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Sogno ricorrente (parte seconda)


di nonnasexy67
24.08.2023    |    8.385    |    3 9.5
"Ma poi per mettere da parte quei brutti pensieri ricordavo con piacere Andrea che varie volte mi aveva chiesto di rivederci ma quando per un motivo quando per..."
La strada per andare a lavoro è sempre la stessa, quelle piazzole sono sempre li, molto spesso sono vuote, ma tante volte vedi certe ragazze molto giovani che con il freddo sono li ad aspettare i loro clienti, quando passo nella piazzola dove si fermò l’auto ripenso anche ad Andrea, certo faceva lo spavaldo ma alla fine si era dimostrato un ragazzo in gamba, poco pratico di sesso anche se lui si vantava di avere avuto tante storie con ragazze.
Quel sogno di svegliarmi all’improvviso che ero dentro un camper e svolgevo il mestiere più vecchio del mondo ogni tanto mi tornava alla mente, ma ne uscivo ogni volta schifata di questa scena e mi veniva sempre in mente come una donna potesse scendere così in basso e svolgere quel mestiere come fosse piacevole, e poi mi vedevo i clienti brutti, goffi, sporchi.
Ma poi per mettere da parte quei brutti pensieri ricordavo con piacere Andrea che varie volte mi aveva chiesto di rivederci ma quando per un motivo quando per un altro erano trascorsi dei mesi che non ricevevo ne un messaggio ne lo sentivo.
Quel giorno viaggiavo sola per andare a lavoro e prima di percorrere la strada di ritorno, gli mando un messaggio per chiedergli che fine avesse fatto.
Quando ormai sono arrivata sotto casa leggo il suo messaggio di risposta, che felice di leggermi mi chiede subito di volermi vedere, ma riuscimmo ad accordarci per il sabato pomeriggio.
Penso e ripenso come vestirmi, non fa più freddo ma neppure caldo, poi mio marito mi suggerisce di dare portarlo nell’appartamento che solitamente affittiamo in estate ai villeggianti, lontano da occhi indiscreti e con tutte le comodità.
La mattina vado a dare una pulita e oltre ai prodotti per pulire in una borsa metto qualche cosa di intimo da cambiarmi per giocare e qualche giocattolo, non si sa mai.
L’appuntamento al parcheggio come la precedente volta, quando arrivo lo trovo che è già li ad aspettarmi, lo invito a salire nella mia auto e ci dirigiamo verso la casa.
Appena dentro casa lui mi prende a baciare il collo e mi stringe piantandomi subito le mani sul sedere e mi palpa per bene i glutei, lo lascio fare per qualche minuto e poi lo scosto e gli dico che oggi lo facciamo a modo mio.
Lo prendo per mano e ce ne andiamo in camera, gli lascio la mano quando sono vicino il letto, lo invito a spogliarsi con calma mentre io mi siedo nella sponda e l’osservo mentre si toglie i jeans la maglia e lo slip, naturalmente ha già l’arnese bello dritto, seppure le misure sono normali, non è scappucciato.
Lo faccio accomodare al mio posto, mi comincio a togliere la maglia, le scarpe, il reggiseno e per ultimo lo slip rimanendo con solo le calze autoreggenti.
Prendo i due cuscini e li metto uno sull’altro stendendomi sul letto, divarico le gambe e dico ad Andrea di leccarmela, lui si stende mettendo le sue mani sotto le mie cosce e comincia a leccare in maniera confusa e inefficace a procurarmi il vero piacere, cominciò così a indirizzare e consigliare di come muovere la lingua e come usare la saliva.
Ma fondamentalmente consigliandogli di essere più tranquillo e non frettoloso come stava facendo lui, dopo le mie indicazioni finalmente comincio ad avere la sensazione che quella lingua comincia a dare un certo piacere, anche il mio ventre comincia a muoversi con un certo ritmo gli dico di non smettere che voglio godergli in bocca e l’esplosione non tarda ad arrivare.
Con aria soddisfatta e la bocca, il viso li vedo lucidi, è impiastricciato del mio succo, mi rimane ad osservare la patata così da vicino che è bella aperta e bagnatissima, vuoi che te la continuo a leccare mi chiede e io gli rispondo subito di si, ma gli dico di cambiare posizione e darmi il suo arnese da leccare contemporaneamente, facciamo il 69 mi chiede, certo, io scivolo un po più in basso e lui si scavalcandomi con le gambe si veniva a posizionare su di me offrendomi quell’arnese a pochi centimetri dal viso.
Così chiaro e voglioso, duro e lucido, glielo lecco delicatamente sulla punta cercando di toccare con la punta della lingua quella parte che si nascondeva sotto la pelle che incappucciava quella parte rossa ma nascosta, si muove come gli do le leccate e anche la sacca che contiene le sfere vedo che si muovono di continuo, intanto lui mi ha ripreso a leccare come gli avevo detto io.
Tiro su i piedi cercando di alzare le ginocchia per aprire ancora di più il ventre e mostrargli anche il bottoncino più nascosto, la mano la faccio scivolare verso il mio viso e riesco a prendere quella sacca giocherellandoci delicatamente le sento che si muovono quelle sfere e vedo anche la parte sotto la sacca che è indurita.
Provo a sollevate la testa per raggiungere con la lingua il bottoncino suo dietro che è poco peloso per fortuna con la punta riesco a dargli una leccata e poi con il dito medio gli giro intorno.
Smette di leccarmi e sento che dice che gli piace che gli lecco il sedere, per fortuna è pulito e non ha odori sgradevoli, metto anche l’altro braccio ad aiutarmi e riesco a leccarglielo bene mentre il suo arnese si muove da solo sbattendomi sul collo.
Delicatamente mi aiuto con il dito medio appena insalivato provo a farlo entrare, non fa una piega Andrea e ha ripreso a leccarmi con ormai maestria, mi sta portando ad un secondo orgasmo e senza rendermene conto il dito medio è entrato tutto e gli accarezza la parete della prostata mi sento il collo bagnare dal caldo sperma che a fiotti scivola da quella punta e gli spalanco sempre più le gambe cominciando a dare dei colpi di reni alzando il bacino.
Quando realizzo il dito è tutto il suo sedere e lo sfilo delicatamente si solleva da me e mi dice che l’ho fatto impazzire in quel modo, ci diamo una rinfrescata e di nuovo sul letto a toccarci vicendevolmente, mi piace toccare il suo arnese morbido che delicatamente e con un pizzico di maestria pian piano lo sento indurirsi sempre più e crescere.
Bello anche scappucciarglielo e vedere quello spacco su la rossa punta, gli faccio cadere sulla punta qualche goccia di una crema adatta anche lubrificare e poi gli prendo a leccare la punta e scendere sull’asta pian piano fino a leccare quella sacca gli faccio un flebile succhiotto e sento una delle sfere che è dentro la mia bocca, mentre con la mano continuo a masturbarlo con lentezza.
Comincio a succhiarglielo cercando di tenergli stretta tra le dita la parte dell’asta alla base per non farlo godere presto e riesco in un paio di occasioni a smorzare quell’entusiasmo di arrivare al culmine e godermi subito in bocca.
Mi fermo e mi siedo inginocchiata sulle sue cosce lasciando il suo arnese dritto e voglioso, cerco di parlare un po per non farlo rimanere troppo eccitato e quando vedo che non pulsa più l’arnese mi sollevo lo impugno e lo dirigo con la punta bella scappucciata tra le mie labbra della patata facendomelo scivolare tutto dentro in un sol colpo, gli poggio le mani sul petto e lui sui miei fianchi, vorrebbe sollevarmi lui ma sono io che dirigo la danza e pian paino comincio a roteare il bacino sentendo chiaramente quell’asta dentro le pareti dell’utero e ogni tanto un bel colpo di bacino verso il basso non resiste più e me lo dice allora cerco di godere anche io ma lui mi precede e lo sento chiaramente.
Rimango in quella posizione cercando di muovermi ma si sta ridimenzionando quell’asta e io sono rimasta sospesa, mi sollevo e mi siedo sulla sua bocca e gli dico che ora per punizione mi deve leccare fino a farmi godere, e aprendomi per bene le labbra vedo il misto di umori miei e succo del suo piacere, è titubante, ha un momento di indecisione poi la lingua la appoggia e ripoggia la lingua e la punta è impregnata poi deciso comincia a leccare con passione, bravo così, ecco le mie contrazioni e il mio piacere riempirgli il viso.
Facciamo una piccola pausa rimanendo nudi, lui con il suo arnese in posizione di riposo e io con la voglia di scoprire le carte in tavola e metterlo al corrente che mio marito sa tutto e dei nostri giochini.
Apro il cassetto e tiro fuori il pacchetto delle foto che avevamo stampate a casa, tutte foto degli incontri che avevamo avuti con singoli, coppie, lui rimase sorpreso e curioso, chiedendomi chi fossero e poi vedendomi a me alle prese con varie donne e vari uomini, la cosa lo affascinava molto.
In piedi dietro di me che ad una ad una commentavo lui mi poggiava il suo ventre sul mio sedere, sentendo crescere l’arnese lasciai le foto sul comò e lui mi strinse spingendomi verso il mobile, mi prese per i fianchi, con una mano poggiandomela sulla schiena mi spinse a piegarmi, dalla sua bocca cominciarono ad uscire finalmente delle parole colorite ed esplicite.
Io stavo al gioco piacevolmente confermandogli che ero ciò che in quel momento voleva che fossi, quell’arnese era voglioso di me scivolò tutto dentro, mi prese in quel modo facendomi arrivare due volte quasi consecutivamente prima di voler tentare di entrarmi dietro, non era lubrificato bene gli dissi e lui sfilandosi s’inginocchiò dietro di me e prese a leccarmi il buchino, lo insalivò per bene e poi, con le mani mi allargai i glutei e lui aiutandosi con la mano riuscì ad entrare con la punta.
Mi prese i fianchi e dette l’affondata fino ad entrare tutto dentro, si fece scappare dalla bocca tante di quelle parole che potevano essere offensive nei miei riguardi ma che in quel momento erano musica e quella musica tornava a lui come un eco quando io gli rispondevo con tanti si, non so perché lo sfilò prima di godermi dentro, ma sentii i fiotti dei suoi spruzzi sulla schiena e sulle chiappe, e si strusciò la punta tra lo spacco a ripulirsi di tutto il seme che era uscito.
Chiacchierammo per una buona mezzora mentre ci ripulivamo e rivestivamo, voleva sapere di quegli incontri e della possibilità di coinvolgerlo, poi mi disse che voleva diventare il mio amante fisso.
Io lo rassicurai che lo avrei coinvolto in futuro ma che doveva pensare a farsi una ragazza fissa e non diventare il mio amante, gli assicurai che ogni tanto gli avrei concesso di farci anche una sveltina ma l’amante fisso non lo volevo e non era giusto che lui si privasse di una sua vita costruttiva e con un futuro.
Lo riportai alla sua auto e poi tornai a casa dove mio marito mi stava aspettando nudo a letto che voleva sapere tutti i particolari, finimmo per cenare che erano quasi le 23 ma ci eravamo concessi i tempi supplementari e io con immensa gioia una bella dose di orgasmi.
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