata di fantastica crema. Mi preparavo ad ingoiarla tutta. Ma mi sbagliavo.
“Alzati e girati, voglio scoparti il culo, troia”.
Era l’uomo dei miei sogni. Finalmente avevo trovato a chi regalare la mia verginità. Eppure, proprio in quel momento che stavo aspettando da tanto, qualcosa mi fermava. Era troppo grosso, non sarebbe mai entrato nel mio piccolo buco, ed aveva l’aria di essere piuttosto violento. Senza aspettare una mia risposta, con forza mi sollevò, mi girò contro l’albero, mi abbassò i pantaloncini. Ho cercato (od ho fatto finta) di divincolarmi, di allontanarlo, di resistergli ma era troppo forte. Lo respingevo eppure lo desideravo.
“No, lasciami, non voglio. Lasciami”, ripetevo.
Mi schiaccia contro il tronco. “Stai zitta troietta, ché non aspetti altro. Che bel culetto che ti ritrovi! Vedrai adesso come te lo aprirò bene”.
“No, lasciami”. Intanto un paio di uomini si erano avvicinati a vedere quella scena, eccitati, coi cazzi duri in mano.
“Dai, sbrigati, rompigli il culo”. “Dai, spaccalo”. “Fagli capire chi comanda”. Lo incitavano.
Mi ha afferrato da dietro per il busto stringendomi a sé. Era così alto che mi sovrastava di buoni trenta centimetri. Mi ha girato di nuovo mettendomi davanti ad uno di loro e mi ha piegato in avanti. “Tenetelo fermo”. Così fui bloccato e, per quanta forza ci mettessi, non riuscivo a scappare, o forse non volevo.
“Allora, lo vuoi o non lo vuoi?”, ma era una domanda retorica. Mi randellava la sua nerchia sulle chiappe dure. Me le ha allargate coi pollici rugosi, ha sputato un grosso grumo di saliva sul mio buchino vergine ed un altro nella sua mano per lubrificarsi la mazza, me l’ha puntata sull’ano.
“Lo vuoi o non lo vuoi?” ha ripetuto. Tanta era la voglia che infine ho ceduto. “Siiii” ho detto con un filo di voce tremante e indecisa.
“Lo sapevo. L’ho capito subito che sei una cagna nata. Tu, tappagli la bocca” e subito quello che mi stava davanti mi ha piantato la sua mazza in bocca tenendomi saldamente la testa.
Una spinta decisa e, come per incanto, la grossa cappella si è fatta strada spaccandomi lo sfintere. Lo desideravo e, forse per questo, non mi ha fatto tanto male ma ho continuato la farsa. Ho urlato ma il suono è uscito attutito. Una serie di altre spinte ed in poco tempo tutto mi è stato sprofondato dentro. Ho sentito i duri peli del suo inguine che mi raschiavano. Non potevo crederci. Ero completamente impalato ma non sentivo più dolore, solo piacere. Un enorme piacere che dal culo mi si irradiava fino al cervello. Ho gemuto, ho inarcato la schiena, dalla mia bocca ostruita si è sentito uscire un “Siii, fottimi, sfondami”, più deciso di prima.
Invece lui lo ha tirato fuori. “No, nooo, dammelo, dammelo, tuttooo”.
Non dovevo insistere oltre. Mi ha afferrato saldamente per i fianchi. La mia vita è talmente stretta e le sue mani talmente grosse che i suoi pollici si toccavano. Senza nessun riguardo, mi ha svangato con colpi ben assestati, secchi, ripetuti, cadenzati. Mi sventrava con forza squartandomi senza tregua sotto gli occhi bramosi degli altri due. Sentivo le sue grosse palle che rimbalzavano con uno schiocco ad ogni affondo. Sentivo il suono metallico della sua fibbia che cadenzava il ritmo. Non ha avuto pietà e non ne volevo. Sadico. Sapeva di farmi male. Aveva capito che mi piace essere preso con la forza. Godevo, ormai godevo senza vergogna, e lui continuava ancora più veloce.
A quel punto, a quella vista, l’uomo che avevo in bocca non ha resistito oltre e mi ha esploso il suo abbondante carico in gola, rantolando. Inghiotto. Ho la bocca impastata. Quasi simultaneamente l’altro mi lava il viso col suo sperma viscido e caldo. Mi sono sentito la più infima delle puttane e non ho resistito, sono venuto anche io fremendo come una femmina in calore.
Lui continuava a straziarmi le viscere che non facevano più alcuna resistenza. Si sono adattato a quell’ingombrante intruso. Ho la bocca libera ma non grido, invece gemo di piacere. Mi sento completamente posseduto da un maschio insaziabile. Mi solleva il busto stringendomi a sé e mi sussurra all’orecchio: “Cazzo, troia, hai un culo fantastico. Sto per godere, sto per venirti dentro, te lo riempio di sborra, cagna”. Mi ha messo un suo grosso dito in bocca che io ho immediatamente succhiato. Una serie di grida selvagge hanno coperto i mei gemiti ed un copioso clistere di sperma mi ha completamente saturato le budella. Gli schizzi erano talmente potenti che mi è sembrato di sentirne il sapore in bocca che superava di intensità quello che avevo appena bevuto. Rantolando a lungo come un animale ferito ha finito di svuotarsi i coglioni abbrancandomi fin quasi a stritolarmi. Sentivo il suo ansimare all’orecchio, la sua saliva che mi bagnava il collo, il suo cuore che batteva all’impazzata sulla mia schiena.
Siamo stati così per alcuni minuti. Quando tutto era decisamente finito ed il suo cazzo andava ammosciandosi, lo ha sfilato fuori lentamente e si è appoggiato all’albero per riprendere fiato. Finito lo spettacolo, i due spettatori si sono dileguati. Col culo sfasciato che grondava sborra, mi sono girato ed ho visto il suo uccello ancora barzotto tutto lucido di sperma, dei miei umori anali, di sangue. L’ho guardato, mi ha guardato intensamente. Su quel volto duro è apparso un leggero sorriso. Mi ha accarezzato con dolcezza i capelli e mi ha stretto a sé, affondandomi il viso nel folto pelo del suo petto.
“Grazie, cucciolo. Ti giuro che non ho mai goduto così tanto”.
“Sono io a doverti ringraziare. Ho sempre sognato di essere sverginato così come hai fatto tu”.
“Ti ho sverginato? Davvero? Scusami, ho perso la testa. Devo averti fatto proprio male. Mi piaci tanto, mi sei piaciuto subito. Mi hai fatto infoiare di brutto. No, in verità, ad un certo punto penso di aver capito qualcosa ma ormai era troppo tardi, non potevo più fermarmi e mi sono lasciato trascinare dal mio egoismo. Un mio amico mi ha detto che coi froci si gode di più. Stasera ero proprio pieno ed ho voluto provare ed aveva proprio ragione”.
“Quindi per te è stata la prima volta con un maschio?”
“Si, già, è vero, anche per me è stata un’iniziazione”. Mi ha guardato ed accarezzato ancora la tempia. Sentivo la presenza della sua fede al dito. “Perdonami, ma adesso devo proprio tornare a casa da mia moglie. Però voglio rivederti al più presto”.
“Per me andrebbe bene anche domani, ma per come mi hai ridotto il buco, credo che dovremo aspettare qualche giorno per farmi rimettere a posto. Però… beh, però posso sempre soddisfarti di bocca”. Ha sorriso di nuovo.
“Che angioletto perverso che sei. D’accordo, ci sentiamo domani e ci organizziamo”.
Ci siamo scambiati i telefoni. Finalmente avevo trovato un uomo, un fior fiore di maschio, il mio maschio.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma non mancate di godervela il più possibile. Buona sega a tutti).
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