Lui & Lei
Ragazzina
di Eulalia
17.05.2023 |
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"”
Dentro, fuori, forse adesso le dita sono tre, dentro, fuori, magari quattro, dentro, fuori..."
Quell’uomo aveva sui 50 anni, e mi piaceva da matti. Mi piaceva come mi guardavaattentamente, con la stessa voglia che si ha di un bignè, e mentre mi studiava passava il dito ripetutamente sul bracciolo della sedia del bar, come a studiarne la consistenza, come se lo passasse sulla pelle di un corpo.
Avevamo iniziato a chiacchierare del più e del meno in questo caldo pomeriggio in piazza, mi aveva chiesto l l’età, che facoltà frequentassi e che lavoro volessi fare una volta laureata. Mentre parlavamo mi guardava le labbra, scendeva lungo collo verso i seni, uno sguardo insistente e sfacciato, come se fosse un suo diritto guardarmi cosi, come se dovesse valutare ogni dettaglio del mio corpo.
Mi rendeva consapevole dei miei seni tesi sotto l'abitino, delle mie cosce accavallate, insomma di essere donna.
Certo le mie esperienze le avevo avute con il mio ragazzo storico (quello che mi aveva lasciato), ma le mie amiche mi dicevano che gli uomini maturi erano diversi e avevano molto da insegnare, ed erano bravi a far godere.
Lui era attraente, e mi pareva anche attratto dai miei ventidue anni.
Mi passo la lingua sulle labbra prima di rispondere che per quanto giovane mi mancavano pochi esami alla laurea. Gli chiedo se anche lui si era laureato nei tempi o fuori corso. I suoi occhi sono rimasti fissi sulla mia bocca e invece di rispondermi mi dice
"Sei giovane, bella e ti scoperei seduta stante, ma hai un'aria così innocente che non so proprio."
Sono basita, non me l'aspettavo così diretto. Mi aspettavo una passeggiata al parco, un bacio fra gli alberi, una carezza sulla via di casa, e poi un invito garbato a casa sua, dove avremmo potuto fare l'amore.
Sono basita ed eccitata, il dialogo diretto mi fa sentire più grande, mi spaventa, mi confonde, ma mi eccita anche molto. Mi sembra che vogliamo la stessa cosa.
Apro bocca per rispondere, che lui mi anticipa dicendo
"Vedi, ti ho già scioccata. Tu sei ancora nella fase romantica, io già in quella del piacere puro per il piacere, e tu sembri fatta proprio per questo, ma appunto troppo giovane e innocente per esserne consapevole"
Cosa vuol dire giovane e innocente, non sono mica santa Maria Goretti, devo trovare una risposta che lo secchi, che gli faccia capire che sono una donna fatta e finita, e in questo preciso istante ho anche parecchia voglia.
"Se lo dici tu che sono innocente." La butto lì.
"Indecentemente innocente, cara mia, quasi trent'anni di differenza e di esperienze, o vuoi farmi credere di essere una donna navigata?"
"Puoi credere o puoi provare."
Non mi capacitavo della mia sfacciataggine, ma ormai l'avevo detto e non mi sarei tirata indietro per niente al mondo. Tremavo un poco, eccitazione, preoccupazione, non capivo bene quale delle due.
I miei capezzoli premevano contro il tessuto come a volerlo bucare, stringevo le cosce quasi volessi impedire di bagnarmi ulteriormente, e lui che dopo avermi guardato negli occhi si sofferma sulla mia scollatura che all'improvviso mi sembrava troppo fonda.
"Allora sali con me, abito qui sopra!" mi dice sornione.
L'abitino mi sembra troppo aderente mentre lui mi guida tenendomi per i fianchi, sono consapevole delle natiche che si muovono ad ogni passo. Non so come riesca a tenermi per i fianchi e ad accarezzarmi contemporaneamente il lato del seno, so solo che ho il passo incerto e che lui ne approfitta per stringermi a sé.
Nel suo appartamento entriamo nel salotto illuminato dal sole, la portafinestra che dà sulla terrazza è spalancata e lascia entrare tutti i profumi dell'estate. Mi viene spontaneo uscire per godere del panorama, cercare di recuperare un poco il controllo. Mi appoggio alla balaustra. Lui, alle mie spalle, si appoggia, allunga le mani da dietro, mi sbottona l'abitino e lo lascia cadere a terra.
In slip e reggiseno su una terrazza in pieno centro: eccitata ed imbarazzata non riesco a muovermi.
"Vedi, si inizia così. Levandosi gli abiti, e poi si tocca e accarezza."
Mi libera un seno soppesandolo, strusciando il capezzolo, strizzandolo leggermente mentre con la lingua mi assaggia il collo. I brividi si rincorrono sul mio corpo ad ogni assaggio che lui fa di me, si rincorrono per incontrarsi tutti fra le mie cosce: sono molto eccitata.
Cala la sua mano, scosta di poco le mutandine, sfiora il mio sesso, si ritira, aggira il mio fianco, prende possesso di una natica impastandola.
"Sei già bagnata e vogliosetta. Dovrai pazientare un poco!"
Mi gira, e con le mani sulle spalle mi obbliga in ginocchio, si apre i pantaloni e mi offre la sua asta, apro la bocca e me lo infilo subito, nonostante il fatto che mi senta allo scoperto, che magari qualche vicino mi possa vedere.
"No, no, no, cara. Lo devi leccare come se fosse il gelato più buono della tua vita, succhiare come se fosse il tuo dito intinto nella cioccolata, indagare con la lingua come se fossi cieca e dovessi orientarti. Lo devi avvolgere con le labbra calde, bagnate e umide come se fossero le labbra del tuo sesso!"
Sporgo la lingua e guardandolo inizio e seguire le sue istruzioni, sento che mi cresce in bocca mentre salgo e scendo e lascio colare la saliva, le mani scivolano lungo l'asta bagnata, lo scappello per leccarlo meglio. Succhio la punta, sento il suo sapore salato.
"Con più calma, ingoialo più che puoi!" e mentre mi entra in bocca, con la mano mi trattiene la testa e mi scopa la bocca.
Non ero preparata ad essere usata così, un po' mi spavento, ma al contempo mi eccito ancora di più.
Tre affondi con le palle che quasi mi sbattono sul mento e sento fiotti caldi che scendono per la mia gola. Ingoio per non soffocare e continuo a leccare.
Non so bene cosa aspettarmi adesso da lui.
Mi prende per mano e rientriamo in salotto.
"Spogliati e sdraiati sul tavolino!"
Mi prende alla sprovvista e obbedisco. Mi calo gli slip, mi tolgo il reggiseno e con il sapore del suo sperma in bocca mi sdraio sul suo tavolino basso. Mi gira attorno e mi lega i polsi e le caviglie alle gambe del tavolino. Immobilizzata ed esposta, sono preoccupata. Ma questa preoccupazione mi fa bagnare ancora di più; mi piace questo misto di obbedienza e sesso, mi sembra quasi che mi voglia educare.
Lui mi sfiora con un dito il sesso "Più eccitata che preoccupata, vedo.” e inizia a spogliarsi.
Si siede per terra accanto a me, ed inizia a toccarmi e baciarmi ovunque.
"Sei una giovane maialina ed oggi ti faccio fare un poco di esperienza." Mi infila un dito in bocca, e poi bagnato di saliva lo appoggia al mio clitoride. Inizia a muoverlo in senso circolare sempre piú veloce e in un istante godo.
"Vedi questo era un orgasmo clitorideo." prende fra le labbra un mio capezzolo lo succhia, lo lecca, lo morde, scende con la lingua lungo il ventre facendomi inarcare, soffia sulla mia figa bagnata. Rabbrividisco.
Incolla la sua bocca al mio clitoride, succhia mentre la lingua massaggia questo bottocino per farmi godere ancora.
"Anche questo era clitorideo. Mi hai fatto bere parecchio, hai talento, una giovane zoccola in erba.”
Parla e mi infila un dito fra le grandi labbra, poi due e proprio in fondo.
"Vedi a me piace far godere le ragazzine dopo che hanno imparato a succhiarmelo come si deve: una specie di premio.”
Dentro, fuori, forse adesso le dita sono tre, dentro, fuori, magari quattro, dentro, fuori. Non importa, non riesco più a trattenermi. Un orgasmo potentissimo mi obbliga ad inarcarmi legata qui. Mi sfugge un grido che finisce in un rantolo.
“Godi, godi, piccola troia, che poi mi prendo quello che mi piace.”
Non fa in tempo a finire che io vengo ancora, e mi va bene essere la sua troia finché continua così.
Mi rendo conto che è come se mi preparasse a qualcosa, ma non importa, perché ne voglio ancora.
"Dimmi piccola, innocente, ma esperta signorina hai voglia di un poco di verga?"
Me lo chiede titillandomi ovunque, mostrandomi la sua erezione e non credo che mentire servirebbe. Sono affamata di cazzo, un concetto che fino a qualche ora fa non mi era affatto chiaro.
"Si"
"Allora ti slego e tu ti siedi sopra di me, e ti prendi quello che ti serve."
Si accomoda sul divano, e io obbediente, mi metto a cavalcioni e scendo a impalarmi sul suo uccello nerboruto, che mi riempie rovente.
È un piacere incommensurabile fermarsi sulla capella, sentire come ogni volta mi
apra bene.
Vedo lui che si concentra, come se non volesse venire.
Perdo il controllo, muovo il bacino per sentirlo tutto questo cazzo, mentre lui riprende a
dedicarsi a miei capezzoli. Ansimo, gemo, priva di qualsiasi vergogna mi scateno e vengo a lungo bagnando le sue cosce.
Non credo sia possibile godere ancora.
"Inginocchiati davanti al tavolino, allungati e sporgi bene il tuo culo!"
Solo sentirmi dare quest’ordine mi riporta in uno stato di eccitazione, mi lega di nuovo i polsi e senza alcun preavviso inizia a fottermi selvaggiamente. Con una mano soffoca i miei urli di piacere.
Mi lascia spossata sul tavolino. Non ho la sensazione che sia venuto.
A sorpresa la prima di una serie di sculacciate che sottolineano le sue parole.
"Le ragazzine che godono troppo vanno raddrizzate con un piccolo castigo, e poi hai un sedere talmente bello che è un piacere sculacciarlo e vedere come si arrossa."
Non so quante pacche ancora mi dà, ma sento la mia eccitazione che cola lungo le gambe.
" Adesso è bello morbido, pronto per essere sfondato"
"No!!!!" urlo
"Prima volta?"
"Non l'ho mai fatto!!!"
"Troppo tardi, cara mia, sarò delicatissimo mentre te lo apro. Vedrai che ti piace!"
Suonano alla porta, lo sento parlottare. Proprio adesso che sono terrorizzata deve arrivare il fattorino della amazon! È vero che avevo goduto fino ad ora, che mi aveva fatto impazzire in ogni modo, quindi potevo forse fidarmi di lui. Forse mi avrebbe fatto godere anche così. Ma ero terrorizzata comunque. Quanto ci impiega lasciandomi lì così legata a quattro zampe.
Non potevo far alto che continuare a pensare all’enorme la sua mazza. Non sarebbe mai passata dal mio pertugio posteriore. Oltretutto non avevo possibilità di difendermi e
tantomeno di ribellarmi. Un po' il fatto di poter dare la colpa a lui che voleva sfondarmi il sedere mi dava soddisfazione, magari avrebbe fatto anche male. Avevo sentito che si godeva anche lì però e poi non avevo scelta.
"Ci hai pensato mentre ero di là? Te lo sei immaginato il mio cazzo come ti svergina il culo? Non ti preoccupare, ogni donna può dire di avere una certa esperienza solo dopo essere stata sodomizzata. Ora tocca a te. Pregusto già lo spettacolo. Ti allargherò bene le chiappe. Dopo averti lubrificato, ti infilerò qualche dito per prepararti bene, e poi avrò l’onore di essere il primo a sfondarti."
Sputa e lecca, distribuisce saliva lungo tutta la fessura del mio sedere con un movimento ipnotico che quasi non mi accorgo che un dito ha sostituito la lingua nella mia rosetta. È molto piacevole questa penetrazione che mi pare divenga più consistente.
"Mi sa che non sei così preoccupata, ti dilati bene. Ho già dentro due dita e tu mugoli in calore. Adesso facciamo sul serio."
Sento come si appoggia, spinge, mi dilata, mi squarcia. Grido dal dolore ma lui non si ferma, spinge ed entra costante.
“Stai ferma!”
È dentro tutto e brucia.
"Ora ti distraggo, mentre mi godo lo spettacolo del mio cazzo piantato nel tuo verginissimo culo."
Mi infila le dita nella figa, le muove in sincronia la sua verga.
E ha ragione, passato il primo dolore è più che gradevole, mi fa sentire davvero troia.
Aggrappata ai bordi del tavolino, mi sporgo di più per venirgli incontro meglio e vorrei più foga.
Farfuglio qualcosa e lui "Dimmi cosa vuoi"
"Di più"
"Dimmi cosa vuoi." muovendosi sempre lentamente nel mio culo.
"Ancora di più."
"Dimmi chiaramente cosa vuoi, zoccola!" dandomi una sculacciata che mi avvicina ancora di più al mio piacere.
"Fottimi il culo, per favore"
"Ma certo, ragazzina.”
Si scatena, mi inchioda al tavolino sfondandomi feroce. Lo sento arrivare questo devastante orgasmo, mi sale dall’anima e mi esplode nel cervello mentre il suo cazzo si svuota a fiotti roventi dentro di me.
Rivestiti, seduti sul divano uno di fianco all'altro bevendo del vino. Mi rendo conto, che aveva ragione, ero molto innocente. Col mio ex certamente non avrei subito un trattamento di questo genere e non ho nemmeno mai goduto in modo così svergognato.
Come farò a farne a meno?
Faccio per alzarmi e andarmene
"Tutto bene? Ti senti indolenzita?" Mi chiede premuroso.
Dico di sì, e lui all'improvviso mi sdraia sulle sue ginocchia alza il vestito, giù gli slip. Due sculacciate su questo sedere maltrattato e non so quante dita in figa che mi fanno godere per un’ultima straziante volta completamente alla sua mercé.
"Voi ragazzine siete sempre pronte a venire, per questo mi piacete. Questo per ricordarti che sei zoccola di natura. Puoi passare quando vuoi, lo sai cosa ti aspetta!"
Scendendo per le scale, controllo gli orari delle lezioni. Dopodomani ho il pomeriggio libero e mi sa che tornerò qui a prendermi un po’ di cazzo di qualità. Speriamo mi chieda di leccargli il culo, non vedo l'ora!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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