Gay & Bisex
Lo zio del mio amico mi sfonda e mi presta al suo amico
di pirlino
12.09.2023 |
27.473 |
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"Mi ripete a un certo punto di aprire bene la bocca..."
Ero cotto di uno zio di un mio amico di classe e spesso ero a casa sua perche' lui era sempre li' a visitare la sorella, mamma di Giacomo, amica di mia madre. Ogni volta che lo vedevo, subito dopo correvo in bagno e mi facevo delle belle seghe pensando a lui. E poi avevo la sensazione che anche a lui piacesse il mio culetto da sbarbatello perche' piu' volte lo avevo beccato a guardarmi il didietro. Quindi appresi con molta eccitazione la notizia che la nostra famiglia avrebbe passato la domenica a casa di Giacomo, che avrebbe festeggiato il suo compleanno. Ero eccitato perché sapevo che ci sarebbe stato suo zio, Alessandro, quarantenne abbronzato alto un metro e novanta con un fisico scolpito da anni di dura palestra. Era estate, ciò significava che avremmo festeggiato il compleanno in giardino, dove c'era una piccola piscina e non vedevo l'ora di vederlo nuovamente in costume. Si metteva sempre degli slippini che esaltavano non solo il suo culo ben proporzionato e scolpito, ma faceva notare un rigonfiamento davanti che destava attenzione e mi metteva l'acquolina in bocca.Appena arrivammo lo vidi di schiena, una schiena enorme e muscolosa. Bastò a farmelo venire duro, tanto che dovetti entrare in piscina per non far vedere la mia erezione. Rimasi in acqua per molte ore, giocavo con Giacomo e nel mentre davo qualche sbirciata ad Ale, che stranamente sembrava si stesse mettendo in mostra. Non gli diedi troppo peso, perché pensai fosse abituato a farlo con quel fisico.
Rimasi da solo in acqua e verso il tramonto mi diressi dentro casa in bagno per vestirmi per la cena. Gli altri invitati avevano cominciato a stuzzicare qualcosa e non volevo rimanere a bocca asciutta. Entrai in casa ma il bagno era occupato, quindi per fare prima mi diressi a quello del cucinone della casa che si trovava al piano interrato. Arrivai e bussai. Sentii dire "Occupato!". Era Ale. Fui subito preso dall'eccitazione, quindi cercai di andarmene, ma sentii il rumore dello sciacquone e la porta che si apriva. Me lo trovai davanti, in un piccolissimo antibagno, in tutta la sua grandezza, mi sentivo una formica.
"Scusami, dovevo fare una bella pisciata"
"Tranquillo" - dissi, ma ero incantato dai suoi pettorali e addominali e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. "Come va? Ti stai divertendo?" disse
"Sì, in acqua si stava proprio bene" scherzai, ma visibilmente in imbarazzo.
Nel mentre lui non si schiodava da lì e non mi accorsi che il mio cazzo era eretto e la punta della cappella fuoriusciva dal mio costume. Invece Ale abbassò gli occhi e lo notò. Rimase per un attimo in silenzio. Io feci per coprirmi e per andarmene, ma mi disse che non dovevo preoccuparmi. "Senti, puoi entrare un attimo in bagno che volevo farti vedere una cosa?" mi chiese all'improvviso. Io ormai in preda al suo fascino faccio come mi dice. Entro e Ale chiude la porta. "Sai ho visto come mi hai guardato tutto il pomeriggio"
"E come ti ho guardato?" "Non saprei, è come se volevi qualcosa da me"
Senza mezze parole gli risposi: "beh... in realtà sei tu che tutto il pomeriggio hai fatto di tutto perché io ti guardassi"
Rimase in silenzio tra il sorpreso e il soddisfatto. Poi disse: "Allora, vuoi vedere cosa ho in serbo per te?" e si abbassa gli slippini.
Avevo avuto, all'epoca, già altre esperienze di pompini e di scopate, ma non mi era mai capitato un cazzone maturo di 21 cm come quello, bello venoso e pure spesso. Rimasi a bocca aperta e in quel bagno così piccolo mi sentii dominato dalla sua forza. Con la sua mano destra se lo scappellava e sembrava ancora che crescesse. Completamente depilato, come tutto il suo corpo, aveva anche due palle belle enormi. "Ti piace?" chiese.
Mi aveva in pugno. Mentre gli facevo di sì con la testa, mi avvicinai e feci per prendere il suo cazzone nella mia mano, ma la ritrassi. "Toccalo!" mi comandò, mentre prendeva la mia mano e me la metteva sul suo cazzone.
Caddi in ginocchio dopo quel suo comando e dopo averlo segato e scappellato un paio di volte mi dice di succhiarlo. A 17 anni avevo preso cazzi, ma mai un cazzone come quello. Poi mi disse di aprire bene la bocca e cominciai a lavorarlo. Con la lingua saliva su e giù, poi gli leccavo la cappella e poi lo ingoiavo due o tre volte. E ricominciavo.
A un certo punto lo stavo lavorando come una vera troia. Non avevo paura di farmi sentire, perché tanto non sarebbe venuto nessuno laggiù, erano tutti a cena. Mi ripete a un certo punto di aprire bene la bocca. Non capii perché, dato che dai suoi gemiti sembrava gli piacesse il mio lavoro. Aperta, mi mise le mani dietro la nuca e bloccò il mio movimento. Iniziò a scoparmi la bocca fino a quasi soffocarmi. Sentivo il suo cazzone fino all'ugola, me lo pompava sempre più forte. Si fermava e poi ricominciava più forte di prima. Finché non venne e mi riempì tutta la bocca.
Ingoiato tutto, anche se stavo per soffocare, mi diede un lungo bacio. E mi chiese se volevo continuare. Dissi di si, e anche se ero un po' spaventato da quel cazzone ero troppo eccitato per pensarci. Quindi mi fece appoggiare a pecora sul lavandino e comincia a sditalinarmi e a leccarmi l'ano. Era estasiante, nel mentre si toccava il suo cazzone, che era rimasto quasi come prima. "Sei pronto?" mi chiese dopo un po'.
Gli faccio un cenno con la testa e lui mi sputa sul buchetto e sul suo cazzone. Comincia a infilarmelo. Sento che mi sta un po' stretto ma sento anche che lo eccita sentire un buco ancora così stretto che poteva slabbrare. Io ero troppo eccitato per sentire dolore e il mio cazzo era di nuovo rigido. Così inizia a pomparmi senza pietà. Io ansimavo forte e lui come un toro continuava a chiavarmi. Mi avrà pompato per 5 minuti. E a un certo punto mi prende forte per il collo e accelera.
"Ora sei la mia troia" continuava a ripetere "ora sei mia e io sono il tuo signore, devi fare tutto quello che ti dico".
Dopo altri 5 minuti in cui mi aveva inculato a pecora violentemente, mentre io ansimavo rumorosamente fino a venire di nuovo, sento che il suo cazzone comincia ad arrivare il limite. Allora si stacca, mi rimette in ginocchio e si sega il suo cazzone davanti i miei occhi. "Succhiami le palle" mi ordinò.
Dopodiché mi viene in faccia. Mi dice di andare a casa sua il prossimo il prossimo sabato, che la moglie e' via con la figlia per due giorni. Ritorniamo alla cena come se niente fosse successo, ma nel mio interiore non aspettavo altro che arrivasse il sabato. Dico a mia madre che passo la notte a casa di un mio amico e corro da lui. Mi presento a casa sua alle 10 del mattino, appena entro mi porta in camera da letto e senza mezzi termini mi spoglia e mi incula essendo ancora in piedi. Poi mi sbatte sul letto e ricomincia di nuovo, dopo avermi leccato il buco del culo per una decina di minuti. Stavolta vuole che lo cavalchi, ed io faccio di tutto per accontentarlo.
Dopo una bella doccia pranziamo e subito dopo aver finito mi fa piegare a 90 sul tavolo e mi penetra di nuovo. Questa volta pero' vuole sborrarmi in bocca, e come al solito lo accontento, e poi la sua sborra mi piace, ha un buon sapore. Andiamo a letto, ho il culo in fiamme. Mi ha scopato per tutto il giorno in tutte le posizioni e dappertutto anche in doccia.
Stento a prendere sonno perché la mia rosellina è rossa ed infiammata, mi fa un po' male la pancia. Il fatto è che Alessandro ha proprio esagerato. Al mattino vado in cucina dove sta preparando la colazione ed il caffe', mi guarda sottecchi.
Lo so che cosa vuole. Mi sono infilato uno dei perizomi di sua moglie, così, per sfizio.
Vado verso l tavolo che è in mezzo alla cucina.
Mi appoggio al tavolo col petto, piegato, perfettamente a novanta gradi, sulla punta dei piedi. Sento i suoi passi, ora è dietro di me, ridacchia.
Adora quando sono ad offrirmi, quando gli porgo il culo.
Si ferma, non fa nulla, lo devo chiamare: "Dai, ti prego, prendimi".
Mi abbassa le mutandine, le lascia a metà coscia. Mi penetra, me lo sbatte nel culo tutto quanto, con un colpo solo, sono umido, entra facile. Mugolo di piacere.
Mi scopa lentamente ma con potenza, colpi forti e cadenzati. Il mio cazzo gocciola di piacere, vengo gemendo. Va avanti per molto tempo, è già venuto altre volte, all'estremo delle forze, io vorrei che non finisse mai. Invece gli esplode l'orgasmo, avverto gli schizzi che, però ormai sono deboli. Si accascia su di me, sfinito.
Poi si sposta, trascinandosi verso il bagno, rimango lì, immobile, sento il rumore della doccia. Ora mi muovo, faccio un po' fatica, le gambe sono addormentate.
Mi butto sul divano, ho ancora dentro il suo seme, Lui ritorna dal bagno e si siede.
Io, nel frattempo, rimango in mutande e gli sculetto davanti, mi avvicino, mi appresto ad aprirgli la patta dei boxer, lo voglio succhiare.
Tiro fuori il cazzone, è barzotto, lo accarezzo, lo bacio e lo lecco in punta, sa si sudore e di piscio, dopo la pisciata, eccitante. Mi ferma: “Aspetta… la sorpresa…”.
Mi blocco, non so bene cosa fare, un istante dopo qualcuno bussa alla porta.
Accidenti sono in mutande! Però mi manda ad aprire lo stesso. Apro, è Alfredo, un suo caro amico. E' lui la sorpresa! Mi osserva sorridendo leccandosi le labbra.
Penso che ci sarà da divertirsi oggi. Alfredo è un tipo veramente figo, sulla quarantina, brizzolato, barbetta d'ordinanza, alto, muscoloso e perennemente abbronzato.
E' famoso in tutto il quartiere, conosciuto come un grande scopatore di donne.
Oggi scopro che oltre alle belle donne gli piacciono anche le checchine, glabre e giovani.
Mi osserva compiaciuto mentre mi dice che era da un po’ che mi aveva adocchiato, che si vede lontano un miglio che sono una fighetta vogliosa. Io arrossisco, i suoi commenti mi lusingano. Dice anche che scoperà a lungo il mio magnifico culetto.
Alessandro ridacchia e mi domanda se mi è piaciuta la sorpresa. "Beh, si, mi piace", rispondo, poi, se lui è contento, sono contento anch’io.
Mangiamo tutti assieme, poi Alessandro ci informa che ci lascerà soli, deve andare per una commissione, per qualche ora. Mentre esce mi raccomanda di obbedire al suo amico.
Non vedo l’ora. Ora Alfredo va a farsi una doccia, sento l’acqua scorrere.
Mi chiama: “Piccolo, vieni ad insaponarmi!”. Sfilo le mutandine ed entro nella doccia assieme a lui. Ce l’ha grosso, veramente grosso, penzola giù come una proboscide.
Mentre glielo insapono cresce, cresce, cresce. Arcuato svetta verso l’altro, la cappella grande come un pugno. Oddio, come farò a farlo entrare! Abbracciati ci baciamo.
E’ alto, devo stare sulle punte dei piedi per fare combaciare i nostri cazzi. Il mio fringuello sottomisura sparisce nelle sue manone, mentre il suo, nelle mie, non ci sta.
Chiude l’acqua, usciamo fuori, mi prende in braccio e mi porta sul letto.
Il suo cazzo non mi entra in bocca, allora lui mi prende per i capelli e lo spinge dentro, quasi mi si sloga la mascella. Fa un po’ avanti e indietro, poi decide che è ora di scoparmi.
Sono alla pecorina sulle ginocchia e aspetto, respirando forte.
"Rilassati che te lo metto dentro!". In realtà non è che sono proprio rilassato, eccitato e un po' spaventato si. Alfredo fa colare della saliva fra le mie chiappe, che va a depositarsi nel buco, come vuole lui. Penetra. Si fa strada, dilatando le pareti, giù, fino in fondo.
Gemo, di dolore e di piacere. Solamente quando il suo ventre tocca il mio culo inizia a muoversi, avanti e indietro, per tutta l'incredibile lunghezza del suo membro.
Dice che vuole fare con calma, mi farà impazzire. E' vero, non capisco più niente. Anche Alessandro mi scopa bene, ma con Alfredo è diverso, è come se mi sverginasse un'altra volta. Mi gocciola il cazzo, godo. Lo tira fuori, ci sputa sopra, spalma la saliva con le dita che poi mi fa succhiare, lo rimette dentro. Ancora e ancora, a lungo.
Mi stringe forte, viene, ulula, anch'io vengo, grido e piango di gioia.
La porta si apre, è Alessandro. Sorride, osserva compiaciuto, è tornato prima quindi adesso può divertirsi anche lui. Mi alzo e lo abbraccio, gli dico che la sua sorpresa mi è piaciuta tanto. Sono nudo, la sborra di Alfred esce dal buco spanato e mi cola lungo le cosce. Mi inginocchio, gli slaccio i pantaloni e glielo tiro fuori, prendendoglielo immediatamente in bocca. Ha ancora il giubbino addosso, lo toglie e lo getta sul tavolo.
Alfredo sta dicendo che sono proprio un bravo frocetto, obbediente ed educato, che farò strada, mentre lo fa si riveste, poi saluta e se ne va.
Nel frattempo Alessandro si è seduto ed io vado avanti con il mio pompino.
Gli chiedo se gli sta piacendo. "Moltissimo" risponde lui. Vado avanti per un po', quando viene, ovviamente mando giù tutte lo ripulisco ben benino, è così buona. Fattosi le sei mi riaccompagna a casa facendomi promettere di ritornare da lui la settimana dopo. Lo promisi, ma nei giorni seguenti mi misi in contatto con Alfredo, volevo di nuovo provare il suo bel cazzone nel profondo del mio sfintere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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