Gay & Bisex
La troietta del Signor Antonio
di Faber77
15.01.2025 |
8.026 |
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"Avere tre maschioni che si dedicavano al mio orgasmo fu un esperienza mistica: non appena sentii il cazzo del signor Antonio che pulsava il suo seme dentro di..."
Avevo un lavoro, una macchina, tanti amici e una fidanzata che mi trombavo allegramente... insomma avevo una vita soddisfacente, ma soprattutto ciò che riempiva la mia vita era il rapporto con il signor Antonio.Ci vedevamo mediamente una volta al mese, pochi convenevoli e si andava dritti al punto: amavo farmi scopare dal grosso arnese di quel vecchio, sentirlo muoversi dentro di me e farmi riempire il buco del culo dal suo liquido caldo, mentre le sue mani callose masturbando il mio modesto cazzetto, mi provocavano intensi orgasmi.
Antonio mi chiamava la sua troietta, e così mi faceva sentire ogni volta che andavo da lui; questo trattamento era un po' degradante, ma non riuscivo a farne a meno.
Un bel giorno, nel periodo natalizio, mi disse che aveva organizzato una bella festa in mio onore, con dei suoi amici: io sarei stato l'invitato speciale.
Li per li non sapevo proprio cosa rispondere e così presi tempo.
Quella sera però, nella solitudine della mia cameretta, non riuscivo a calmarmi: il pensiero di avere tutti questi cazzi intorno, che volevano usare me, il mio corpo e la mia mente, per il solo scopo di ricoprirmi e riempirmi di sborra, non riusciva a farmi prendere sonno. Così il giorno successivo andai da Antonio e accettai l'offerta.
La sera della festa, dopo essermi lavato accuratamente andai a casa del signor Antonio. Mi fece entrare e mi presentò i suoi amici: Giovanni un ex muratore con una grossa pancia e delle curiose basette bianche e Mario un direttore di banca magretto, un po' stempiato.
Ci fece accomodare su divano e stappammo qualche bottiglia di vino, stuzzicando degli aperitivi.
Ad un certo punto il signor Antonio mi chiamò in cucina, mi fece spogliare completamente e mi riaccompagnò in sala; mi presentò nuovamente davanti ai suoi due amici: "Ecco qui la mia troietta, per voi". Poi mi spinse verso il divano dove stavano i due froci allupati.
I due poggiarono i loro bicchieri e cominciarono a toccarmi, soprattutto insistendo sulle mie chiappe e sull'uccello.
Ovviamente non seppi resistere a questo trattamento ed il mio cazzo cominciò ad inturgidirsi.
Ai due pervertiti non parve vero di aver provocato tanta eccitazione e si misero subito all'opera: il primo segandomi l'uccello ed il secondo infilandomi il dito indice nel culo.
Girai lo sguardo verso la poltrona e vidi Antonio: era sdraiato, completamente nudo, che si toccava il cazzo già eretto.
Mi fiondai subito su di lui prendendo in bocca quell'attrezzo che riempiva la mia vita di ventenne. Dedicai a lui qualche minuto, mentre i due si spogliavano e si mettevano comodi sul divano, lasciando uno spazio libero tra di loro.
Mi alzai ed andai in mezzo agli amici di Antonio, presi i loro cazzi, un per ogni mano ed iniziai a segarli; apprezzarono molto, ringraziando il loro ospite per l'invito.
Mi misi a succhiare il cazzo del signor Giovanni (il muratore): non era molto lungo ma era proprio largo, peloso come quello del mio amante segreto e con una larga cappella, sulla quale insistevo con la lingua. Giovanni mi prese la testa e iniziò a muovermela a ritmo; lasciai per un momento il cazzo di Mario per dedicarmi completamente al signor Giovanni. L'enorme pancia del muratore ostacolava un po' i miei movimenti, ma cercavo di fare del mio meglio per soddisfare quell'omaccione.
Non volevo però trascurare il mio secondo nuovo amico e così mi spostai da Giovanni e mi misi a succhiare il cazzo di Mario: era lungo e stretto, leggermente incurvato sulla destra, profumato. Mi piaceva parecchio perché era molto reattivo; ad ogni leccata un po' più profonda delle altre pulsava con nuova energia.
"Mettiti in ginocchio tesoro": mi chiese il signor Antonio. Obbedii, e in men che non si dica i tre mi circondarono, con i loro cazzi all'altezza della mia testa. Presi in bocca l'attrezzo del signor Antonio e con le mani afferrai, masturbandoli, gli altri due: non appena sentivo l'eccitazione venire meno in uno dei miei tre manzi, mi dedicavo al suo arnese con la bocca, fino a che non sentivo nuovamente il vigore scorrere nelle vene.
Dopo qualche minuto di esercizio capii che solo così non sarei riuscito a soddisfare nessuno.
Andammo in camera da letto, mi misi subito a pecorina, aspettando di venire inculato da uno dei tre.
Iniziò, con mio piacere, Mario, che aveva il diametro più sottile, fu molto attento, mi infilò piano piano, con delicatezza, in pochi colpi mi riempì il culo con il suo latte caldo che sentivo colare in mezzo alle cosce.
Poi fu la volta del Signor Giovanni, il suo cazzo tozzo non voleva saperne di entrare nel mio stretto orifizio, così Antonio andò a prendere dell'olio e con le dita allargò per bene il mio buco.
Il signor Giovanni alla fine riuscì nel suo intento e mi infilò con forza; il muratore non aveva la delicatezza di Mario; dei tre era quello che meno mi piaceva, ma era anche quello più assatanato, la sua pancia contro la mia schiena mi dava un senso di fastidio, ma il suo cazzo dentro il mio culo si sentiva eccome, e questo sopperiva la mancanza di attrazione. Dopo qualche tempo anche il signor Giovanni si sfogò completamente; il quantitativo di sborra del muratore era molto di più di quello di Mario, sentivo gocciolare il seme dal culo, attorno alle mie palle e lungo l'asta del mio cazzo turgido.
Infine toccò al Signor Antonio: il suo uccello era per me una sicurezza, lo riconobbi subito tra le mie chiappe, i suoi colpi intensi e profondi erano per me motivo di grande eccitazione, non esitai quindi a prendere il mio uccello in mano, con l'intento di masturbarmi fino a venire, mentre Antonio mi martellava. Mario si accorse della cosa e capì le mie intenzioni. Da buon amante del latte appena munto, si sdraió sotto di me e si mise il mio cazzo in bocca; gentilmente il Signor Giovanni iniziò a segarmi mentre Antonio da dietro continuava ad infilarmi a dovere.
Avere tre maschioni che si dedicavano al mio orgasmo fu un esperienza mistica: non appena sentii il cazzo del signor Antonio che pulsava il suo seme dentro di me, venni istantaneamente, con un urlo liberatorio.
È vero, quella sera ero stato la loro troietta, ma, in compenso, avevo avuto l'orgasmo più intenso e liberatorio della mia vita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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