Gay & Bisex
Ti preparo un caffè...
di jeepster
27.11.2013 |
18.833 |
9
"Fecero l’amore per ore, in tutti i modi possibili; alla fine lui disse a Stefano: «Ma non dovevi offrirmi un caffè?»
«Hai ragione - rispose - vado a..."
Col passare del tempo aveva smesso di pensare a Stefano; restavano quegli sporadici e poco significativi scambi di battute o “mi piace” su facebook ma niente di più. La vita aveva ripreso il suo fluire abituale, anche certe piccole scelte quotidiane non erano più influenzate dalla sua "presente" assenza.
Non doveva più ricordarsi di chiamarlo nei momenti in cui poteva rispondere liberamente; non doveva cercare più di tenersi disponibile il sabato o la domenica, nel caso lui avesse avuto intenzione d’incontrarsi; neanche c’era più bisogno di pensare a qualcosa di simpatico o spiritoso o brillante da scrivere su gli sms che gli mandava durante il giorno.
Nella folta galleria degli incontri che aveva avuto, gli aveva assegnato un posto nella sezione che Fiorella Mannoia avrebbe chiamato: “chi mi è solo sembrato”, facendosene una ragione.
Poi una sera, mentre stava cenando gli arrivò un sms; diede un’occhiata distratta per vedere chi glielo avesse mandato e lo stupore fu grande quando nonostante la sua difficoltà nel leggere senza occhiali riuscì a decifrare il nome del mittente: Stefano.
Il cuore iniziò a battergli all’impazzata; in pochi secondi gli passarono nella mente decine di possibili ipotesi e motivazioni per quel messaggio.
Andò lesto a recuperare gli occhiali che aveva lasciato nell’altra stanza e tutto emozionato lo aprì. C’era scritto soltanto: “Ci sei?”.
Beh, “soltanto” per modo di dire, perché in virtù di quello che si erano detti in precedenza, quella domanda aveva un significato molto più ampio: voleva dire che finalmente si era deciso ad aprire quella porta della sua mente tenuta ben serrata a causa delle sue paure e indecisioni; voleva dire che si sentiva pronto a lasciarsi andare.
Così con le dita tremanti per l’emozione, a quel semplice “Ci sei?” rispose con un altrettanto semplice: “Sì, sono ancora qua fuori”.
Dopo qualche decina di secondi arrivò un altro messaggio di risposta che diceva: “Dai, entra… Ti preparo un caffè”.
La lettura di quelle parole gli fece arrivare il cuore in gola e continuarono a risuonargli nella testa per tutto il tempo che ci mise a compiere in macchina il tragitto di circa 20 km per arrivare a casa di Stefano.
Suonò il campanello e lui aprì quasi istantaneamente, come se lo stesse aspettando proprio dietro l’uscio.
Senza dire una parola si abbracciarono, entrambi visibilmente emozionati e si scambiarono subito un lungo e appassionato bacio.
Le mani iniziarono a frugare e ad accarezzare l’uno il corpo dell’altro; dapprima la schiena, poi i glutei; fu Stefano il primo a mettere la mano in mezzo alle gambe del suo amico per toccargli il sesso, sentendone così la già prorompente erezione.
La percezione di quell’evidente desiderio glielo fece indurire a sua volta, fino a al punto che gli sembrò che stesse per scoppiare quando la mano dell’altro ci si posò sopra per poi iniziare a sbottonargli la patta.
A quel punto cominciarono a spogliarsi a vicenda mentre si dirigevano verso la camera da letto.
Già nudi entrambi, distesi sul letto si abbracciarono di nuovo e ripresero a baciarsi, ad accarezzarsi e a leccarsi ovunque.
Fecero l’amore per ore, in tutti i modi possibili; alla fine lui disse a Stefano: «Ma non dovevi offrirmi un caffè?»
«Hai ragione - rispose - vado a prepararlo………… e poi ricominciamo».
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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