Lui & Lei

Lorella


di Eulalia
31.01.2025    |    2.418    |    13 9.0
"È colpa di Marco se lei adesso si trova a cavallo del cazzo del predatore senza possibilità di nascondersi al suo sguardo..."
Chi ha provato il vero bacio d’amore lo sa.
È come un bacio prima del bacio.
Il tempo si dilata mentre la distanza fra le labbra si accorcia. Prima si allacciano i respiri che per essere in sincronia quasi si sospendono, poi si sente il tepore della pelle. Infine, quel contatto delicato quasi si avesse paura che a metterci troppa passione gli atomi dell’uno si mescolassero a quelli dell’altro. Era proprio quello l’istante che dissolve qualsiasi barriera fisica, emotiva e spirituale, una fusione perfetta in punta di lingua. I sapori come mareggiate dell’anima, il corpo immobile riassunto in quel contatto salivoso con tutte le sinapsi in cortocircuito. Riemergere con un grande sospiro a sottolineare la tragedia del distacco, per rituffarsi incoscienti l’uno nell’altro.

Queste sono le riflessioni di Lorella mente si fuma una sigaretta al sole. A vederla così, i piedi sulla sedia di fronte, le gambe incrociate, non si direbbe capace di questi pensieri. Deve essere a causa della quarta abbondante che tende sempre ad occhieggiare dalla scollatura, forse è colpa dei capelli biondi o dello sguardo che pare svampito.
Potrebbero essere anche quegli occhi con cui soppesa ogni maschio che le passa vicino. Uno sguardo da buongustaia che valuta aspetto e modi, studia le mani chiedendosi se può essere toccata da quelle, vaglia il modo di guardare del candidato per decidere se è adatto a lei.
L’uomo in questione, sottoposto all’esame, che per un momento ha risvegliato ricordi d’amore in Lorella, si alza e la punta col classico atteggiamento predatorio di chi ragiona nei termini di femmina in calore, ma pare anche porti in sé una traccia di “la devo avere”.
Lorella non è così, per quanto i benpensati la definiscano zoccola, lei ama il genere maschile, non lo stima, ma lo ama in maniera genuina, come si ama una macchina del piacere che non è fatta solo di corpo, ma anche di parole e gesti.
Il predatore riesce a fermarsi prima di perderci la faccia, perché arriva Marco, l’appuntamento di quel giorno. Un bacio lieve sulla spalla di Lorella prima di assaggiarle la bocca. Si siede accanto a lei per gustarsi ancora un po’ la tensione dell’aspettativa. Le chiede in un sussurro quanto è bagnata. Lei maliziosa dischiude le gambe e ribatte “Lo senti il profumo?” La voce è pigra, bassa, rallentata, il tono di chi è distratto da una bocca sui capezzoli, parzialmente presente alla realtà sul punto di essere rapita dal piacere.
Lorella è tremendamente sensuale nel suo offrirsi come una pesca scaldata dal sole, pronta per essere succhiata, leccata, addentata e aperta.
Marco lo sa e lo sa il suo indice durante il proprio andirivieni sulla coscia di lei, un movimento che sposta l’orlo della gonna sempre più in alto.
Lo sa anche il predatore che si è seduto di nuovo e li osserva.
“Ma l’hai guardato a modo tuo quel tizio?”
“Forse un pochino mentre ti aspettavo.”
L’indice di volontà propria alza l’orlo della gonna sulle cosce dischiuse, risponde il pomo d’Adamo del predatore con un sussulto.
“Ti piace?”
Lorella lo riguarda. Ha una bella bocca, però forse non sa baciare e magari gli viene in mente di chiamarla troia con una vocetta stridula. Mentre pensa, beve un sorso di acqua, le sfugge un rivolo dalle labbra, un rivolo che prende la via della scollatura dopo essere cascata dal mento. Lo sguardo attento del predatore ne segue il percorso per tornare a cercare gli occhi di lei.
“Si.”
“Lo vuoi?”
“Si.”
Marco segna il numero della stanza su un tovagliolino e subito sotto: fra 15 minuti.
Si alzano tutti e due, Marco depone il messaggio davanti al predatore, e questo con un cenno si tuffa negli occhi di Lorella.

Dopo è solo prendere le chiavi, baciarsi in ascensore, entrare in stanza, infilare il cazzo nella figa bagnata di Lorella scostando le mutandine. Sono solo dieci minuti, ma l’odore di sesso pervade la stanza assieme al profumo di orgasmo di femmina.
Marco si sfila, finge di sistemarle le mutandine e rimettere l’uccello duro e insoddisfatto nei pantaloni.
“Forse non è gentile scoparti prima che arrivi.”
“No,” risponde lei “un po’ come infilare il dito nel tiramisù prima di offrirlo agli ospiti.”
Bussano.
Marco e il predatore si scambiano i nomi e si stringono la mano, come a una partita di tennis.
Lorella che è un passo dietro non afferra il nome, le arriva solo la voce bassa e modulata. Seguendo il gesto di cortesia di Marco entra, la prende per le mani, la spinge occhi negli occhi contro il muro, riunisce i suoi polsi sopra la testa, trattenendoli.
Nell’istante eterno prima che le labbra si tocchino gli occhi si sono detti tutto. La sorregge la mano piatta in mezzo alla schiena. Non c’è bisogno di altro, l’aggancio è avvenuto: vero imbarazzante bacio d’amore fra due perfetti sconosciuti.
Il predatore maschera scivolando dall’angolo della bocca verso il collo e rivolto a Marco commenta con un “Signora molto calda…”
Lorella cerca la bocca di Marco, ma non c’è niente da fare, non si può cancellare un bacio che non è più sulle labbra, ma è andato dritto all’anima.
I due uomini la spogliano, la baciano, leccano tutto il suo corpo, la adagiano sul letto. Non tralasciano nessuna parte di lei, si strofinano, la schiacciano fra di loro, si lasciano toccare, baciare, leccare e succhiare a loro volta. La penetrano a turno, assieme.
Lorella è grata che ci sia Marco, quel corpo con cui ha confidenza, che fa un po’ da regista, che filtra la potenza delle sensazioni di quel corpo nuovo che lei spersonalizza nascondendo il viso e concentrandosi sulla sua godereccia fica che fra lingue, mani e cazzi pensa di aver trovato l’America. Un orgasmo segue l’altro, e pare che non basti mai, che ce ne debba essere ancora uno nascosto in qualche angolo del suo corpo.
I due uomini giocano con le sue terminazioni nervose, la suonano come fosse uno strumento, la tirano, la sculacciano, scivolano sul suo corpo bagnato di sudore, saliva e sesso.
È colpa di Marco se lei adesso si trova a cavallo del cazzo del predatore senza possibilità di nascondersi al suo sguardo.
È sempre colpa di Marco che sodomizzandola come piace a lei, la fa godere sulla bocca del predatore, la fa balbettare di sfondarla tutta sotto il suo sguardo presente.
Ed è ancora colpa di Marco che la riempie di sborra dichiarandolo al mondo, se lei coglie quel lieve socchiudere le palpebre del predatore, come una specie di raccoglimento prima di chiuderla in una morsa d’acciaio, scoparla da sotto in su, feroce e padrone del suo ultimo devastante orgasmo.

Lorella è ancora nella sua bolla di endorfine quando percepisce un corpo fresco che aderisce alla sua schiena, mani pulite percorrono i suoi contorni.
“Mi chiamo Teo. Se nemmeno a te basta, chiamami per favore. Il numero è nella tua borsetta.”
Un bacio lieve sul polso come fossero mille anime a passeggio.

“Cazzo Lorella, no! Ogni tot anni ci caschi con questa minchiata del bacio d’amore. Io perdo una compagna di giochi e poi devo venire a rianimarti che hai il cuore a pezzi! Quante volte te lo devo ripetere che l’amore non esiste! “

Invece Lorella lo sa, l’amore esiste, non dura per sempre, può fare un sacco male, ma ne vale sempre la pena.


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