Prime Esperienze
Collant
di nonnasexy67
06.10.2023 |
19.442 |
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"Il giorno seguente trovai un messaggio sul computer che mi scriveva che si era fermato un paio di volte per fare rifornimento ma soprattutto per dare una..."
Fin da adolescente ho sempre avuta una certa antipatia verso i collant, come molte mie amiche e donne, per molti motivi, dalla scomodità di dover espletare bisogni fisiologici, al prurito che provocavano, alla stagione fredda, insomma tutta una serie di cose che mi davano fastidio, anche perché nel periodo della mia adolescenza erano una rarità le calze autoreggenti e ormai tramontate quelle da indossare con i reggicalze.Per non parlare di quando cominciai ad uscire per andare in discoteca e poi ti appartavi con qualche spasimante di allora e in auto ti dovevi fermare a qualche toccamento per non doverti spogliare completamente.
Mio marito con il tempo mi fece sempre più apprezzare i collant, certo anche da dire le mode cambiano i materiali, le fantasie, i colori, lui senza dover attendere nessuna ricorrenza ogni tanto mi faceva trovare un pacchettino con all’interno due o tre paia di collant, quando lavorati in un modo, quando con le righe, quando con dei disegni.
Sapevo poi che la sera me li voleva vedere indossati a volte anche senza intimo sotto, faceva qualche foto e poi si faceva l’amore, quindi sempre più i collant hanno preso a diventare per me un indumento che nella sua scomodità diventava eccitante.
A lui erano sempre piaciuti e lo avevano sempre eccitato, negli anni 80-90 avevano tutti quella cucitura a pantaloncino con il classico dei tasselli di rinforzo sull’inguine, poi le cuciture le hanno riportate a mutandina brasiliana, negli ultimi anni addirittura molte marche hanno messo in produzione collant che non hanno più il tassello e sono senza cuciture come fosse tutto trasparente, i materiali antiallergici e la scelta di indossare dei collant sempre più velati.
Proprio le prime foto che pubblicammo prima nei giornali degli annunci che uscivano in edicola e successivamente in siti sempre amatoriali e d’incontri erano foto dove io ero in collant senza intimo sotto, in casa o in posti pubblici poco frequentati e tutti con il viso coperto naturalmente.
Con internet le prime “chat”, i primi siti appositi, i cellulari, hanno dato una vera sferzata alla comunicazione, rendendo sempre più facile dialogare, non tardarono a scriverci dei veri estimatori di questo capo, chi suggerendo un modello particolare di collant, chi dei colori, chi le pose e chi facendone richiesta quando usurati o smagliati anziché finire nella spazzatura, li volevano da conservare in cambio di denaro, questa cosa oltre a stupirmi la trovai offensiva.
Tra i vari estimatori, chiedevo curiosa di sapere delle loro passioni ma era soprattutto per capire bene, una persona in particolare sempre molto gentile ed educata mi aveva colpito, non mostrava foto esplicite nel suo profilo, ma si dimostrò un grande feticista dei collant, che con sorprendente naturalezza mi confidava ogni sua fantasia o cosa realizzava con quei collant, facendosi sempre più insistente a richiedermi di spedirglieli dopo l’uso.
Non fece mai richieste di conoscermi per fare del sesso, l’unico suo interesse era rivolto alle mie calze e collant, mentre un giorno d’autunno con le temperature fuori si erano abbassate decido di dare una controllata per vedere e dare una sistemata al cassetto delle calze, alcune erano sfilate e non me ne ero accorta prima, altre non mi piacevano più, altre il silicone sui bordi si era sgretolato, gettandole a terra per poi metterle in un sacchetto da mettere ai rifiuti.
Colta da un istante di ingenuità o di provocazione ne feci parola con questo tizio di nome Claudio che mi implorò di non metterle in pattumiera, mettendomi al corrente di un imminente viaggio di lavoro nel Veneto, potendogli concedere di passare a prenderle in un posto all’aperto vicino l’uscita dell’autostrada.
Parlai con mio marito e decidemmo di accontentarlo ma saremmo andati insieme all’appuntamento, infatti dopo una settimana circa al posto prestabilito in un piccolo parcheggio appena fuori dall’autostrada, attendemmo il suo arrivo, portando con me la busta con diversi collant e calze.
Quando arrivò la Mercedes fermandosi vicino a noi che eravamo fuori dall’auto scese Claudio, elegante, signorile e ben curato, dall’aspetto affascinante ci dette subito la mano, mi fece i complimenti parlottammo per pochi minuti, poi lo invitammo a spostarci a prendere qualche cosa in un bar, ma lui declinò giustificandosi che voleva raggiungere il Veneto prima di sera, in quanto gli dava fastidio la guida di notte.
Rimanemmo a chiacchierare un’altra decina di minuti o poco più, continuandomi a guardare da capo a piedi anche se indossavo i jeans, si vergognava a chiedermi di dargli quella busta con i miei collant, notavo un certo imbarazzo anche per la presenza di mio marito anche se lo sapeva che non sarei andata sola.
Quando eravamo al punto di salutarci, io mi dirigo verso la nostra auto prendo il sacchetto e glielo passo, lui guarda velocemente all’interno arrossendo, lo richiude subito e apre la portiera posteriore della sua auto posando il sacchetto e prendendo un pacchetto regalo me lo porge ringraziandomi.
La mia reazione immediata è stata subito a mettere le mani dietro la schiena come a non voler accettare, non sapendo di quel pacchetto che aveva riservato a me, ma con insistenza dicendo che era un semplice pensiero alla fine l’accettai.
Ci salutammo e risalimmo nelle auto lui riprendendo l’autostrada e noi andando verso casa, la curiosità è donna e mentre tornavamo verso casa strappai subito la carta pensando a dei cioccolatini o caramelle, invece la scatola all’interno completamente bianca aveva un logo di colore nero di un marchio che non conoscevo.
Wolford, ancora più incuriosita, apro e all’interno vedo le classiche confezioni per i collant, cinque diversi collant diverse fantasie e tutte che davano sui colori nero o grigio fumo molto velati, le misure sembravano della giusta taglia, li mostro a mio marito che disse subito che erano molto belli a vederli così.
Arrivati a casa subito andammo in camera e volli cominciare a vederli e toccarli e di conseguenza provai a indossare il primo, oltre ad essere eleganti erano un guanto, senza tassello fastidioso, senza cuciture, la chiara sensazione di indossare una seconda pelle e sentirmi più sexy che mai.
La reazione di mio marito fu quasi immediata, che mi saltò quasi sopra con il suo arnese già duro e pronto, avevo timore che me le rompesse prima di poterle mettere per uscire da casa, per fortuna non accadde, ma per tutta la sera provai tutti i collant mentre mio marito mi scattava le foto alternandoci a delle effusioni affettuose e piacevoli orgasmi.
Il giorno seguente trovai un messaggio sul computer che mi scriveva che si era fermato un paio di volte per fare rifornimento ma soprattutto per dare una sbirciata alle mie calze, non mi nascose che appena giunto in hotel si era messo a guardarle tutte, odorandole e avvolgendosele intorno al suo arnese finendo per masturbarsi.
Mi scriveva decine di messaggi al giorno, ero rimasta un pochino infastidita del fatto che le avesse prese ad odorare, così cominciai ad evitare di leggere e dover rispondere ai suoi messaggi.
Mi misi però a cercare quel marchio impresso sui collant trovando il sito e scoprendo che era un marchio prestigioso, di solito quando acquistavo i collant prendevo quelli da battaglia, per tutti i giorni dal costo di un pacchetto di sigarette e poi un paio o due più eleganti dove il costo poteva essere il doppio o poco più, invece quei collant variavano di prezzo ma quello dal costo più basso era almeno dieci volte in più rispetto a quelli da tutti i giorni.
In effetti indossandoli mi sentivo più donna, più desiderata, più seducente, decisi di ringraziarlo, anche se non doveva farmi quel dono che gli era costato una bella cifra, che mi lasciava molto imbarazzata, ma lui per non farmi pesare la cosa mi disse chiaramente che non era un dono ma un prestito.
Non capivo da subito cosa volesse dire con la parola prestito, poi mi chiese di indossarle ed usarle per tutto il tempo che volevo, ma di non buttarle quando si fossero sfilate o smagliate, erano i colori e modelli che più gli piacevano.
Acconsentii e poi ci mettemmo a parlare degli altri modelli che si vedevano nel sito, uno più bello dell’altro, con mio marito ci guardavamo sempre le novità dei modelli ordinandone quelli che ci piacevano, io per alcuni anni non gettai più nella pattumiera i collant ormai logori ma li riponevo per Claudio a volte veniva a prenderli direttamente e altre volte glieli spedivo in un pacco.
Mi mandava le foto dei miei collant intorno al suo arnese, ma mai mi ha proposto o chiesto di andare oltre quello scambio, persi i contatti con lui dopo poco l’arrivo del “Covid”, il suo numero di cellulare dice che è inesistente, forse avrà letto il mio racconto o forse no, ma di sicuro quando indosso i collant “Wolford” mi sento più femmina.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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