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DA SOTTO IL LETTO


di jeepster
11.06.2014    |    26.511    |    22 9.7
"A un certo punto però sentii Matteo chiedere a Luca: «Ti si è drizzato? Dai, fammi vedere… anche il mio è già al massimo! » e subito dopo, nonostante la..."
Entrai in camera di mio fratello (di tre anni maggiore di me), sapevo esattamente dove teneva i soldi così andai dritto ad aprire il cassetto in basso nella prima anta a destra del suo armadio; sotto ad una piccola pila di fazzoletti di cotone c’era una mazzetta di banconote da 20 e 50 euro, “Il suo fondo cassa per le emergenze” pensai, non mi ero mai preso la briga di contarli ma saranno stati più o meno 500 o 600 euro al massimo.
Presi una banconota da 20, ce l’avrei rimessa venerdì, quando papà mi avrebbe dato la paghetta della settimana. Avevo appena richiuso l’armadio quando sentii la porta d’ingresso aprirsi e richiudersi e la voce di Matteo, mio fratello, che parlava con qualcuno ed entrambi ridacchiavano. “Cazzo – pensai – e adesso che faccio? Cosa gli racconto? Come gli spiego la mia presenza in camera sua?”.
Non potei fare altro che ficcarmi sotto al suo letto e sperare di non essere scoperto.
La coperta che faceva da copriletto arrivava a circa 10-15 centimetri da terra e così da là sotto potei vederlo quando entrò; era insieme a Luca, suo amico e collega di lavoro al call center.
Appoggiarono entrambi i loro zainetti sulla poltrona vicino alla finestra e Matteo andò ad accendere il computer sulla sua scrivania; poi chiese a Luca: «Che facciamo? Cominciamo subito o vuoi che ti offro qualcosa prima? ».
«Ma siamo soli in casa? Tuo fratello non c’è? »
«Credo di no, sennò quel coglione sarebbe già venuto a rompere e a vedere con chi sto… però aspetta che controllo» e così dicendo riaprì la porta della sua camera e ad alta voce mi chiamò: «Andrea! Testadicazzo, sei in casa? » non ottenendo alcuna risposta richiuse la porta e rivolto all’amico disse: «Che ti avevo detto? Non c’è nessuno, possiamo stare tranquilli… oggi dovrebbe essere il suo giorno di palestra e i vecchi non torneranno prima delle otto».
Si ricordava bene l’imbecille, era il mio giorno di palestra ma avevo dovuto rinunciare perché era il compleanno di Debora, la mia fidanzata, e i 20 euro mi servivano per farle un regalino.
“Che situazione del cazzo! Adesso chissà per quanto mi terranno bloccato qua… andrà a finire che non farò in tempo ad andare a comprare il regalo e farò tardi all’appuntamento”.
Intanto Matteo si sedette alla scrivania mentre Luca prese uno sgabello e gli sedette accanto.
«Dai, tira fuori tutto! » disse Matteo all’amico.
“Ma cosa avevano in mente di fare? Cos’era tutta questa circospezione?” mi domandai.
«Cazzo! Son rimaste solo due cartine! – esclamò Luca – vabbè me le farò bastare».
“Due cartine? ecco cosa son venuti a fare: si vogliono fumare una canna!... Non sapevo che Matteo fumasse, non fuma neanche le sigarette… speriamo che si sbrighino a farsela ed escano subito, così potrò uscire da qua sotto”.
Matteo andò ad aprire la finestra tenendola socchiusa, poi fece partire una selezione di musica reggae sul computer mentre Luca rollava il joint.
«Stavolta voglio provare a fare qualche tirata in più, così vedo se davvero ci si prova più gusto a farlo» sentii dire da Matteo.
«Sicuro, non c’è paragone… se riesci a non farti uscire i polmoni dalla bocca e gli occhi dalle orbite vedrai che il piacere è assai più intenso» aggiunse Luca.
“Ma di cosa stanno parlando?... una canna è una canna, l’ho fumata diverse volte anch’io, cos’è questo piacere più intenso?”.
Sentii il rumore dell’accendino e subito dopo l’inconfondibile profumo di “erba”, poi Luca che disse: «Non hai qualcosa da vedere mentre fumiamo? ».
«Ah sì, certo… questo l’ho scaricato stanotte, non so se l’hai mai visto, eccolo, s’intitola “Infinite penetration”, ci sono certe scene che te lo fanno arrivare in gola! Ah ah ah ah ah… » rispose Matteo.
La musica reggae non cessò ma ogni tanto sentivo i due esclamare ed ammiccare e mio fratello che ogni tanto tossiva leggermente…
“Questi due sono di una banalità desolante – pensai – musica reggae e un video porno mentre si fanno una canna… non ci trovo nulla di speciale”.
A un certo punto però sentii Matteo chiedere a Luca: «Ti si è drizzato? Dai, fammi vedere… anche il mio è già al massimo! » e subito dopo, nonostante la musica in sottofondo, riuscii a sentire il rumore delle cinghie che si slacciavano e delle zip che scorrevano.
“Ecco qual era il gusto maggiore di cui parlavano!... Adesso si fanno pure una sega” pensai.
La cosa cominciò ad incuriosirmi e così provai a sporgermi un po’ per migliorare la mia visuale da sotto il letto. Sebbene mi voltassero le spalle vidi chiaramente che ognuno aveva allungato una mano in mezzo alle gambe dell’altro.
“Cazzo! Questa sì che è una novità: si stanno segando a vicenda!... Ma sono entrambi fidanzati! Chi se lo sarebbe mai aspettato?” non riuscivo a credere a miei occhi.
“E così il mio fratellone non solo si fa le canne ma gli piace anche prenderlo in mano!... beh, la conoscenza di questi segreti potrebbe tornarmi molto utile in futuro, eh eh eh”.
Le sorprese però non erano finite. Improvvisamente tutt’e due s’alzarono in piedi e cominciarono a spogliarsi; in un minuto furono completamente nudi, si abbracciarono e si baciarono, quindi iniziarono a strofinare ritmicamente i loro bacini l’uno contro l’altro. Dopo un po’ Matteo si chinò, guardò per un attimo il cazzo di Luca completamente in tiro e già scappellato e senza esitare lo accolse nella sua bocca, iniziando a muovere la testa avanti e indietro mentre l’amico mugolava di piacere.
Rimasi a dir poco allibito, per un attimo pensai che non fosse reale quello che stavo vedendo, forse stavo sognando; vedere mio fratello completamente nudo col cazzo dritto che succhiava quello di un suo amico era una scena a cui mai avrei pensato di assistere, eppure era esattamente quello che avevo davanti ai miei occhi.
A un certo punto Luca gli prese la testa per farlo smettere come se stesse per venire e non volesse ancora; allora Matteo si alzò, lo prese per un braccio e dirigendosi verso il letto disse: «Vieni, fammi assaggiare il tuo buchetto, vediamo se stavolta ci provo più gusto». Luca lo seguì senza dire niente, come se esistesse già un tacito accordo al riguardo.
Quando vidi Matteo venire dalla mia parte mi si gelò il sangue, per un attimo ebbi il terrore di essere scoperto; si distesero sul letto, qualcuno sputò (sicuramente mio fratello, per lubrificare il buchetto del suo amico), poi Luca dapprima lo sentii emettere qualche lieve gemito di dolore ma poi degli inequivocabili mugolii di piacere, mentre erano sicuramente di Matteo quei respiri un po’ rauchi.
«Cazzo che goduria, hai un buco da favola… non ho mai provato tanto gusto a fottere… neanche con Noemi! » era Matteo che parlava.
«Continua così, pure io sto godendo da matti, non fermarti Matte’ sto per sborrare » disse Luca.
«Sì ma attento a non sporcare, anch’io sto per venire… »
«Certo, vienimi dentro, fammi sentire la sborra calda che mi riempie»
Dopo pochi secondi ci fu un grugnito e una specie di grido soffocato di Matteo e un prolungato “AAAAAhhhh” di Luca, quindi il movimento dei due corpi si arrestò, così pure il cigolio del letto su cui stavano.
Passò qualche minuto, li sentivo ansimare entrambi, poi Matteo scese per andare a prendere una confezione di fazzolettini di carta dal suo zainetto; richiuse la finestra e quando tornò indietro mi ritrassi più che potei trattenendo il respiro.
La selezione musicale dal computer si era fermata e nel silenzio totale sentii il rumore della carta strofinata sulla pelle; l’operazione durò un bel po’, soprattutto perché Luca doveva ripulirsi anche dalla sborra che gli aveva schizzato nel retto mio fratello; poi anche lui scese dal letto ed entrambi raccolsero i loro indumenti e si rivestirono.
Mentre cercava di dare una stirata al copriletto, Matteo commentò: «Cazzo Lu’, è proprio vero che c’è più gusto a farlo dopo aver fumato, non avevo mai goduto così»
«Eh sì, lo dovremmo fare più spesso, è troppo bello sballare e poi scopare, peccato che è un po’ difficile trovare occasioni come questa» aggiunse Luca.
«Non ti preoccupare, vedrai che presto lo rifacciamo» così entrambi presero gli zainetti poggiati sulla poltrona e uscirono dalla stanza.
Anche dopo che ebbi sentito la porta dell’appartamento richiudersi restai là sotto ancora per un po’, nell’eventualità che potessero tornare indietro se si fossero scordati qualcosa; in quel frangente mi resi conto di essere piuttosto eccitato; il mio cazzo era in piena erezione, così mi sbottonai la cintura, tirai giù la zip e me lo cacciai fuori dalle mutande. Mi feci una ricca sega ripensando alla scena che avevo visto e a quello che avevo sentito.
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