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Che cazzo stai guardando?


di Eulalia
27.05.2023    |    22.160    |    28 10.0
"Ma no, non è giusto: lui legge storie porcelle, non le condivide..."
Come tutti i sabati, la mattina la dedico alle pulizie. I bagni li ho già fatti, ho passato tutti i pavimenti della casa, fatto il cambio a tutti i letti, sono anche riuscita a sistemare le camere dei ragazzi che sono via. Devo solo spolverare i ninnoli sulla libreria in salotto e ho finito.
Guardalo lì, mio marito, seduto davanti al pc, immobile e concentratissimo. Starà leggendo le istruzioni per la dichiarazione dei redditi che l’anno scorso ci ha fatto impazzire con le detrazioni. Mi fermo un momento a guardarlo, è proprio un bell’uomo, ancora molto attraente e devo ammettere anche prestante, se penso alla notte scorsa.
Senza perdere di vista lo schermo si siede più comodo e di profilo si vede un’erezione che gonfia i jeans.
Guarda un porno invece della dichiarazione dei redditi?
Non ci posso credere! Io sgobbo e lui si prepara a segarsi di nascosto: non esiste!
Cosa starà guardando?
Faccio finta di niente e spolverando mi avvicino per sbirciare e vedo solo testo, niente immagini. È troppo lontano e non riesco a leggere. Non si scriverà mica con qualche zoccola?
Faccio un passo per vedere meglio, ma con un colpo di mouse cambia schermata ed ecco la dichiarazione dei redditi.
Adesso devo sapere e già so come fare.
Non dico niente, mi metto alle sue spalle e lo massaggio affettuosamente.
Si appoggia meglio allo schienale.
“Sei tutto teso, tesoro.” In realtà intendo: porco perché hai il cazzo duro; perché da qua non c'è dubbio, è proprio di marmo anche se cerca di mascherare accavallando le gambe.
“Grazie amore, sei proprio gentile, questa dichiarazione mi sta facendo impazzire.”
Quindi i commercialisti tutti a lavorare con l’uccello in tiro, ma per favore.
Che poi la verità è che sapere la casa vuota e avere il marito in queste condizioni, un po’ mi si bagna anche, se non fosse che sono arrabbiata.
Gli massaggio le braccia, gliele tiro verso il basso, impasto un poco il torace e penso che sia davvero un peccato sprecare questa occasione. Ce l’ha talmente grosso che solo a pensarci potrei perdonargli qualche scappatella.
Così massaggiando gli avvicino le braccia dietro alla sedia e gli lego i polsi con lo straccio della polvere.
"Che fai?" mi dice sorpreso.
Divarica le gambe per mettersi meglio e il suo cazzo si delinea meravigliosamente. Sapere cosa c’è li sotto mi fa salire la voglia a mille pur essendo consapevole che non è eccitato per me.
Sarebbe semplice mettere le mani sul pc e andare a vedere cosa stava leggendo, ma non lo trovo divertente.
Gli palpo direttamente il pacco attraverso i pantaloni.
"Mi interessa questo." duro, dritto, grosso e sono già fradicia.
Apro la zip con la giusta pressione, guardo i suoi occhi e mi pare di capire che sia a metà fra la preoccupazione e il godimento.
"La dichiarazione dei redditi ti fa questo effetto? Cosa stavi leggendo?" lo sego piano.
"Niente"
"Niente che te lo fa venire duro?" lascio colare un filo di saliva, stringo di più e accelero "Pensaci bene!"
Sono chinata davanti a lui e vedo la prima goccina sulla cappella, la lecco e lui inarca l'inguine. Bene, mi fermo.
"Davvero nulla."
Stronzo!
Mi inginocchio e inizio a succhiarlo come piace a lui, due volte fino in gola. Mugola, vibra e mi fermo.
Gli sfugge un no strozzatissimo.
"Se non me lo dici, ti lascio così."
Soppeso i suoi testicoli gonfi, risalgo con le unghie sotto alla maglietta e pizzico il suo capezzolo con una certa cattiveria.
"Ma niente di che" inizia a dire.
Gli struscio le tette sul petto e gli succhio il lobo
"Potrebbe essere il tuo cazzo, se tu confessassi," gli giro attorno con la lingua "fino in fondo alla mia gola, fino all’ultima goccia"
Mi levo la maglietta e gli passo i capezzoli sulla bocca. Deve essere lui a soffrire, mica io. E mi piace da matti come li succhia, come se li tira in bocca con la lingua per mordicchiarli.
Ma non devo perdere di vista il mio obiettivo.
Lascio colare ancora tanta saliva sulla sua verga e tornando in su la imprigiono fra
i miei seni, movimento lento. Di quella lentezza che ha lui quando mi scopa di prima mattina.
"Allora che hai da dire?"
Nicchia.
Ah, sì?
Mi levo tuta e mutandine in un colpo solo, mi siedo sulla scrivania a mostrargli la mia fica lucida di voglia. Ci infilo direttamente due dita, e gli faccio sentire il rumore di come sguazzano. Potrei godere subito, ma mi trattengo, che ho voglia di cazzo, di cazzo onesto che mi confessa cosa stava leggendo.
Hai gli occhi strabuzzati e trascina la sedia per venire più vicino. Cerca di leccarla, ma lo fermo con le mie dita bagnate sulle sue labbra. Le succhia avidamente e io non ce la faccio più, perché è come se mi leccasse la fica, mi succhiasse la clitoride.
Mi devo concentrare.
“Confessa, che cazzo stavi leggendo?”
Glielo chiedo con gli occhi sulla sua cappella rossa e pulsante. È più forte di me e lo riprendo in bocca.
"Leggevo un racconto, ma non fermarti, un poco erotico e mi sono eccitato. Succhia di più, per favore, ingoialo tutto!"
Non mi fermo, continuo costante incontro al suo inguine, la lingua che guizza. Stacco le labbra pensando ad una fragola e gli si taglia il respiro.
Lo sento in mano, pronto.
"Ma se lo leggessi anch'io?" gli domando infilando il mio dito nella fessura fra le natiche e spingendo leggera sull'ano con un movimento rotatorio delicato. Ha chiuso gli occhi beato, non so cosa farebbe per venire ora, forse qualsiasi cosa
"E non me lo succhi più? Continua, per favore"
Mentre ci penso, passo la lingua indolente attorno al glande, sembra che diventi sempre più grosso, una succhiatina così per dispetto, mentre rifletto. Secondo me gli piacerebbe venire lasciando una scia bianca sulla mia lingua. Glielo lecco proprio dalla radice alla punta e lo guardo. Ma no, non è giusto: lui legge storie porcelle, non le condivide.
Oltretutto sono sopraffatta dalla voglia di cazzo, sono curiosa e voglio leggere.
"Mi dispiace caro: basta!"
Lui protesta, ma io mi giro verso il pc, documenti recenti: trovato!
"Ti prego, finiscimi. Non puoi lasciarmi così!"
Guarda, che storia maiala! Leggo di questa ragazzina e adesso la fica pulsa davvero, una specie di turgore che precede la voglia selvaggia che mi prende. È andata così anche a me, quasi. Mi dovrò sedere per leggerla meglio.
Impugno la verga e mi ci impalo al limite dell'orgasmo, sento come mi apre, le
parole si confondono, ma non perdo il filo, salgo e scendo al ritmo delle virgole.
“Sei più troia di quella ragazzina!”
Da come incattivito mi stringe il seno deve essersi liberato, cerco di seguire il testo mentre mi tira i capezzoli per farmi impazzire.
Lei è a novanta sul tavolino, e mio marito mi ha appena piegato sulla scrivania.
Non riesco più a vedere lo schermo travolta da un orgasmo torrido.
Cerco di alzare la testa.
“Stai giù, troia!” mi ordina a suon di sculacciate “Che la fine della storia della racconto io!”
Mi apre le chiappe, sputa, punta la cappella e spinge.
“La incula come piace a te, zoccola che non sei altro!”
Non ho parole aggrappata ai bordi, voglio solo che mi sfondi, che mi spacchi, che mi fotta il culo come si deve. Esisto solo io, il suo cazzo e le sue mani che mi trattengono per piantarlo fino al cervello.
Mi riempie rovente senza indulgenza e mandandomi in orbita.
Alla fine, mi chiede sfiatato se l’ho perdonato.
Non so nemmeno più per cosa.
“Ma perché leggo storie porno di nascosto.”
“Se questa è la ricaduta, continua pure.”

Sentiamo la porta di casa che si apre. Sono tornati i ragazzi.
Lui si tira su i pantaloni alla velocità della luce, e bloccandoli in entrata mi dà il tempo di rivestirmi.
“Ma cosa stavate facendo?” ci chiedono.
“Le pulizie che voi non fate mai” rispondo piccata, mentre sento il culo che mi cola.
Appena vanno in camera, mio marito mi ruba un bacio “Se vuoi cucino io,” mi dice “così puoi finire di leggere quel racconto e magari anche altri, che i ragazzi oggi pomeriggio hanno la partita.”
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