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Gay & Bisex

il mio amico Giuseppe


di pirlino
08.09.2020    |    8.597    |    2 9.6
"Giuseppe si spogliò velocemente e io dopo essere andato in bagno a fare pipì andai verso il letto con solo gli slip..."

Da giovane,avevo nemmeno 15 anni, ero molto carino ma piuttosto femminile nei lineamenti. Anche il fisico si avvicinava a quello di una ragazza, quindi non avevo muscoli in vista, avevo un bel sedere prominente etc. Detto questo ero maschile e mi piacevano le ragazze. Però, data la timidezza non avevo avuto ancora nessuna esperienza sessuale completa. In quel periodo diventai amico di Giuseppe, un ragazzo più grande che abitava non molto lontano da casa mia. Giuseppe a sua volta aveva un amico inseparabile, Mirko. Entrambi erano molto rispettati nel mio paese e per questo ero strafelice di andare in giro con loro. Giuseppe non aveva problemi di ragazze e qualche volta riuscivo per fino ad avvicinare qualche ragazza più grande grazie a lui. Alcuni pomeriggi e anche alcune serate le passavamo nel seminterrato di Giuseppe. Un pomeriggio eravamo da soli e chiacchieravamo su argomenti sessuali. Gli confidai che ero vergine e che non vedevo l’ora di fare esperienza. Giuseppe mi spiegò che i primi passi di solito si facevano fra amici, per rompere il ghiaccio e per trovarsi pronti quando sarebbe capitata l’occasione con una ragazza vera. Io non ero molto convinto, soprattutto per la mia timidezza ma non potevo fare la figura del bamboccio. Dopo un po’ andammo sul divano e prese una rivista porno e cominciammo a sfogliarla facendo degli apprezzamenti sulle ragazze e sulle posizioni. Ad tratto mi sfidò, coprendo metà foto con la mano, a riconoscere se la ragazza nella foto fosse veramente una ragazza o un trans. Se avessi sbagliato avrei dovuto “fargli un sega” e se vincevo la faceva lui a me. Naturalmente non pensavo dicesse sul serio e risposi OK! Purtroppo sbagliai perché credevo che fosse una donna e invece aveva un bel cazzo in mezzo alle gambe e Giuseppe subito cominciò a ripetere che dovevo pagare pegno. All’inizio pensai anche di scappare via ma Giuseppe oltre ad essere più grosso di me era anche un amico che non volevo perdere, soprattutto per i privilegi che avevo essendo suo amico. Quindi lamentandomi sul fatto che facesse schifo e che lo facevo soltanto perché avevo perso la scommessa feci come diceva. Giuseppe si assicurò che la porta fosse chiusa a chiave, aprì il letto divano matrimoniale e infilò una cassetta porno nel videoregistratore e accese la piccola tv di fronte al letto. Mi disse di spogliarmi che così stavamo più comodi, anche se insistevo sul fatto che io potevo rimanere vestito, ma Giuseppe mi disse che forse ci saremmo divertiti entrambi e così mi spogliai (anche perché era luglio e portavamo solo una t-shirt, dei pinocchietti e delle scarpe di ginnastica). Giuseppe si tolse gli slip e vidi subito il suo cazzo molto scuro, lungo ma non troppo grosso. Il mio era più piccolo ma mi difendevo bene. Cercavo di tenermi le mutande ma Giuseppe, dopo aver fatto partire il film porno, ridendo me le sfilò quasi di forza dicendomi che ero una femminuccia! Mi fece avvicinare a lui e dopo che la scena sulla tv cominciò a farsi piccante fu lui a prendere il mio cazzo in mano. Lo impugnò e cominciò a segarlo dolcemente. Io rimasi senza fiato perché non me l’aspettavo. Non si fermava e anzi mi segava velocemente e mi chiese: “Ti piace”. Io mentre gemevo a bassa voce gli feci un cenno di assenso con la testa. Poi d’un tratto si fermò e mi spiegò che se facevo il bravo può darsi che dopo averlo fatto godere si sarebbe occupato di me. Mi chiese di cominciare con la mano prima dolcemente, accarezzandolo dalle palle in su per poi segarlo come aveva fatto lui con me. Non mi fece schifo, anzi provai subito un’attrazione per il cazzo di Giuseppe nonostante non avessi mai pensato al pene di un uomo come a qualcosa di attraente. Continuavo a segarlo e a giocarci mentre Giuseppe si gustava le scene porno sulla tv. Mi chiedeva spesso di accelerare il ritmo e gemeva di conseguenza. Dopo un po’, data la difficoltà a mantenere il ritmo con la mano dovetti avvicinarmi con la testa sul suo petto e cogliendo l’occasione mi chiese di succhiargli un capezzolo mentre continuavo a segarlo. Mi diceva: “Dai … si … mordilo … dai si …. è fantastico!”. E teneva le gambe spalancate. Il problema era che non riuscivo a farlo venire ed ero dispiaciuto. Io non demordevo e continuavo a segarlo, e a darmi da fare ma non ci riuscivo. E allora Giuseppe mi confidò che c’era un altro modo più veloce, ossia con la bocca. Dovevo fargli un bocchino. Purtroppo, merito anche dell’eccitazione del momento, non mi feci problemi e gli dissi che se era l’unico modo allora l’avrei fatto. Giuseppe fu molto felice del fatto che avessi accettato e subito mi disse di scendere e cominciare a prendere confidenza col suo pene. Mi disse di cominciare dalle palle, succhiandole per bene, e poi risalire sull’asta, leccando anch’essa per finire con la cappella. Ero curioso di sentire il sapore di un vero cazzo. L’odore non era disgustoso, ma si sentiva che era di un vero maschio. Quando presi la cappella di bocca Giuseppe cominciò a dire: “Siii … siii … così!”. Ci volle poco a capire che amava infilarmelo fino alle tonsille e che dovevo muovere velocemente la testa su e giù. Grazie al cielo il suo cazzo non era molto grosso e riuscivo a farmelo scivolare fino alla gola. Quando mi teneva la mano sulla testa e muoveva il bacino facendomi combaciare le labbra con i suoi peli pensavo di soffocare o di vomitare ma poi dopo un minuto di quasi apnea mi lasciava la testa e mi allontanavo qualche secondo per riprendermi. Dopo 10/15 minuti di pompino si alzò dal letto, scese e mi fece mettere la testa fuori dal materasso rivolta al soffitto e lui su un bordo. Si avvicinò e me lo appoggiò le palle sulle labbra. In questo modo lui poteva segarsi mentre io gli leccavo le palle tenendole tutte in bocca. Poi me lo infilò di nuovo in bocca ed io avevo sempre la testa verso il soffitto e così quando entrava fino in fondo avevo le sue palle sul naso, perché lo stavo succhiando al contrario. Non so come ma in questa posizione riusciva a farmelo entrare completamente e a velocità sostenuta. In pratica mi stava scopando la bocca senza problemi. Io ero eccitatissimo e data la posizione Giuseppe cominciò ad accarezzarmi sul cazzo. Prima mi segava, poi cominciò ad accarezzare le palle e infine, sputando un po’ di saliva su due dita, cominciò ad accarezzarmi sul solco anale. Ero così impegnato che non ci facevo caso, nemmeno quando la punta delle dita unsero il buchetto. Il problema si presentò quando inserì un dito fino in fondo. Evidentemente ero troppo eccitato e quell’inserimento del medio nel mio buchetto vergine mi procurò, seduta stante, un orgasmo pazzesco. Come se avesse premuto un bottone partì uno schizzo che arrivò sul petto di Giuseppe, sporcando anche me sul viso mentre continuavo il pompino. Poi Giuseppe mise l’altra mano sopra la mia cappella per evitare di sporcare ovunque. Ero mezzo morto sul letto quando Giuseppe andò a prendere dei fazzoletti di carta per pulirci un po’. Mi diceva che ero un maialino se riuscivo a godere in quel modo solo con un po’ di solletico al buchetto. Io non sapevo cosa dire. Giuseppe disse: “Ora però fai godere me perché dobbiamo andare via e si è fatto tardi, ok?”. Feci di si e si rimise a scoparmi la bocca in maniera pazzesca. Giuseppe cominciò a gemere di gusto, dicendo: “Oooh … sii .. siiii! Dai, fammi godere, fammi impazzire ti prego. Dai … cosìììì … daiii … oooohhh. …. Siii … siiii. Eccoloooo, vengooooo …. Vengoooooo!”. I primi getti non li sentì neanche e me li sparò direttamente in gola (e non so come non vomitai!) mentre sentivo il cazzo che pulsava fra le mie labbra. Il resto lo raccolsi in bocca mentre continuavano i fiotti. Appena lo tirò fuori dovetti ingoiare tutto per non sporcare o per non soffocare perché avevo la testa girata al contrario. Il sapore era strano ma non dissi niente. Giuseppe si prese il cazzo in mano e me lo rinfilò in bocca chiedendomi di continuare per qualche secondo. Stavolta però ero seduto sul bordo del letto. Poi ci rivestimmo e prima di andare mi disse che non dovevamo dirlo a nessuno, e che altrimenti sarei stato preso in giro da tutti,e che mi avrebbe fatto provare anche il piscio che faceva bene a berlo,ma avevamo bisogno di asciugamani per farlo.
Non so perché ma dopo quell’incontro non ero infastidito o risentito nei confronti di Giuseppe, anche se può sembrare che si sia approfittato di me. Anche lui, dopo l’incontro, continuò ad essermi amico, e forse anche a seguirmi e “proteggermi” più di prima. Non sapevo se l’esperienza si sarebbe ripetuta o meno ma sapevo che avevo molta voglia di sperimentare, e dato che ero molto timido con le ragazze, l’unico modo era di farlo con Giuseppe. Un pomeriggio presto mi reco nel seminterrato di Giuseppe, che sta insieme a Mirko e resto un po’ con loro. Dopo un po’ Giuseppe parla a bassa voce a Mirko e quasi subito Mirko dice che ha tante cose da fare e ci lascia soli. Giuseppe lascia passare qualche altro minuto e poi mi chiede se ho voglia di vedere un film porno. Io naturalmente accetto e così apriamo il divano e ci mettiamo uno di fianco all’altro. Eravamo intenti a commentare le scene, con i cazzi duri, quando Giuseppe si tolse i pantaloncini e gli slip e prese a segarsi. Non ebbi il tempo di togliermeli anch’io che Giuseppe cominciò di nuovo, come l’altra volta, a prendermi in giro “costringendomi” a denudarmi. Eravamo di nuovo nudi uno di fianco all’altro. Pensai che sarebbe stato bello prenderlo in bocca ma non mi sarei mai permesso a fare la prima mossa. Meno male che Giuseppe era davvero dominante e così mettendosi in ginocchio sul letto, di fronte a me, prese ad accarezzarmi la testa tirandomi a se. Io balbettai qualche frase sconnessa ma poi scivolai verso di lui e gli unsi tutto il pene con la mia saliva, in modo da poterlo succhiare senza problemi. Glielo stavo succhiando di gusto e ogni tanto cercavo di assaggiare le palle. Tenevo le mani sulle sue chiappe e Giuseppe sembrava molto contento. Poi si stese al centro del letto e io mi abbassai per continuare il lavoro. In questo modo avevo il sedere in mostra e Giuseppe disse: “Mmmh … cazzo, non ti piacerebbe avere un bel maschio dietro adesso?”. Io quasi scandalizzato mi fermo e mi rimetto steso e facendo un po’ l’offeso rispondo a Giuseppe che non sono gay e non mi piacciono certe cose, e che lo faccio con lui solo per gioco. Giuseppe sorrise e prese una bustina di olio per massaggi da un cassetto e mi fece girare di schiena per un massaggio. Io ero ancora, diciamo così, arrabbiato ma quando si unse le mani non pensai a niente di male. Ero steso a guardare la tv e Giuseppe era inginocchiato sulle mie gambe e mi massaggiava. Pian piano scendeva verso il culetto e con delicatezza cominciò a massaggiarmi anche in mezzo alle chiappe. Poi mise due cuscini sotto al mio bacino per farmi inarcare la schiena ed avere il sedere più aperto. Ricominciò a massaggiarmi ma stavolta si stese di fianco a me e con la mano destra mi accarezzava nel solco anale. Mentre mi accarezzava sul buchetto mi disse: “Non ti arrabbiare, non devi fare niente che non ti va. Io non ti costringo, ci mancherebbe altro. Se vuoi che mi fermo devi soltanto dirlo”. Mentre diceva ciò mi resi conto che stavo muovendo il sedere a tempo con la sua mano e lo stavo spingendo verso la sua mano, dimostrando nei fatti che ero favorevole al massaggio. E quando infilò il medio nell’ano senza preavviso e senza delicatezza mi scappò un gemito quasi “femminile”. Giuseppe continuava a deflorarmi l’ano col medio e io affondavo la testa nel cuscino per non farmi sentire. Di nuovo senza avvertimento e senza delicatezza tirò fuori il medio e inserì nell’ano indice e medio insieme fino in fondo. Non provai dolore ma sentì la differenza e mi girai a guardarlo negli occhi e Giuseppe disse: “Cosa c’è? Vuoi che smetto?”. Io abbassando lo sguardo scossi la testa per dirgli che non volevo che si fermasse. E allora Giuseppe leccandomi il lobo dell’orecchio mi sussurrò: “Perché ti sei arrabbiato? Di cosa ti vergogni? Guarda che ti stai dimenando e hai il cazzo duro come il marmo, quindi è chiaro che ti piace. Non c’è niente di male, lo so che non sei gay ma possiamo divertirci lo stesso insieme. Sempre se ti va! Ora girati che facciamo un bel 69”. E dopo aver detto ciò mi fece salire sopra di lui, girato al contrario. Lui era steso sul letto con la testa sul cuscino e io mi ero messo al contrario, per avere il suo randello a portata di bocca. Giuseppe riprese a lavorarmi l’ano mentre io ricominciai a fargli un pompino. Naturalmente non avevo mai fatto un 69 e devo dire che era molto piacevole essere stimolato e stimolare a mia volta. Stavo diventando bravo con la bocca e riuscivo a far entrare il cazzo di Giuseppe quasi tutto in gola e ogni tanto lui si fermava e mi premeva la testa da dietro per infilarmi il cazzo tutto in gola fino a farmi sentire i suoi peli sulle labbra. Io, nonostante il mio cazzo non fosse sfiorato stavo godendo un casino e già mi preoccupavo di non riuscire a trattenermi. Anche Giuseppe stava godendo come un riccio e non sarebbe durato molto quindi eravamo entrambi al limite. Naturalmente il primo a venire fui io mentre Giuseppe mi allargava il buchetto. La mia cappella cominciò a zampillare sperma all’impazzata. Mentre ancora schizzavo gli ultimi residui sentì Giuseppe irrigidirsi e poi allargò le gambe e mi spinse la testa da dietro per farmi entrare tutto il suo cazzone in gola. A quel punto con un urlo sovrumano mi scaricò tutta la sua felicità in gola e in bocca. Il sapore non era troppo fastidioso, e poi ero ancora su di giri, complice il fatto che ero venuto qualche secondo prima e non capivo gran che. Me lo fece tenere in bocca fino a quando era completamente moscio e fino a quando fu completamente pulito.Poi prese un asciugamano da non so dove e lo poggio' a terra,chiedendomi di inginocchiarmi sopra.Cosi' feci .e dopo pochi secondi fui inondato da un getto di piscio bollente sulla testa ed in faccia.Un po' mi venne in bocca,aveva un sapore di aceto e lo sputai,ma la sensazione del piscio sul mio corpo mi eccito'.Appena fummo in piedi mi fece una carezza e mi disse: “Oh mamma … mi fai impazzire così!”, e io mi rivestì,dopo essermi asciugato,felice del complimento ricevuto. Finì il nostro secondo incontro.Passarono un paio di giorni e cominciai ad ammettere a me stesso che mi piaceva fare sesso con Giuseppe. I primi due incontri erano stati piuttosto soft, se così vogliamo dire, ossia senza penetrazioni reali, ma adesso ero pronto ad essere penetrato dal suo enorme “palo” di carne. Una sera, dopo essere stati tutti insieme in comitiva rimanemmo solo 4, io Giuseppe, Mirko e una sua amica. Eravamo nei pressi del famoso scantinato di Giuseppe. Mirko e l’amica erano un po’ lontani e Giuseppe colse l’occasione per farmi qualche avance sessuale. Io sorridevo nervoso e facevo finta di niente perché avevo paura che gli altri ci scoprissero. Mi diceva che ero davvero un bel ragazzo e che aveva una voglia pazzesca di restare solo con me per sperimentare cose nuove. Io gli rispondevo: “Zitto che ci sentono!”, e Giuseppe: “E mbè? Li facciamo venire con noi e ci divertiamo tutti e 4, io con te e Mirko con Laura!”. Io subito gli dissi: “Ma sei matto? Non esiste, non ti permettere. Non voglio e non mi va stasera”. Per tutta risposta Giuseppe si bagnò il dito medio, e dato che ero seduto su degli scalini riuscì ad infilarmelo nei pantaloncini, sotto gli slip e nel buchetto. Appena mi accorsi delle sue intenzioni cercai di dirgli di smettere per non essere visti, ma non lo fece e in realtà erano qualche metro in la ed erano anche impegnati a chiacchierare fra di loro. Non fu troppo violento col dito, anzi entrava ed usciva poco per volta e mi stava piacendo parecchio. In pochissimi secondi avevo già il cazzo durissimo e questo era un problema perché se gli altri si fossero avvicinati difficilmente avrei potuto nascondere l’erezione e così chiesi a Giuseppe di smetterla ma lui continuava. Poi disse: “Se vuoi che smetto devi venire con me appena rimaniamo soli, lo so che lo vuoi quanto me quindi accetta”. Feci un sospiro e gli dissi che andava bene per me, basta che mi lasciasse stare. Aspettammo che Mirko e Laura andassero via e poi ci incamminammo verso il suo seminterrato. Lasciammo solo un paio di lampade per avere un luce più soffusa e poi accese la radio a basso volume e mi disse di non urlare troppo forte perché era sera tarda. E poi disse: “Ti sto avvertendo di non urlare perché stasera voglio aprirti il culetto come si deve, e quindi mentre lo facciamo devi trattenerti dalle urla di piacere! Eh eh” e mentre diceva ciò si era portato dietro di me stringendomi con le mani a se, facendomi sentire la sua erezione proprio in mezzo alle chiappe e leccandomi e baciandomi sul collo. Io diventavo rosso mentre diceva queste cose e non osavo rispondere ma in realtà ero eccitato quanto lui e felice della piega che stava prendendo quella serata. Giuseppe si spogliò velocemente e io dopo essere andato in bagno a fare pipì andai verso il letto con solo gli slip. Ancora una volta mi furono tolti prima di poterli togliere e mi fece stendere pancia in giù con le gambe aperte. Stavolta scese verso i polpacci e massaggiandoli risalì lentamente. Arrivato sulle chiappe cominciò e leccarle come se fossero di zucchero. Poi tenendomi aperte le natiche con le dita, cominciò a scrutarmi l’ano da così vicino che mi vergognavo. Giocava con i pollici aprendo e chiudendo le chiappe e di conseguenza l’ano. Poi senza avvertimento si gettò a leccarlo come un matto. Mi scappò un piccolo gemito e meno male che avevo la testa nel cuscino. Non mi aspettavo una cosa del genere e non mi aspettavo che mi piacesse così tanto. Quando il mio ano era totalmente lubrificato dalla sua saliva si tirò su e prese una bustina di olio per massaggi. Ne fece colare una buona parte in mezzo alle mie chiappe e poi aiutandosi con due dita mi penetrò fino in fondo facendo forza per cercare di allargarmi un po’. Come era logico io mi dimenavo, soprattutto quando le dita diventarono tre. Ad un certo punto mi diede uno schiaffo su una chiappa per farmi calmare e da quel momento cercai di stare fermo. Mi sembrava quasi che avesse inserito quattro dita insieme ma non ne sono sicuro perché ormai ero su di giri. Finalmente tirò fuori le dita e mi fece mettere a pecorina sul bordo del letto, tenendomi le gambe abbastanza aperte per restare basso. Infine si mise un preservativo, poi prese il resto dell’olio per massaggi se lo versò sulla mano e poi cominciò a segarsi per ungersi ben bene il cazzo che era durissimo e lungo come non mai. Io ero piegato con la testa bassa sul cuscino e quindi il buchetto adesso era in bella mostra. Giuseppe si segava con la destra e con la sinistra invece mi dava degli schiaffi sulle chiappe e poi le massaggiava, teneva aperta una chiappa con la mano e col pollice faceva aprire e chiudere l’ano. Si eccitava a vedere il mio forellino vergine e anche a me piaceva quel massaggio. Finalmente si strinse il cazzo con la mano e puntò il buchetto, ma ero troppo stretto e la sua cappella non riusciva ad entrare. Giuseppe provava molto delicatamente ma non riusciva a farlo entrare. Poi si fermò e spruzzò altro olio per massaggi sull’ano e si mise in piedi sul letto. Poi si piegò un po’ e mi disse di inarcare la schiena più possibile. Sta volta la posizione perentoria e la sua voglia diedero il risultato voluto. La cappella era entrata e con molta calma stava entrando anche tutto il resto. Fino alla cappella non sentivo dolore, ma poi mentre l’asta si faceva strada cominciai a sentire il bruciore. Io cercavo di sollevare la schiena, perché così mi sembrava di soffrire di meno, e mi allontanavo qualche centimetro. Giuseppe era infastidito e mi intimava di spingere verso di lui per farlo entrare tutto. Lo ripetè un paio di volte a voce alta: “Ho detto spingiti indietro più che puoi col culetto e abbassa la schiena, hai capito?”. Io gemevo e cercavo di spingere, ma dopo un po’ il dolore era aumentato e appena cercai di scappare dalle sue grinfie Giuseppe si dimostrò molto “dominante” e tenendomi forte dai fianchi e spingendo più che poteva mi penetrò fino in fondo e cominciò a dimenarsi dandomi degli schiaffi sulle chiappe per farmi “calmare”. Giuseppe mentre mi sverginava analmente diceva: “Ahhh …siii … SIIII. Stai buono che mo passa. STAI BBUONO HO DETTO!”. Cominciai a piagnucolare nel cuscino e a chiedergli di uscire perché mi faceva male ma non venivo accontentato. Poi col suo peso mi fece passare dalla pecorina a steso sul letto sempre a pancia in giù senza uscire. Io cercavo di tenere le gambe chiuse per soffrire di meno ma subito Giuseppe mi costrinse con i suoi piedi a tenerle spalancate al massimo. Mi scese qualche lacrima mentre mi montava ma passato qualche minuto mi calmai e Giuseppe si fermò per chiedermi come stavo, disse: “Perdonami, ma la prima volta un po’ devi soffrire!”. Anche se ero stato svezzato senza molta delicatezza gli dissi di continuare perché mi stava piacendo. Ero ancora sconvolto quando mi girò pancia in su e tenendomi l ginocchia sul petto, mettendosi le mie gambe sulle spalle e bloccandomi le mani con le sue sul letto all’altezza della mia testa e riprendendo a montarmi di gusto. Non ero molto esperto ma questa posizione mi mandava in estasi. Adesso Giuseppe, esausto dalla scopata infinita, era steso sul letto e vedendo il suo pene, col preservativo infilato, ancora duro bagnato mi venne d’istinto andare su di lui a cavalcioni. Alzai la gamba e mi ci sedetti sopra. Lo strusciai un po’ per vedere come reagiva e subito Giuseppe cominciò a muovere il bacino per cercare la strada precedentemente aperta. Allora io mi piegai leggermente in avanti alzando un po’ le gambe e appena la cappella fu vicino al buchetto Giuseppe diede una leggera spinta e me lo rinfilò nel culetto. Mi piaceva un sacco comandare io la situazione. Non ero ancora venuto, anche per la sofferenza iniziale, e allora cominciai a godere come dio comanda. A dir la verità ogni tanto Giuseppe mi dava qualche colpo di bacino velocissimo che mi faceva ululare e quindi ero giunto sul più bello ma avevo il cazzo così duro che se fossi venuto avrei schizzato Giuseppe sul viso e dappertutto, così mentre mi accorgevo di essere al limite gli chiesi di fermarsi e di rallentare per non farmi venire. Giuseppe all’inizio mi sorrise e rallentò ma poi prese una salviettina dal comodino e senza dire niente cominciò a dimenarsi, col risultato che rimbalzavo con movimenti lenti ma decisi su di lui. Mentre ero sconvolto vidi che mi ricopriva la cappella con la salvietta e la teneva con una mano, come se mi stesse segando, ma in questo modo lo sperma sarebbe stato contenuto nella salvietta, o almeno non sarebbe schizzato dappertutto. Allora io mi rilassai, mi piegai indietro, poggiando le mani sulle sue ginocchia stese e aperte. Così sentivo ancor di più la penetrazione e dopo nemmeno 2 minuti ebbi un orgasmo pazzesco, e sborrai copiosamente nella mano di Giuseppe. Mentre venivo avevo degli spasmi fortissimi all’ano e quasi stritolavo il cazzo a Giuseppe, che però sembrava contento e infatti, pochi secondi dopo che io mi ero lasciato cadere esanime sul letto, si alzò tenendomi le gambe piegate sul petto e cominciò a pompare veloce sborrandomi copiosamente nel culetto con delle grida strozzate che sembravano animalesche,tenendo il cazzo dentro il mio culo ci piscio dentro,facendomi un clistere di urina.. E questo era solo il terzo incontro.
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