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Lui & Lei

SPEED-DATE


di nonnasexy67
19.05.2023    |    9.856    |    11 9.4
"Anche Flavia aveva avuto diversi riscontri e un giorno mi chiese i miei programmi pomeridiani, nell’eventualità mi avesse chiamato mi chiese di dire che..."
Era il 2004, con le colleghe si parlava da diversi giorni del film di Carlo Verdone, appena uscito nelle sale “L’amore eterno finchè dura”, eravamo tutte incuriosite da quelle scene che riprendevano una serata di “Speed-date”.
I commenti erano scherzosi ma allo stesso tempo cresceva in noi la curiosità di quel gioco, le uniche fra noi che erano single erano Mariella e Diana, la prima presa dalla curiosità si mise alla ricerca dei luoghi dove si svolgevano queste serate, così dopo qualche tempo ci confessò che aveva partecipato ad una serata, ma che era dovuta andare fino a Bologna per partecipare.
Ci raccontò che aveva parlato con diversi uomini e a parte qualche tizio logorroico, diversi di loro erano affascinanti, con alcuni di loro aveva avuto dei contatti e si era messa in mente di vederli al più presto.
Diana essendo molto tradizionalista e con un’educazione rigida sembrava disinteressarsi ai nostri discorsi e non perdeva occasione per bacchettarci, Mariella invece ci raccontava ogni volta che veniva a fargli visita uno di quei uomini che aveva conosciuto.
Non scendeva nei particolari ma si divertiva molto, aveva partecipato ad un’altra serata e poi anche ad un fine settimana in una “spa” ed era sempre al corrente di questi eventi organizzati.
Un giorno a lavoro lei arriva tutta euforica di una serata che era prevista a Pescara, quindi vicina, mancava poco più di un mese, così ci accordammo di coinvolgere anche Diana, che il caso volle cadesse due giorni dopo il compleanno.
Ci iscrivemmo in sei e con la scusa di festeggiare il compleanno coinvolgemmo Diana, che era ignara della serata come si sarebbe svolta, pensava sicuramente una cena tra colleghe niente di più.
Partimmo con due auto e arrivammo nei pressi di questo locale, quando si rese conto che ci applicavano degli adesivi colore rose con il numero, lei reagì che quasi voleva scappare via, ma la convincemmo ad entrare con noi.
Mentre ci spiegavano le regole del gioco Diana con il labiale ci diceva le parolacce, ma noi ci ridevamo su cercando di tranquillizzarla.
Ci sedemmo, che eravamo schierate dalla parte del muro con i tavolinetti distanziati fino a quando si sedettero gli uomini con il numero corrispondente al nostro ma di colore azzurro, eravamo una sessantina di donne e altrettanti uomini.
Doveva essere una serata spensierata e mi misi in gioco anche io cominciando a scrivere nel quadernino che ci avevano consegnato i numeri degli uomini che mi avevano colpito di più e mi piacevano.
Ogni tre minuti suonava la campanella e si alternavano gli uomini, poi ci fu mezz’ora di pausa per mangiare al buffet e subito facemmo capannello con al centro Diana, che si era adattata e più dispiaciuta come l’avevamo vista appena entrate, ci scambiammo qualche commento sugli uomini presenti, quelli che erano più carini e quelli da scartare, insomma classici commenti tra donne.
A fine serata, mi ritrovai tra le mani quattro biglietti con scritto a penna il nome e il numero di cellulare che furtivamente mi aveva lasciato, anche se uno solo di quelli riposi in borsa che mi piaceva.
Così quando lasciammo i quaderni io avevo barrato soltanto cinque numeri, anche le mie colleghe avevano lasciato i loro agli organizzatori e quando uscimmo chiedemmo subito a Diana quante persone avesse scelte, lei rispose otto, così ognuna di noi disse i propri numeri, Mariella che conosceva il gioco fu quella che ne scelse di più 22.
Gli organizzatori dopo qualche giorno mandavano i numeri di cellulare alle persone che si erano trovate a piacersi vicendevolmente, Mariella così avrebbe avuto più possibilità di conoscere persone con un numero alto.
La serata finì così e ce ne tornammo a casa, qualche giorno dopo Maria Grazia ci comunica che gli era arrivata una e-mail con i numeri di due uomini con i nomi, ma che aveva cancellata per non essere scoperta dal marito.
Naturalmente Mariella si mostrò contenta di aver avuto vari riscontri e con fare spiritoso diceva di volerseli fare tutti, uno alla volta, anche io avevo avuto due riscontri oltre al bigliettino che conservavo in borsa, l’unica che non faceva trasparire emozioni era Diana, nonostante noi cercassimo di carpirle notizie in merito.
Anche Flavia aveva avuto diversi riscontri e un giorno mi chiese i miei programmi pomeridiani, nell’eventualità mi avesse chiamato mi chiese di dire che eravamo insieme a fare un giro in centro.
Capii subito che si sarebbe incontrata con uno della serata di nascosto del marito, ma la tranquillizzai che l’avrei coperta nel caso ci fosse stato bisogno, infatti verso le 19 mi chiama Flavia, sospettando che fosse in viva voce, risposi subito, capii che il marito era in ascolto e così presi a parlare di un paio di scarpe che erano esposte, come se davvero fossimo andate in centro insieme.
L’indomani Flavia mi ringraziò subito, si sentiva sollevata e mi dette conferma che il marito era all’ascolto, così gli chiesi dove era andata e mi confessò che aveva passato il pomeriggio in un hotel con uno di quei tizi dello “Speed-date” ed era rimasta molto soddisfatta di quella scappatella.
Io avevo cominciato a messaggiare con i due con cui avevo avuto riscontro ma una frase scritta da uno dei due mi lasciò perplessa e lo bloccai subito, l’altro invece decisi di incontrarlo nuovamente.
Così un giorno gli detti appuntamento in un bar sulla statale dove potevo stare tranquilla, si comportò in maniera squisita senza chiedermi di andarcene in qualche posto isolato o in hotel, che mi venne il sospetto, di essersi sbagliato a scrivere la preferenza.
Al momento di uscire però mi chiese di rivederci, gli dissi chiaramente che ero sposata e anche lui ammise di esserlo, così ridendo ci salutammo con un bacio promettendoci di rivederci.
Qualche giorno dopo durante una pausa a lavoro, eravamo tutte e sei a prenderci il caffè, tutte avevamo per mano il cellulare, chi mandava messaggini chi li leggeva, dissi, sussurrando, ma allora siamo diventate tutte zoccole, ci guardammo in faccia tra noi e scoppiò una risata collettiva.
In effetti ci confidammo che tutte avevamo incontrato almeno un uomo di quella sera, la più spregiudicata Mariella ci confessò che se ne era portati a letto quattro diversi, Flavia invece ammise di aver cominciata una relazione con uno ed erano finiti in hotel tre volte, anche Diana ammise che si stava frequentando con uno di quella sera, ma stava procedendo con cautela.
In pratica ero l’unica che ancora non era andata a letto con nessuno di quella sera, ma sapevo che il giorno dopo mi sarei vista nuovamente con Fausto, ma non saremmo andati in un bar per bere qualche cosa.
Era finita la pausa e presi da parte Flavia, gli chiesi dove si incontrava con il suo amante, mi svelò il nome dell’hotel e gli dissi che sarei andata li l’indomani, con un sorriso grande come il viso mi disse che sarebbe stata anche lei l’indomani li.
L’estate era quasi alle porte, le calze non le indossavo ma presi un paio di autoreggenti e li nascosi in borsa, sotto i pantaloni e la maglia avevo messo un bel completino nuovo tutto ricamato, quando uscii da lavoro andai al luogo dove mi sarei incontrata con Fausto.
Ci dirigemmo subito verso l’hotel, parcheggiai di fianco all’auto di Flavia, che era già chiusa in qualche camera, salimmo in ascensore e Fausto mi prese a stringere da subito prima che raggiungessimo la camera.
Si sentiva chiaramente attraverso i muri che nella camera di fianco c’era qualcuno che stava godendo e la voce sembrava proprio quella di Flavia.
Fausto mi disse che doveva prima andare in bagno e io ne approfittai per togliermi i pantaloni e la maglia, infilandomi sotto le lenzuola, attesi pochi attimi, prima che ricomparisse Fausto, che si svestì e venne a mettersi sotto le lenzuola anche lui.
Ci abbracciammo e baciammo, non potendo far a meno di sentire i rumori provenire dalla camera attigua, ero incredula nel sentire la voce di Flavia che urlava di piacere, incitando il suo amante a darsi da fare, non avrei mai immaginato che potesse essere così porcella a letto.
Ma intanto anche io mi ero lasciata andare alle attenzioni di Fausto e avevo le gambe completamente divaricate mentre lui mi baciava dai seni al ventre lasciando scivolare la lingua anche sulla pancia e l’ombelico.
Mi penetrò in quel modo stando su di me, e per sentirlo meglio non esitai ad avvolgerlo con le mie gambe, prima che potessi farmi prendere dall’eccitazione dell’orgasmo, lo avvertii di non godermi dentro visto che non l’avevo visto indossare il profilattico.
Mi lasciò a bocca asciutta quando lo vidi sfilarsi da dentro di me ponendo il suo arnese vibrante sul ventre lo vidi spruzzare il caldo seme sulla pancia, poi si rilassò al mio fianco guardandomi, mentre io mi spalmavo quella crema su tutta la pancia.
In quel momento invidiavo Flavia che invece urlava di piacere nell’altra camera.
Per fortuna la pausa per Fausto durò pochi minuti e prese a leccarmi subito i seni, lo lasciai fare passivamente fino a quando sentii premere sul lato della vita la sua asta che si stava riprendendo, lo presi a leccare per averlo pronto e mettermi su di lui e cavalcarlo.
Così in quel modo avrei gestito io il giusto ritmo per me, così sollevai la gamba e mi sedetti su quel palo dritto facendolo scivolare dentro di me sempre più, gli poggiai le mani sulle sue braccia e presi a muovermi col bacino, stranamente mi eccitava sentire Flavia che continuava a gemere a tal punto che mi lasciai andare al piacere dell’orgasmo piantando le unghie sul petto di Fausto quasi a lasciargli i segni.
Non ragionavo più e continuavo a muovere il bacino, raggiunsi un secondo orgasmo e poi Fausto mi prese di peso e mi tolse da sopra a lui perché rischiava di godere dentro di me senza nessuna protezione.
Facemmo una pausa stando io a pancia in giù e lui supino di fianco, il suo arnese era ancora dritto e la smania di godere gli era passata.
Mi sollevai un po' con il busto e lui si mise a succhiarmi il seno e il capezzolo come un poppante, poi di colpo si alzò e prendendomi per i fianchi mi sollevò il sedere, in un attimo mi sono sentita di nuovo penetrata, prese a muoversi piano e tenendomi per i fianchi mi spingeva a lui facendomelo sentire tutto dentro.
Con una sola mano mi sentivo presa al fianco e l’altra le dita mi toccavano il buchino, sentivo che provava a forzare quel buco con un dito, lo lasciai fare perché mi piaceva sentire il piacere crescere dentro la mia vagina, anche il dito si muoveva dentro il buchino, quando ebbi la sensazione che volesse sfilarsi da davanti per metterlo dietro gli dissi chiaramente che se si fosse sfilato non lo avrei fatto rientrare dall’altra porta.
Continuò a sbattermi in quel modo fino a farmi godere e lui di seguito mi spruzzò nuovamente il suo seme sulla mia schiena.
Non si sentiva più Flavia nell’altra camera e guardando l’orologio ci rendemmo conto che dovevamo rivestirci e tornare ognuno a casa sua.
Quando misi piede a casa, mio marito era curioso di sapere come fosse andata, feci un cenno con la testa che non era soddisfacente, vieni mi disse e mi portò in camera spogliandomi, e prendendomi a leccare la passera come lui e pochi altri sono capaci, per come lo faceva gli misi le cosce intorno al collo e con le mani lo spingevo al mio ventre, dedicandogli quell’orgasmo così intenso e passionale.

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