Gay & Bisex
i marocchini
di pirlino
20.02.2023 |
5.502 |
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"Lui si scostò e coprendosi il cazzo chiese loro come mai fossero già a casa, e loro dissero che aveva iniziato a piovere ed erano venuti a casa non potendo..."
Dopo la scoperta del piacere di essere scopato con addosso le mutandine di mia madre, (vedi Alessio mi fa vestire da femminuccia), capii che davvero mi piaceva indossare l'intimo di mia madre, specie se usato ed odoroso di figa mentre venivo inculato. Avevo una nuova consapevolezza: mi piaceva interpretare il ruolo della verginella viziosa e curiosa. D’altronde, ne avevo l'aspetto fisico: con un viso molto grazioso senza traccia di peli illuminato da due splendidi occhi azzurri e incorniciato dai lunghi capelli biondi, che mi conferivano una amabile aria da ragazzina distratta e ingenua. Proprio per via dei capelli lunghi fin quasi alle spalle avevo dovuto litigare un pochino con mia mamma, ma tutto sommato l'avevo spuntata. In quel periodo era di moda…
Il corpo poi era una magnifica siluette, con le gambe lunghe e uno splendido culetto a mandolino. Passò qualche giorno, durante i quali ripensavo a quella esperienza. Morivo dal desiderio di indossare abiti femminili. Così un pomeriggio che mamma si assento per un intero giorno, lasciandomi a casa da solo, colsi l’occasione al volo. Facendo molta attenzione rovistai tra la biancheria intima di mia madre. Notai come fosse molto curata e, da quello che ne potevo capire io, di gran lusso. Un brivido stranissimo mi passò attraverso la schiena e quasi meccanicamente presi un perizoma e delle autoreggenti. Scappai via, andandomi a nascondere nella mia stanza. Mi spogliai e indossai lo slip. Poi infilai anche le calze, facendo molta attenzione a non romperle. Vedermi allo specchio così abbigliato mi fece uno strano effetto: il cazzo si era indurito e ormai spuntava dalle mutandine. In preda all’eccitazione, ripensai ai momenti passati insieme ad Alessio quel pomeriggio. Colai un pò di saliva sulla mano e la usai come lubrificante; presi a massaggiarmi il buchetto. Continuai a giocare con le dita per alcuni minuti: le succhiavo e poi le infilavo nell’orifizio, prima uno e poi due. Non riuscii a fermarmi e iniziai a masturbarmi. Chiaramente la seduta terminò con un’ abbondante eiaculazione.
Quello strano desiderio di vedermi vestito da femmina cresceva con il passare del tempo. Una passione che si era trasformata progressivamente in ossessione. Infatti appena potevo, indossavo quella lingerie e mi masturbavo, rimirando nello specchio il lato femminile che tanto avrei voluto portare completamente allo scoperto. E un pomeriggio di metà settembre successe. La scuola doveva cominciare da lì a pochi giorni, ma quella mattina mi svegliai comunque presto. Non avevo dormito bene perchè il mio sonno era stato disturbato dall’eccitante pensiero che il pomeriggio mamma sarebbe andata al centro commerciale. Quindi avrei potuto dilettarmi nel mio nuovo gioco.
Scelsi con cura le cose che più mi eccitavano. Dopo essermi denudato, incorniciai il culo sodo e ben proporzionato con un perizoma di pizzo nero. Completai il quadro con delle autoreggenti a rete con la balza alta ricamata in tinta con i ridottissimi slip.
All’improvviso sentìì il rumore della porta d’ingresso che si apriva e poi quello di passi nel corridoio. Preso dal panico e con il cuore in gola per la paura di essere scoperto vestito da donna mi girai di scatto e feci cadere una boccetta di profumo dal comodino, urtandola con il gomito. “C’è qualcuno?” - sento chiedere dal corridoio.
Riconosco la voce di Amid, l' aiuto custode dello stabile, marocchino trapiantato in Italia da 10 anni. In preda all’agitazione, cercai convulsamente di ricompormi. Ma non feci in tempo. Mentre ero impegnato a infilarmi i pantaloni e la felpa della tuta da ginnastica, la porta della camera da letto si aprì. “Che stai facendo?” - domanda Amid in tono allegro, affacciandosi. Rosso in viso per l’imbarazzo, risposi balbettando - : “Sto c… c… cercando dei l... l… libri che non trovo p… p… più. Vai via, ti prego esci subito” - urlo di riamando, con la voce rotta da una tensione che mi sta facendo scoppiare il cuore.
Lui mi guarda con espressione di scusa, rimanendo però fermo all’entrata della camera. “Non volevo spaventarti. Devo sistemare la caldaia, e tua mamma mi ha dato le chiavi…”. Interruppe la frase a metà, consapevole solo in quel momento del mio stato. I pantaloni della tuta, infatti, rivelavano ancora parzialmente il filo del tanga che portavo sotto, mostrando all’intruso il mio perfetto culetto da femminuccia, bianco, morbido e sodo come molte donne avrebbero desiderato avere.
Non sapevo che fare. Mi sentivo morire di vergogna in maniera talmente intensa che la mia mente non reagiva. Amid mi guardava fisso e senza fiatare. Poi si avvicinò e con lentezza tirò verso il basso la tuta, rivelando anche le calze che indossavo sotto. “Ti prego, non dire nulla a mia madre…” - lo implorai disperatamente, scoppiando in lacrime per la tensione.
L’idea del castigo che mi avesse imposto se fosse venuta a conoscenza delle mie passioni segrete mi terrorizzava. Sento la sua mano accarezzarmi la guancia e costringermi a guardarlo. I suoi occhi ipnotizzanti mi fissano, mentre cerca di rassicurarmi - : “Non dirò niente, ma solo a patto che tu ti confidi con me”. A quel punto Amid chiuse la porta, mi prese gentilmente per un braccio e si sedette sul letto. Quindi mi fece accomodare sulle sue gambe, badando che il solco delle mie natiche fosse direttamente sopra il suo basso ventre. “Ora voglio che mi racconti per bene da quanto tempo ti travesti” - disse in tono persuasivo, tenendomi per la vita. “Io... io.... ho iniziato da poco ed ho avuto delle esperienze…” - esordii. “Continua, non devi mica vergognarti” - mi incitò Amid, spronandomi a proseguire. “Un mio amico mi ha fatto fare delle cose…” - rispondo a bassa voce. “Hai fatto sesso con lui?” - mi chiese con un’occhiata maliziosa.
“No… dai… non voglio dirtelo… mi vergogno…” - balbettai, ma non riuscivo a pensare, perché sentivo il cazzo di Amid fra le natiche. Così non potei trattenermi dal muovermi. Sento la sua erezione contro la mia schiena. Un brivido mi percorre fino alla testa e un gemito involontario esce dalle mie labbra. Il suo mento si appoggia sulla mia spalla destra. “Ti ha usato come una donna, vero?” - mi sussurra con le labbra attaccate al mio orecchio. Incalzato a quel modo, confermai i suoi sospetti - : “Si…” - esclamai, con la voce tesa ed imbarazzata. Amid, ormai eccitatissimo dopo aver sentito quelle parole, continuava a muoversi avanti e indietro, strusciandomi il bacino contro il sedere. Intanto le sue grandi mani scorrevano sul mio corpo accarezzandomi le gambe, la pancia e il petto. “In effetti non posso biasimarlo. Non sembri proprio un maschietto” - disse con una strana espressione nella voce. “Con qualche piccolo ritocco chiunque potrebbe giurare che sei una ragazzina dal seno quasi inesistente. Hai un corpicino delicato, un culetto delizioso e una boccuccia da pompini…”. “Non ti capisco, che intendi dire…” risposi . “Sei molto carina”, prosegue lui, stringendo la mano intorno alla mia coscia. La sua presa era forte, autorevole. “Anche al mio paese prima di andare con una ragazza è normale fare l'amore con i ragazzi… Soprattutto quelli che hanno un aspetto femmineo come te”.
A quelle parole il mio corpo risponde con una vampata di eccitazione, sento le guance arrossarsi e il magone che mi serra la gola sparisce magicamente. Amid inizia a darmi dei piccoli morsi sui lobi, poi sul collo e sulle guance, mentre ritmicamente continua a spingere su e giù il bacino. Quindi avvicina la sua bocca alla mia e mi bacia. Il contatto con le sue labbra ha il potere di cancellare i miei pensieri: le gambe mi tremano, ma mi lascio andare. Comincia con la lingua a muoversi nella mia bocca, stuzzicandomi e giocando con la mia ed io rispondo alle sue attenzioni cercando di imitarlo al meglio. Quando le nostre bocche si staccano, dalle sue labbra esce una domanda perentoria. “Ti piacerebbe farlo con me… diventare la mia bambolina?” - ribadendo, se ancora ce ne fosse bisogno, quale dovesse essere il mio ruolo e quale il suo. Le parole che aveva appena pronunciato mi convinsero che per lui in quel momento non ero altro che una femmina di cui approfittare. Così accettai con un sospiro di desiderio - : “Si… voglio farlo” - bisbigliai. Solo allora prese la mia mano e se la poso' sulla sua patta. Da quello che palpavo potevo capire che aveva un bel cazzone. Volevo tanto prenderlo in bocca, ma mi fermo', dicendomi. "Non qui, e'
pericoloso, vediamoci domani pomeriggio dopo pranzo al bar in via xxxx. Fece il suo lavoro ed ando' via. Inutile dire che non vedevo l'ora di arrivare al giorno dopo. Quella notte mi sparai due seghe pensando a lui ed al suo cazzone. Il giorno dopo , appena finito il pranzo, scappai di corsa verso il bar, lui era gia' ad aspettarmi, seduto ad un tavolino. Ci salutammo e prese due birre, anche se non potevo ancora bere, ma la bevvi lo stesso.
Mentre eravamo al bar parlando del più e del meno gli chiesi se avesse una donna con lui, ma mi rispose che non aveva nessuna fidanzata e che viveva con 2 suoi connazionali. Mi disse che abitava da quelle parti e che tutto sommato a casa sua non stava male. Gli chiesi se non gli mancasse una donna, ma lui rispose sorridendo che si arrangiava quando gli capitava qualche occasione. "Vai a puttane?" gli chiesi, ma lui mi rispose che non ce n'era bisogno, perchè qualcuno che aveva voglia di giocare con il suo pisello lo trovava sempre. Fui attraversato da un brivido, ma non potei fare a meno di chiedergli se andasse anche a uomini e lui mi rispose ridendo. "certo, ti interessa?" Io, senza pensare più a niente e alle possibili conseguenze risposi "certo che mi interessa...." " bene, allora andiamo a casa mia e ti faccio giocare con il mio pisello" Non riuscivo a crederci e un po avevo paura, ma andai lo stesso. Arrivati a casa sua, mi porto' direttamente in camera da letto. La stanza aveva 3 letti, ma ma in quel momento non c'era nessuno, mi chiese se volevo bere, ma risposi di no cominciai ad avere una certa impazienza. Lui se ne accorse perchè mi venne vicino, mentre ero seduto su un letto e mi sfodero il suo gigantesco cazzo davanti alla bocca. Era profumato ed enorme, ancora moscio... Lo assaggiai e poi piano piano iniziai a fargli un pompino. Dolcemente mi sdraiò e si mise a fottermi in bocca. Era un bellissimo cazzo. Non durò tanto perchè ad un certo punto mi chiese di girarmi ed alzare un po il culo. Ubbidii, e non appena mi misi in posizione, mi tolse i pantaloncini e slip tutto insieme e senti la cappella bollente appoggiata sul buco del culo e piano paino iniziò a spingere..in poco tempo sentii invadermi da questo tronco e il piacere sali' alle stelle. Fu allora che improvvisamente si apri la porta della stanza. I suoi amici erano tornati. Lui si scostò e coprendosi il cazzo chiese loro come mai fossero già a casa, e loro dissero che aveva iniziato a piovere ed erano venuti a casa non potendo lavorare. Erano manovali edili .Io iniziai a rivestirmi, tutto rosso di vergogna, ma uno di loro mi disse, se vuoi, puoi restare, penso che Amid si stava divertendo, noi andremo in salotto. Io guardai Amid che mi fece cenno di rimettermi in posizione e sfilarmi di nuovo le mutande, dopo aver scambiato uno sguardo con gli altri. Ubbidii anche questa volta e pochi secondi dopo avevo di nuovo il suo cazzo dentro me, cominciando a martellarmi il culo forte, rapido, violento, mi uscì un mezzo grido spezzato ma immediatamente mi lasciò le braccia e mi mise una mano sulla bocca, era entrato dentro di me in un solo colpo, senza preservativo e senza nemmeno farmelo bagnare con la saliva… e non sembrava curarsene molto.
il suo bastone d'ebano in culo, la sua manona sulla bocca, ero compresso fra due forze che mi facevano inarcare la schiena facendolo affondare ancora di più dentro al mio corpo.
Amid prese subito a scoparmi meccanicamente, in modo brutale, seguendo un ritmo frenetico tipico degli animali selvatici. "puttana, ti piace il cazzo marocchino vero?"
a dire la verità io ero sconvolto dal dolore e dalla disinvoltura con cui me l'aveva ficcato in corpo senza indossare una protezione… ma evidentemente a lui non importava molto, tanto è vero che continuava a trivellarmi molto velocemente tutto concentrato a spingerlo sempre più a fondo. lo confesso… la mia contrarietà durò molto poco, passati i primi attimi di bruciore in cui dovetti stringere i denti iniziai a sentire i muscoli che si rilassavano e presi a godere di quella fantastica minchia nera che mi sbatteva il culo. quando fu evidente che non avrei gridato, Amid decise di cambiare tecnica. estrasse l'uccello dal mio culo, mi fece mettere a 4 zampe, si inginocchiò dietro di me e di nuovo appoggiò la cappella. un colpo solo e fu nuovamente tutto dentro, sbuffai trattenendo un grido. lo estrasse completamente con la stessa velocità con cui l'aveva pigiato… e di nuovo lo ficcò tutto dentro. prese a scoparmi così, tutto fuori - un colpo - tutto dentro - tutto fuori - un colpo - tutto dentro, ripetendo decine di volte lo sfondamento del mio buchetto ad opera di quel bestione circonciso, il marocchino non diceva niente, ma lo sentivo godere e sembrava ipnotizzato da quel movimento dentro al mio corpo, magneticamente attratto dal mio culetto.
credevo che sarebbe venuto in pochi secondi, altri che mi hanno scopato sono durati pochissimo, invece la sua opera di sfondamento durò un bel po' al punto che cominciavo a pensare che il culo avrebbe preso fuoco prima di sentirlo schizzare… invece finalmente lo estrasse. "lo vuoi leccare?" ecco che mi offriva il suo cazzone ricoperto degli umori del mio culo… e non mi feci pregare, allungai il collo e accolsi il suo uccello in bocca, poi iniziai a pomparlo vigorosamente fino a farlo sparire quasi tutto in gola, aprirmi il culo doveva averlo eccitato davvero tanto perché dopo pochi secondi digrignò i denti, mi affondò le mani sulla testa e sentii la sua sborra scorrermi in gola. Continuava a muovere i fianchi e a spingermi il cazzo fra le labbra mentre ingoiavo la sua crema bollente… pompavo e bevevo… sembrava un torrente di sperma marocchina. Con la stessa brutalità con cui l'aveva infilato lo tirò fuori dalla mia bocca, ancora gocciolante, me lo fece leccare tutto, poi mi disse " I miei amici non hanno scopato da due settimane, vorresti farli godere?". "Solo se me lo rimetti dentro nel culo, ma solo con la bocca ok?". In un attimo chiamo' i suoi amici e rimettendomi a pecora, ricomincio' ad incularmi. Mentre Amid mi scopava, sentii che qualcuno si stava spogliando e poco dopo mi venne appoggiato un bel cazzo in bocca. In quel momento avevo uno che mi montava mentre ne spompinavo un altro. Questo doveva essere particolarmente arrapato perche non appena glielo presi in mano per segarlo, mentre glielo succhiavo mi sburrò in faccia inondandomi...Si scrollò e disse al suo amico che poteva venire che lui aveva finito. Arrivo l'altro e comincio a strusciarsi il cazzo sulla mia bocca. Intanto Amid venne di nuovo, questa volta nel culo, e senza nemmeno chiedermelo, quello che mi aveva sborrato in faccia me lo mise nel culo tutto in una botta. Sussultai, aveva un cazzo di diversa consistenza, era davvero enorme, facendomi lacrimare di gioia e dolore. Questo aveva un mega cazzo. Mi stavano facendo in gruppo, senza essere violenti, ma si si stavano spassando con il mio culo e bocca .Infatti anche l' altro venne mentre glielo leccavo, e dopo una decina di minuti, mi sburrò nel culo anche il secondo, che mi fece sborrare senza nemmeno toccarmi. Mentre gli altri si rivestivano, quello con il mega cazzo, mi disse che si chiamava Assad, e che voleva rivedermi, mi disse che avevo un bel culo bianco e da femmina e mi chiese se volessi diventare la sua puttanella. Gli risposi di si e da allora per un paio di mesi una o due volte a settimana lo andavo a trovare, dove oltre a lui mi facevo inchiappettare anche da Amid.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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